News 12 Mar 2012

Catherine – La Recensione (Versione ITA)


Premessa: Finalmente è giunta nei negozi la versione PAL di Catherine, l’originalissimo titolo targato Atlus uscito il 10 Febbraio, tradotto anche nella nostra lingua. Il titolo in questione fu uno dei primi ad essere recensito su queste pagine, ma in versione USA (era infatti disponibile la copia Import per PS3 ma solo in inglese), restando pressoché intatto nei contenuti. Vi riproponiamo quindi la recensione di Catherine versione statunitense ma arricchita dal secondo parere di Nicola “Wanicola” Caso, che trovate in seguito al verdetto finale.

Buona lettura!

Titolo: Catherine

Piattaforma: Xbox 360 / PS3

Sviluppatore: Atlus/Team Persona

Publisher: Deep Silver

Giocatori: 1 – 2 (Co-op Offline)

Online / Contenuti : Funzionalità

Lingua : Inglese (Testi e Parlato)

  Diaboliche tentazioni.

Atlus: Un nome, una garanzia, almeno per il sottoscritto…quel logo rosso/blu mi procura sempre un misto tra stupore, sorpresa, gioia, e paura. Paura di trovarmi un gioco sublime quanto difficile. Un gioco come Demon’s Souls, come 3D Dot Game Heroes (entrambi dai ragazzi di From Software), oppure il parto delle fulgide menti del Team Persona, ovvero Catherine.

Scrivere di un gioco simile non è la cosa più semplice di questo mondo: innanzitutto, l’hype dovuto in gran parte alle altissime recensioni provenienti dal sol levante, unite ad una scarsa presenza “mediatica” del titolo, i video delle prime demo, dopo mesi e mesi di screenshots “piccanti” e possibili tipologie di gameplay (chi parlava di RPG, chi di Avventura grafica), lasciarono un po’ a tutti noi occidentali l’amaro in bocca.

Un puzzle-game?

Sì e no.

E’ estremamente riduttivo definirlo così. C’è di tutto: prendete la narrativa nello stile tipico della serie Persona, con tanto di scelte multiple (e relative cut-scene), aggiungete delle sezioni platform maledettamente difficili dovute a una disposizione machiavellica dei Cubi (nostri amici/nemici), un tocco macabro quanto erotico, a volte ridicolo, et voilà. Ma procediamo con calma.

Ci troveremo gran parte del gioco al tavolo con i nostri fidi amici, a parlare dei nostri incubi e delle strane voci che circolano nel bar e in città

STORYBOARD

Il nostro alter-ego digitale è Vincent Brooks, 32 anni, il quale non ha alcuna intenzione di mettere su famiglia nonostante le pressioni della fidanzata Katherine, decisamente più razionale e già propensa a pianificare la loro vita futura insieme. Le notti brave allo Stray Sheep dovranno perciò finire, un uomo responsabile non può far sempre le ore piccole bevendo al bar con gli amici e rientrare a casa sbronzo ogni notte…

La vita tormentata di Vincent, eterno farfallone e per nulla convinto di volersi legare ad una donna per sempre, viene ancor più scombussolata dalla provocante Catherine, una bomba sexy in grado di sciogliere anche il cuore di un troll. Come se non bastasse, strani incubi gli tolgono il sonno, e in città si parla di una misteriosa maledizione, di una strega, e di uomini della stessa età del nostro protagonista ritrovati morti nel loro letto…

Cubi. OVUNQUE.

 

GAMEPLAY

Il nucleo principale del gameplay sono gli Incubi. Ogni notte Vincent dovrà affrontare delle sfide, che si concretizzano in scalate su montagne di cubi. Di base troveremo Cubi Bianchi e Cubi Oscuri, i primi dovremo muoverli per cercare di salire nel più breve tempo possibile (mentre sotto i nostri piedi man mano spariscono quelli che abbiamo già superato), mentre i secondi sono divisi in quelli mobili, più pesanti, e quelli che invece rimarranno fissi. Progredendo nel gioco troveremo sempre più cubi con proprietà diverse, dai cubi frantumati che si romperanno dopo 3 passi, ai cubi ghiacciati che ci faranno scivolare (anche rischiando di farci cadere nel baratro), ai cubi Buco Nero che ci risucchieranno in un attimo decretando l’infame scritta “Love is Over” (all’apparire della 50esima volta la troverete estremamente fastidiosa e avvilente). Avremo a disposizione anche degli oggetti, dai Cuscini Mistici che ci daranno un’ulteriore possibilità (ovvero 2 nuovi Retry), agli Energy Drink che ci faranno scalare 2 cubi invece di 1, oppure sorta di Bibbie che elimineranno ogni nemico presente nei paraggi. Nemici non dissimili da noi, come avremo piacere di scoprire entrando sempre più nel profondo della trama, anche loro costretti a scalare queste montagne del subconscio fatte di rimorso, vendetta e odio.

Una volta risvegliati, passeremo le nostre serate allo Stray Sheep, dove avremo la possibilità di bere varie bevande (incrementando la velocità nell’incubo della sera dopo), parlare con gli amici del nostro protagonista o con clienti affezionati del bar, ascoltare le news, giocare a Rapunzel (ovvero giocheremo alla versione Arcade dello stesso Catherine, applicato alla fiaba di Raperonzolo!), ascoltare la musica dal Jukebox, andare in bagno a sciacquarci il viso e controllare la mail sul nostro telefono, utile strumento che ci permetterà di rigiocare i vari livelli superati, salvare, e soprattutto rispondere tramite un ingegnoso sistema ai messaggi in arrivo:con X potremo infatti buttar giù una riga dal valore positivo, se invece vorremo esprimere negatività ci basterà cancellarla e ripremere nuovamente, cambiando la parola e dando all’intero discorso un senso diverso. Un sistema “Buono / Cattivo” verrà influenzato, oltre che dalle nostre scelte, anche dal modo in cui risponderemo alle e-mail!

Cel-Shading allo stato dell'arte!

GRAPHIC & SOUNDS

Lo stile adottato è un fantastico cel-shading, sembra di giocare un cartone animato tipicamente nipponico, la grafica è pulita e di alto livello (chiaramente lo sforzo è quasi minimo, ma nonostante tutto raffinato). L’interfaccia grafica dei menù è “stramba” e fuori dal comune, basti pensare al filo spinato che fa da cornice ai salvataggi o agli sfondi del nostro cellulare. I personaggi sono finemente caratterizzati, e da notare anche la cura dei dettagli.

La colonna sonora è composta da pezzi martellanti ed estremamente macabri che sposano perfettamente l’atmosfera, a tratti claustrofobica, a tratti nervosa del gioco, ma non disdegna momenti dal sapore lounge / jazz (soprattutto all’interno del bar). Le voci dei personaggi sono tutte ottime e ben recitate.

Avremo modo di sfidare in locale un nostro amico. L'esatto momento in cui toglierete al vostro avversario il cubo sul quale è posizionato sarà uno dei più appaganti. E ovviamente sadici.

ONLINE & REPLAY

Catherine non ha un online vero e proprio, non c’è una qualsivoglia modalità co-op (in rete) o deathmatch, ma come ogni gioco Atlus, giocando in rete avremo una simpatica possibilità: alla fine di ogni livello ci verranno poste delle domande estremamente personali riguardo matrimonio, tradimento, ma anche ai limiti dell’assurdo, alle quali risponderemo negativamente o positivamente. Le nostre risposte verranno salvate sui server principali e ci verrà mostrata la percentuale di ciò che hanno scelto gli altri giocatori fino ad ora! (Ma per chi non ha possibilità di giocarlo online, verranno mostrati dei sondaggi effettuati precedentemente).

12 ore circa saranno necessarie per spolpare interamente il gioco, che possono diminuire nel caso in cui non ci si perda a bere per ore whisky al bar, a giocare con Rapunzel o a parlare con ogni singolo personaggio presente nel gioco, o aumentare data la difficoltà dei “puzzle”, che possono richiedere anche numerosi tentativi prima di essere portati a termine. Inoltre, data la presenza di scelte multiple, le quali influenzeranno anche le stesse cut-scene, la voglia di rigiocarlo e ottenere finali alternativi sarà molta.

Una volta terminata la trama principale, avremo a disposizione 2 nuove modalità:

Modalità Colosseum – una modalità 1 vs 1 in locale, dove avremo la possibilità di sfidare un nostro amico (sulla stessa console) facendolo cadere nel baratro o semplicemente arrivando in cima nel minor tempo possibile.

Modalità Babel – Alcune sfide create ad-hoc per gli utenti più esperti (già presente all’inizio, ma bisogna terminare alcuni livelli con il massimo punteggio per sbloccarle)

Giocare tutta la notte interpretando un tizio che gioca tutta la notte. Meta-gaming for the Win! Seriamente, passerete gran parte delle vostre sessioni a inserire monetine virtuali nel Jukebox e nel cabinato di Rapunzel, fidatevi.

IN CONCLUSIONE…

Nel caso di giochi unici come Catherine, è difficile dare un giudizio il più oggettivo possibile. C’è chi parlerà di schifezza, chi lo osannerà, chi non lo giocherà a causa della difficoltà molto alta, chi lo divorerà. E’ un gioco da utenza hardcore, quello è poco ma sicuro, come pochi se ne vedono in giro, e sopratutto è unico, non esiste qualcosa di simile in circolazione. Se volete una sfida, una trama avvolgente in grado di portarvi alla paranoia più nera senza però negarvi momenti divertenti, un gameplay più unico che raro, e non il solito granata/corri/uccidi, correte a comprarlo. E’ un vortice di emozioni, dalla frustrazione, alla totale empatia per il nostro Vincent, al sollievo, alla gioia nel ricollegare i punti della storia svelati a piccolissime dosi, e rimontare questo puzzle come il detective di un romanzo giallo, sappiate che sarà estremamente soddisfacente.

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Secondo parere by Nicola “Wanicola” Caso

Dopo averlo atteso così a lungo, giocare a Catherine è stata una delle esperienze più stravaganti e singolari mai provate nel panorama videoludico, come non accadeva dai tempi di Killer7. Insolito, frustrante e per certi sensi limitato, eppure così dannatamente magnetico. D’altronde, come poteva essere altrimenti visto la trasgressiva protagonista che da il nome al gioco? Un esperimento tutto nipponico che siamo sicuri difficilmente riuscirà ad attecchire in terra occidentale. 

Seppur originale, infatti, il gameplay vero e proprio risulta eccessivamente inconsueto, per certi sensi “povero” , nonostante la storia risulti più che intrigante, la sensazione generale è che gli sviluppatori avrebbero fatto meglio a creare direttamente un anime piuttosto che un videogioco (come dimostrano anche le splendide cut-scene animate contrapposte alla grafica in-game). Sembrerà un controsenso, ma la verità è che Catherine è si un bel gioco, ma non da giocare.

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