Personalmente, non appena ho preso in mano il controller PS4, la schermata iniziale della partita mi ha riportato indietro nel tempo a Modern Warfare 3, indubbiamente il mio capitolo preferito tra tutti quelli usciti nella storia. Già qualcuno potrebbe commentare dicendo “grazie, COD è sempre lo stesso”, ma sinceramente andrebbe provato ogni volta per capire di cosa si sta parlando.
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La mia abitudine a giochi come Destiny e Titanfall mi ha subito portato a premere due volte X per attivare il jetpack, che ho gradevolmente trovato molto bilanciato nel contesto della partita: non troppo potente e nemmeno longevo, altrimenti avrebbe rischiato di diventare un elemento overpowered. Spariscono invece le schivate a destra e sinistra, ma resta la scivolata in avanti. I movimenti sono fluidi come precedentemente descritto e mai mi sono trovato in difficoltà con comandi e tasti: sarà che è sempre e comunque Activision, ma questo Call of Duty pare aver preso in prestito da Destiny la Super Caricata, attivabile premendo L1+R1; in Black Ops 3 si tratta di un boost temporaneo probabilmente personalizzabile in base al livello. In generale nel multiplayer si ritorna a trattare il conflitto umano vs macchina, contando dunque che ogni classe ha le sue abilità e, dunque, anche i suoi lati negativi.
Le mappe sono state ricreate da zero per permettere l’inserimento ad hoc del nuovo motore fisico, molto simile a Titanfall come gestione dei movimenti possibili: resta l’elemento parkour, ormai molto diffuso, che può aprire nuovi spazi dove accamparsi e aspettare il nemico. Del resto, come si dice ormai riguardo il camping, “It’s a legitimate strategy”.
Riguardo la componente multiplayer e l’anima online in generale, ho avuto il piacere di fare qualche domanda a John Rafacz, Director of Communications & Social Media per Treyarch, il team di sviluppo del gioco:
Call of Duty: Black Ops 3 farà parte degli eSports l’anno prossimo?
Non sono la persona più indicata per dirtelo, ma questa sera saprete sicuramente qualcosa in più durante l’evento ESL.
Black Ops 3 è la fine di un ciclo o l’inizio di un altro? Dovremo abbandonare l’interessante storia della famiglia Mason?
Il ciclo dei giochi finisce, ma non è comunque detto che Mason sia finito così. Black Ops 1 era un tentativo di approccio a cui si è andati addosso, sperimentando in nuovi orizzonti. Era qualcosa di veramente nuovo perché tutto lo studio, per la prima volta, ha lavorato insieme alla realizzazione. Questo ha aiutato poi a trovare una personalità al gioco fino al terzo capitolo.
Un’evoluzione molto ampia nel corso della storia dunque.
Era importante vedere una linea di creazione: si è partiti dalla base, uomini che corrompono altri uomini (Black Ops, ndr), per poi arrivare all’introduzione delle macchine, che sembrano la salvezza di alcuni e la rovina di altri, ma si rivelano alla fine il vero nemico in Black Ops 3. La corruzione arriva anche tra le macchine e ciò porta ad una lotta di sopravvivenza degli uomini contro le loro stesse creazioni.
Visto che la libertà di agire sarà il cuore di Black Ops 3, abbiamo inoltre deciso di fare qualcosa per quei giocatori che vogliono subito saltare alla conclusione: fin dall’inizio si può decidere quale livello giocare, senza seguire dunque la storia.
Sarà possibile ottenere diversi finali in base alle proprie azioni, come successo in Black Ops 2?
Con Black Ops 3 non vi saranno differenti finali, ma c’è comunque libertà di agire e la possibilità di personalizzare il personaggio, dal sesso all’equipaggiamento. Anche voce e aspetto possono essere cambiati, mentre ad inizio missione si decide il loadout con cui si desidera procedere, un po’ come per Black Ops 2.
Ho potuto giocare il multiplayer e vedo in lui l’anima di Modern Warfare 3, il mio capitolo preferito, in versione aggiornata e migliorata. Avete preso spunto o è una semplice casualità?
Quando un gioco richiede 3 anni di sviluppo, nulla è casuale. Siamo sempre stati molto aperti ai suggerimenti e ai feedback dei giocatori: vedendo come hanno giocato e quali stili sono stati adottati durante le partite, abbiamo deciso di rendere il gioco sempre più adatto a tutti. Ovviamente, dalla Seconda Guerra Mondiale al futuro di Advanced Warfare le meccaniche cambiano di molto, ma il nostro obiettivo è stato quello di creare un’esperienza il più universale possibile, in modo da non escludere nessuno. Sono ben lieto che Black Ops 3 ti ricordi il tuo titolo preferito!
Da cosa dipende la decisione di introdurre una modalità cooperativa online?
Durante il ciclo dei 3 anni, siamo stati in grado di raccogliere le storie dei giocatori e modificare il modo di giocare, fino ad ottenere la modalità coop online a 4 giocatori. Basandosi su come le persone vanno attraverso la campagna, abbiamo costruito una modalità cooperativa ben diversa dallo standard di Call of Duty, quindi senza sequenze che richiedano la pressione di tasti, ma con diversi metodi di completamento: tutto questo per non dare la sensazione che sia tutto uno script.
L’attesa da Black Ops 2 è stata quasi interminabile, probabilmente anche disperata in certi momenti: la conclusione della trama è stata qualcosa di spettacolare e definitivo al tempo stesso, lasciando dunque ben poca immaginazione su cosa sarebbe potuto succedere dopo. Eppure Black Ops 3 è ormai qui vicino: l’uscita è infatti fissata per il 6 Novembre, con inoltre una versione beta in arrivo.
Lo scetticismo che può prendere il sopravvento nel momento dell’annuncio di un nuovo Call of Duty svanisce come sempre dopo aver avuto in mano il controller di gioco. Sotto Black Ops 3 c’è come sempre la solida base di un multiplayer che fa la storia dai tempi di Modern Warfare, prendendo se stesso come spunto, ma trovando sempre qualcosa di nuovo da aggiungere ogni anno. I riflettori sono puntati su di lui e sulla sua introduzione negli eSports, che terranno incollati al monitor fan, stampa e, soprattutto, giocatori.
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