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Brothers: A Tale of Two Sons Remake – Recensione

Non è affatto facile approcciarsi a Brothers: A Tale of Two Sons Remake. Sicuramente non lo è per chi scrive. Più in generale si tratta di una prospettiva non del tutto priva di attriti anche per tutti coloro che diedero una chance all’originale, pubblicato nell’ormai lontano 2013, scoprendo così un’avventura certamente emozionante e a tratti geniale, ma anche straziante e commovente. Decidere di riaffrontare l’immenso dolore mal celato dalla produzione 505 Games, è una scelta che si può affrontare con cognizione di causa solo considerando l’impatto emotivo a trecentosessanta gradi che è in grado di scaturire ed innescare nell’utente.

Il gioco, non a caso, divenne uno degli esempi più cavalcarti quando si voleva avvicinare il medium videoludico al concetto di arte, lampante rappresentante di produzioni digitali che non puntavano né esclusivamente, né principalmente a divertire nel senso più letterale del termine. Brothers: A Tale of Two Sons rappresentò un piccolo fenomeno culturale, titolo capace di far parlare di sé anche al di fuori dei soliti circoli di appassionati, produzione che, anni dopo, viene ancora citata e tirata in ballo quando si guarda a giochi come A Way Out o It Takes Two, che ne hanno recuperato, riadattato e aggiornato alcuni principi di gameplay.

Questo Remake, insomma, non sorge proprio dal nulla. Né ha le sembianze di un’operazione commerciale unicamente volta a cavalcare qualche trend, fungere da cassa di risonanza per il ritorno di un brand, sfruttare i ricordi nostalgici dei più navigati. La proposta di 505 Games, al contrario, sembra principalmente protesa ad un onesto aggiornamento, in modo da consentirne più facilmente il recupero e la fruizione anche ai curiosi che hanno sempre sentito parlare di quest’avventura tridimensionale a suo modo originalissima.

Il presupposto di base, che è anche il più importante ai fini dell’analisi critica, conferma che considerando l’originale ci troviamo di ancora fronte ad un gioco che non ha praticamente subito lo scorrere del tempo. La trama, del resto, si compone come una fiaba che trascende le epoche; il gameplay si configura come un brillante mix tra esplorazione e enigmi da risolvere; l’art design, dai colori desaturati e dalle linee morbide, ha ben assorbito l’inevitabile invecchiamento del comparto tecnico.

Partendo da una base simile, è semplice operare un ammodernamento che risulti vincente. Anche se a ben vedere, il termine remake è stato usato parzialmente a sproposito. Questa riedizione del gioco, difatti, non rilegge gli stilemi estetici dell’originale, né rivoluziona o evolve in alcun modo il gameplay. Gli sviluppatori si sono concentrati sui dettagli al fine di rendere il tutto più commestibile ad un pubblico contemporaneo.

Naturalmente il cambiamento più evidente coinvolge il comparto tecnico, mosso in questo remake dall’Unreal Engine 5. Tutto è stato rifatto praticamente da zero e il restauro è ben evidente soprattutto nei modelli poligonali dei due protagonisti, ben modellati e animati, che sfoggiano look vagamente più sbarazzini e smaliziati rispetto alle controparti originali.

Naturalmente anche gli scenari hanno goduto di una globale svecchiata. I dettagli si sono moltiplicati; la nuova effettistica regala ambienti più profondi e solidi; inquadrature lievemente diverse riescono a seguire meglio l’azione, donando maggior dinamismo all’avventura.

Per recuperare una radice in grado di guarire il padre malato, la coppia di fratelli dovrà collaborare dall’inizio alla fine, utilizzando nel migliore dei modi le loro abilità uniche

A questo proposito, anche tutte le scene d’intermezzo sono state riprogettate. La regia digitale ora è molto più accorta nel creare la giusta atmosfera, a sottolineare l’emotività di certe scene con saggi movimenti di camera e prospettive più ricercate.

Da vedere Brothers: A Tale of Two Sons Remake rappresenta davvero una marcia in più rispetto all’originale. Il modello di riferimento è ravvisabile, non c’è un salto così netto e totale, ma rende onore agli hardware contemporanei e, soprattutto, in termini espressivi è assolutamente al passo con i tempi.

Pad alla mano, come già detto, la produzione 505 Games è in tutto e per tutto un’avventura tridimensionale dal level design lineare, che sfida l’utente ad utilizzare spirito d’osservazione e materia grigia per risolvere un gran numero di enigmi. Per recuperare una radice in grado di guarire il padre malato, la coppia di fratelli dovrà collaborare dall’inizio alla fine, utilizzando nel migliore dei modi le loro abilità uniche.

Il maggiore, per esempio, è il più forte del duo, nonché l’unico che sa nuotare. Il minore, dal canto suo, può infilarsi nei cunicoli più stretti e farsi sollevare dal fratello per raggiungere piattaforme sopraelevate. Insieme, quindi, dovranno cercare di attivare meccanismi, aggirare ostacoli, superare inosservati le creature ostili. Il ritmo del gioco è sempre compassato, ma in rari casi non avrete il tempo di osservare con tutta calma la situazione prima di buttarvi a capofitto. Il gioco, tuttavia, non prevede alcun game over e fallire, anche nei casi più estremi, significa ricominciare a pochi passi di distanza da dove la partita si è interrotta.

In termini ludici, come detto, gli sviluppatori non hanno apportato chissà quali cambiamenti. L’avventura è completabile nel giro di una mezza dozzina di ore al massimo e non sono stati creati nuovi contenuti. La stragrande maggioranza degli enigmi e delle ambientazioni è identica nella struttura alle controparti originali. Qualche minuscola modifica è stata fatta, ma a meno che non abbiate giocato all’edizione del 2013 poco tempo fa, non vi accorgerete assolutamente delle modifiche apportate.

Il grande cambiamento effettuato da Brothers: A Tale of Two Sons Remake, semmai, è a livello globale. In single player, il gioco vi chiederà come allora di controllare simultaneamente i due protagonisti dell’avventura. Per muoverli nello scenario dovrete controllarli con i due stick analogici, uno a testa, mentre con i trigger gestirete l’interazione con lo scenario e gli oggetti. Sulle prime, se siete neofiti, faticherete a raccapezzarvi, ma il gioco è ottimo anche in questo senso, rendendo per nulla traumatico o frustrante l’apprendimento del sistema di controllo.

Volendolo, tuttavia, potrete condividere l’avventura con un amico in locale. Naturalmente l’intero concept su cui si basa l’avventura viene totalmente sabotato, dal momento che il controllo dei personaggi viene svolto da ogni giocatore singolarmente. La complessità dell’epopea ne risente, lo stesso disclaimer degli sviluppatori avverte il giocatore della cosa nel momento di compiere la scelta, ma è anche vero che condividere un gioco del genere con un proprio amico è comunque qualcosa che vi regalerà gioie (e dolori) che non dimenticherete per molto tempo.

Conclusioni

Brothers: A Tale of Two Sons Remake dimostra una volta in più la bontà di un gioco che dal 2013 ad oggi non ha mai realmente smesso di ammaliare, incantare, sconvolgere chiunque lo abbia giocato. La fiaba, narrata senza l’uso di parole, brilla ulteriormente di luce propria in questa rivisitazione.

Gli sviluppatori hanno utilizzato al meglio l’Unreal Engine 5 riprogettando con abilità il comparto grafico che, pur non mettendo in difficoltà gli hardware odierni, unitamente all’ispirato art design, regala personaggi ben animati, ambientazioni ricche di dettagli, cut-scene ben dirette.

Da giocare, il titolo sa ancora regalare sorpresa e divertimento. Gli enigmi sono stati solo superficialmente ritoccati e anche per questo chi ebbe già il piacere nel lontano 2013 dovrebbe attentamente valutare l’ulteriore esborso di denaro.

Brothers: A Tale of Two Sons Remake è un bel gioco oggi come ieri. Ma questo remake, al di là dell’aspetto grafico, aggiunge solo una modalità due giocatori che, se da una parte distrugge il concept originario, dall’altro permette di condividere con un amico la toccante avventura.

Consigliatissimo ai neofiti che scopriranno un gioco a tratti geniale e capace di emozionarli e commuoverli come poche altre produzioni sanno fare. I navigati valutino attentamente, vista la sostanziale assenza di novità rilevanti, grafica a parte.

 

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