Colonia – Tra le serie più longeve della storia videoludica trova un saldo posto Call of Duty, sempre presente nelle conferenze più importanti e sulle pagine dei siti di informazione. “Odi et amo” direbbe qualcuno nell’antica Roma, per un gioco che ha sicuramente diviso le persone tra chi ama lo stile unico di Call of Duty e quelli che invece non sopportano il suono della parola “360noscope”.
Per quanto riguarda Black Ops in particolare, esso si è staccato dalla linea originale per addentrarsi in tematiche sperimentali: prima nella Cuba di Fidel Castro, poi nel vicino futuro americano ed africano e ora in un ambiente leggermente più lontano, ormai fuso con la sorprendente tecnologia che (forse) sapremo raggiungere tra 50 anni.
Activision non sembra intenzionata dunque a ritornare alle origini di Call of Duty, nonostante sia ampiamente richiesto dalla community di giocatori: le Guerre Mondiali hanno sempre avuto il loro fascino nonostante la crudezza e i momenti storici, terribili ma che hanno indubbiamente lasciato un importante segno nella storia dell’umanità. Col primo titolo di Black Ops c’era stato un piccolo ritorno al passato, ma successivamente i piani del publishers sono ritornati all’avvincente futuro, tra uomini potenziati artificialmente e armi che farebbero impallidire anche i proiettili FMJ.
Se dunque Call of Duty si evolve dal punto di vista delle ambientazioni, si può dire lo stesso anche della storia e di come essa venga vissuta nel gameplay: i giocatori ora possono spezzare le catene degli script ed agire come meglio pensano, tra strategie, tattiche, abilità ed un pizzico di fortuna. Tutto questo soprattutto per far sì che la nuova modalità cooperativa online possa dare ad ogni partita la sensazione che sia la prima volta. Grazie alla profonda personalizzazione dei personaggi, alle IA rivisitate e alle mappe molto più vaste, sarà quasi impossibile trovarsi a ripercorrere gli stessi passi della volta precedente.
Una volta finite le missioni ci si può rintanare nella Casa Sicura, perfetta per lucidare le proprie armi e prepararle al prossimo combattimento: la personalizzazione va dai classici mirini agli optional sotto la canna, senza contare ovviamente le modifiche al rateo di fuoco e alla stabilità.
I potenziamenti disponibili sono ovviamente al limite della realtà, un po’ come visto in Advanced Warfare e, in generale, nei nuovi giochi FPS futuristici. La distopia regna sovrana, ma conservando la sensazione che i personaggi siano effettivamente fatti di carne ed ossa. Chi non ha la stessa costituzione corporea sono invece i nemici, macchine che si ribellano al volere dei loro stessi costruttori.
Call of Duty arriva dunque ad incorporare in un unico gioco i due peggiori incubi della storia umana: l’invasione zombie e la rivolta delle macchine. Sulla seconda ci sono ancora incertezze, visto che la trama non è ben chiara, ma fissa su un futuro oscuro e contorto. Per quanto riguarda la prima si sa già invece che prenderà il nome di Le Ombre del Male, con una trama dedicata ed un sistema di progressione basato su punti esperienza accumulabili durante la sessione.
Black Ops, il miglior passato e futuro di Call of Duty, è stato fin dall’inizio un netto cambiamento dalla linea originale della serie, diretto più a sperimentare (con successo) vie ancora inesplorate. La modalità che ha più risentito di questo cambio è quella multiplayer, interamente rivisitata ora con un nuovo sistema di movimento, più realistico, fluido e preciso.
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