Black Mirror – Anteprima gamescom 17

Colonia – Black Mirror è un nome che suggerisce molto di questi tempi. La serie Netflix è diventata un prodotto di culto, ma nel panorama videoludico c’era una serie di avventure grafiche horror a farla da padrone, con le sue atmosfere gotiche ed una narrazione in evoluzione per la, almeno allora, supposta quadrilogia. Le cose sono andate un po’ diversamente, ma THQ Nordic ha ripreso in mano il brand ed ha ben pensato di svilupparne un reboot, ad opera del talentuoso studio che ci ha regalato perle come “The Book of Unwritten Tales”. Una storia nuova e dal gusto horror tipicamente inglese. durante la gamescom abbiamo assistito ad una breve presentazione che ci ha mostrato la storie, e le idee del team per confezionare un’avventura che possa fare proprie quelle atmosfere gotiche, ma soprattutto raccontare una storia che viaggi sul confine tra follia e realtà, con soluzioni di gameplay piuttosto interessanti.

Ambientato nella Scozia del 1926, in seguito al suicidio di suo padre, il nostro protagonista David Gordon si ritroverà ad indagare la sua casa di famiglia per la prima volta nella sua vita, nel disperato tentativo di comprendere cosa si nasconda dietro l’efferato gesto. A quanto ci è stato mostrato, nella lugubre e buia magione vivono alcune figure chiave che hanno fatto parte del passato, e del presente, della famiglia Gordon. Ci è stato infatti mostrato un dialogo, con un anziano signore, nel tentativo di comprendere meglio il suo legame con nostro padre, e con la casa. Le cose ovviamente non sono andate nella direzione più limpida, lasciandoci intuire un certo… sospetto dietro il suicidio, quasi incombesse una maledizione sulla casa e sulla famiglia Gordon.

Black Mirror non è molto diverso dalle avventure grafiche che abbiamo visto in passato, sia recente che lontano, anzi: la sua struttura appare piuttosto standard, e richiede di interagire in terza persona con l’ambiente circostante, esplorarne i segreti e parlare con i personaggi per carpire indizi, segreti o informazioni cruciali all’avanzamento dell’avventura. Di tutt’altro avviso è invece la seconda componente dell’esperienza, che getta il nostro David Gordon nel bel mezzo di visioni, tangibili ed influenzabili. “Il mare è bellissimo la’ sotto, ma attento a non affondare”, ed infatti in queste visioni soprannaturali bisognerà fare attenzione a non lasciarsi intrappolare dalle presenze che le inabitano, e interagire con loro secondo un certo tempismo, per capire meglio i motivi di ciò che abbiamo di fronte agli occhi, e l’importanza che ha nello scoprire la verità sulla famiglia Gordon e sulla magione.

E’ un concept interessante, ma soprattutto d’atmosfera: in Black Mirror le incognite sono tante, ma nei corridoi bui della magione, e tra le ombre delle finestre serrate, si percepisce tutto il gusto gotico horror del titolo. Anche nelle “visioni” c’è un certo gusto vittoriano per l’horror grafico che gli sviluppatori hanno cercato di ottenere: macabro, simbolico e ricco di fascino rispetto ai semplici “jumpscares” dell’horror più becero e cinematografico. Un gusto letterario che traspare anche dalla scrittura, mai banale e spesso caratteristica, negli accenti e nelle sfumature del linguaggio, a caratterizzare in modo differente ogni personaggio.

 

Un po’ meno entusiasmante è invece l’aspetto tecnologico, che limita e frena una certa rappresentazione visiva con personaggi animati in modo un po’ rozzo e goffo, e delle animazioni facciali non all’altezza, soprattutto per un titolo che trova il suo focus nell’espressione delle parole che dicono i suoi personaggi, e che sicuramente verrà penalizzato da una realizzazione tecnica di medio-basso livello, in linea sicuramente con un budget limitato con cui il team avrà dovuto fare i conti.

 

In conclusione

Il breve assaggio di Black Mirror alla Gamescom ci ha entusiasmato per i motivi giusti, ovvero quelli che rendono un’avvetura grafica memorabile e intensa: la qualità della scrittura, l’atmosfera e il fascino trasmesso dalle parole che diventano visione, grazie a questo escamotage narrativo “soprannaturale” terrificante eppure assolutamente perfetto per il tipo di horror che gli sviluppatori ambiscono a raccontare. Dai valori produttivi e artistici altalenanti però, Black Mirror ha bisogno di altro tempo, e soprattutto di essere valutato nella sua interessa nei prossimi mesi. Chissà che non sorprenda, poi.