crash bandicoot n. sane trilogy
29 Giu 2017

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy – Recensione

Basterebbero le sue sopracciglia folte, a distanza di decenni, a farlo riconoscere in meno di un secondo. Basterebbero quei suoi occhioni verdastri “ciascuno un po’ per i fatti propri”, quei suoi movimenti dinoccolati – a volte al limite dell’esilarante – per stampare nel nostro volto un sorriso da orecchio ad orecchio e far divampare, almeno nei cuori dei giocatori più attempati, una fiamma difficilissima da spegnere. Crash Bandicoot: un nome che pesa come un macigno, un’icona generazionale partorita dalle menti geniali di Naughty Dog per l’allora primissima PlayStation e anno dopo anno, iterazione dopo iterazione, in grado di catturare folle oceaniche di appassionati sino ad appropriarsi di uno scranno imperituro in quello che è l’Olimpo dei videogiochi. Perché ammettiamolo, se Nintendo ha Super Mario e SEGA ha Sonic, il terzo grande nome del Platform arriva proprio da PlayStation, e sapete tutti benissimo che si tratta di Crash.

Potremmo annoiarvi con numeri e date, elencare la cronologia dei titoli maggiori e annessi spin-off esilaranti tutti incentrati sul leggendario marsupiale dalla “spinnata” facile, ma la realtà resterebbe comunque una sola: da qualsiasi parte lo si guardi, indipendentemente dalla versione di PlayStation dove lo si è conosciuto, è impossibile non innamorarsi di Crash Bandicoot. Un personaggio con un carisma dirompente, buffo e casinista al limite del tontolone ma, allo stesso tempo, capace di bucare lo schermo per creare un legame con il giocatore. Non è infatti un caso se, a distanza di quasi ventun’anni, siano in tantissimi a ricordare per filo e per segno struttura dei livelli, pattern delle boss fight, percorsi segreti e trick utili a guadagnare le preziose gemme colorate.

Quindi sì, oggi ve la faremo facile: tutti noi abbiamo adorato l’indimenticabile capostipite della saga, Crash Bandicoot, così come abbiamo amato alla follia i due seguiti Cortex Strikes Back e Warped. Nell’anno del Signore 2017, finalmente, Activision riunisce questi tre capolavori sotto un’unica egida, chiamata Crash Bandicoot N. Sane Trilogy: una collezione di “remaster plus” che rifà il trucco al materiale originale, ammodernandolo splendidamente secondo i gusti e i dettami dell’attuale generazione, ma non cambiando una virgola del suo gameplay. E credeteci, va benissimo così.

crash bandicoot n. sane trilogy

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è per certi versi una Remaster Tripla A. Credeteci, ci stiamo mettendo tutto l’amore e l’attenzione al dettaglio che, di norma, riserviamo ai nostri AAA principali: vogliamo ricostruire l’autentico splendore di una volta, sfruttando una geometria che abbracci al meglio i dogmi dell’originale. Quindi sì, potremmo definirla quasi una Remaster Plus“. Non c’è molto altro da aggiungere alle parole di Dan Tanguay, Game Director di Vicarious Visions nonché mente pulsante dietro alla creazione di questa attesissima trilogia. Una trilogia che, in poco meno di 24 GB di spazio (qualora optaste per la versione digitale) racchiude due decenni di concezioni e visioni personalissime del tradizionale gioco a piattaforme. Del resto, l’elemento diversificante di Crash Bandicoot rispetto ai numerosi – e parimenti sensazionali – platform usciti in quegli anni (e in quelli a seguire) era proprio la sua geometria, incentrata su uno scorrimento isometrico verticale del protagonista a cui venivano alternate spassose sequenze “a piattaforme tradizionali”: Un marchio di fabbrica unico ed inimitabile, destinato a far scuola nel proprio genere e ad essere ripreso e reinterpretato negli anni a seguire.

Interessanti le novità introdotte da questa N. Sane Trilogy, seppur – dobbiamo ammetterlo – avremmo sperato sino all’ultimo nell’aggiunta di qualche corposa sorpresa aggiuntiva. Ciascuno dei tre capitoli vanta un nuovo sistema di checkpoint unificato, che va a braccetto con un rinnovato menu di pausa – dal cui interno è possibile gestire tutte le opzioni del titolo, oltre che analizzarne le statistiche complessive di avanzamento – e un nuovo save system, che permette di salvare manualmente o, a discrezione, di affidarsi all’immancabile auto-salvataggio. Gli amanti delle sfide difficili avranno di che gioire grazie all’estensione delle Sfide a Tempo, originariamente introdotte a partire dal terzo capitolo (Warped) e ora disponibili in ciascun esponente della trilogia: aveste dubbi sulla loro utilità, sappiate che oltre a permettervi di fare i ganzi con gli amici (grazie ad apposite classifiche che tengono traccia dei tre tempi migliori per livello) premieranno i più bravi con una Reliquia, il cui valore dipenderà dal risultato ottenuto. A cosa servono le Reliquie? Non crederete davvero che saremo noi a svelarvi questi segreti…

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è per certi versi una Remaster Tripla A.

Per accedere alle Time Trial sarà necessario completare dapprima il livello corrente, per poi accedervi nuovamente e dare il via alla sfida “afferrando” la sveglia fluttuante collocata ad inizio scenario. Queste saranno riservate al solo Crash, ma non dimenticate che sarà possibile giocare gran parte dei livelli nei panni di Coco Bandicoot – la sorella belloccia del nostro marsupiale preferito: seppur il gameplay non subisca cambiamenti radicali nel proprio core, è bene ricordare che ciascun personaggio avrà un set di attacchi speciali N. Sane caratteristici. La leggendaria Body Slam per Crash, un più pirotecnico Double Leg Drop per la sorellina – che proprio tanto tenera non è. Velocità ed agilità cambiano di pari passo, fattore che – specie nei livelli più complessi – potrebbe fare la differenza.

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Poco da fare, Coco si muove lungo gli scenari (boss fight escluse, rimaste appannaggio dell’indomito fratellone) con naturalezza ed eleganza, al punto che viene davvero da chiedersi se non fosse giocabile da sempre, anche ai tempi della prima PlayStation. Le nuove animazioni, riscritte da zero per l’occasione, si fondono meravigliosamente con quanto abbiamo da tempo imparato a conoscere: non si tratta dunque di un banale reskin, ma di un’introduzione in piena regola di un nuovo personaggio, più aggraziato e voluttuoso nelle movenze quasi stesse danzando – e basta osservare l’animazione dello spin di Coco per accorgersi del lavoro eccellente di Vicarious Visions, che non lesina alcun dettaglio. Per non parlare delle nuove animazioni facciali dei personaggi, una più esilarante ed espressiva dell’altra …

Al netto di un doppiaggio interamente in italiano, le novità principali in termini prettamente tecnologici coincidono con un nuovo sistema di illuminazione, eccellente nell’esaltare la carica cromatica dirompente dell’ultima creatura di casa Vicarious Visions, nuovi set di animazioni e texture ad alta risoluzione, un set di cinematiche ricostruite da zero per l’occasione e, pur nella loro modernità, capaci di mantenere quel feeling e quel fascino di una volta. Tutto rigorosamente col supporto al “N.Hanced Fur-K”, delizioso gioco di parole in stile Crash Bandicoot per ricordare la compatibilità ai 4K di PS4 Pro.

Esistono ancora capolavori senza età: e Crash Bandicoot è uno di questi.

Che poi davvero, è inutile girarci attorno, Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è un’autentica gioia per gli occhi. Applausi scroscianti per lo sviluppatore, che ha saggiamente riservato lo stesso “lifting” ai tre titoli indipendentemente da sterili questioni anagrafiche. Il risultato, sensazionale, è che la resa visiva dei tre capolavori è omogenea e uniforme, tanto nella mai dimenticata N. Sanity Beach del primo capitolo quanto a bordo delle moto d’acqua nel sempre divertentissimo livello segreto Hot Coco di Warped. La direzione artistica della Trilogia fa poi il resto, coronando la realizzazione di un’atmosfera squisita che vibra di un’intensità cromatica quasi cangiante e, complice un level design capace ancora oggi di far scuola, stupisce il giocatore catapultandolo dalla giungla ai ghiacci, passando per la Muraglia Cinese o le stazioni spaziali di quella sagoma di Cortex – e immancabili tirapiedi.

È impossibile non sorridere di fronte alla “chirurgia plastica” a cui si sono sottoposti i numerosi nemici, che trasforma vecchi indimenticabili ammassi di pixel in modelli dettagliati e piacevoli allo sguardo, capaci di mantenere inalterato quello spirito scanzonato ideato, anni or sono, da Naughty Dog. Foche e pinguini nei livelli gelati, avvoltoi e tartarughe “corazzate” rifinite anche nelle animazioni più elementari, ma anche vecchi “amici” come Tiny Tiger, i Komodo Bros, N. Gin o Pinstripe: ciascuno al proprio posto, magnifico ed esilarante, a ricordarci la mole infinita di pomeriggi trascorsi nel tentativo di liberare Coco e di rispedire il vecchio Cortex il più lontano possibile dalla nostra spiaggia. E a ricordarci ancora una volta che, nonostante tutto, esistono ancora capolavori senza età: e Crash Bandicoot è uno di questi.

Conclusioni

Avremmo così tante cose da raccontarvi sui tre titoli che compongono questa Crash Bandicoot N. Sane Trilogy: come, ad esempio, vi basterebbe sfrecciare lungo Turtle Woods senza infrangere alcuna cassa per mettere le mani sulla preziosa gemma blu, dove trovare il Finto Crash (in Warped) che scimmiotta allegro in lontananza il nostro eroe, in che modo accedere al segretissimo sesto piano della Warp Room sfruttando i passaggi segreti nascosti sadicamente nei livelli principali. E questo copre a malapena l’un per cento delle informazioni che, negli ultimi due decenni, migliaia e migliaia di giocatori hanno fatto proprie, conservandole nei cassetti più remoti della propria memoria per farle uscire soltanto oggi, quasi il tempo non fosse passato affatto. Quasi come se Crash Bandicoot, Coco e i loro improbabili nemici fossero sempre stati lì, a ricordarci la bellezza del platform secondo Naughty Dog – anche quando il conto delle vite, inizialmente vantaggioso, iniziava a precipitare pericolosamente.

Con questa Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, Vicarious Vision realizza la remaster delle grandi occasioni che stavamo aspettando da tempo: così bella allo sguardo da farti quasi commuovere, meravigliosa da giocare oggi come allora. Sì, perché di quel gameplay che tante ore ha sottratto al nostro studio nulla è cambiato, a testimonianza del fatto che Crash Bandicoot non è invecchiato di una sola settimana in vent’anni. E ok, non ci saranno modalità aggiunte “a sorpresa” ai tre capitoli originali della saga (Time Trial a parte): ma quanto disponibile a partire dal prossimo 30 Giugno è qualcosa che merita assolutamente di essere giocato. Ma, a ben vedere, chiunque conosca a memoria il celebre grido di Aku Aku ci avrebbe scommesso.

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