bleak sword dx

Bleak Sword DX – Recensione

Era il 2019, e sui dispositivi mobile (Apple Arcade) usciva un souls-like dal grande potenziale, passato (purtroppo) leggermente in sordina. Passano gli anni, e dopo un annuncio di cui avevamo parlato un mese fa circa, Bleak Sword DX, fa il suo ritorno su Nintendo Switch e PC in una nuova versione che esprime al meglio il potenziale visto su mobile. La nuova edizione realizzata da more8bit presenta la dicitura DX (Deluxe), ma non solo: nuovi livelli, boss, nemici e ambientazioni, e inoltre va anche ad approfondire la lore e il gameplay del titolo action game dark fantasy RPG uscito nel 2019 per iOS. Questa versione rinnovata da Devolver Digital presenta un totale di dodici capitoli (tre nuovi di zecca) e trasporta il giocatore in un piccolo mondo quadrato fatto di pixel e orrori. Ogni livello è confinato in una sorta di piattaforma tridimensionale fluttuante nel vuoto, donando quella sensazione di cabinato old-school. Il titolo esprime con passione il suo spirito arcade anche con le sue componenti chiave: pochi e semplici comandi, trama lineare, nemici tosti e ambientazione tutto sommato fatta bene. Ma si può parlare di un buon prodotto?

I giocatori si ritrovano catapultati in un mondo fantasy medioevale maledetto e contaminato da una spada, la Bleak Sword. Tramite un colpo di stato, il principe assoggettato dalla spada, ha ucciso suo padre, il Re, dando inizio all’Era Rossa. Dopo 200 anni di regno, una profezia nomina un “choosen-one“, che dovrà recuperare tre pietre con il potere di distruggere la spada, e liberare il mondo dal male. Il  protagonista deve dunque affrontare un viaggio dal quale cui dipenderanno le sorti di tutta l’umanità.

L’esperimento si può considerare riuscito per il titolo prodotto da Devolver Digital, anche se raggiunge il risultato minimo, trascinandosi dietro qualche qualche pecca di troppo. In breve, il gioco fa il suo. In non-breve: raggiunge l’obbiettivo, ma a fatica. Tra il feeling arcade e una trama abbastanza dimenticabile, si intromette un gameplay la cui semplicità è una lama a doppio taglio. Il titolo ha meccaniche intriganti, ma al tempo stesso presenta livelli molto brevi ed intervallati da una pausa di caricamento. Il risultato? Il gioco è spezzato nel ritmo e i giocatori si ritrovano a giocare a un titolo con il singhiozzo.

I livelli si susseguono senza un vero senso di continuità: in alcuni i nemici sono troppi, e le orde sembrano essere infinite. In altri ce ne sono troppo pochi, e compaiono singolarmente. In certi casi bisogna addirittura aspettare che arrivino. Ogni livello dura, in base alle capacità dei giocatori, 1 o 2 minuti, a volte addirittura solo una manciata di secondi. Una volta completato, e superato un piccolo caricamento, compare un menù di fine livello, dove poter incrementare la forza del personaggio e ottenere ricompense. Al di là del comparto sonoro che stordisce il giocatore quando si completa un livello, l’interruzione continua di un gameplay già di suo (fin troppo!) piatto, rischia di portare allo sfinimento su lunghe sessioni di gioco. Come prevedibile per titoli del genere, purtroppo alla lunga la stessa semplicità delle meccaniche ludiche rema contro il titolo stesso, che stanca e stufa troppo facilmente. Difficilmente, per questo, vi imbarcherete in partite particolarmente prolungate.

Un gameplay la cui semplicità è una lama a doppio taglio

Il gameplay fa il suo, in ogni caso, e diverte. I giocatori si ritroveranno a vestire i panni di un cavaliere che, munito unicamente di spada e scudo, prosegue nel suo viaggio tra schivate, affondi, colpi caricati e parate. Gli input di gioco sono abbastanza rapidi e fedeli, cosa positiva dato che il gioco si basa sul corpo a corpo. Punitivo ma giusto, tra le azioni disponibili c’è anche il parry, che richiede un tempismo davvero notevole per andare a segno. Le meccaniche degli oggetti consumabili e power-up temporanei sono stimolanti, e portano il giocatore a fare scelte tattiche per affrontare l’ignoto dei livelli successivi. Per avanzare bisognerà contare sulla propria capacità di gioco e di gestione del personaggio, livellando le statistiche con cognizione di causa tra gli HP, l’attacco e la difesa.

Lodevoli ed intriganti le modalità aggiunte in occasione di questa riedizione di Bleak Sword DX: la Randomizer (in pieno stile MOD di un gioco Souls), è spietata, ma divertente. L’Arena, con le sue orde infinite, soffre leggermente lo stesso problema di nemici che arrivano a tratti o tutti insieme, ma tutto sommato convince. Infine la Boss Rush, da affrontare con una sola vita, si conferma come una sfida tosta, ma sempre gradita ai giocatori più intraprendenti. Tutte aggiunte convincenti e che fanno da ottimo contorno al piatto principale.

bleak sword dx

Altra componente importante è l’effetto visivo: risulta molto rischiosa la scelta di voler racchiudere ogni livello in un’area quadrata finita, interamente visibile dal giocatore. Ciò rende il gameplay claustrofobico, distante, e limita le possibilità di gioco a fronte di un potenziale molto più alto.

Bleak Sword DX sembra essere uscito da una VHS: grafica pixellata, prevalenza di bianco, nero e rosso (con anche l’aggiunta di filtri retrò). Nonostante la sensazione claustrofobica sopraindicata, c’è da ammettere che la resa grafica, grazie a questa formula semplice, risulta come punto di forza, e lascia una grande impronta visiva nella memoria di chi lo prova. Inoltre lo stile grafico ha il grande pregio di essere chiaro ed efficace sotto il piano semiotico, rendendo immediatamente evidente quali e in cosa consistano le minacce nel livello di turno. Insomma, il comparto tecnico aiuta molto l’immersività di gioco.

Conclusioni

Bleak Sword DX è stato definito dagli autori come un “Elden Ring lo-fi“, in una maniera leggermente impropria. Certo, è un souls-like, e la componente RPG c’è. Ma oltre a questo (togliendo il retrogusto da cabinato), di Elden Ring c’è proprio poco.

Il titolo in definitiva convince, anche se con fatica. Ad ogni modo gli appassionati del genere apprezzeranno sicuramente lo sforzo fatto da more8bit, che riesce a rendere giustizia al potenziale alla base del mobile game del 2019. Il titolo offre un buon grado di sfida a un prezzo decisamente onesto.

Consigliato, insomma, ma solo ai veri fan del genere in piena crisi d’astinenza.

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