Editoriale 13 Ago 2014

Conferenza Sony – gamescom 2014

Colonia – For the Players. La Staatenhouse am Rheinpark è tirata a lustro per la Press Conference di Sony, ultimo appuntamento per la stampa di questa giornata introduttiva all’edizione 2014 della gamescom. I cartelloni blu di PlayStation, i quattro pulsanti divenuti emblema della divisione videoludica del colosso nipponico e le sue icone più celebri sono praticamente ovunque, quasi a voler dimostrare all’intera città che nella battaglia per il dominio della next-gen c’è spazio per un solo vincitore: e non proviene di certo da Redmond. Dopo gli ottimi feedback ottenuti dalla precedente conferenza in quel di Los Angeles e, cosa non certo trascurabile, dopo le cannonate mattutine provenienti dal battaglione Microsoft, più che lecito attendersi da Sony una conferenza poliedrica e di sostanza, capace di dare ragion d’essere a quel motto (“meant for the players“) che negli ultimi mesi martella ogni produzione marketing di casa PlayStation.

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E inutile girarci troppo attorno: se la gente voleva dei giochi, nell’appuntamento di questa sera i giochi non sono mancati affatto. La Press Conference odierna ha viaggiato a ritmi alti dall’inizio alla fine, regalando agli astanti all’incirca 90 minuti di intrattenimento e, soprattutto, di titoli interessanti. Jim Ryan, CEO di SCEE, si muove sul palcoscenico con la consapevolezza di chi nel proprio arco ha parecchie frecce da scoccare: e non è affatto un caso se i primi minuti dell’evento si snodano senza alcun intervento vocale, lasciando parlare direttamente i tre maxischermi posteriori sui quali si alternano i nuovi trailer delle IP esclusive più attese dal fandom Sony.

Infamous First Light, The Order 1886, Little Big Planet 3 e BloodBorne: un quartetto di eccellenze, un warm up arguto e ben congeniato che la platea può solo aprovare. Manca la novtà certo, ma  ancora presto per sganciare le bombe migliori: e qualche nuova sezione di gameplay, una cinematica particolarmente avvincente e, perchè no, qualche testa che salta rappresentano la benzina migliore per iniziare lo spettacolo. Spettacolo che, come dicevamo, finisce rapidamente nelle sapienti mani di Ryan, che ringrazia il proprio pubblico sottolineando come, ad oggi, il bacino d’utenza di PS4 abbia superato quota 10 milioni. Qualcuno ci intravede un messaggio nemmeno troppo velato alle dirigenze di casa Microsoft, ma meglio non essere troppo maliziosi.

Ma Ryan è astuto, sa che agli spettatori non interessano le parole. Quello che aspettano sono i giochi, le esclusive e le IP non ancora annunciate. E nei minuti successivi è un tripudio di new entries, ciascuna delle quali provenienti direttamente dal panorama indipendente. E mettiamo subito le cose in chiaro: non saranno certo delle produzioni triple A, ma il livello qualitativo sembra fuori discussione. Anche dopo un semplice filmato.

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Arriva The Tomorrow Children, una sorta di create&combat targato Q-Games che abbandona i paradigmi della saga di Pixel Junk per sperimentare un territorio ad ora inesplorato; c’è The Vanishing of Ethan Carter, misteriosa avventura dalle tinte a metà strada tra l’horror e il noir che, vuoi per il cimitero lugubre del trailer, vuoi per una colonna sonora particolarmente azzeccata, ha catalizzato l’attenzione degli amanti dell’oscuro.

Poi arriva Volume, delicato stealth game a visuale isometrica del creatore di Thomas Was Alone disponibile dal 2015 per PS4 e PSVita: steal, create, be heard è il mantra di un titolo le cui tinte ricordano molto quelle di Gravity Rush, contestualizzando il tutto in uno scenario fortemente geometrico dal lontano retrogusto delle VR Missions di Metal Gear Solid. Emozionante e quasi onirico, come la musica che accompagna la sua breve presentazione.

HollowPoint di Paradox Games e il “porting riprogettato” di DayZ per PS4 scivolano rapidamente, introducendo una delle prime cartucce a sopresa di Sony: Hellblade. Così su due piedi, il teaser mostrato fa pensare al seguito morale di quell‘Heavenly Sword tanto amato e allo stesso tempo criticato nel primo periodo di vita di PS3. Le somiglianze delle due protagoniste si perdono, così come l’analogia (o forse è il caso di dire l’antitesi) dei due titoli lascia intendere qualche legame tra le due IP. Staremo a vedere, ma la curiosità è tanta. Non fosse che subito dopo arriva Rime, pura poesia videoludica in cell shading che riporta nei cuori l’epopea e la magia di Ico. Emozionante e vibrante, come i colori che caratterizzano questo universo perso chissà dove e impreziosito da costruzioni architettoniche di Uediana memoria. Poco da fare, non siamo nemmeno a metà dell’opera e il climax di Sony procede senza intoppi: si parla poco di PS Vita e per nulla di PS3, ma per quanto possa apparire ingiusto il focus principale è tutto per PS4. E mancano ancora 45 minuti.

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La palla passa alle prime linee dei multipiattaforma, quei titoli macina-milioni-di-dollari che dallo scorso giugno sono praticamente sulla bocca di tutti. Destiny e i numeri della recente beta, FarCry 4 e Shadow of Mordor, belli da vedere e ancor più belli da giocare su PS4 stando a quando detto dai rispettivi sviluppatori. Poi silenzio in sala, Hideo Kojima appare sul palcoscenico e il pubblico rumoreggia. Il designer non spiccica mezza parola in inglese, che ci volete fare, ma basta il suo sguardo a metà strada tra l’arrogante e il sornione a mettere tutti in riga: poi parte un nuovo trailer, probabilmente la cosa più divertente che vedremo durante questa gamescom, che ci insegna i nuovi modi di utilizzare uno scatolone in The Phantom Pain. Il pubblico esplode nelle risate, scatta l’applauso generale: game, set, match, e Kojima se ne esce tra gli applausi e le urla della Staatenhouse a mo di eroe di guerra.

Ryan non sembra ancora pago, torna sotto i riflettori ancora più carico per presentare altre novità relative al System Update 2.0 di PS4: social, youtube, condivisione, ma soprattutto Pass the Controller, una tecnologia che permetterà di passare virtualmente il DualShock 4 ad un nostro amico da qualsiasi parte del mondo. Anche se questo non possiede fisicamente una copia del gioco. Poi c’è Morpheus, PlayStation TV e PlayStation Now ma ammettiamolo, non è questo che interessa ai giocatori.

Mancano infatti pochi minuti alla chiusura, è tempo degli ultimi fuochi d’artificio: e dal limbo riappare Until Dawn, esclusiva PS4 sparita dai riflettori da oltre un anno e ora ufficializzata per il 2015. Driveclub appare fugacemente, giusto per tirar fuori le unghie e mostrare come si corre sotto la pioggia, ma lascia rapidamente il posto a Tearaway Unfolded, inaspettata conversione per PS4 di uno dei titoli di maggior successo di PS Vita. Incantevole ed evocativo come il “predecessore”, anche se restano dei dubbi sul nuovo sistema di controllo basato su DualShock 4; tranquilli, ne parleremo già nei prossimi giorni.

Quando tutto sembra volgere al termine, dalle retrovie appare Michel Ancel: silenzio in sala, in molti sono già pronti a scommettere su Beyond Good & Evil 2. E invece no, il francese dalla camicia improponibile se ne esce con Wild, IP assolutamente inedita che vanta una mappa grande come l’Europa e che permette al giocatore di indossare i panni di qualsiasi creatura vivente la popoli. Dal trailer, lo ammettiamo, non si capisce poi molto: tornano alla memoria reminiscenze di vecchi God Games alla Molyneaux, ma ancora una volta è presto per parlare. Ma l’obiettivo era solleticare la curiosità degli astanti, far sì che da questa sera e per tutti i prossimi giorni il nome di Ancel e del suo nuovo titolo fossero sulla bocca di tutti. E fidatevi, ci sono riusciti alla grande.

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Uscendo dalla StaatenHouse, in definitiva, possiamo ritenerci soddisfatti da quanto visto. Certo, The Last Guardian non si è fatto vedere nemmeno stavolta (viene da chiederci se mai lo vedremo, ma questa è un’altra storia), Nathan Drake ha dato il proverbiale bidone e, giusto per citare altri pezzi da novanta, nemmeno il buon Kratos ci ha omaggiato con una fugace apparizione. Volendo essere pignoli, anche PS3 e PS Vita sono rimaste bellamente in ferie: tuttavia, è impossibile non elogiare Sony per la quantità (e la qualità) delle nuove IP proposte. Raramente, ripensando alle passate edizioni della gamescom, abbiamo assistito all’annuncio di una quantità così significativa di nuovi titoli esclusivi per l’ammiraglia di casa PlayStation, un mix in perfetto equlibrio di produzioni tripla A e titoli indipendenti che, anno dopo anno, trovano una dignità e una consapevolezza sempre maggiore. Quindi sì, Sony, anche stavolta mi hai fatto sperare per oltre un’ora nell’arrivo sul palcoscenico di Fumito Ueda: ma vista la quantità di titoli che ci aspettano da qui alla metà dell’anno prossimo, tutto sommato per stavolta posso chiudere un occhio.

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