Final Fantasy XVI cosa giocare dopo
Speciale 17 Lug 2023

Cosa giocare dopo Final Fantasy XVI?

Sono passate ormai un paio di settimane dall’uscita di Final Fantasy XVI (acquistabile da GameStop a questo link) e tantissimi giocatori si sono già persi nei meravigliosi paesaggi di Valisthea, impegnati a scoprire cosa attende il coraggioso Clive lungo il suo cammino.

Tra azione tambureggiante degna di uno stylish action game e spettacolari scontri tra i colossali Eikon, il titolo realizzato da Creative Business Unit III sotto la guida di Naoki Yoshida ha cambiato le carte in tavola per la serie, proponendo un approccio lontano dai classici turni, che potrebbe diventare nuovo standard per il futuro. Questa nuova filosofia ha generato reazioni positivi e negative, dando vita a un confronto sulla serie che sicuramente – alla lunga – risulterà estremamente utile per delineare il nuovo corso di Final Fantasy.

Nel mentre, però, i nuovi giocatori che dovessero provare come primo titolo della serie proprio Final Fantasy XVI, che cosa potrebbero giocare poi, una volta finito, per scoprire qualcosa in più della serie? Di seguito vi proponiamo 5 giochi che rappresentano un ideale approdo per chi dovesse sentire il bisogno di tuffarsi di nuovo tra chocobo, guil ed evocazioni.

Final FantasyXVI Clive e Jill


Final Fantasy VII Remake

Il modo migliore per approfittare del “momentum” post Final Fantasy XVI consiste nell’avvicinarsi a un altro gioco che unisce azione e forte componente narrativa, seppur piuttosto distante per impostazione e tematiche. Il coraggioso remake di Final Fantasy VII rappresenta l’occasione ideale per tastare il terreno con immaginari e tematiche classiche della serie, mantenendo però gameplay e resa registica più moderni, in grado di intercettare con più facilità la nuova corrente di giocatori.

In questa avventura dieselpunk/cyberpunk e chi più ne ha ne metta, vivremo le avventure del tenebroso Cloud e dei membri di Avalanche, impegnati a mettere i bastoni tra le ruote alla potente Shinra, organizzazione che sfrutta l’energia vitale del pianeta per alimentare un progresso tecnologico ad appannaggio di pochi.

Final Fantasy VII rimandato

Il sistema di combattimento è tendenzialmente votato all’azione, ma non si concentra su un solo personaggi e, anzi, permette di passare a piacere tra i membri del party per sfruttarne le peculiarità quando necessario. È possibile inoltre, a scelta dell’utente, utilizzare un sistema di controllo che permette di fermare il tempo mentre si compiono alcune azioni, per aumentare così il tasso di strategia e pianificazione momento su momento.

Nota importante per tutti i giocatori “novizi” della serie: sebbene il titolo dica altrimenti, Final Fantasy VII Remake non è una vera e propria rivisitazione dell’opera originale, ma una sorta di sequel che ripercorre buona parte della storia originale per approcciare a una nuova linea narrativa – che prenderà definitivamente corpo con Final Fantasy VII Rebirth. Quindi per goderselo al meglio sarebbe consigliabile conoscere gli eventi originali di Final Fantasy VII e delle produzioni complementari canoniche, come Final Fantasy VII Advent Children.

Se non essere al corrente di alcuni elementi di lore non vi spaventa, allora Final Fantasy VII Remake è la scelta migliore per chi volesse approcciarsi alla saga dopo Final Fantasy XVI. Non dimenticate inoltre Crisis Core Final Fantasy VII Reunion (acquistabile a questo link), la storia prequel di Final Fantasy VII che sarà utile giocare anche in ottica Final Fantasy VII Rebirth.


Final Fantasy X

Passiamo ora invece a una sorta di “antitesi” di Final Fantasy XVI, il titolo considerato da molti come l’ultima grande interpretazione di quelli che sono i fondamenti del franchise: Final Fantasy X, uscito originariamente nel 2001 su PlayStation 2, è effettivamente l’ultimo titolo a utilizzare un sistema di combattimento a turni, andando ad abbandonare il tradizionale ATB (Active Time Battle) per un sistema ancora più rigido, che mostrava a schermo una barra dei turni che permetteva al giocatore di capire quando avrebbero agito i suoi personaggi e i nemici. Decisamente diverso da un sistema di combattimento in tempo reale, nevvero?

Questo capitolo amatissimo è stato anche quello che ha permesso alla serie di compiere un enorme balzo in avanti a livello di rappresentazione visiva di storia e personaggi, offrendo una grafica esponenzialmente superiore ai predecessori, accompagnata da scene in CG ormai definitivamente mature e in grado di imprimere nella mente dei giocatori alcune scene diventate iconiche.

Final Fantasy X battaglia

Final Fantasy X è anche il primo titolo della saga principale a offrire una vera e propria recitazione, con personaggi dotati di dettagliata mimica facciale e un doppiaggio in giapponese e inglese che ci ha regalato momenti indimenticabili e assolute perle memetiche. La percezione moderna della saga, innegabilmente, è riconducibile alle avventure di Tidus, Yuna e degli altri guardiani, impegnati nella lotta contro Sin.

Nel corso degli anni Final Fantasy X ha consolidato il suo posto nel cuore del pubblico grazie a una continua serie di remaster, le quali, partendo da PS3 per arrivare anche sulle console della generazione PS4/Xbox One/Switch, hanno aggiornato a livello audiovisivo il prodotto, rendendolo decisamente più moderno e appetibile. E nel pacchetto è presente anche il sequel, Final Fantasy X-2, che recupera alcuni degli elementi dei primissimi capitoli della serie (ATB e Job System con cambio di classe durante gli scontri) per fornire nel complesso un’esperienza assolutamente imperdibile.

Non c’è bisogno di conoscere eventi pregressi o aver seguito altri media prima di dedicarvi a Final Fantasy X: se avrete la pazienza di sopportare i turni, scoprirete la bontà del sistema di combattimento e potrete così seguire una delle storie più commoventi di tutto il franchise.


Final Fantasy XII

Controverso e incompreso, l’ultimo grande titolo della serie prima dell’avvento delle console HD e dell’apertura al multipiattaforma è una produzione ambiziosa sotto ogni punto di vista, sia narrativo che tecnico, e ha spremuto ogni oncia di potenza che si potesse tirare fuori da una PlayStation 2 ormai in fase di conclusione del proprio ciclo vitale.

Viene ricordato anche e soprattutto per essere anche il primo Final Fantasy in cui non troviamo alle redini l’originale creatore della serie, Hironobu Sakaguchi, che aveva lasciato Square Enix a inizio 2000 a seguito di alcuni progetti non propriamente riusciti. Tra tutti, lo stendardo del disonore lo impugnò il lungometraggio in computer grafica intitolato Final Fantasy Spirit Within, che da solo fu fautore della nascita e della chiusura di Square Pictures, così come delle relative (e consistenti) perdite economiche.

Final Fantasy XII

Eppure questo titolo, passato più volte di mano e riavviato nello sviluppo un quantitativo di volte che non ci verrà mai realmente svelato, propone un approccio alla saga decisamente innovativo, sia per trama che per gameplay. Lato storia si va a pescare a piene mani da classici della cultura pop come Star Wars per quel che concerne gli archetipi di protagonista e comprimari, aggiungendo alla leggerezza della storia del protagonista, Vaan, il fascino dell’eroe ribelle Balthier e la complessità di un conflitto politico intricato e che estende le proprie radici al passato diversi membri del party.

Geniale il sistema di combattimento, che unisce la gestione di spazi e distanze in tempo reale alle dinamiche a turni dell’ATB (con la possibilità di poter sempre fermare il gioco per pianificare le proprie mosse), permettendo di gestire automaticamente il party con delle istruzioni preimpostate (dal giocatore) chiamate “gambit”.

Il fascino di Ivalice, un mondo di gioco dalla scala immensa e completamente esplorabile combinando una serie di open-map, faceva il resto, rendendo questo capitolo uno dei più affascinanti in assoluto, sebbene molto distante da ciò che si riteneva essere “standard” per la serie. Da provare assolutamente, soprattutto perché negli anni abbiamo potuto godere di una versione rimasterizzata (disponibile su PC e console) eccellente a livello tecnico e comprendente i contenuti della Zodiac Edition mai giunta in occidente ai tempi di PlayStation 2.


Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin

Estremo, bizzarro, sopra le righe e lontano anni luce da tutto quello che il mondo ha mai associato al nome “Final Fantasy”, questo titolo realizzato da Team Ninja si propone come spunto narrativo per Final Fantasy 1, raccontando le gesta che hanno portato alla nascita di Garland, incarnazione del Chaos.

Sospeso tra what if e realtà parallele, questo controverso gioco ha raccolto numerose rimostranze da parte della fanbase più appassionata, riuscendo però al tempo stesso a svelare le proprie qualità al pubblico che è riuscito a scorgerle semplicemente dandogli un po’ di fiducia e scoprendone le robuste ed esigenti meccaniche di giocoStranger of Paradise: Final Fantasy Origin è infatti molto simile al concetto di soulslike, andando a pescare dalla dinamicità di titoli come Nioh (degli stessi autori) per ricreare un sistema che prevede l’utilizzo di numerose classi e tante abilità combinate, senza dimenticare lo spazio per la ricerca di un loot sempre più performante.

Stranger of Paradise

Andando oltre qualche problema tecnico di troppo e una narrativa decisamente lineare e consapevole della sua stranezza, ci si trova tra le mani una sfida complessa e impegnativa, che può fare la felicità di tutti coloro che – per esempio – hanno trovato Final Fantasy XVI fin troppo facile. A maggior ragione grazie ai tanti DLC usciti dal lancio in poi, che hanno introdotto nuove sfide e livelli di difficoltà.

Tra reference al primo titolo del franchise e una storia troppo assurda per non arrivare a essere quantomeno “divertente”, il gioco lascia comunque il segno, ponendosi come titolo apocrifo che è comunque in grado di dire la sua nel mondo di Final Fantasy.


Final Fantasy IX

Concludiamo questa carrellata con un titolo che più di tanti altri riesce a incarnare la forma più classica della serie tra quelli che hanno dato il via alla corrente moderna sulla prima PlayStation. Nel pieno dell’estate dell’anno 2000, Final fantasy IX è stato uno degli ultimi grandi progetti dell’allora Squaresoft ad approdare sulla prima console di Sony, già pronta a supportare con numerosi titoli l’attesissima PlayStation 2.

Il pubblico al tempo veniva da due capitoli decisamente trasformativi, sia per meccaniche che per atmosfera, e non colse con troppo entusiasmo il ritorno all’immaginario classico dopo aver assaggiato le possibilità offerte da mondi dieselpunk e futuristici. A peggiorare la situazione contribuivano screen e video di Final Fantasy X che giravano turbinosamente per il web, distogliendo l’attenzione dal nono capitolo.

Final Fantasy IX recensione PS4

Eppure, nonostante tutto, Final Fantasy IX ci ha regalato una storia appassionante di messa in discussione dello status quo e di rivalsa oltre il pregiudizio, presentandoci un cast di personaggi estremamente variegato e indimenticabile, nonostante si sia ricorso spesso a elaborare su semplici canovacci tratti dal fantasy aulico.

Gidan/Zidane è uno dei protagonisti più curiosi e solari che la serie potesse presentare dopo la doppietta di giovani “belli, dannati e con lo spadone” (forse anche un po’ emo) offerta da Cloud e Squall. La sua storia e quelle di Garnet, Vivi, Steiner e tutti gli altri si intrecciano per raccontare l’ultima fiaba di Final Fantasy, prima del cambio radicale di atmosfera.

Il sistema di combattimento classico, basato sull’ATB, offre un’esperienza tutt’ora molto divertente, resa sufficientemente attuale dalle recenti riproposizioni in alta risoluzione. Queste, pur non brillando per resa estetica, offrono tanti miglioramenti alla QoL e rappresentano allo stato attuale il miglior modo per vivere il gioco.


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