Prima che se ne perdessero le tracce per un po’, di Chorus avevamo già sentito parlare nel corso del 2020, quando Deep Silver e Koch Media svelarono al mondo l’esistenza di questo space combat shooter in cui avremmo impersonato l’affascinante Nora, pilota interstellare dalle indiscutibili capacità e dal passato oscuro.
Nell’universo immaginifico ideato dagli artisti di Fishlabs, l’umanità ha pagato a caro prezzo l’espansione all’interno della propria galassia. Guerre, carestie e mille altre piaghe hanno sconvolto l’umanità, la cui salvezza dall’estinzione e dall’annientamento reciproco è stata garantita dalla cieca e forzata adesione al Coro, una setta religiosa stretta attorno al Grande Profeta, che con il potere oscuro ereditato da una misteriosa specie aliena governa con il pugno di ferro ogni avamposto, stazione e colonia umana.
Nora un tempo era la fidata alleata del despota, braccio armato che come un Darth Vader qualsiasi incentivava, a modo suo, ordine e disciplina vomitando laser e piombo su chiunque avesse l’ardire di ribellarsi al tiranno. Sconvolta da un incidente che lei stessa ha causato, evento che è costata la vita a milioni di innocenti, ha deciso di ritirarsi dalla vita militare, esiliandosi in un angolo sperduto del cosmo. Chi nasce per l’azione, tuttavia, non può restarsene in panchina troppo a lungo. Decisa a combattere l’oppressione del Coro, Nora rientra così in possesso del Forsaken, caccia interstellare equipaggiato di una potentissima I.A., pronta a vivere un’avventura che, al contempo, farà luce anche sui poteri che, come vedremo a breve, la rendono un pilota eccezionale.
Le premesse narrative di Chorus non sembrano poi così tanto originali, ma si inseriscono in un contesto che le rendono quantomeno funzionali al tipo d’esperienza che il team di sviluppo intende offrire agli amanti del genere. Dopo aver assistito ad una presentazione privata del gioco, dopo averne provato una manciata di livelli grazie ad una demo apposita, possiamo tranquillamente concludere che di motivi per attendere con una certa trepidazione la produzione di Deep Silver ce ne sono eccome.
Pad alla mano, abbiamo potuto apprezzare, innanzitutto, l’ottimo art design a supporto di un comparto grafico che pur non settando nuovi standard ci ha convinti pienamente, soprattutto per merito di un frame-rate che, salvo rarissimi casi, non ha titubato in nessuna situazione. Un po’ come per la trama, anche visivamente Chorus è piuttosto derivativo, sia per quanto concerne gli scenari, sia per navicelle, vascelli e stazioni spaziali che abbiamo combattuto o protetto. Eppure, mentre si sfreccia in un fascio d’asteroidi con un pianeta dotato di enormi anelli sullo sfondo, debolmente illuminati da un sole distante chissà quanti milioni di chilometri, si resta comunque affascinati e catturati dal panorama.
Tuttavia, avrete davvero poco tempo per guardarvi intorno, visto che l’azione proposta da Chorus è a tratti adrenalinica. Come detto, in questo gioco si spara molto, ai comandi di una navicella spaziale che sfodera diversi poteri speciali, ereditati dalle capacità sovrannaturali di Nora.
Da una parte c’è il Rituale della Percezione, ovvero una sorta di sonar che vi permetterà di evidenziare sullo schermo i target, i nemici, ma anche navicelle, avamposti e power-up nascosti. Dall’altra il Trance da Drift vi concederà la capacità di effettuare dei rapidissimi scivolamenti laterali, particolarmente utili sia per scrollarvi di dosso gli avversari attaccati alla coda, sia per esplorare zone in cui gli spazi di manovra sono ristretti. Oltre al vuoto siderale, di tanto in tanto dovrete insinuarvi in strane costruzioni ricche di tunnel, a caccia di manufatti che potenzieranno la Forsaken, ampiamente personalizzabile anche nell’hangar in cui potrete acquistare nuovi armamenti e pezzi per renderla sempre più efficiente.
In termini di varietà delle missioni, tallone d’Achille di titoli dello stesso genere, Chorus sembra dribblare il problema spingendo forte sull’esplorazione
L’ultimo dei poteri speciali di cui gode Nora è anche quello che più mette in luce il maggior difetto riscontrato in questo primo contatto con Chorus. Il Rituale della Caccia si presenta come una sorta di teletrasporto automatico, tecnica che vi materializzerà alle spalle degli avversari o, in ogni caso, in una posizione di vantaggio. Riapparendo in una posizione diversa da dove ci si trovata un secondo prima, si resta completamente disorientati, spesso e volentieri perdendo il vantaggio che in linea teorica dovrebbe garantire un tale potere.
Questo perché, a conti fatti, Chorus è in molti momenti piuttosto caotico. L’hud non mostra la distanza che intercorre tra voi e l’obiettivo con il risultato che spesso non ci si accorge nemmeno che il nemico, contro cui stiamo vomitando l’intero arsenale della Forsaken, è in realtà protetto da un ostacolo poco visibile.
Soprattutto nell’utilizzo del Rituale della Caccia, la pratica e l’esperienza attenuano la problematica, ma visto il ritmo d’azione sostenuto promosso dalla produzione, il team di sviluppo dovrà cercare il più possibile di limitare ulteriormente il senso di smarrimento che si prova in certe fasi di volo e di combattimento.
In termini di varietà delle missioni, tallone d’Achille di titoli dello stesso genere, Chorus sembra dribblare il problema spingendo forte sull’esplorazione degli ambienti e sulla presenza di questi dungeon, passateci il termine, in cui scovare manufatti alieni con cui potenziare le capacità paranormali di Nora. Anche l’attenzione profusa nell’aspetto narrativo, spesso e volentieri tralasciato quando si tratta di solcare il firmamento ai comandi di un caccia spaziale, va nella direzione di mantenere alto l’interesse del videogiocatore sino ai titoli di coda.
Chorus promette indubbiamente bene. Gli appassionati degli space combat shooter farebbero bene a tenere sott’occhio la creatura di Fishlabs. Nonostante un art design derivativo, una trama che almeno nelle premesse non introduce chissà quali elementi innovativi, una grafica assolutamente negli standard, volare ai comandi della Forsaken è estremamente divertente e soddisfacente.
Chorus promette indubbiamente bene: gli appassionati degli space combat shooter farebbero bene a tenere sott’occhio la creatura di Fishlabs
La possibilità di effettuare piccole e grandi scelte nel corso dell’avventura modificherà il corso degli eventi, rendendo già chiaro che Chorus proporrà anche un replay value di un certo peso. Resta da capire se la varietà delle missioni e il gameplay saranno all’altezza della situazione. La demo ci ha divertito alla grande, ma accadrà lo stesso con il prodotto finito?
Non manca troppo al 3 dicembre, giorno in cui Chorus debutterà su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X e S. Solo allora sapremo dirvi in via definitiva cosa ne pensiamo del gioco.
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