Crediamo sia davvero inutile, a un anno dall’uscita di questo capolavoro di filologia videoludica, starvi a ribadire quanto certosino e riuscito sia stato il lavoro di Vicarious Visions, team newyorkese che ci ha restituito una delle mascotte PlayStation più amate, e tre delle sue più belle avventure, in un unico, irresistibile pacchetto: Crash Bandicoot N. Sane Trilogy raccoglie infatti i, concedetecelo, monumentali primi tre capitoli della saga con protagonista il marsupiale più schiodato del gaming, Crash Bandicoot, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back, and Crash Bandicoot: Warped, quelli realizzati (insieme all’ancora peccaminosamente assente – e imperdibile – Crash Team Racing) dagli alfieri del gaming moderno, Naughty Dog, team che con il suo The Last of Us, tra le tante opere degne di menzione, sta traghettando il medium tutto verso nuovi lidi.
Guai però a bollarla come una mera operazione nostalgia: il termine più adatto, lo ripetiamo, è operazione “filologia”, semmai, in quanto, come un antico manoscritto riportato alla luce smontandone e ricostruendone ogni singola lettera e parola, anche con la N. Sane Trilogy si può parlare di un simile processo, in quanto ci vengono donati tre capitoli nella sostanza identici a quelli originali, in ogni loro scatola, masso, trappola e reliquia, ma dalla forma completamente rinnovata, una ricostruzione da zero definita dal team stesso “Remaster Plus” (anche se forse il termine più adatto è, letteralmente, “remake”) che pare aver dato il La ad una vera e propria collana di ritorni di fiamma di gemme del passato. Verrà seguita, sempre sotto l’egida di Activision (ma con un altro team in cabina di regia, Toys for Bob), di un altro caposaldo della gioventù di milioni di giocatori, Spyro The Dragon.
Perché ne stiamo parlando ancora dopo un anno? Dopo avervi illustrato lo splendido lavoro svolto dal team nel confezionamento di questa trilogia su PlayStation 4 (qui trovate la recensione del nostro Alberto “Dex” Destro), stavolta è il turno delle rimanenti piattaforme, che per la prima volta in assoluto (o quasi) vengono sfiorate dalla follia di Crash Bandicoot e dei suoi compagni di sventure. Passato il periodo di esclusività temporale, la N. Sane Trilogy approda finalmente su Xbox One (avete seguito il nostro Live Streaming?), PC, e soprattutto, per noi che l’attendevamo con ansia, Nintendo Switch, permettendo così anche agli utenti che non hanno mai posseduto una PlayStation 1 di provare alcuni dei platform più tosti e geniali degli ultimi 20 anni.
Contenutisticamente parlando, troviamo la stessa lunga trama divisa in 3 atti con al centro il tentativo di conquista del mondo da parte del malvagio Dr. Cortex, e tutte le innovazioni apportate, non solo di natura tecnica, ma anche puramente ludica: nuovo sistema di checkpoint e di salvataggio, che permette di salvare in qualsiasi momento sulla mappa di gioco, le Sfide a Tempo, introdotte originariamente nel terzo ed estese ai due predecessori, e la quasi totalità dei livelli giocabili nei panni di Coco, che dona ulteriore varietà a giochi che più di un giocatore conoscerà con le proprie tasche, tra sezioni bonus, livelli segreti e reliquie speciali ormai memorizzati dopo averlo completato al 100% un numero infinito di volte (con non poca difficoltà).
Passato il periodo di esclusività temporale, la N. Sane Trilogy approda finalmente su Xbox One, PC, e Nintendo Switch
Di doverosa menzione, in quanto assenti di default fino all’arrivo sulle nuove piattaforme, i due livelli inediti. Il primo, Stormy Ascent, venne reso disponibile gratuitamente per un mese la scorsa estate su PS4, poi messo a pagamento, mentre sulle nuove versioni è incluso da subito (così come l’altro livello, Future Tense), e leggenda vuole che venne scartato dal primo Crash Bandicoot in quanto giudicato troppo difficile e frustrante (come se il resto del gioco fosse invece una passeggiata di salute… ndr).
Vicarious Visions ha ripreso quella bozza e le ha dato una forma definitiva, una forma malvagia, spietata, punitiva. Si tratta di una sorta di fratello bastardo e nemico dell’umanità del già tostissimo livello Slippery Climb (il look è identico), pieno di gradini scivolosi, di piattaforme da superare con un tempismo e una precisione chirurgici, di scienziati pazzi pronti a bombardarci con i loro intrugli, di trappole e baratri studiati, nel migliore dei casi, per farci ripetere da capo un bel po’ di strada, o di massacrarci del tutto con nemici e aculei in ogni dove, per altro anche più lungo della media. Ogni singolo pixel di quel livello vuole vederci morti, e la sua natura completamente opzionale è un conforto: pur trovandosi all’inizio del primo capitolo (c’è un sentiero ad hoc aggiunto alla mappa), è palesemente pensato per mettere alla prova i giocatori più sadici ed esperti.
L’altro è Future Tense, ed è invece una vera e propria chicca, un livello creato da zero per l’occasione, il primo realmente inedito dopo anni, ed è invece stato inserito in Warped, complice anche l’ambientazione futuristica, tra robot e palazzi futuristici. Alterna sezioni 2D e 3D, e anch’esso, pur essendo accessibile da subito (nell’hub principale è presente una piattaforma aggiunta appositamente), è pensato per i giocatori più esperti: per poterlo completare al 100% è infatti obbligatorio essere ad un punto avanzato di Warped, essendo necessari upgrade (come il bazooka) per poter accedere a determinate sezioni. Servirà inoltre tanta esperienza, oltre che riflessi, per poter avere qualche chance in questa lunga, estenuante e folle scalata al cielo. Una trovata apprezzatissima, che darà ai die hard fan un motivo in più (come se ce ne fosse bisogno) per tornare su questa splendida trilogia (tranquilli, è disponibile anche su PS4).
Ma se siete finiti su questa recensione, la vostra domanda sarà solo una e legittima: come gira Crash Bandicoot N. Sane Trilogy su Nintendo Switch? Lungi dall’essere perfetto, il risultato è decisamente migliore del previsto. Chiaramente sognatevi la risoluzione più elevata vista su PS4 Pro, il sopraffino sistema di illuminazione o la stessa precisione dei controlli: il passaggio dai 1440p ai 1080p in versione docked si sente, con texture meno pulite, un’immagine generale meno dettagliata e con qualche elemento in meno su schermo, o comunque più sfocato, e dell’aliasing percepibile, in particolare durante le cutscenes.
E l’input, su Nintendo Switch, lo abbiamo percepito lievemente più lento, almeno al primo impatto: non proprio il massimo in un gioco che fa dell’esecuzione con precisione millimetrica una conditio sine qua non per proseguire, ma salvo qualche frangente più frustrante del previsto, è bastato prendere la mano (sia con le levette analogiche che, volendo, con le frecce direzionali) e assorbire quel timing leggermente differente per tornare a schivare nemici e trappole con la freschezza di prima. Nessun calo riscontrato in termini di frame-rate, sempre solidissimo a 30 fps anche su Switch, sia in versione docked che portatile.
In certi frangenti Crash sembra proprio pensato per questa dimensione portatile
Lontano dalla TV, Crash Bandicoot N. Sane Trilogy dà chiaramente il meglio di sé, ma non tanto per questioni tecniche, con la risoluzione che scende a 720p (ma i dettagli ridotti qui si notano di meno per via dello schermo più piccolo), bensì per via della natura mordi e fuggi di certi livelli: non c’è niente di meglio che ritagliarsi 5-10 minuti per giocarne uno al volo, magari consumando 5 o 6 vite come al solito, ma arrivando comunque alla fine con il sorriso stampato sulla faccia.
I caricamenti sono rapidi e snelli anche qui, e l’assenza di fronzoli permette di godersi anche una brevissima partita quando c’è qualche tempo morto da riempire. In certi frangenti Crash sembra proprio pensato per questa dimensione portatile, ed è inutile ricordare quanto utile sia, per quei giocatori con poco tempo libero a disposizione, poter giocare ai propri giochi preferiti ovunque e in qualsiasi momento. Solo alcune scritte in-game davvero troppo piccole (ma ne abbiamo notate solamente 2 o 3, nulla di realmente compromettente) e un po’ di clipping con alcuni elementi dell’ambientazione stonato con il resto. Il consumo della batteria, inoltre, non è esagerato (poco più di 4 ore con una singola carica), giustificato comunque dalle finezze tecniche presenti su schermo, frutto di compromessi assolutamente non drastici, anzi.
Crash Bandicoot N. Sane Trilogy si presenta in forma smagliante all’appuntamento con la Master Race. Già con i soli requisiti minimi, alla portata dei migliori macinini da caffè (processore Intel Core i5-750 @ 2.67GHz o AMD Phenom II X4 965 @ 3.4GHz, 8 GB di RAM e scheda grafica NVIDIA GeForce GTX 660 2GB o AMD Radeon HD 7850 2GB), è possibile godersi il mondo di Crash come non l’abbiamo mai visto prima. Ma cominciando a salire di livello vi ritroviamo davanti ad un vero e proprio spettacolo di colori, illuminazione ed effetti ambientali. Arrivando ad Ultra, siamo riusciti ad immaginarci alla perfezione la morbidezza del pelo del pazzo bandicoot e per una volta tanto non abbiamo odiato i maledetti livelli subacquei, distratti com’eravamo dagli effetti dell’acqua. Non importa in quale folle situazione il nostro Crash si vada a infilare, le animazioni restano sempre fluide, con un conteggio degli fps statuario se tenuto al cap di 30 fps e decisamente buono se lasciato libero di arrivare fino ai 60 (spesso raggiunti, con picchi minimi di 35 fps a seconda delle ambientazioni). Tutto questo con una conformazione PC composta da processore Intel Core i7-6700 HQ @ 2.60GHz 2.59GHz, 16 GB di RAM e scheda grafica Nvidia GeForce GTX 960M. Le possibilità di personalizzazione dell’esperienza grafica non sono tra le più ricche, ma danno comunque abbastanza spazio di movimento, considerata la leggerezza del titolo: oltre a poter selezionare i livelli di anti-aliasing e risoluzione delle ombre, è infatti possibile attivare o disattivare sincronia verticale, motion blur, occlusione ambientale, bloom, profondità di campo e fur blur. Qualsiasi siano le capacità dei vostri PC, riuscirete sicuramente a trovare una combinazione adatta a voi. Un’altra nota di merito va ai controlli con mouse e tastiera: Crash Bandicoot è una serie nata su PlayStation e in quanto tale ovviamente pensata per essere giocata con un controller, ma i giocatori PC più puristi troveranno che anche i loro strumenti preferiti si rivelano più che adatti alla sfida. Insomma, l’evoluzione dei marsupiali non ha portato solo un bandicoot ad indossare jeans e scarpe da ginnastica, ma anche Crash Bandicoot N. Sane Trilogy ad adattarsi perfettamente ad una nuova piattaforma: non si può desiderare di meglio per i nostri PC. Versione PC testata da Giada Mattiolo |
Se ve lo siete perso lo scorso giugno, in quanto sprovvisti di PS4, ora non avete più scuse: correte a recuperare questo gioiello di filologia, che nella sua confortevole e agrodolce nostalgia ha comunque ancora tantissimo da dire, avendo retto ampiamente il peso del tempo, e non solo grazie all’eccellente lavoro di ricostruzione svolto da Vicarious Visions. Il team ci ha stupito, donandoci sia su PC, ma anche (e più sorprendentemente) su Switch un porting eccellente: nella versione portatile in particolare, al netto di qualche fisiologico compromesso rispetto alle altre ben più potenti avversarie, si riscontra un gran bel lavoro di riadattamento, con qualche perdita in termini di dettagli e pulizia dell’immagine compensata dalla sempre gradita possibilità di giocare la Crash Bandicoot N. Sane Trilogy dovunque. Un lavoro talmente ben svolto, al punto da suggerirvi di prendere in considerazione l’acquisto anche nel caso in cui abbiate finito un primo giro su PS4: la sola idea di poter raggiungere l’ambito 100% in ogni possibile ritaglio di tempo, anche brevissimo (complice la natura mordi e fuggi dei 3 giochi – salvo quei livelli da ripetere 40 volte per via della loro super-difficoltà), è sempre entusiasmante. E la mente e il cuore vanno subito alla Reignited Trilogy di Spyro: preparate i fazzoletti. |