Il logo di Catherine: Full Body ricorda le linee di uno slip da donna. Già questo potrebbe dire tanto sul titolo che Atlus ha confezionato, o meglio: confezionò. Catherine: Full Body è infatti una riedizione del cult uscito ormai 8 anni fa su PS3 e Xbox 360.
Un rispolvero che però non porta nessuna dicitura strana sulla sua confezione: niente “Remastered” o “Remake” ma piuttosto “Full Body”. Questa nuova versione di Catherine è ampliata ed espansa rispetto all’originale: con nuovi finali, nuovi contenuti e un nuovo personaggio a tormentare la normalissima vita del nostro Vincent Brooks.
Agosto ormai è giunto al termine e così l’estate di molti di noi, eppure Catherine: Full Body è perfetto per continuare con questa intensa, calda estate italiana. Icaro ad avvicinarsi troppo al Sole perse le ali e cadde rovinosamente, ma nessuno dice la stessa cosa delle donne. Uh, bella questa, starebbe bene in una di quelle discutibili pagine di citazioni su Facebook.
Catherine: Full Body ci racconta l’eccitante storia di Vincent Brooks, un uomo alla soglia dei 30 anni in una relazione stabile con una sua vecchia compagna di scuola: Katherine. Sta con lei da 5 anni ormai, quanto basta per sapere che non si tratta più di un gioco ma di qualcosa di più serio.
Figli, matrimonio e convivenza sono sulla bocca della sua amata da un po’ di tempo, ma Vincent è un uomo confuso e non sa ancora bene cosa vuole dalla sua vita: diciamocelo, è un po’ uno scemo. Ma gli vogliamo bene per questo, perché è facile immedesimarsi in un personaggio dalle sfaccettature umane come lui. A tormentare il nostro protagonista non c’è solo una fidanzata piuttosto esigente, ma una serie di morti misteriose che imperversano per la città.
Avvengono tutte nella notte, nel sonno, disidratando il corpo del malcapitato in modo orribile. Malcapitato, ebbene sì: questa “maledizione” come la definiranno i giornali colpisce solo gli uomini, perché la maggioranza dei tradimenti in una relazione vengono fatti da uomini.
La narrazione di Catherine: Full Body è bizzarra, erotica senza scadere nel grottesco
Lo sapevate? Solo il 40% delle donne tradisce, una percentuale assai più bassa rispetto a quella maschile, che si aggira sull’80%! Povero Vincent: una ragazza gli parla di matrimonio nell’orecchio e un’altra si presenta al suo bar preferito, lo Stray Sheep, con un vestitino bianco e la scollatura in bella mostra. Bionda anche lei, per giunta, come piace a lui (e pure a qualcuno di voi, eh? ndr).
La narrazione di Catherine: Full Body è bizzarra, erotica senza scadere nel grottesco e estremamente divertente. Il binomio Katherine e Catherine è sempre molto avvincente, con il nostro Vincent che sarà letteralmente tra due fuochi, cercando di capire tra un incubo e un altro cosa vuole davvero dalla vita. Si parla di tante cose nel gioco Atlus: della paura di diventare grandi e assumersi le proprie responsabilità, di libertà e anche di identità sessuale.
Ad aiutare a rendere le cose ancora più interessanti c’è un nuovo personaggio: Rin, una graziosa fanciulla con dei capelli rosa; suona il pianoforte, e rispetto alle due Catherine ha una personalità più ingenua e tiepida, dolce. Questa nuova storyline è completamente inedita rispetto alle due precedenti, portando il numero di finali da 8 a 13: richiedendo più attenzione durante il playthrough per essere visti tutti. Il personaggio di Catherine resta quello più erotico in assoluto, ma Rin potrebbe essere vista come il rovescio della medaglia, perché dopotutto parliamo pur sempre dei creatori di Persona, amici e amiche.
Catherine: Full Body racconta la sua storia attraverso un’impostazione da visual novel interattiva, ambientato per la maggior parte del tempo nel bar Stray Sheep. Qui avremo il controllo su Vincent, che potrà gironzolare per il bar parlando con altri clienti o con i suoi fidati e simpatici amici di una vita. Ogni personaggio è incredibilmente delineato e con una personalità ben specifica, tanto da rendere il ritorno al bar un appuntamento estremamente piacevole. L’inaspettato è sempre dietro l’angolo in Catherine: Full Body, soprattutto quando una delle tre donzelle vi manderà SMS ammiccanti sul telefonino o foto che richiederanno l’uso del bagno per essere viste al sicuro (no, davvero).
Le scelte da fare sono molteplici e ognuna di esse potrebbe portare ad un finale differente: rispondere o meno al telefono, usare un tono positivo o negativo negli sms o semplicemente rispondere in un determinato modo alle tre donne porterà a conseguenze differenti per il nostro Vincent. Il tutto sarà dominato da un “Karma meter” che stabilirà se il vostro protagonista è più dal lato del Caos o dell’Ordine, influenzandone alcune delle possibilità.
Quando non è una visual novel però, Catherine: Full Body diventa un intrigato puzzle game, così intrigato da aver costretto Atlus ad inserire una nuova modalità adatta a tutti. I puzzle creati da Atlus non sono affatto semplici e richiedono astuzia e un buona comprensione di alcuni concetti base. In sostanza, si tratta di scalare delle torri fatte di cubi per evitare che il nostro Vincent muoia nell’Incubo. Una sorta di Jenga più complesso. Oddio, forse non è proprio l’esempio migliore.
In ogni caso i puzzle rispondono a delle semplici regole: se i cubi hanno almeno un cubo adiacente, non cadranno nel vuoto, permettendovi ad esempio di creare delle vere e proprie scale. Proseguendo per i diversi piani dell’incubo verranno aggiunti blocchi differenti: di ghiaccio, buchi neri, blocchi mostro e via verso cose sempre più malate.
Catherine: Full Body ritorna più in forma che mai
Ognuno di essi ha effetti differenti e cambia un po’ le carte in tavola, ma le regole base restano quelle. Fortunatamente, tra un puzzle e l’altro avrete modo di fare due chiacchiere con le altre “pecorelle” smarrite in sogno, scoprendo alcune tecniche di scalata o acquistando oggetti per facilitarvi la scalata. Come ogni puzzle game che si rispetti, scalarli più velocemente e raccogliendo soldi ed extra vi darà un punteggio maggiore.
Se invece, come me, siete menefreghisti e i punteggi alti non vi rilasciano endorfine potreste sempre attivare la modalità Sicura. Questa aggiunta di Full Body vi permetterà di scalare senza preoccuparvi del tempo, annullando l’ultima mossa quante volte vorrete e attivando in ogni momento l’Autoplay. Grazie all’Autoplay il gioco finirà il livello al vostro posto nel modo più veloce, senza malus o rotture di sorta. Se volete dedicarvi alla storia di Vincent senza tanti patemi, questa è l’opzione che fa per voi.
Del resto c’è tanto da fare in Catherine: Full Body, oltre alla storia che vi terrà impegnati per una ventina di ore. Senza contare i finali multipli da sbloccare, sono presenti delle modalità extra che prevedono anche il multiplayer: Babel, una sfida difficile con oggetti limitati; Colosseum, che vi permetterà di sfidare in locale gli amici; Arena Online, che prevede sfide multiplayer online in varie forme, anche Classificate!
Un sogno (o incubo?!) che diventa realtà per molti, quello di poter giocare ovunque a Catherine, nella versione Full Body, grazie a Nintendo Switch. Dopo circa un anno infatti approda anche sulla console ibrida di Nintendo, con una versione che è sostanzialmente identica a quella uscita per PS4. Se dal punto di vista tecnico forse qualche lievissima differenza in termini di definizione si può notare, a livello contenutistico si aggiungono invece tutti i DLC usciti su PS4, oltre a qualche altro simpatico extra. Ovviamente questo porting è dedicato a chi non ha mai messo le mani sul gioco o quantomeno non ha giocato la versione Full Body, ma la domanda che bisogna porsi è: vale la pena giocarlo in modalità portatile? Dal punto di vista grafico, seppur perda qualcosina rispetto alla modalità docked, resta comunque godibilissimo, mantenendo fisso il frame rate e mascherando in parte quello che è il peso degli anni (ricordiamoci che si tratta di un gioco uscito inizialmente su PS3). Tuttavia, nonostante il fulcro del gioco siano le sezioni puzzle, non crediamo che una situazione caotica permetta di godersi il gioco al meglio: ci sono sezioni e cutscenes relativamente lunghe e spezzarle tra una fermata e l’altra della metro sarebbe un peccato. Inoltre la colonna sonora merita di essere ascoltata, quindi è d’obbligo usare un paio di cuffie. Quindi, se da un lato l’opportunità di giocare a Catherine in maniera intima e riservata è un bel plus, la possibilità di farlo in luoghi caotici potrebbe non farvi godere appieno l’esperienza che il gioco ha da offrire. Perciò, felici di poterlo giocare in una versione impeccabile quando e ovunque vogliamo, quello che vi consigliamo è di farlo di sera, in tutta tranquillità, magari accanto ad un bicchiere di vino, come se foste seduti al bancone dello Stray Sheep Bar. Testo Versione Switch a cura di Pasquale Lello. |
Full Body non è solo un sottotitolo dai riferimenti ambigui, ma la definizione che si dà ad un vino rosso corposo. Un sapore ricco, dalla flagranza corposa che ricorda i lineamenti di una donna. Wow, i videogiochi possono anche insegnarci ad apprezzare l’arte del vino. Catherine: Full Body è davvero ricco in questo senso: nuovi splendidi intermezzi animati, nuovi finali e la storyline inedita di Rin rendono il sapore di questo vino intenso, il cui aroma resta in bocca anche una volta finito il primo calice. Con i suoi tantissimi enigmi, le modalità multigiocatore e una nuova difficoltà adatta a tutti Catherine: Full Body ritorna più in forma che mai. Corposo, e una volta assaggiato il primo bicchiere vorrete finire tutta la bottiglia. Questa recensione è stata scritta mentre mi riflettevo in un altro quartino di Chardonnay, consigliato. |