Ad un anno preciso dalla sua pubblicazione in patria e America, giunge finalmente anche nel vecchio continente Code Of Princess, il “nipponissimo” hack ‘n’ slash di Agatsuma Entertainment sulla cui pubblicazione nostrana ormai non ci avrebbe più scommesso nessuno. Una scommessa vinta invece, anche se solo a metà visto che per l’occasione il titolo in questione non arriverà neanche sugli scaffali dei nostri negozi di fiducia ma sarà scaricabile esclusivamente dall’eShop 3DS al prezzo di 29,99 Euro.
Lo ameranno: i nostalgici dei picchiaduro di un tempo, i nippofili convinti
Lo odieranno: I giocatori più giovani, chi si stanca facilmente
É simile a: Guardian Heroes
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Titolo: Code of Princess
Piattaforma: 3DS
Sviluppatore: Agatsuma Entertainment
Publisher: Nintendo
Giocatori: 1/4
Online: si
Lingua : Inglese
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MOE
Chiariamo subito un concetto, Code of Princess a differenza di tanti altri progetti nati esclusivamente per il mercato digitale è un gioco “retail” a tutto tondo, profondo e impegnativo come potrebbe essere l’ultimo Castlevania Mirror of Fate ma veloce e immediato come i migliori scaccia pensieri dell’epoca del download.
Ciò che colpisce sin da subito del titolo, nonostante l’assenza di confezione e relative illustrazioni, è lo stile esageratamente sopra le righe che contraddistingue il gioco in questione. La protagonista tanto per iniziare, Solange Blanchefleur de Lux, è praticamente semi nuda, adorna soltanto di qualche pezzo di cotta messo strategicamente qua e la a coprirne le reali grazie, tale da non poter lasciare indifferente qualsiasi otaku che si rispetti cresciuto a pane e JRPG. Se proprio volessimo essere cattivi potremo anche azzardare che più del gioco in se sia stata la protagonista catalizzare l’attenzione fin dalla sua presentazione, ma sarebbe un errore non considerare il retaggio del mitico Guardian Heroes per Sega Saturn che si cela nel passato dei suoi sviluppatori.
Principesse svestite, umorismo giapponese alla Disgea e un gameplay duro e puro preso in prestito da uno dei migliori hack ‘n’ slash di tutti i tempi, alcuni giocatori non potrebbero chiedere di meglio, anzi. Nei panni di Solange, il ladro Alì, Zozo la negromante e Allegro il bardo elfico si dipana un’avventura piuttosto classica nello svolgimento (un regno da salvare, una spada sacra, il ladro cinico dal cuore tenero, personaggi conigli che si fanno leoni e così via) ma in grado di ammaliare e divertire sempre e comunque grazie alla fenomenale caratterizzazione dei personaggi e a svariate battute meta teatrali in grado di toccare ogni stereotipo del genere RPG.
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Picchia che ti passa
Finiti i divertentissimi preamboli, una volta nell’arena, Code of Princess si presenta in maniera molto familiare a chi avesse già avuto modo di provare il sopracitato Guardian Heroes (e per chi non lo avesse ancora fatto correte a scaricare la versione HD su PSN e XBLA). L’inquadratura è quella tipica dei giochi d’azione dei tempi che furono, con l’azione ripresa di lato e il personaggio in grado di muoversi su più piani di parallasse (3 in questo caso) così da poter affrontare al meglio le svariate orde di nemici che si presenteranno di volta in volta. Il Combat System è molto basilare ma non per questo privo di raffinatezze, visto che oltre ai classici attacchi leggeri e pesanti è possibile anche “marchiare” un nemico con un attacco apposito e far si che tutti i colpi successivi risultino più incisivi in termini di danno. Un espediente che se usato in combinazione con il classico potenziamento “burst” è in grado, a scapito di qualche punto magico, di raddoppiare i danni inferti allo sfortunato in questione. In mezzo, tutta una serie di colpi sulla falsa riga dei picchiaduro Capcom (mezzelune, doppi tocchi) che permettono a ognuno dei quattro personaggi principali di esibirsi in svariate mosse speciali, utili per colpire nemici ad area, a distanza o magari scagliare quelli in prima fila contro la retroguardia.
Ogni livello, dalla durata di qualche minuto circa, scorre in maniera abbastanza simile al precedente, con poche varianti sul tema e qualche boss di tanto in tanto utile a variare quanto basta il ritmo di gioco. Qualora invece vi foste stufati della lentezza di Solange è sempre possibile passare al velocissimo Alì o i più esotici Zozo e Allegro. Ogni personaggio, inoltre, può aumentare le proprie statistiche tramite un elementare sistema di crescita in stile “ruolistico” che permette di sviluppare vari parametri come la vitalità, l’attacco e la difesa a piacimento o di equipaggiarlo attraverso alcuni oggetti trovati qua e la per i livelli. Paradossalmente così tanta scelta e personalizzazione va a scontrarsi con l’impossibilità di sviluppare i personaggi che non si sono utilizzati, costringendo il giocatore a dover ripartire dai primi livelli qualora decidesse,arrivati a un certo punto dell’avventura, di cambiare. Una meccanica un po’ vetusta e fuori luogo di cui avremo fatto volentieri a meno in favore di un’eguale crescita per tutti i protagonisti così da poter cambiare approccio in qualsiasi momento senza per questo scadere nella monotonia dei livelli già affrontati.
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(non) ce ne è per tutti
Così come la caratterizzazione eccessivamente orientale, anche il meccaniche di questo hack ‘n’ slash vecchia scuola potrebbero non essere apprezzate dal grande pubblico e qui anche il perché della distribuzione digitale per il nostro continente. Innanzitutto la ripetitività. Senza troppo girarci intorno Code of Princess è un gioco votato al massacro indiscriminato, senza mezzi termini o deviazione di sorta. Gli appassionati del genere sapranno certamente soprassedere e anzi troveranno nelle quasi infinite ondate di nemici motivo di sommo godimento e tantissime soddisfazioni. La scalata agli High Score, la possibilità di poter giocare in internet con più di 50(!) personaggi diversi e le svariate personalizzazioni degli stessi sono solo alcuni degli elementi in grado di rendere Code of Princess un titolo dalla longevità invidiabile, ma solo per i palati più disciplinati.
Per certi versi è solo una volta finita la divertentissima, seppur breve, modalità storia che il gioco si apre per quello che è, un divertentissimo brawler da mischia da affrontare in compagnia dove è il contatore delle combo a farla da padrone. In caso contrario, spendere 30 euro per un gioco digitale di cui affronterete solo la modalità storia non è esattamente il modo migliore per investire i propri risparmi; meglio aspettare eventuali saldi digitali. Purtroppo trovare qualcuno con cui giocare un match (competitivo o cooperativo) pare essere un’impresa ardua vista la scarsa diffusione del titolo e i pesanti rallentamenti che affliggono alcuni incontri, ma se avete la possibilità di provarlo in compagnia di qualche amico non ve ne pentirete di certo.
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nobili beltà
Una volta scaricato, Code of Princess occupa il ragguardevole peso di 9157 blocchi sulla memoria e a ben vedere stando alla bontà del comparto tecnico. La cura profusa da Agatsune nello sviluppo passa anche per l’aspetto grafico, un 2D pre-renderizzato come quello dell’epoca d’oro del 16/32 bit, in grado di mettere a schermo modelli talmente ben realizzati da sembrare poligonali.
Completano il tutto una serie di animazioni di qualità eccellente e gli splendidi filmati realizzati dallo studio Bones i cui disegni accompagnano anche ogni scambio di battute. E sono proprio i dialoghi la sorpresa che non ti aspetti, con ogni linea di testo interamente doppiata (in inglese ovviamente) in grado di donare ulteriore spessore ai vari personaggi, non solo i protagonisti. Le musiche non rappresentano sicuramente il punto forte della produzione, ma anche loro possono contare su qualche motivetto abbastanza in linea con quanto accade su schermo.
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Code of Princess non è sicuramente un titolo adatto a tutti e non sarà neppure ricordato come il migliore esponente del genere, ma nel suo piccolo riuscirà sicuramente a far breccia nel cuore degli appassionati grazie a un cast irresistibile e delle meccaniche ludiche pluricollaudate. La scelta di distribuirlo nel vecchio continente tramite eShop non è stata sicuramente la scelta migliore per quei giocatori che da un anno ormai ne aspettavano la pubblicazione e per tutti coloro decidessero di dare una chance al titolo, ma come si dice in alcuni casi, meglio così che niente.
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