Conan Exiles
30 Mag 2018

Conan Exiles – Recensione

Tutti conoscono, anche solo per sentito dire, Conan il Barbaro. Dalla carta, alla macchina da presa, fino al videogioco – nel mezzo tutte le sfumature del caso – il selvaggio guerriero è una delle icone dei racconti di spada e stregoneria (heroic fantasy, se preferite). Forse non tutti sanno però che il padre di Conan, lo scrittore Robert E. Howard, aveva già usato in precedenza l’archetipo del gigante barbaro dalla pelle bronzea, e non solo, aveva anche un personaggio che rispondeva al nome di Conan già molti mesi prima del suo debutto. Fu tuttavia solo nel 1932 che decise di mettere tutto per iscritto, dando al Cimmero una personalità concreta e un mondo da abitare. “La Fenice sulla Lama” pubblicato sul numero del dicembre 1932 di Weird Tales, segnò la prima comparsa di quel Conan che oggi conosciamo. Curiosamente, anziché introdurci il personaggio nei suoi attimi iniziali, Howard decise di raccontare una storia nella quale il Cimmero aveva superato i cinquant’anni e sedeva già sul trono di Aquilonia, a seguito di un brutale e sanguinoso colpo di stato.

Per quanto all’apparenza straniante, questo stratagemma consentì all’autore moltissima libertà per le avventure future, poiché la fine del viaggio di Conan era già nota; il divertimento sarebbe stato capire come un rozzo selvaggio proveniente dalle nordiche distese di Hyboria fosse riuscito a conquistare e dominare l’equivalente fantasy dell’Impero Romano. Chiunque avrebbe scritto o diretto in futuro qualcosa su di lui avrebbe sfruttato “… e con il tempo divenne Re per proprio merito… ma questa è un’altra storia…” come leitmotiv per mantenere viva la curiosità degli appassionati fino alla storia successiva.

Nei racconti che seguirono l’originale, Howard descrisse Conan come un giovane sfacciato e uno straniero in terra straniera, inconsapevole delle usanze locali e i cui modi rudi cozzavano spesso con gli altri uomini. Va però fatto notare che l’autore non ha mai descritto il personaggio come un grezzo idiota – anzi, sotto moltissimi aspetti aveva un mente fine. La nomea di “barbaro” derivava dalla percezione che gli altri avevano del Cimmero, perché agli occhi delle cortigiane e dei signorotti delle città-stato a sud della terra di Conan lui non era che una bestia, uno buono a far roteare la spada un paio di volte prima di essere trucidato su un qualsiasi campo di battaglia. Laddove le capacità fisiche sono ben documentate, alcuni potrebbero sorprendersi nel realizzare che l’intelleto di Conan era acuto quanto affilata era la sua lama: nelle circa venti avventure pubblicate da Howard, il Cimmero è spesso visto tenere corrispondenze o decifrare rune e antichi testi. È un maestro della tattica, capace di guidare eserciti enormi in battaglia seguendo piani ideati da lui stesso… e vincere. Il suicidio di Howard portò Conan a perdere la mano che ne aveva tracciato il percorso e avrebbe potuto guidarlo, con il risultato che altri dovettero farsi carico delle sue avventure – creando di fatto una diversa interpretazione rispetto all’originale, che andò lentamente diluendosi. Dal fumetto, al grande schermo, alla televisione, Conan non fu mai davvero impopolare e persino nei videogiochi trovò il suo spazio a partire dal 1984 grazie a Conan: Hall of Volta per Commodore 64 fino al titolo oggetto di questa recensione. Funcom ha voluto restituirci tutta la brutalità del mondo selvaggio creato da Howard, senza tuttavia metterci nei panni del suo eroe. Conan Exiles è infatti un open world (giocabile sia online che offline) dove interpreteremo un personaggio di nostra creazione che, salvato proprio dal Cimmero, dovrà trovare il suo posto nel mondo arrivando eventualmente a gettare le fondamenta per il suo futuro impero. Per quanto valide possano essere le intenzioni, non posso però dire che il prodotto finale rispetti appieno queste premesse.

L’evoluzione di Conan il Barbaro: dalla letteratura al videogioco.

Conan Exiles è un survival game disponibile, prima della sua effettiva pubblicazione, in Accesso Anticipato da lungo tempo, almeno un anno. Il suo è stato un percorso travagliato, costellato da apprezzamenti per alcuni tipi di meccaniche a critiche assolute per altre, dunque con il suo lancio su console mi sarei quantomeno aspettata un netto miglioramento a riguardo… che c’è stato, non posso negarlo, ma comunque non raggiunge le aspettative pur offrendo – per contro – un’esperienza di sopravvivenza gratificante e profonda. Di fatto è un curioso paradosso che ha reso questa recensione piuttosto difficile da scrivere, tirata verso un lato dai suoi aspetti positivi mentre i suoi evidenti punti deboli strattonavano dall’altro. Ma procediamo con ordine. Conan Exiles inizia con una crocifissione, la nostra per l’esattezza: condannati a una morte atroce nel deserto per diversi crimini, mentre siamo inchiodati ad aspettare che il destino faccia il suo corso possiamo scegliere chi saremo, personalizzando il personaggio attraverso un editor a dire il vero non particolarmente approfondito. Proprio come in Minecraft, opera magna dei sandbox e della sopravvivenza, inizieremo il gioco sprovvisti di ogni cosa e dovremo procurarci di persona i materiali necessari. Il solo oggetto a nostra disposizione è uno straccio attorno alla vita. O, se cercate un’esperienza più intima, nemmeno quello – senza dimenticare la possibilità poi di decidere quanto essere dotati, in caso di personaggio maschile. Ad ogni modo, siete ormai consapevoli che per voi non può più esserci speranza quando ecco arrivare il nostro barbaro preferito per liberarci, perché in fondo Conan è un bravo ragazzo! Certo, poi ci lascia a noi stessi nudi, senz’armi, cibo, acqua né una vera e propria direzione in cui andare ma in fondo ci ha salvato la vita, no? Sperduti in un mondo brutale che non fa sconti, ecco emergere il primo problema di Conan Exiles: l’assoluta assenza di un tutorial introduttivo. Per il primo quarto d’ora di gioco ho vagato in giro provando a interagire con quel poco che il deserto aveva da offrire, mentre i miei valori di sazietà e sete scendevano in maniera sempre più preoccupante. Senza alcuna idea di cosa fare, ho vanificato l’intervento di Conan morendo almeno tre volte e tutte in maniera diversa: fame, disidratazione, uccisa da creature di passaggio. Non certo il modo migliore per cominciare il mio rapporto con il gioco, lo devo ammettere.

Conan Exiles alterna la profondità dell’avventura alla pochezza tecnica

Una volta fatta pace con questa idea, ho sfruttato i “promemoria” in alto nella schermata per dare un senso al mio girovagare: in questo modo mi è stato possibile esplorare un po’ (non troppo) meglio una mappa estesa, scontrarmi con diversi nemici, costruire, morire, trovare aree nascoste, morire, conoscere meglio la lore di Conan, morire e possibilmente… morire. È un po’ una costante, sì. In particolare se siete a digiuno di titoli survival, l’assenza del già menzionato tutorial, il fatto di dover trovare il menu di crafting nascosto all’interno di un altro menu e la difficoltà a distinguere cosa può e non può essere raccolto, riducendosi a una continua pressione del tasto di interazione, potrebbero rendere l’approccio iniziale con Conan Exiles piuttosto frustrante. Imparerete presto, non preoccupatevi troppo. Così come capirete, al pari di Metal Gear Survive se l’avete giocato, che consumare cibo crudo può aiutarvi a ripristinare una piccola porzione di salute ma al contempo rischiate l’intossicazione alimentare: la soluzione migliore rimane dunque imparare fin da subito a costruire il necessario per cuocere i vostri pasti. Insomma, sperimentare in prima persona è il metodo più rapido, seppur non indolore, per comprendere. Credo che per le prime ore, il mio Cimmero 2.0 mi abbia molto odiato.

L’implacabilità generale del gioco è stata mitigata dalla possibilità di arrampicarsi ovunque – sebbene spesso con animazioni rigide e poco credibili. Niente può fermarvi, finché avete stamina. Una caratteristica che rimanda molto a The Legend of Zelda: Breath of the Wild e potrete mettere bene a frutto qui, scalando pareti e scogliere a picco sul mare in cerca di bottino, risorse o semplicemente per godere della vista. Lo stesso sistema di creazione si dimostra piuttosto generoso, permettendo di costruire pressoché ovunque (soprattutto dove non ci si aspetterebbe) lasciando al giocatore e alla sua creatività, nonché un pizzico di strategia quando si tratta di difendersi, carta bianca su dove e cosa mettere in piedi. Naturalmente il nostro nido sicuro serve principalmente a recuperare le forze e fare il punto della situazione, perché Conan Exiles vi spinge continuamente all’esplorazione: certo, potreste ignorare questa urgenza e chiudervi nel vostro rifugio spingendovi fin dove le vostre necessità primarie lo richiedono, ma se volete una spada nuova o quel particolare pezzo di armatura su cui avete puntato gli occhi, allora dovete darvi da fare, uscire, spingervi oltre i limiti del possibile e guadagnarvelo con i vostri soli sforzi. Da questo punto di vista, quello della soddisfazione, al gioco va riconosciuto il merito di non essere mai avaro: gli obiettivi sono tanti, le ricompense sempre diverse, e ogni volta che farete ritorno alla vostra abitazione sarà con molta più consapevolezza del mondo esterno e altrettante idee su come piegarlo al vostro volere. Il gioco plasma la vostra sete di conoscenza e conquista.

Conan Exiles 02

Progredire nell’avventura da soli è estremamente difficile ma Conan Exiles vi mette a disposizione il problem solving più comune dall’alba dei tempi: la schiavitù. Vi ritroverete moltissimi PNG chiamati Thrall, suddivisi in diversi clan e sparsi un po’ ovunque nel mondo di gioco. Possono essere usati come forza lavoro nella produzione di oggetti oppure messi a guardia di avamposti. Indubbiamente si tratta di una meccanica che trova il suo perfetto incastro in una realtà brutale come quella di Conan e il ventaglio di specializzazioni dei Thrall (dall’alchimia, all’arcieria finanche all’intrattenimento – in fondo dovete costruirvi una corte, no?) garantisce una profondità gestionale molto interessante. C’è però un problema, almeno su PlayStation 4: per stordire i Thrall è necessaria un’arma speciale, poiché la pietà è un concetto poco sviluppato a Hyboria, ma nella versione console un bug ne ha impedito il corretto utilizzo rendendola di fatto un’arma letale come tante altre. Un problema tutt’altro che da sottovalutare, poiché va ad alterare una delle meccaniche più influenti in Conan Exiles. In ogni caso, stordito il potenziale schiavo, lo trascinerete alla vostra base per spezzarne la volontà (e qualche osso) sfruttando una sorta di ruota delle torture. Una volta sotto il vostro controllo, il Thrall opererà a tutti gli effetti nella base a seconda del proprio archetipo: potrebbe attaccare gli ostili in quanto guardia, mentre il fabbro si metterà al lavoro per fornirvi materiali sempre migliori e il danzatore abbasserà il livello di “corruzione” del vostro personaggio – ne sarà afflitto appena esplorerete un’area contaminata dalla stregoneria.

Conan Exiles spinge continuamente all’esplorazione

Indubbiamente, i miei più grandi nemici in Conan Exiles non sono state (anche) le creature feroci o i PNG ostili, ma soprattutto la capacità del server relativamente piccola. Ogni server è limitato a 40 giocatori e ci sono state occasioni in cui avrei voluto progredire molto di più all’interno di uno solo per trovarlo totalmente occupato la volta successiva, vedendomi costretta a ricominciare da capo. I giocatori che non hanno abbastanza tempo da dedicarvi ma ai quali non importa granché l’interazione con altri godranno appieno della sessione da solisti, tuttavia affiliarsi a un gruppo è il modo più veloce per sbloccare i contenuti di primo livello e in generale quelli multigiocatore. Sebbene nel profondo l’azione fra giocatori sia simile a quanto si può trovare in Rust o Ark: Survival Evolved, il titolo si distingue in particolare per l’integrazione della lore di Conan il Barbaro. Gli utenti che adorano uno degli dei dell’età Hyboriana possono, con la giusta quantità di sforzi e alcuni elementi chiave, evocare e controllare per un breve periodo le manifestazioni di queste divinità. Ho avuto la “fortuna” di assistere a una di queste evocazioni: una sorta di orrore tentacolare che fluttuava a mezz’aria (presumibilmente si trattava di Yog, il dio adorato dai cannibali) ha demolito la base avversaria senza lasciare la minima speranza agli occupanti. La vista mi è costata una morte piuttosto rapida ma sapere a cosa avrei potuto aspirare è stata una consolazione più che sufficiente.

Se giocato da soli, Conan Exiles si percepisce come un’iterazione in chiave fantasy del sistema di costruzione degli insediamenti di Fallout 4, sebbene in questo caso ancora più spogliato dei legami narrativi. Mentre il titolo di Bethesda tendeva a rendere stranamente insignificante questo aspetto per la sua profondità, Funcom l’ha invece posta davanti e al centro come chiave per proseguire nell’avventura. Un giocatore cui non piace il lavoro edile potrebbe teoricamente sopravvivere nelle Terre Esiliate, ma non farebbe molta strada a causa della mancanza di oggetti avanzati e contenuti sbloccati. Similmente, i giocatori più esperti possono sfidare la sorte grazie alle “epurazioni”: costruire basi avanzate oltre un certo limite attirerà l’attenzione dei locali, i quali dopo aver raggiunto una determinata soglia attaccheranno l’insediamento. Idealmente, gli obiettivi di questi nemici godranno di una linea difensiva fatta di schiavi pronti a immolarsi per la sicurezza della base, tuttavia più grande e potente è un gruppo di giocatore o una singola costruzione, maggiore sarà l’epurazione. Questa sorta di modalità orda semi-regolare è un sistema divertente per tenere i gruppi di giocatori costantemente in allerta, persino in ambienti PvE altrimenti sicuri. Sfortunatamente, arrivare a un livello tanto avanzato può essere una vera e propria impresa: al momento, tutta la raccolta di materiali deve essere eseguita personalmente e considerato il rapido aumento del costo delle risorse, questo si traduce in ore e ore a distruggere alberi, cespugli e rocce per recuperare quanto necessario. Funcom è al lavoro su una patch (fra le tante necessarie) che possa velocizzare il processo, attraverso i Thrall o altri espedienti, ma per ora rimane la paradossale situazione di essere un re, padrone di castello e schiavi, eppure non avere nessuno che muova un dito per aiutarci a espandere ulteriormente il vostro insediamento.

Conclusioni

Conan Exiles è un gioco che sorprende in entrambi i sensi: di positivo c’è la profondità delle meccaniche, una discreta vastità del mondo di gioco dove si alternano differenti biomi e un ottimo sistema di crafting, tutto all’interno di un mondo che rispetta – per atmosfere e rappresentazione – la lore di Conan il Barbaro. Dall’altro, almeno nella versione console, Funcom inciampa su una serie di bug spesso imperdonabili, che rendono l’esperienza frustrante, e manca di offrire al giocatore un tutorial di base su come iniziare a muoversi, prendendo forse un po’ troppo alla lettera il concetto che a Hyboria ognuno è per sé e deve sopravvivere con le sue sole forze. Graficamente è un po’ datato, le animazioni sono un po’ sottotono e la fisica non è sempre perfetta, anzi, tuttavia considerato che è un enorme multigiocatore, la si può considerare accettabile. Funcom predilige più il lavoro di gruppo che i lupi solitari ma chi non ha particolare interesse nel giocare assieme ad altri potrà comunque godersi la propria esperienza senza nulla perdere, semplicemente trovandosi un po’ più in difficoltà rispetto a chi può godere del supporto dei compagni. Nel complesso, Conan Exiles offre ore e ore di esplorazione a diversi livelli di profondità: peccato per tutte le imperfezioni.