21 Giu 2016

Bloodstained: Ritual of the Night – Anteprima E3 2016

Los Angeles – Diciamocelo senza troppi convenevoli: le operazioni nostalgia hanno un po’ stancato, indipendentemente dalla loro volontà di spillare soldi a fan pronti a tutto pur di lasciarsi cullare dal passato, o di nascondere una povertà di idee abbacinante. È sempre difficile capire quando ci si trova davanti ad un prodotto genuino, o a un tributo (sia esso sentito e doveroso, o semplicemente “comodo”), ma in certi casi, non resta che levarsi il cappello e pregustarsi una grande avventura. È indubbiamente il caso di Bloodstained: Ritual of the Night, il nuovo progetto di Koji Igarashi (storico producer della serie Castlevania) che, stufo del nuovo corso di Konami, ha seguito l’esempio di tanti suoi colleghi, spezzando le opprimenti briglie del guadagno duro e puro, e bussando ai robusti portoni di Kickstarter. È lì che ha decuplicato l’irrisoria somma richiesta (500.000$, contro i 5.5 milioni effettivamente raccolti) per concretizzare il suo progetto e ha potuto finalmente puntare direttamente alle stelle, forte del supporto di oltre 60000 fan.

La demo provata all’E3, la stessa che verrà distribuita ai backer in questi giorni, è un primo assaggio, dalla durata di circa 10 minuti, un primo attestato dei buoni propositi di Iga e co (il team è composto da veterani della serie), che dimostra non solo la promettente qualità del progetto, ma per certi versi salva in calcio d’angolo lo stesso ecosistema del crowdfunding, sempre più spesso bersagliato (e a ragione) per via di progetti fallimentari, anche ad opera di grossi nomi considerati apparentemente infallibili.

Le prime, buonissime impressioni riguardano inevitabilmente il solo gameplay, e alcuni tratti visivi, dato che si sa ancora ben poco del comparto puramente narrativo, così come della componente esplorativa e degli altri elementi distintivi del genere: di sicuro sappiamo che si tratta del primissimo livello di Bloodstained, tutorial col quale prendere confidenza con i controlli e le meccaniche di gioco, e si tratta sempre di un platform 2D vecchio stile, condito però da graditissimi elementi RPG (a partire dalla gestione dell’equip, tra armi, stivali e accessori vari e livelli di esperienza da raggiungere kill dopo kill). Miriam, la protagonista, si trova su un galeone chiamato Minerva, un relitto che la separa dal misterioso castello nel quale prenderà ufficialmente il via la sua avventura. Questo breve assaggio prevede, oltre ad una minima esplorazione del galeone, anche il contatto con alcune delle mostruose creature, tra melmose entità, cavalieri e bestiole munite di tentacoli, oltre che con un mastodontico boss, deformità a metà tra un polipo e una donna.

A sorprendere sono i pattern di attacco dei nemici (soprattutto dei mastodontici cavalieri, coriacei e dalla gamma di attacchi “fastidiosa”), così come il design, mai banale e curato, merito anche dei modelli 3D di sfondi e di elementi su schermo, a partire dalla stessa dettagliatissima Miriam, così come delle animazioni che coinvolgono il combattimento (teste mozzate, o i corpi che si sciolgono) e degli effetti particellari delle magie. Il comparto grafico pulito e definito, oltre che coloratissimo, dona indubbiamente un gradito tocco moderno ad un gioco che trasuda old-school da ogni poro, a partire dal level design, contorto e da studiare ad ogni nuova schermata, per non rischiare di perdersi un anfratto o un appoggio sul quale saltare e raggiungere un punto più elevato, con tanto di mappa (identica ai quella dei vecchi Castlevania) da consultare compulsivamente.

Bloodstained_Castle

Ma anche il combat system, asciutto e diretto, è proprio quel che ci si aspettava da un titolo del genere: niente di arzigogolato o complesso, ma caratterizzato da un colpo principale (associato alla tipologia di arma equipaggiata, come i pugni a mani nude, il fendente di una spada o il calcio di uno stivale), salti, scivolate (utili anche per l’esplorazione), scatti all’indietro per evitare un colpo di coda nemico, e dei poteri magici (associati a shard ottenuti in questa demo da alcuni dei nuovi nemici incontrati), come fiamme e getti d’acqua, da sparare alla cieca, o prendendo la mira con la levetta analogica destra. Ci aspettavamo forse un po’ di aggressività extra dal boss, ma trattandosi di un tutorial, il buon Iga potrebbe semplicemente aver evitato ai giocatori il “trattamento Dark Souls“.

Bloodstained: Ritual of the Night potrebbe realmente conquistare il titolo di diretto discendente di Castlevania

Tutto, insomma, pare essere al suo posto: Bloodstained: Ritual of the Night è diretto e asciutto, legato genuinamente alla vecchia scuola, ma impreziosito da un comparto grafico moderno (nonostante le compenetrazioni poligonali, vere e proprie evergreen) che, pur strizzando l’occhio ai tempi andati, non si trincera dietro semplici soluzioni, regalando invece soddisfazioni anche in tali termini, soprattutto per quanto concerne il design dei nemici. Meno convincenti sembrano i fondali, un pizzico ripetitivi, ma stiamo pur sempre parlando del semplice tutorial, ambientato peraltro in una location introduttiva e ben diversa da quella più gotica e morbosa a cui siamo abituati, pertanto ci aspettiamo di non fare nemmeno caso alla cosa nel gioco completo. Il combat system semplice ma piacevole, e un’esplorazione che lascia presagire una struttura dei livelli intrigante, sono un più che buon biglietto da visita per un progetto che porta con sé tantissime aspettative. Anche senza i Belmont di mezzo, Bloodstained: Ritual of the Night potrebbe realmente conquistare il titolo di diretto discendente di Castlevania. Da grandi fan della serie, ce lo auguriamo con tutte le nostre forze, anche se è ancora troppo presto per dirlo.

E3 - 2016 - Anteprime

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