Capcom Fighting Collection

Capcom Fighting Collection – Recensione

Molti giocatori e molte giocatrici hanno visto la loro infanzia o la loro adolescenza influenzata dagli incredibili giochi Capcom degli anni ’80 e ’90 (se volete recuperarne qualcuno vi consigliamo il bellissimo Capcom Home Arcade, ancora disponibile sullo shop online di GameStop). Una sequela di successi che ha fatto sostanzialmente innamorare il mondo di tutti i brand creati dal publisher giapponese. Street Fighter, Darkstalkers e molti altri hanno “formato” generazioni intere di players che tutt’ora ricordano con amore i cabinati firmati Capcom. E sulla nostalgia il publisher ha deciso di puntare, rilasciando Capcom Fighting Collection, una compilation di 10 giochi intramontabili che faranno scoppiare di felicità moltissimi giocatori e moltissime giocatrici.

Quello che troveremo in Capcom Fighting Collection è una trasposizione fedelissima dei titoli originali visti su cabinato. Nessun frame di animazione mancante, niente input lag: tutto funziona alla perfezione in questa raccolta di giochi essenziali per tutti gli amanti dei picchiaduro arcade. La compilation di Capcom è davvero quello che gli appassionati di arcade “old school” stanno aspettando. Prima di iniziare la recensione vera e propria, un piccolo avvertimento: tutti i giochi presenti in Capcom Fighting Collection sono, come ho già detto, trasposizioni dei titoli presenti nei cabinati. Questo significa che tutte le aggiunte postume viste in titoli su console (come i tre personaggi Cyberbots per SEGA Saturn e PlayStation, o un personaggio di Vampire Savior, presente su PlayStation e PSP) non sono incluse in questo (comunque ricchissimo) pacchetto.

Capcom Fighting Collection
Pocket Fighter è un MUST PLAY.

Il primo impatto con il gioco è più che buono. Il menù è semplice e spartano, ma funzionale. Si viaggia comodamente fra i dieci titoli proposti dalla raccolta di Capcom e si accede facilmente alle opzioni e ai menù contenenti gli extra (come disegni e concept art). Il vero gioiello di questa produzione è sicuramente la presenza dei vari titoli della serie Darkstalkers, che (bisogna ammetterlo) in occidente non hanno mai riscosso davvero il successo sperato dal publisher giapponese, nonostante Morrigan e soci si muovessero sullo stesso motore grafico di Street Fighter II. Ad ogni modo, in Capcom Fighting Collection c’è posto per le cinque iterazioni del franchise, anche se i titoli sono poco chiari: sia Vampire Hunter 2 che Vampire Savior sono, in sostanza, Darkstalkers 3 con qualche personaggio in più o in meno, oltre a una manciata di opzioni personalizzabili. Il perché di questa scelta non mi è del tutto chiaro, ma i giochi rimangono godibili anche adesso, a distanza di oltre vent’anni dall’uscita.

Una trasposizione fedelissima dei titoli originali visti su cabinato

Chiaramente non c’è un gioco migliore fra tutti quelli proposti: ognuno ha dei perks che l’altro non ha, oppure delle piccole varianti che arricchiscono l’esperienza di gioco, come la presenza del turbo o la possibilità di attivare l’auto block. L’arrivo della serie completa di Darkstalkers in Capcom Fighting Collection ha però un piccolo lato negativo: alcuni giochi, come Vampire Savior e Vampire Savior 2, presentano il testo esclusivamente in lingua giapponese (dato che non sono mai arrivati nel mercato occidentale), il che potrebbe disorientare i giocatori che non hanno esperienza con la complessa lingua nipponica. D’altronde ve lo avevo già detto a inizio recensione: i giochi contenuti in Capcom Fighting Collection sono trasposizioni 1:1 degli originali su cabinato, linguaggio incluso.

Capcom Fighting Collection
Hyper Street Fighter II ha sempre il suo innegabile fascino.

Insieme ai titoli della serie Darkstalkers, fa capolino per la prima volta Red Earth, che non aveva mai debuttato su console prima d’ora. C’è da dire che il titolo, conosciuto in Giappone con il confusionario nome di Warzard, non aveva assolutamente convinto il grande pubblico, che lo aveva relegato a un gioco di nicchia a tema fantasy. Tuttavia Red Earth è uno di quei giochi molto sui generis e per questo motivo estremamente godibili, specie se avete una passione per i mondi medievaleggianti e carichi di magia. In questo titolo dovremo scegliere fra quattro personaggi per sconfiggere un megalomane che si crede il nuovo Messia e salvare il mondo in uno strano picchiaduro a otto stage. Lo so, sembra alquanto bizzarra come premessa, ma vale la pena metterci le mani sopra, fidatevi, in particolare modo se amate il fantasy o D&D.

Chiaramente non posso non spendere qualche parola per Hyper Street Fighter II: Anniversary Edition, il titolo più ricco uscito per CP System II di Capcom (la board per cabinati arcade uscita nel 1993 con la prima edizione di Street Fighter II). Per chi non lo conoscesse, si tratta di una versione modificata di Super Street Fighter II Turbo, la quale è arricchita dalla possibilità di scegliere qualsiasi versione di qualsiasi personaggio da qualsiasi versione di Street Fighter II. Un parco giochi per appassionati, insomma. Niente più combo assurde per usare Akuma, due clic per prendere Balrog di Street Fighter II Turbo, Violent Ken o Champion Edition Zangief. Hyper Street Fighter II: Anniversary Edition arriva con sedici World Warriors e con una difficoltà pazzesca (che possiamo però gestire dal menù apposito per il piacere dei meno abili). 

Capcom Fighting Collection
Leo di Red Earth è sempre uno spettacolo.

Infine sono presenti Super Puzzle Fighter II Turbo e Pocket Fighter (Super Gem Fighter Mini Mix). Il primo non è un vero e proprio pricchiaduro, bensì una versione stile Tetris di un puzzle game nel quale bisogna distruggere blocchi colorati e detonare le gemme, in contrapposizione agli avversari. Pocket Fighter invece è uno dei titoli più divertenti di questa collezione (io lo giocai per la prima volta su PS1 taaaanti anni fa) e vi permette di giocare versioni chibi degli eroi preferiti Capcom, da Ryu e Ken fino a Morrigan e Tessa. Tutto in chiave parodistica e divertente. Insomma, se non vi siete mai avvicinati a Pocket Fighters, questo è il momento adatto. Menzione finale per Cyberbots, l’ultima aggiunta di questa compilation, un picchiaduro di robot giganti (!) visivamente impressionante, specie se siete amanti della pixel art. Cyberbots è una sorta di “mostro di Frankenstein” ottenuto cambiando un po’ le cose in Armored Warriors, un beat’em up del ’94 a tema robottoni, in modo da trasformarlo in un picchiaduro. Divertente, certo, ma forse il coltello meno affilato del bundle.

Qualche appunto finale sul gioco online, una feature implementata in tutti i giochi inclusi in Capcom Fighting Collection. Il netcode di Capcom è stato fatto “su misura” e pare funzionare egregiamente. Mai lag, mai rallentamenti o problemi nel matchmaking: davvero un ottimo lavoro da parte di Capcom. Ogni gioco presente nel Capcom Fighting Collection inoltre utilizza il filtro grafico Type-D al primo avvio, ma può essere cambiato con altri sei filtri presenti. Devo dire che ricalcano fedelmente l’effetto CRT e non fanno rimpiangere i vecchi schermi dei cabinati. Non ci sono opzioni per distorcere o ingrandire le immagini: tutti i giochi appaiono nel glorioso formato 4:3, con sfondi e artwork ispirati a “riempire i buchi”. Chicca per gli appassionati è il pacchetto all-in-one “Museum”, con oltre 500 concept art, disegni ufficiali, documenti di design, 400 brani musicali e tutto ciò che celebra la nostalgia per questi intramontabili giochi.

Conclusioni

Capcom Fighting Collection è, senza mezzi termini, una riuscitissima “operazione nostalgia” che punta tutto sui ricordi di una generazione non più giovanissima ma ancora estremamente legata alle proprietà intellettuali di Capcom. I dieci giochi brillano di un’aura nostalgica condita da una spruzzata di arcade che manda in brodo di giuggiole appassionati/e di picchiaduro old-school. Sicuramente la saga di Darkstalkers vale da sola l’acquisto, ma anche Red Earth e Hyper Street Fighter II sono gemme imperdibili. E, a proposito di gemme, l’emozione che ho provato rigiocando a Pocket Fighter è assolutamente indescrivibile.

Il prezzo a cui questa compilation è venduta è particolarmente attraente, ben sotto la soglia dei 50 euro che tanto spaventa l’utente medio. Tuttavia il fascino dei giochi che furono potrebbe non essere sufficiente ad attrarre il pubblico dei più giovani, il quale difficilmente coglierà le stesse sfumature di un gamer con più esperienza. Rimane comunque un piccolo gioiello da avere nella propria libreria su Switch, anche per fare due match ogni tanto, con qualche vecchio amico.

 

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