Che Infinity Ward ami molto i suoi mostri sacri lo si era capito da molto tempo e la nuova “reincarnazione” di Call of Duty: Modern Warfare II ne è l’ennesima riprova. Questo reboot, fortemente voluto dai vertici Activision Blizzard, ci vuole riportare con i piedi per terra, tornando a un’ambientazione familiare al pubblico occidentale (ma specialmente a quello americano), con un prodotto che vorrebbe essere l’iterazione definitiva dello sparatutto moderno ma che, ahimè, finisce con l’esagerare con una narrazione al limite della propaganda nazionalistica USA. La sensazione che ho avuto, giocando la campagna del nuovo Modern Warfare II, era quella di trovarmi all’interno di un film di Michael Bay, girato però da un senatore repubblicano alla vigilia delle elezioni.
I toni del gioco evidenziano l’eroismo del soldato americano, fortissimo, inarrestabile, che punisce il male. I buoni vincono, i cattivi perdono, gli USA trionfano. Insomma, niente più nichilismo, niente più sensazione di essere parte di un gioco più grande nel quali si è solo pedoni in un’immensa scacchiera, niente lato oscuro della guerra e dei suoi attori. Solo scariche di proiettili, tante esplosioni e un bel Yippee-ki-yay in puro stile Die Hard/John McClane.
Intendiamoci: non che io aborri un sano e vecchio sparatutto caciarone ed esplosivo, solo che non mi aspettavo un ritorno al “prima sparo, poi faccio domande” da una serie che aveva dimostrato, specie negli ultimi anni, di aver raggiunto nuove vette di maturità narrativa. E sì, sono abbastanza vecchio da aver giocato praticamente tutti i capitoli della serie, dal primissimo Call of Duty, fino agli ultimi prodotti di Sledgehammer e Treyarch.
Rieccoci quindi nuovamente al comando della Task Force 141 per intraprendere una missione di ricerca di un pericolosissimo generale (e terrorista), Hassan. Abbiamo di nuovo Kyle “Gaz” Garrick, l’immancabile John “Soap” MacTavish e il tenebroso, ma super apprezzato Simon Riley, meglio noto con il nome (e la maschera) di Ghost. Incredibile a dirsi, qualcuno è riuscito a mettere le mani su missili americani e consegnarli a un’organizzazione terroristica in mano al temibile Hassan. A collaborare con i temibili assassini mediorientali c’è anche il cartello messicano del narcotraffico, comandato da un pericolosissimo individuo noto come il Senza Nome (El Sin Nombre). Viene da sé che in questa caccia all’uomo in stile yankee non mancheranno collaborazioni con altre entità governative estere, come le Mexican Special Forces, le quali daranno una mano a svelare il (solito?) complotto mondiale ai danni della libertà, della democrazia e della sopravvivenza del mondo intero (sì, si parla di atomiche).
Scariche di proiettili, tante esplosioni e un bel Yippee-ki-yay in puro stile John McClane
Questo folle giro intorno al mondo ci porterà dal medio oriente ad Amsterdam, passando per le americanissime Washington D.C. e Chicago. Inutile dirvi che l’intera campagna è girata molto bene, con diverse scene (super) cariche di adrenalina che porteranno il giocatore in una corsa sfrenata dalle emozioni forti e dai contorni grafici strabilianti. Impossibile non citare le performance attoriali in motion capture di attori hollywoodiani del calibro di Glen Morshower (che veste i panni del generale Sheperd) e Claudia Doumit (che qui interpreta Farah Karim). Insomma, Infinity Ward ci regala una campagna ricca d’azione che non vi farà riposare nemmeno per un minuto, anche se (come ho già detto prima) siamo ben lontani dai fasti del passato.
Comunque sia, le ore spese per completare la campagna di Modern Warfare II vi lasceranno la voglia di vedere come le cose andranno avanti, un po’ come fa una serie TV ben girata. Peccato per questa mancanza di profondità nel comparto narrativo, che si limita a fare il compitino proponendoci una storia da buoni vs. cattivi senza cogliere l’occasione di approfondire i lati oscuri della guerra e della violenza; insomma senza tutti quegli spunti riflessivi che invece il suo diretto precedessore lasciava al giocatore o alla giocatrice.
Chiaramente, le bellezze visive della campagna per giocatore singolo di Call of Duty: Modern Warfare II vengono impreziosite dall’ottimo lavoro (è innegabile) dell’IW Engine 9.0, che riesce a restituire panorami degni di un film di Hollywood e scene d’azione davvero pazzesche. Infinity Ward ha fatto della spettacolarità uno dei suoi marchi di fabbrica fin dalle primissime iterazioni di Call of Duty, e questa non fa certo elezioni: inseguimenti in autostrada, pedinamenti, infiltrazioni in una prigione di massima sicurezza sono solo alcune delle chicche da cardiopalma che troverete nella campagna principale di Call of Duty: Modern Warfare II. Ed ora passiamo a dare un’occhiata al comparto multigiocatore, il quale senza ombra di dubbio è il cuore dell’esperienza di Modern Warfare II nonché la modalità più giocata di ogni titolo di Call of Duty.
La campagna è una corsa sfrenata dalle emozioni forti e dai contorni grafici strabilianti
Come al solito, ci troviamo immediatamente di fronte a un’offerta monumentale di contenuti, con moltissime modalità di gioco e una pletora infinita di armi di gioco personalizzabili, tutte curate e decisamente fedeli alla realtà. Trattandosi di Call of Duty, le discontinuità con il capitolo precedente sono le prime cose da notare nel comparto multigiocatore: se da un lato il gameplay di base è molto simile al capitolo precedente, sono presenti alcune novità nel movimento, ovvero la possibilità di arrampicarsi e tuffarsi. Nonostante io non creda che nessuna di queste due parole necessiti di ulteriore spiegazione, è bene aggiungere che a livello di gameplay la prima vi permetterà di scalare alcune pareti grazie a spigoli e sporgenze delle strutture, facendo sì che possiate anche sparare nel frattempo (e in copertura); il secondo invece è un movimento rapido che, al pari della scivolata, permette di lanciarsi in avanti per schivare, raggiungere obiettivi, mettersi al riparo e tutto ciò che vi viene in mente di fare con una piroetta in avanti. Il resto, a parte e due novità menzionate ora, è decisamente identico al gioco precedente, quindi mobilità aumentata e parecchia attenzione ai dettagli e alle varie animazioni di gioco.
Le modalità di gioco spaziano da cose un po’ più classiche, come i deathmatch a squadre o tutti contro tutti, i cerca e distruggi, dominio, uccisione confermata, fino alla tanto chiacchierata guerra terrestre, una modalità che mette due squadre da ben ventiquattro giocatori l’una contro l’altra in mappe più grandi della media e con la possibilità di utilizzare veicoli di ogni sorta. Quest’ultima modalità mi ha ricordato il primissimo Call of Duty, ed è stata una piacevole (ri)scoperta. Certamente si tratta di un modo di giocare decisamente più caotico del normale, ma dannatamente divertente.
Interessanti anche le due novità, Knockout e Soccorso ostaggi, le quali, proprio come suggerisce il titolo, sono modalità con obiettivi e rientri limitati che vi costringeranno a ragionare prima di premere il grilletto. Probabilmente per la loro natura più tattica e riflessiva sono fra le più adatte a una scena competitiva. Interessante anche la piccola modalità con telecamera in terza persona, forse più un esperimento di Infinity Ward che non una vera e propria innovazione. Probabilmente nelle intenzioni dello studio c’è quella di sondare le reazioni del pubblico a un Call of Duty in terza persona, e questo moshpit è un piccolo passo verso quella direzione. Segnalo anche la presenza delle operazioni speciali, una sorta di modalità bonus che arriva dall’originale Modern Warfare 2, con tre missioni non proprio esaltanti che vi faranno (purtroppo) rimpiangere quelle del gioco originale.
Un’offerta monumentale di contenuti
Enorme anche il lavoro fatto dallo studio sull’arsenale di gioco. La sezione Armaiolo è stata rivista e aggiornata, con il sistema di crescita già visto nello sparatutto free-to-play Call of Duty Warzone, ma qui ulteriormente migliorato. Sostanzialmente abbiamo ora un menù più semplice e intuitivo dedicato allo sviluppo del gargantuesco arsenale a disposizione del nostro avatar di gioco: non solo decine e decine di fucili a pompe, mitragliatori, pistole, fucili da cecchino, fucili d’assalto e chi più ne ha più ne metta ma anche silenziatori, mirini, calci migliorati, impugnature tattiche e via dicendo per aiutarci a creare l’arma perfetta per il giocatore o la giocatrice.
Il ventaglio di possibilità è così ampio che è difficile trovare qualcuno con le nostre stesse combinazioni di armi/accessori: se poi aggiungiamo a questo mix tutti i vari orpelli puramente estetici (ce ne sono davvero tanti) la possibilità di creare un’arma davvero unica diventa più che concreta. Tuttavia, tutto questo abbondante benessere digitale si scontra con un’interfaccia utente non sempre accettabile e sulla quale Infinity Ward dovrebbe lavorare (il più presto possibile) per snellirla e renderla più fruibile senza far impazzire gli/le utenti.
E il lato tecnico? Innanzitutto, come i suoi predecessori, anche Modern Warfare II è costruito sul solito e solido IW Engine, arrivato ora alla versione 9.0. A livello grafico abbiamo una resa particolarmente pregevole, con scenari curatissimi, personaggi ben rappresentati ed effetti di illuminazione e ombre decisamente ben strutturati, anche se le impostazioni sono state private di quella gloria visiva che è il ray tracing (e sì, anche nella campagna è assente). E questa mancanza è ancora più inspiegabile se si pensa che il primo Call of Duty: Modern Warfare del 2019 ha invece questa feature grafica. Forse Infinity Ward non ha fatto in tempo a implementarla nella build finale e attende una patch, o forse non arriverà mai. Fatto è che allo stato delle cose, l’illuminazione RTX è mancante. Qualcosa di più poteva essere fatto con la distruttibilità ambientale, ma non ci possiamo lamentare (troppo). Ottima invece l’ottimizzazione, specie nel comparto multigiocatore, nel quale Call of Duty eccelle regalandoci un prodotto in grado di raggiungere (e superare, nel caso PC) i 60 frame al secondo granitici.
Inspiegabile la mancanza del ray tracing
Concludiamo con il comparto audio, che (come sempre) è ricco e ben strutturato. La colonna sonora accompagna agilmente MacTavish e i suoi durante tutta la campagna, ed è ottima anche in alcuni momenti in multigiocatore. Il doppiaggio è di alta qualità, ma non mi aspettavo nulla di meno: il gioco è doppiato magistralmente in lingua italica, anche se con qualche piccolo appunto (mi sembra di aver sentito qualche voce ripetuta e visto qualche errore di sincronizzazione) che comunque non può andare a inficiare la bontà di questa produzione.
Insomma, com’è questo Call of Duty: Modern Warfare II? Se dovessi definirlo con una parola sola, questa sarebbe “conservatore”: un titolo solido, divertente e sicuramente corposo nel quale gettare decine e decine di ore, ma che non si sbilancia più di tanto nel cercare innovazioni né vuole andare ad approfondire la narrazione con una trama un po’ più matura di un film di Michael Bay. Comunque sia, l’immensa mole di contenuti, modalità di gioco, armi, accessori eccetera rende anche questa iterazione di Call of Duty un must per ogni appassionato di sparatutto, che potrà sfogare alla grandissima la sua voglia di bombe, proiettili ed esplosioni. Peccato per un menù di gioco non proprio intuitivo, per qualche modalità non proprio ben realizzata e per la mancanza del ray tracing, che a nostro avviso è abbastanza inspiegabile. Comunque sia, è il vostro sparatutto per la stagione invernale e natalizia. Yippee-ki-yay! |