Candleman: The Complete Journey – Recensione

Candleman è uno di quei rari miracoli che avvengono quando metti sotto pressione delle menti creative. L’idea nasce infatti durante una game jam nell’agosto 2013, quando Gao Ming partecipa alla Ludum Dare, una della più importanti e famose manifestazioni del genere, in cui sviluppatori da tutto il mondo sono sfidati a realizzare un videogioco in un lasso di tempo ristretto, partendo da zero e basandosi su un tema suggerito dalla community. Ed ecco che in sole 48 ore, seguendo il tema dell’evento “10 secondi”, il concept di Candleman prende vita e la sua avventura ha inizio. La piccola candela, costretta ad affrontare un mondo pieno di pericoli con l’unica abilità di poter bruciare ed illuminare il percorso per una manciata di secondi, conquista la manifestazione e comincia ad ottenere sempre più riconoscimenti, finché, solo sei mesi dopo viene scelta per il programma ID@Xbox. Candleman viene quindi pubblicato per Xbox One il 1° febbraio 2017, ottenendo giudizi positivi da parte di critica e pubblico. Il viaggio della coraggiosa candela però non era ancora giunto al suo termine: nell’ottobre del 2017 esce infatti un DLC gratuito chiamato Lost Light, che regala finalmente alla storia di questo improbabile eroe un meritato e commovente finale.

Candleman: The Complete Journey è dunque il risultato ultimo di questo percorso, che arriva su PC nella sua forma definitiva per raccontare la storia di un epico viaggio attraverso tenebre e difficoltà che possono fare paura, ma che se affrontate possono portare a soddisfazioni che vanno ben oltre gli achievement di Steam. Attraverso un platform 3D che sfrutta in modo sapiente le dinamiche di luce e ombra, Candleman trasporta i giocatori in un mondo magico che prende vita, letteralmente, grazie alla fiamma di un protagonista fatto di cera ed intraprendenza. Una storia, la cui narrazione fiabesca fa dà sfondo senza mai imporsi al gameplay, che riesce a far innamorare di una piccola candela, il cui unico desiderio è quello di illuminare il buio della notte con la sua tenue fiamma. Un’avventura che impegna, ma senza punire, accompagnando i giocatori passo dopo passo alla scoperta delle incredibili cose che si possono fare con la pressione di due semplici tasti. Un’esperienza che in poche ore riesce ad imprimersi nel cuore, insegnando che non bisogna mai cercare di essere ciò che non si è, ma che nel nostro piccolo ognuno di noi è in grado di fare la differenza, a modo suo.

In un mercato che dà sempre più spazio agli indie, in cui prodotti come Ori and the Blind Forest, Cuphead e Fe sono capaci di far parlare di sé in mezzo a titoli con molte più “A”, Candleman dimostra ancora un volta che un’idea brillante e uno stile unico possono spesso catturare più di una grafica ultra-realistica o di una trama super-complessa. Partendo da un semplice concept come “10 secondi”, Spotlightor Interactive è riuscita a realizzare un prodotto in grado di rapire i giocatori per ore con la sua atmosfera magica e i suoi puzzle incredibilmente vari. Grazie a un lavoro magistrale di level design, due soli tasti danno vita ad una varietà di gameplay impensabile, per cui il semplice gesto di accendere una luce porta ad esiti sempre diversi in un ambiente in cui ogni elemento è pensato per rispondere al richiamo di una flebile ed effimera fiamma. Il messaggio di Candleman è chiaro: nel buio più totale, anche la più minuscola luce può fare la differenza. Perciò, mentre intraprendiamo il nostro viaggio all’interno di questo affascinante titolo, tenete sempre a mente una cosa importante: con un po’ di ingegno e molta perseveranza, tutto è possibile.

Tutto ha inizio quando Candleman, una candela provvista di due tenere gambette metalliche, si risveglia nella stiva di una nave all’improvviso: accanto a lui un’altra compagna di cera è spenta e sciolta per metà. Perché io brucio?” si chiede, “perché sono diverso?“. Spinto da uno strano impulso, comincia a muoversi senza una meta precisa, alla ricerca di risposte. Presto il percorso viene illuminato da una strana luce bluastra intermittente, che sembra chiamarlo a sé; non ci vuole molto perché il protagonista scopra la fonte di tanta luminosità: arrivato infine ad un oblò, scorge in lontananza la gigantesca presenza di un faro e ne rimane affascinato. Subito, decide di raggiungerlo per chiedergli quale sia il suo segreto: come è possibile brillare così intensamente nell’oscurità della notte?

Sembra un’impresa impossibile per un oggetto grande pochi centimetri e con l’unica capacità di illuminare un ristretto raggio intorno a sé attraversare il mare, la terraferma e arrampicarsi fino a raggiungere la cima di un faro, ma proprio per questo la determinazione della piccola candela è così ammirevole da riucire a commuovere il giocatore. Il suo desiderio è quello di tutti: brillare nel buio. Ma come può una fiamma flebile come quella di un cerino illuminare la notte? Vale davvero la pena struggersi tanto per raggiungere un sogno impossibile? La risposta non ve la darà certo il faro, ognuno deve scoprirla da solo, così come farà la piccola e temeraria candela nel suo viaggio. Certo è che se non ci si incammina, non si arriva da nessuna parte.

La determinazione della piccola candela è così ammirevole da riuscire a commuovere

Il cammino di Candleman inizia dunque all’interno di una nave, in una buia stiva semi-allagata con casse di legno ammassate e sparse dapertutto, in modo curiosamente favorevole al nostro passaggio. In questo ambiente un po’ lugubre, ma virtualmente privo di pericoli (si fa per dire, la possibilità di cadere in acqua o da altezze capaci di spezzare una stecca di cera c’è sempre) anche noi muoviamo i primi passi e cominciamo ad esplorare la vasta complessità dei comandi di gioco: un tasto per saltare, uno per bruciare e WASD o la levetta analogica per muoversi, a seconda delle preferenze in fatto di periferiche. Bene, si parte. Intorno a noi c’è solo buio, perciò cominciamo ad accendere la luce ad intermittenza per farci un’idea di ciò che ci circonda, lasciando delle piccole gocce di cera qua e là, la cui bianchezza risalta nell’oscurità. Lì per lì ci facciamo vagamente caso, ma quelle macchioline si riveleranno incredibilmente utili andando avanti nei livelli, infatti rimarranno ad indicare la via nel caso di premature dipartite, facendo risparmiare preziosi secondi di luce. Quasi subito incontriamo una nostra simile, spenta, a cui offriamo prontamente la nostra fiamma: la prima, ovvia, e utilissima conseguenza è che un minimo intorno viene rischiarato, la seconda è che nella parte alta dello schermo compaiono le icone di 9 candeline, la prima delle quali accesa. La caccia ha inizio.

Lungo il percorso troviamo anche un altro tipo di candela, di maggiore diametro, che quando accesa produce una spettrale luce blu e un trillo particolare: queste rappresentano i check-point, vere e proprie ancore di salvezza nei livelli più lunghi e avanzati, anche se ne è presente sempre e solo uno. Senza grande sforzo arriviamo a una grande fonte di luce blu, chiaramente il segnale di fine livello, e gli corriamo incontro. Ci siamo però dimenticati di una cosa importante: una candelina. Decidiamo dunque di ricominciare il livello e scopriamo con una certa sorpresa mista a sollievo che quelle che avevamo acceso in precedenza brillano ancora, ci dedichiamo quindi alla ricerca dell’ultima sperduta e una volta trovata corriamo direttamente verso la fine. Qui scopriamo che completare la collezione non serve solamente alla nostra soddisfazione personale, ma anche a sbloccare le frasi di quella che si rivelerà un’armoniosa filastrocca.

La narrazione di Candleman non è composta di lunghi filmati o conversazioni, anche perché il protagonista non parla ed è praticamente sempre solo, ma è per la maggior parte formata da semplici righe di testo: ogni livello ha un suo titolo e accendendo tutte le candeline presenti in un dato livello verrà sbloccato un sottotitolo. Questi, quando letti in sequenza, danno vita ad un’adorabile filastrocca in rima che racconta il viaggio della candela e le scoperte che compie passo dopo passo. Purtroppo, potrete godere di questa meravigliosa tecnica narrativa solo passando alla lingua inglese; infatti la pessima localizzazione italiana non solo non prova minimamente a riprodurre le deliziose rime, ma è anche piena di frasi sconnesse ed errori di battitura (cosa che, ironicamente, ci ha portati a cambiare lingua e scoprire un mondo tutto nuovo), vagamente simile ad una traduzione di Google Translate trascritta male. Un peccato terribile, che rischia di privare molti di una parte d’esperienza di gioco importante.

Ovviamente ci sono anche delle brevi sequenze video accompagnate da una voce narrante, che si presentano alla fine di ognuno dei 12 capitoli che compongono la storia, e saltuariamente alla fine o all’inizio di alcuni livelli, per rimarcare avvenimenti importanti, segnare il passaggio da un’ambientazione all’altra e mostrare il funzionamento delle nuove meccaniche presenti. Così vedremo Candleman avvistare per la prima volta il faro in lontananza, ma anche imboccare un passaggio per abbandonare la nave e raggiungere la foresta a bordo di una cassa di legno o trovare delle curiose creature luminescenti che lo aiuteranno nella prossima parte della sua avventura. Il tutto sempre in assoluta continuità con le fasi di gameplay, in modo che non si abbia mai l’impressione di essere interrotti.

I livelli sono ricchi di creature, piante e oggetti che risponderanno al calore o alla luce della candela

Ogni ambientazione ha le sue particolari caratteristiche, e se inizialmente utilizzeremo la luce di Candleman soprattutto per illuminare il cammino, a partire dal quarto capitolo ci ritroveremo ad usarla per scopi molto diversi. Infatti i livelli sono ricchi di creature, piante e oggetti che risponderanno al calore o al chiarore della candela: ecco che grandi fiori blu ci correranno incontro scivolando sull’acqua e i cannoni spareranno colorati fuochi d’artificio. Ci accorgeremo presto però che non sempre accendere la fiamma è una buona idea: ad esempio, se la luce spinge alcuni fiori a sbocciare, formando nuovi percorsi e illuminando di un vivido colore giallo l’oscurità, altri reagiscono espandendosi velocemente per poi ritirarsi non appena cala di nuovo il buio; il piccolo inconveniente è che i secondi hanno delle enormi spine in grado di porre fine all’avventura dell’incauto cerino in un attimo. Alcune piattaforme compariranno in risposta alla luce, mentre altre svaniranno… inconveniente non da poco se in quel momento ci state camminando sopra.

Non tutto il male vien per nuocere però, infatti con un po’ di ingegno è possibile volgere anche la più pericolosa delle situazioni a proprio vantaggio. I frutti spinosi che all’inizio sono solo delle gigantesche palle di morte da cui scappare, si rivelano più avanti utilissimi mezzi per sgombrare il percorso, e persino mostri e fantasmi potranno diventare utili alleati, loro malgrado. Questa crescita a livello di gameplay avviene in modo del tutto naturale, lasciandoci il tempo di abituarci alle nuove meccaniche e aumentando gradualmente la difficoltà, finché non ci ritroveremo a scappare da orde di fantasmi su un percorso di ombre a mezz’aria in tre dimensioni pieno di spine mortali e senza la possibilità di usare la luce per scacciare gli inseguitori. Piano piano arriveremo al traguardo con sempre meno cera, magari con 5 vite residue e con 2 o più candeline mancanti, e sebbene con il tempo riusciremo a riconoscere a colpo d’occhio le location più probabili dei loro nascondigli, alcune ci metteranno davvero a dura prova. Vero anche che mai ci è accaduto di finire le 10 vite disponibili in un livello, ma non si tratta di un difetto: in questo modo la continuità della narrativa è assicurata, inoltre la presenza di un solo check-point a livello fa in modo che non vedere mai la schermata game-over non si traduce assolutamente nel non ricominciare mai da capo. In questo Candleman sfata un grande mito: i giochi non devono per forza essere frustranti per essere apprezzati.

Il sapiente level design fa dunque in modo che un singolo tasto abbia decine di esiti diversi e per ottenere questo effetto c’è bisogno di cambiare continuamente l’ambiente, cosa più che sensata visto che il nostro Candleman è nel bel mezzo di un viaggio epico. Ognuno dei luoghi che la piccola candela si troverà ad attraversare ha qualcosa di magico: persino all’interno della nave iniziale troviamo infinite pile di libri le cui pagine reagiscono alla luce intermittente del faro allungandosi nel nulla e formando percorsi a mezz’aria. Se non è magia questa! L’incanto non deriva però solo dalle ambientazioni stesse, ma dall’incredibile attenzione ai dettagli che gli sviluppatori ci hanno messo: il comparto tecnico del gioco è a dir poco affascinante; la deliziosa grafica cartoonesca, unita alla magistrale gestione di luci e ombre, fa sì che accendere la fiammella di Candleman si riveli una gioia per gli occhi ogni volta. Il mondo prende letteralmente vita sotto la sua tenue luce, svelando colori e meraviglie nascoste.

Il mondo prende letteralmente vita sotto la sua tenue luce, svelando colori e meraviglie nascoste

Per quanto riguarda invece il comparto audio, il gioco sarà accompagnato per la maggior parte dai semplici rumori ambientali, scelta apprezzata che aiuta la concentrazione nel mezzo delle sessioni di platforming e regala anche un certo senso di immersione: ogni luogo ha infatti i suoi suoni distinti, con cui impareremo a familiarizzare di volta in volta. Alcune scene o livelli particolari però fanno uso di vere e proprie colonne sonore per sottolineare il pathos del momento, queste si rivelano sempre molto azzeccate e di atmosfera, anche se dopo aver passato intere ore ad ascoltare solo lo sgambettare di una candela passeranno quasi inosservate. Un grande peccato, siamo dovuti andare a ricercarle in un secondo momento per apprezzarle davvero.

Conclusioni

Candleman ci ha conquistati, inutile nasconderlo. In sole 7 ore questa piccola candela è riuscita a sciogliere i nostri cuori con il suo ammirevole coraggio e a intrattenerci con il suo gameplay semplice, ma allo stesso tempo complesso. Spotlightor Interactive ci ha insegnato con questo titolo che due tasti sono più che sufficienti per dare vita ad un intero mondo, che la magia si nasconde in ogni cosa e che anche la fiamma di un cerino può fare la differenza nella notte più buia. Per questo ultimo passo Candleman – The Complete Journey è fondamentale, infatti la prima versione del gioco uscita su Xbox One si interrompeva bruscamente, senza regalare il senso di completezza raggiunto invece con gli ultimi 3 capitoli.

La narrazione di Candleman è spontanea e creativa e per questo la pessima traduzione italiana, che ne rovina irrimediabilmente la magia, è un punto tanto dolente. Il consiglio per chiunque abbia una minima conoscenza dell’inglese è di giocarlo in quella lingua, per non perdersi una delle più affascinanti storie che un platform abbia mai raccontato.

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