Le premesse delle ultime settimane non erano sicuramente delle migliori, visto che Crytek aveva cominciato fin da maggio a non pagare più i propri dipendenti. I ritardi di settimane e mesi nell’arrivo degli stipendi hanno portato il personale alla soglia della sopportazione, tanto che è stata anche aperta una campagna di crowdfunding per dare loro la possibilità economica di citare in giudizio Crytek. Oggi arriva invece il verdetto ufficiale direttamente dalla società, che pesa come un macigno sulla vita lavorativa e quotidiana di molte persone.
Dopo un anno di difficoltà finanziarie, Crytek ha chiuso ora ben 5 studi di sviluppo, in Ungheria, Bulgaria, Corea del Sud, Cina e Turchia. La notizia arriva direttamente dalla società madre, il cui piano è “ritornare a focalizzarsi sulle forze interne e sullo sviluppo di giochi o tecnologie per videogiochi”. Tanto che ora le uniche due stazioni ancora in vita per Crytek sono quella a Francoforte in Germania e a Kiev in Ucraina. La premura di Crytek, nel comunicato stampa ufficiale, è quella di “regolare piani per assicurare il lavoro ed una comoda transizione verso un futuro stabile” per quanto riguarda le persone che hanno perso il posto dopo la chiusura. Qualsiasi cosa significhi.
Crytek, che è conosciuta per la serie di Crysis e Ryse, oltre ad aver realizzato il recente Robinson: The Journey su PlayStation VR, non passava dunque un buon periodo, specialmente per quanto riguarda gli stipendi arretrati dei propri dipendenti. La situazione si è aggravata col tempo, fino alla decisione di chiudere del tutto i 5 studi sopra citati. Oltre a questo, secondo un rumor circolante tra i dipendenti e raccolto da Kotaku, Crytek avrebbe anche venduto il free-to-play Warface al publisher russo Mail.ru.
Avni Yerli, managing director di Crytek, ha infine cercato di spiegare meglio la decisione:
Cominciare una tale transizione è lungi dall’essere facile e vogliamo ringraziare sentitamente ogni membro dello staff presente e passato per il loro duro lavoro e la passione per Crytek. Questi cambiamenti sono parte di un passo essenziale che stiamo facendo per essere sicuri che Crytek sia un business sano e sostenibile, in movimento verso un futuro che possa continuare ad attrarre ed accudire i migliori talenti della nostra industria. Le ragioni di una tale decisione sono state già diramate internamente. Il nostro focus ora rimane del tutto fissato sulle forze interne che hanno sempre definito gli sviluppatori eccellenti di Crytek, la tecnologia e lo sviluppo di nuovi giochi, e crediamo che avventurarci in questo processo impegnativo ci possa permettere di diventare uno studio più agile, fresco ed attraente, pronto per i successi futuri.
Rimane il dubbio su come il personale licenziato verrà trattato nelle prossime settimane e sembra che sia impossibile saperlo visto che le disposizioni sono state mantenute interne. A meno che qualche dipendente, più che stufo della questione, non decida di raccontare a qualcuno il procedimento di Crytek, si spera che comunque tutti loro possano trovare in futuro una nuova occupazione, magari dotata di maggiore sicurezza.
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