Un gioco di ruolo isometrico, ambientato in un’Australia post-atomica
Giocando a Broken Roads, il primo collegamento mentale che si crea quasi in automatico, è inevitabile, è con Mad Max. Non tanto con l’esplosivo e iper-cromatico capolavoro di George Miller, il Fury Road che ha esordito al cinema nell’ormai lontano 2015, quanto la prima trilogia con protagonista Mel Gibson dove i tempi erano più dilatati, l’azione meno esplosiva, la fotografia ma troppo vivida.
In entrambi i casi, del resto, parliamo di Australia. In entrambi i casi abbiamo a che fare con l’era post-atomica, epoca in cui la civiltà così come la conosciamo non esiste più e l’umanità è stata costretta a reinventarsi per sopravvivere alle avversità. Nulla di così innovativo, né originale, ma, come diremo meglio a breve, l’isola dell’Oceania dona carattere e un pizzico di fascino in più all’avventura.
Broken Reads è un gioco di ruolo con visuale isometrica di stampo classico. I modelli di riferimento sono i vecchi Baldur’s Gate, Disco Elysium, i primissimi Fallout, Wasteland. Il focus è centrato quasi esclusivamente sulla gestione del personaggio e sui dialoghi, molto meno sui combattimenti, che pur hanno il loro peso specifico.
Tutto inizia con la creazione del proprio avatar. L’editor che vi consentirà di personalizzarne le fattezze estetiche non rende onore agli oltre cinque anni di sviluppo che il gioco ha richiesto, ma se saprete andare oltre la superficie, vi accorgerete immediatamente come il gioco punti forte sulla caratterizzazione psicologica del personaggio. Oltre a poterne scegliere le origini, fattore che influenzerà le abilità iniziali, sarà posto un grande accento all’allineamento morale che potrete settare con un vero e proprio test sulla personalità. In base a come risponderete alla dozzina di domande preparate per l’occasione, il protagonista verrà affiliato ad uno o due dei quattro profili psicologici disponibili.
Sarà l’allineamento machiavellico, nichilista, utilitarista o umanista a decretare le ulteriori abilità di cui godrà l’avatar, a sbloccare eventuali linee di dialogo e innescare determinati eventi che influiranno sul proseguo della trama che, ovviamente, prevede diversi finali. Il grafico a torta, che segnala puntualmente il vostro orientamento, non è statico. A mano a mano che compirete precise scelte, in base a come deciderete di comportarvi o di agire, si modificherà di conseguenza. Perseguire su un allineamento specifico a lungo andare renderà disponibili ulteriori skill o risposte specifiche e particolarmente utili in determinati casi. Al contrario, creando un personaggio sempre a cavallo tra due inclinazioni morali, pur non ottenendo bonus specifici, potrà più facilmente adattarsi alle situazioni più disparate.
Non aiuta di certo la mancata localizzazione in italiano
Proprio questo è l’ambito in cui Broken Roads brilla maggiormente. Pur non raggiungendo la profondità filosofica e politica di Disco Elysium, pur non proponendo la stessa stratificazione narrativa di Baldur’s Gate, l’evoluzione del proprio personaggio, del party e del mondo che gli sta intorno è indubbiamente affascinante. La trama, inoltre, regge bene, non si scolla, non procede per rapporti di causa ed effetto che frizionano tra loro.
Da scoprire poco alla volta, da conoscere un dialogo dopo l’altro, Broken Roads è un autentico piacere. Bisogna essere inclini alla lettura, ai ritmi blandi, a lunghi momenti di riflessione sul da farsi. Le cut-scene, se così possiamo chiamarle, sono pochissime. La maggior parte dei dialoghi non godono del doppiaggio. Quasi tutte le mappe sono caratterizzate da un certo immobilismo. Da questo punto di vista, Broken Roads è un prodotto arcaico, legato a canoni per certi versi superati, apprezzabili per lo più solo dagli appassionati.
In questo senso, non aiuta di certo la mancata localizzazione in italiano. Per godersi appieno della creatura di Drop Bear Bytes bisogna essere dotati di un buon livello d’inglese, tantopiù che abbonano i termini gergali australiani, sebbene esista una sorta di glossario interattivo che aiuta a comprendere le parole più inusuali.
Se anche sul fronte visivo non si può che essere soddisfatti, sempre tenendo in considerazione la tipologia di prodotto e il pubblico di riferimento, Broken Reads convince meno, pur senza deludere, considerando altri ambiti. Se la gestione dell’avatar è profonda e sfaccettata, lo stesso non può dirsi del party. I personaggi che vi accompagneranno nel viaggio, che possono alternarsi anche con una certa frequenza, livellano automaticamente.
Inoltre, una volta in battaglia, non potrete schierarli come preferite, ma vi ritroverete nel bel mezzo del conflitto con tutto il party allineato e concentrato in un unico punto, svantaggio strategico che indispettirà sia i neofiti, che i videogiocatori più navigati.
Da questo punto di vista, inoltre, il gioco non si inventa niente di nuovo. Le armi e l’equipaggiamento indossabile sono pochi, le tattiche utilizzabili limitate, le tipologie di avversari non così numerose. Per lo più, insomma, vi limiterete a muovere le truppe sulla mappa, rispettando turni e possibilità di movimento, eliminando ogni nemico sfruttando a dovere le coperture presenti. Il level design, in queste situazioni, regala in realtà scarse possibilità di scelta, sebbene ogni scontro offra il giusto livello di sfida.
Conclusioni
Broken Roads è un gioco di ruolo vecchio stampo che sa divertire e appassionare. Fonda la sua ragione d’esistere sulla gestione del personaggio e sulla trama. Da questo punto di vista le cose funzionano alla grande, sebbene proponga uno stile narrativo, visivo, ludico che potrà fare la gioia solo di una tipologia ben specifica di pubblico.
Se amate i mondi post-apocalittici, le trame che possono essere influenzate compiendo innumerevoli scelte, allora vi godrete l’avventura proposta da Drop Bear Bytes.
Purtroppo, non è altrettanto divertente combattere. Level design e gestione dei membri del party limitati rendono i conflitti meno appassionati e più scontati di quanto ci si potrebbe aspettare.
Broken Roads è comunque consigliatissimo a chi ha amato i vecchi Baldur’s Gate, i primi Fallout e Disco Elysium.
Good
+Trama avvincente+Gestione del protagonista intrigante+Interessante gestione dell’allineamento moraleBad
-Level design dei combattimenti limitato-Scarsa gestione del party
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