Colonia – Dopo il mediocre capitolo dello scorso anno, che è purtroppo emblematico di un trend non proprio positivo della saga negli ultimi anni, Call Of Duty necessitava di un cambio di rotta totale e sembra proprio essere arrivato grazie a WWII, sviluppato stavolta da Sledgehammer Games.
Dopo aver sfruttato fino al midollo le suggestive ambientazioni bellico/futuristiche, Call Of Duty torna a casa, riportando i giocatori nella Seconda Guerra Mondiale, parentesi storica importantissima e teatro narrativo dei primi tre titoli del brand. Se da Los Angeles vi avevamo anticipato qualche notizia sulla campagna single-player, questa volta la nostra anteprima verte totalmente sul multiplayer competitivo, vero fulcro del gioco e banco di prova di tutta la produzione americana.
E’ importante innanzitutto anticipare alcune delle principali novità che saranno disponibili il 3 novembre, tra cui l’Headquarters, ossia il social HUB del gioco: uno spazio condiviso che prende forma all’interno del campo base alleato imbastito sulle spiagge della Normandia e che permette a ben 48 giocatori di collegarsi contemporaneamente.
Qui sarà possibile fare tutta una serie di interessanti attività, tra cui testare le armi del gioco attraverso un apposito poligono di tiro, allenarsi in piccole arene PVP 1VS1, affrontare missioni cooperative e competere per ottenere ricompense esclusive. Nonostante quindi la presenza della classica compagine multiplayer, in COD WWII sarà possibile cimentarsi in alcuni incarichi alternativi che rappresentano di sicuro un’aggiunta molto gradita.
Cambia anche il modo di concepire le classi. Fin da Modern Warfare eravamo infatti abituati a modificare a piacimento, migliorando le armi attraverso appositi equipaggiamenti e attivando svariati slot abilità al nostro alter-ego virtuale.
Bene, da oggi in poi questo non sarà più possibile, in quanto Call Of Duty WWII limiterà di molto la personalizzazione ad opera del giocatore, lasciando quindi che siano le capacità personali ad emergere. Saranno presenti 5 Divisioni tra cui scegliere, che differiscono per le armi utilizzate e per il proprio esercito di appartenenza a cui potrà essere aggiunta una sola abilità in base al proprio stile di gioco. Dopodiché l’esperienza ottenuta in battaglia verrà suddivisa tra il ranking di Divisione e il giocatore, che potrà per questo ottenere duplici vantaggi e prestigio, come sbloccare nuovi armamentari.
Da ciò si evince quanto precisamente Sledgehammer Games abbia individuato una delle caratteristiche più criticate del franchise e l’abbia eliminata senza troppi fronzoli, snellendo e semplificando di molto l’articolata personalizzazione online, in modo tale da premiare le capacità del singolo o della squadra, ma evitando sbilanciamenti improponibili.
E’ senza dubbio una scelta forte e che farà discutere, ma che appoggiamo in pieno, soprattutto guardando quanto successo hanno avuto molti titoli concorrenti, che già da qualche tempo hanno adottato lo stesso identico sistema.
La modalità da noi testata è la seconda grande novità del nostro appuntamento e si chiama War Mode, in cui le due squadre si alternano tra attacco e difesa completando una serie di obiettivi prima dello scadere del tempo. Nello specifico, la mappa da noi testata era Operation Breakout, dove siamo inizialmente capitati nella squadra attaccante: il nostro primo obiettivo era una villa che fungeva da quartier generale nazista e ci veniva chiesto di prenderne possesso. Nulla di più facile, grazie ad un team compatto ed organizzato, che ha circondato il perimetro, aggredito gli avversari assembrati all’interno a suon di granate fumogene e scariche di mitra e conquistato l’HQ in me che non si dica. Il gioco facilita la squadra attaccante permettendo ai suoi componenti un respawn immediato, mentre i difensori devono pazientare qualche secondo, che però può essere determinante nelle fasi più concitate.
Successivamente ci veniva chiesto di conquistare un ponte e scortare un carrarmato fino all’estremo confine delle mura cittadine. I difensori invece hanno il compito di evitare l’avanzata nemica, fortificando le posizioni con strumenti simili a quelli utilizzati nella modalità Zombie (come ad esempio, il martello per inchiodare porte e finestre) fino allo scadere del tempo massimo. La War Mode è una modalità profonda ed articolata, dove la cooperazione ed il giusto equipaggiamento rappresentano le chiavi per un sicuro successo. Il paragone con i classici Team Deathmatch o Capture The Flag semplicemente non sussiste, siamo lontani anni luce da quelle meccaniche, ma nonostante questo ci siamo sentiti perfettamente a nostro agio, come se non avessimo mai giocato ad altro.
Il feeling con le armi di quasi 70 anni fa è eccezionale, sia da un punto di vista meramente realistico, sia sonoro. L’assenza di mirini, caricatori aumentati, silenziatori e quant’altro riduce purtroppo la varietà e le combinazioni possibili, sperando quindi che per compensare, venga aumentato il numero di armi disponibili. Anche graficamente il gioco si difende piuttosto bene, almeno su PS4 Pro, console dove abbiamo provato anche il Deathmatch a squadre che si riconferma essere una delle punte di diamante di tutta la produzione.
Pad alla mano è quindi molto difficile trovare il classico “pelo nell’uovo” della promettente produzione targata Activision, almeno per quanto riguarda la compagine multigiocatore da noi testata. Occorrerà verificare che il medesimo impegno sia stato impiegato anche nella campagna in singolo, dove purtroppo Call Of Duty non riesce sempre a brillare, ma per questo dovremo attendere fino al 3 novembre, data in cui i possessori di PS4, Xbox One e PC potranno imbracciare il fucile e tuffarsi nella Seconda Guerra Mondiale, una volta ancora.
In conclusione
Ora lo possiamo dire senza paura: giocare al multiplayer di COD WWII è stata una vera gioia. Il cambio di setting è stato necessario per dare una scossa importante ad un franchise che iniziava a ristagnare e livello creativo, nonostante i numeri sempre altissimi.
Sledgehammer Games si riconferma il team più ambizioso dei tre che lavorano anno dopo anno alla saga, dimostrando che il prestigio ed il successo passato non sempre sono sinonimo di qualità. Da quel poco che siamo riusciti a provare, si evince molta qualità in WWII e le novità presentate rappresentano un solido impegno per portare lo sparatutto Activision nuovamente ai livelli prestigiosi degni dei milioni di fan in tutto il mondo.