Quattro anni passano veloci: tanti ne sono trascorsi dall’annuncio di The Last of Us Parte II, uno di quei giochi per cui si sperava in un sequel ma che, al contempo, si era concluso talmente bene nella sua incertezza da non averne davvero bisogno.
Lo stesso Neil Druckmann aveva sostenuto che non ci sarebbe stato un proseguo alle avventure di Ellie e Joel, salvo poi sorprenderci quel 3 dicembre 2016 durante il PlayStation Experience, quando il reveal trailer di The Last of Us Part II ha fatto entusiasmare la platea prima ancora che i suoi due storici protagonisti fossero inquadrati. È bastato un piccolo ma fondamentale dettaglio.
Già dopo le prime tre inquadrature, chiunque stesse seguendo in live la presentazione ha potuto vedere le varie chat animarsi e gli utenti iniziare a digitare “The Last of Us 2, TLOU 2, per favore fa che sia TLOU 2”, fino a quando il simbolo delle Luci su un cartello stradale ha chiarito qualunque dubbio e animato tutte le speranze.
La platea è esplosa ma quei primi secondi erano solo l’inizio di un trailer, e poi di un lungo viaggio, pronto a colpire in profondità. Nel silenzio quasi totale che precedeva la scena successiva si poteva sentire, seppur debole, il respiro agitato di una donna e anche senza vederne il volto era chiaro fosse Ellie: chi altri avrebbe potuto suonare la chitarra se non lei, cui Joel aveva promesso avrebbe insegnato quando tutto sarebbe finito?
Sarebbe potuta sembrare una scena normale, un momento di tranquillità in una vita alla fine del mondo, ma qualcosa non tornava: c’erano troppe macchie di sangue e una tristezza di fondo, nella canzone cantata da Ellie, che la lacrima di sangue lungo il suo volto accentuava e basta. L’inquadratura si sposta, mostrando in primo piano una mano abbandonata in una pozza di sangue e una figura che si avvicina fino a entrare in casa, mostrandoci le vittime di quello che, lentamente, iniziamo a comprendere essere stata opera della stessa Ellie.
Joel raggiunge la stanza ma non entra, rimanendo ad aspettare che Ellie finisca la canzone, ma la scena mette in luce il cadavere ai piedi della ragazza e anticipa di poco la rabbia che filtra dalle sue parole – prima ancora che dall’espressione – quando, alla sua domanda, gli risponde che andrà a cercare e ucciderà fino all’ultimo di loro. Così si chiude il trailer, presentandoci una situazione persino peggiore di come l’avevamo lasciata, con Ellie trasfigurata da un odio che la allontana dalla ragazzina spensierata del primo capitolo: è cresciuta ma la vita non sembra sia stata clemente con lei e qualsiasi fosse il motivo di tanta rabbia, quattro anni fa quando ancora non si sapeva nulla, bastava a lasciarci con mille domande, ancor più ipotesi e nemmeno una risposta.
Tra i più temerari c’era chi azzardava che Joel fosse morto e l’uomo in quella stanza fosse una visione di Ellie, suggerita dal tremito della mano all’inizio del trailer che poteva fare pensare a una certa instabilità mentale, sfruttato come raffigurazione dell’ultimo barlume di coscienza della ragazza, votata a una vendetta impietosa. Sarebbero dovuti passare mesi prima di avere un altro trailer ma su una cosa tutti concordavano: il potenziale narrativo, visivo e recitativo di The Last of Us Parte II era di nuovo in gioco, pronto a stupirci una volta di più.
Quasi un anno più tardi, il 3 ottobre 2017, un secondo trailer sposta completamente il focus del racconto su un gruppo di sopravvissuti a noi sconosciuto ma si dimostra ancora una volta ricco di dettagli su cui speculare.
Se il primo ci era sembrato crudo, questo calca la mano mostrandoci una donna trascinata da due individui e pronta per essere impiccata, come dimostrano già dei cadaveri appesi ed eviscerati. Su di lei non c’è alcun dettaglio, se non che potrebbe essere incinta e secondo i suoi aguzzini porta in sé il Peccato: il fanatismo religioso suggerisce l’idea di un culto ma, del resto, la cieca devozione verso la propria causa o un ideale ci era stato già mostrato nel primo capitolo. Abbiamo persino vissuto un’inquietante fase con il gruppo di cannibali guidati da David, la violenza fine a se stessa non dovrebbe più stupirci, eppure siamo presi in contropiede.
Quando una seconda donna viene fatta prigioniera, non immaginiamo certo di dover rimanere a guardare mentre, di lì a poco, il suo braccio viene spezzato a colpi di martello: è chiaro come questo trailer voglia anzitutto enfatizzare la maggiore violenza del gioco ma, in generale, la cruda realtà nella quale Ellie e Joel si sono sempre mossi senza entrarvi così profondamente in contatto. Certo, hanno incontrato pericoli sovrumani come i Clicker e persone comuni ma, prima di David, erano più che altro piccoli gruppi allo sbando di predatori che si rivalevano sugli indifesi. Solo le Luci, alla fine del gioco, davano una vera idea di fazione ma pur essendo i nostri antagonisti agivano per un supposto bene comune e non cercavano la violenza gratuita.
Nel caso di questo trailer viene invece messo in evidenza come esistano gruppi più consolidati e pericolosi, capaci di ergersi a giudice, giuria e boia senza ascoltare altra voce che non sia la loro. Dopo un breve e altrettanto cruento combattimento, scopriamo che la donna in procinto di essere impiccata non ha nulla a che vedere con quella alla quale è stato spezzato il braccio e, anzi, sembra far parte di quei “Demons” dalla quale lei e chi le ha soccorse sta scappando – o, in generale, contro i quali stanno lottando. Non sappiamo chi sia, neppure riusciamo a collocare la scena in un arco temporale preciso, ma la somiglianza con Ellie è innegabile.
Non può trattarsi di lei perché la corporatura è diversa, molto più massiccia, e manca anche il tatuaggio sul braccio, perciò il pensiero dei fan su internet corre subito alla madre: di lei sappiamo solo chiamarsi Anna e che dovrebbe essere morta da tempo, dettaglio che lascia spazio a due teorie. La prima, più immediata, Anna non è davvero morta ma questo lascerebbe un enorme buco narrativo da riempire considerata la sua forte amicizia con Marlene (la leader delle Luci) e il motivo per cui sia stata dichiarata morta o non abbia più cercato di mettersi in contatto.
La seconda, altrettanto valida, è che questo trailer sia un lungo flashback e The Last of Us Parte II ci porterà a giocare in due distinti archi temporali: considerato il dubbio che possa essere incinta o meno, che Naughty Dog ha volontariamente omesso il suo nome ma ha suggerito essere di quattro lettere e che lo stesso Druckmann ha dichiarato come il gioco copra due linee temporali, tutto può essere. O forse no.
Gli elementi sono davvero fin troppo pochi per fare delle supposizioni mirate e considerando che nessuno dei personaggi mostrati è più apparso nei futuri trailer, non ci resta che aspettare e risolvere il mistero di persona.
L’E 2018 si fa teatro del più lungo trailer mostrato sul gioco, poiché viene anche svelato per la prima volta il gameplay. A livello narrativo, la scena si sposta di nuovo su Ellie e Joel (solo citato) e mette in evidenza una tranquillità, una sorta di equilibrio, che la ragazza sembra aver trovato dopo tanto tempo. Per la prima volta viene introdotta Dina, compagna di Ellie che mette un punto fermo alla sua omosessualità (o bisessualità, per quanto ne sappiamo), anche se certe precisazioni in un realtà post apocalittica come quella di The Last of Us Parte II lasciano il tempo che trovano: la società come la conoscevamo, con tutti i suoi dettami, non esiste più ed Ellie in particolare è nata senza conoscerla.
Non ci interessa in realtà sapere di chi si sia innamorata quanto che, finalmente, ha trovato una pace cercata tanto a lungo: un posto dove stare, persone a cui vuole e che le vogliono bene, forse il meglio che la fine del mondo possa offrire. Almeno finché tutto non le viene portato via.
Come e in che misura non lo sappiamo, sebbene il primo trailer possa averne suggerito almeno la gravità, ma ancora una volta Naughty Dog ci riporta con i piedi per terra in una realtà spietata quando, senza soluzione di continuità, dalla scena del bacio fra Dina ed Ellie si passa a quest’ultima che accoltella alla gola un uomo.
Da qui inizia una lunga fase di gameplay che mette in mostra i muscoli del gioco e i passi avanti mossi rispetto al precedente, con un uso maggiore degli ambienti e una verticalità più marcata degli stessi, senza contare gli approcci e il combattimento, oltre a un’intelligenza artificiale nemica molto più rifinita. La violenza chiama altra violenza ed Ellie non dimostra alcuna pietà, prima che la scena torni di nuovo indietro, a momenti più felici e ci ricorda cosa, potenzialmente, abbia perduto. I presupposti per un gioco emotivo ed emozionante ci sono tutti.
Il 24 settembre 2019, durante lo State of Play, The Last of Us Parte II torna a mostrarsi per annunciare la data d’uscita (che sarebbe stata posticipata una volta e poi una seconda, quest’ultima a causa della pandemia dovuta al Coronavirus), concentrandosi ancora una volta su Ellie e Dina, in una delle ronde all’esterno del campo. Vengono anche più chiaramente mostrati i Clicker, già anticipati alla fine del secondo trailer, e una scena di cui non conosciamo tutti i personaggi ma che probabilmente è alla base della furia e dell’odio di Ellie.
Arrivata fino a un rifugio in cerca della ragazza, dopo essere state separate forse da un incidente, forse dalla tempesta di neve, Ellie viene fatta prigioniera e costretta ad assistere a qualcosa. La scena si conclude con il suono di uno sparo e il suo urlo disperato, per poi riaprirsi subito dopo con una breve ripresa di lei vista di spalle e piena di ferite e lividi, prima di spostarsi ancora una volta e mostrarci Tommy, il fratello di Joel, andare a farle visita. A lui, Ellie rivela le sue intenzioni di farla finita con chiunque le abbia arrecato tanto dolore e pur comprendendola, Tommy la avverte che la sua potrebbe essere una vendetta a perdere – nulla che in realtà faccia davvero cambiare idea a Ellie. Adesso che la giostra è stata messa in moto, non può più essere fermata.
Il trailer prosegue in un’escalation di violenza che mette in mostra, lato gameplay, tutta la rabbia che anima Ellie fino a quando, con un ultimo colpo di scena, Joel viene mostrato vivo e vegeto (andando dunque a placare, almeno per il momento, chi lo voleva come una visione), pronto a sostenere Ellie ancora una volta. Da quel poco che abbiamo potuto capire, sembra che i cinque anni circa trascorsi dal finale del primo The Last of Us non siano stati semplici per loro, forse complice il fatto che Ellie possa aver scoperto la menzogna di Joel dopo averla salvata dalle Luci, ma questo non impedisce ai due di ritrovarsi e a lui di offrirle tutto il suo aiuto.
L’ultimo trailer risale ad appena pochi giorni fa, il 6 maggio 2020, e si concentra esclusivamente sulla storia. Qui la protagonista indiscussa è Ellie, con i suoi dubbi, la sua rabbia, la sua violenza da incanalare in una vendetta dalla quale potrebbe non fare più ritorno ma, soprattutto, per la quale potrebbe perdere e sacrificare ogni cosa. Ellie sembra persino trovare degli alleati, o quantomeno chi condivide il suo fine, ma non a qualsiasi costo: questo ci mostra quanto in fondo sia arrivata e, forse, anticipa quanto sarà difficile se non impossibile per lei risalire. Non Joel, né Tommy, riescono a dissuaderla dal suo proposito di porre fine a tutto.
In un crescendo di emozioni, dove traspaiono ancora una volta la rabbia e l’odio ma anche la delusione, la sofferenza e la determinazione, Ellie ripete come un mantra la sua missione che si è autoimposta. Quest’ultimo trailer mette in luce una recitazione virtuale di altissimo livello e un comparto tecnico incredibile: al di là di quanto possano dire i detrattori o chiunque abbia deciso di spoilerarsi (e purtroppo anche rovinare ad altri) il gioco a causa dei leak trapelati, condividiamo il pensiero di Naughty Dog per cui The Last of Parte II debba essere vissuto appieno per essere capito e sia in grado di regalare emozioni uniche. Se e quanto sarà controverso potremo dirlo ai titoli di coda, per adesso siamo di fronte a un gioco che si prepara a colpire duro.
Vi ricordiamo che The Last of Us parte II uscirà il 19 giugno, ovviamente in esclusiva su PS4. Siete ancora in tempo per prenotare una delle versioni disponibili. Oppure siete tra i fortunati che hanno prenotato la fantastica ed esclusiva Collector’s Edition?
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