Capcom Beat'em up bundle

Capcom Beat’em Up Bundle – Recensione

Ah, i cari e vecchi tempi dove dovevi fare ore di coda dietro a un cabinato per tentare di guadagnare cinque minuti di gloria, stringendo fra le dita una moneta che significava speranza e divertimento. Quei momenti non ci sono ovviamente più, ma i giochi che popolavano le sale arcade di fine anni ’80 e inizio anni ’90 ci sono ancora. Anzi, il retrogaming sta vivendo una sorta di epoca d’oro, grazie al ritorno delle vecchie console in formato mini e al continuo proliferare di giochi con meccaniche e comparto artistico fortemente ispirati a quegli anni indimenticabili.

Quelli di Capcom lo sanno bene, e da bravi ex-dominatori di quel periodo hanno deciso di realizzare l’ennesimo gioco che punta direttamente al nostalgico cuore di molti di noi. Annunciato pochissimi giorni fa con tramite il Nintendo Direct, il nuovo Capcom Beat’em Up Bundle è un’ode a un’epoca scomparsa, una sorta di monumento a ciò che c’era e che potrà rivivere (brevemente) fra le vostre frementi dita. Certo, questo non significa che vi ritroverete magicamente in un pomeriggio assolato di settembre degli anni ’90 senza responsabilità né preoccupazioni, ma che potrete finalmente provare a terminare uno dei sette giochi inclusi nel bundle senza spendere una fortuna in monetine e sopratutto senza la frustrazione della terribile (e inevitabile) schermata di game over che ci terrorizzava da ragazzini.

Capcom Beat'em up bundle

Partiamo dall’inizio: Capcom Beat’em Up Bundle è un pacchetto che contiene sette grandi titoli del passato, i quali hanno costruito la loro gloria sui cabinati arcade circa venticinque anni orsono. I giochi in questione sono Final Fight, Captain Commando, The King of Dragons, Knights of the Round e Warriors of Fate, più due titoli che non sono mai approdati su console, rimanendo (finora) esclusiva delle arcade: sto parlando di Armored Warriors e Battle Circuit. Fate ben attenzione: non si tratta di versioni remastered con grafiche aggiornate o nuovi livelli; quello che il Capcom Beat’em Up Bundle offre non è niente altro che l’esperienza di gioco originale unita ad alcune utili novità, come la possiblità di cambiare la difficoltà a seconda del nostro stile di gioco, poter salvare la partita in qualunque momento e sopratutto avere sostanzialmente gettoni illiminati per vedere finalmente la parola “fine” comparire sui nostri schermi.

Capcom gioca con il nostro cuore, proponendoci una versione pixel perfect di tutti e sette questi titoli. Ovviamente fra i primi provati da me troviamo Final Fight e Captain Commando, due giochi rimasti nella memoria collettiva come esponenti di un genere mai tramontato, specialmente il primo. Final Fight doveva infatti essere il primo sequel di Street Fighter, prima che quest’ultimo si trasformasse nel ben più conosciuto e iconico World Warrior. Ovviamente rimettere mano a questo genere di giochi non può che lasciare commosso chi questi titoli li ha visti nascere e li ha giocati nel momento del loro massimo splendore, riuscendo raramente a portare a termine la titanica impresa di completarli. Inutile dirvi che questi giochi, tutti quanti (ma Final Fight e Captain Commando in particolare) sono estremamente difficili, questo perché l’obiettivo principale degli sviluppatori dell’epoca era quello di spremere al massimo i giocatori dei cabinati, che dovevano armarsi di tanta pazienza di e di tante monete per ingrassare gli arcade e sconfiggere così uno dei fastidiosi boss. Come già vi avevo scritto in precedenza, è ora possibile smussare l’incredibile difficoltà dal menù del gioco, oltre che salvare la partita in qualunque momento.

Capcom gioca con il nostro cuore, proponendoci una versione pixel perfect di tutti e sette questi titoli

Capcom Beat’em Up Bundle permette di giocare qualsiasi titolo senza seguire un ordine preciso: potete passare da Warriors of Fate a King of Dragons con pochi clic sui tasti, e variare così la vostra esperienza di gioco in qualunque momento, ma forse la migliore modalità di approccio a questi sette titoloni è quella cronologica. Principalmente perché vedrete con i vostri occhi l’evolversi di un genere tanto amato, specie dal punto di vista del gameplay e dei controlli. Per i titoli più datati utilizzeremo infatti pochi e semplici comandi (due tasti più la croce), mentre proseguendo con gli anni vedrete aggiungersi meccaniche dedicate alla corsa e a nuovi modi per colpire i nemici, oltre che all’aggiunta dell’esperienza e della parata come in Knights of the Round del ’92. Il più recente e inedito è Battle Circuit del ’97, un titolo divertente che non ha mai visto un adattamento console fino ad ora. A differenza degli altri, Battle Circuit è quello che più di tutti ha subito l’avvento delle nuove generazioni di console, proponendo un gameplay vario con possibilità di customizzazione e mosse divertenti in scenari spettacolari.

Un’altra caratteristica fondamentale aggiunta da Capcom esclusivamente per questa edizione è la possibilità di giocare in cooperativa non solo locale ma anche online, grazie al supporto multigiocatore che l’azienda nipponica ha introdotto per tutti i suoi sette titoli. Devo dire che il comparto online non ha dato mai nessun problema, ed è sempre stato molto facile trovare qualcuno con cui scambiare qualche scazzottata in allegria. C’è da dire che a differenza con quanto fatto da Capcom per la Street Fighter 30th Anniversary Collection in questa raccolta manca un po’ l’amore e la cura per il marchio. In questo bundle sono presenti  concept art e qualche illustrazione a seconda del gioco scelto, ma nulla di più. Inoltre è totalmente assente la possibilità di personalizzare i filtri immagine per giocare (avrei gradito il classico “monitor CRT mode” per andare in full nostalgia). I veri fan avrebbero gradito anche la possibilità di scegliere da che livello iniziare in modo da godersi al massimo ogni gioco, ma il lavoro fatto da Capcom è comunque apprezzabile (e non è detto che queste richieste non vengano accolte in seguito con patch e aggiornamenti).

Due parole sulla versione Switch: inutile dire che forse questo è il modo più divertente per giocare a questi titoli, approfittando della portabilità offerta dalla console Nintendo per godersi queste sette perle ovunque siamo, anche con un amico grazie ai due Joy-con. Non ci sono sostanziali differenze con le altre console quando la Switch viene utilizzata con la docking station e connessa al TV.

Conclusioni

Capcom Beat’em Up Bundle è un altro piccolo museo della storia del videogioco mondiale, una piccola perla che ad un costo decisamente modesto (19,99 euro) riesce a regalare ore e ore di divertimento frenetico a tutti gli appassionati del genere e ai fan del retrogaming. Inutile dire che se siete cresciuti scazzottando brutti ceffi a Final Fight questa raccolta fa assolutamente per voi e non dovete esitare nemmeno un secondo prima di procedere all’acquisto. Tuttavia ammetto che avrei preferito un bundle più amorevole, esattamente come era stato fatto per Street Fighter 30th Anniversary Collection.

Con questo non voglio dire che l’offerta di Capcom non sia sufficiente, anzi. Ci troviamo di fronte a una bacheca di titoli indimenticabili, alcuni dei quali sono arrivati su console per la prima volta. Il Capcom Beat’em Up Bundle rappresenta una raccolta che qualunque videogiocatore che si rispetti dovrebbe, anche solo per “cultura personale”, giocare almeno una volta.

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