28 Ott 2016

Dark Souls III: Ashes of Ariandel – Recensione

Dark Souls III aveva determinate aspettative, forse altissime, che secondo il nostro modesto parere sono state ampiamente soddisfatte. Ora però, bisogna chiudere il cerchio attraverso i DLC, che avranno l’arduo compito prima con Ashes of Ariandel e poi con il secondo contenuto in arrivo nel 2017, di mettere per davvero la parola “Fine” all’opera del maestro Hidetaka Miyazaki e alla sua epopea dell’anima oscura. Un cerchio che, come molti di voi sapranno, è proprio di quel simbolo oscuro che tanto ha generato discussioni tra gli appassionati, che vedevano nella misteriosa terra di Londor l’ultimo grande quesito di Dark Souls III.

Ashes of Ariandel ci permette di proseguire quel cammino, svelando alcuni retroscena in merito ad alcuni personaggi e dando nuove risposte sulla complessa lore del titolo. Risposte che, come spesso accade, fanno spazio a nuove domande: per ora, concentriamoci sul presente e sull’innevata terra del dipinto di Ariandel.

ashes of ariandel

Dalla Cattedrale delle Profondità, un uomo ci porgerà la sua mano, invitandoci nell’accogliente e gentile mondo del dipinto di Ariandel. Le sue motivazioni ci sfuggono, ma non siamo l’unica cenere presente nel dipinto: siamo, precisamente, la seconda. Due ceneri in un mondo che non gli appartiene, reminescente del dipinto di Ariamis per tantissimi motivi, che vanno ben oltre il citazionismo spinto o il fan service. Il dipinto di Ariandel si collega perfettamente a quanto abbiamo già visto in Dark Souls III, riuscendo ad arricchire la lore del gioco base e di alcuni dei suoi personaggi chiave.

Il nostro viaggio per la bianca e candida neve di Ariandel è quindi una continua scoperta: ci sono nuovissimi e devastanti nemici, e addirittura sono stati introdotti i branchi di lupi, probabilmente uno degli approcci più interessanti e d’effetto che per funzionamento ricordano tantissimo le ronde di Bloodborne. I lupi possono infatti chiamare attraverso un ululato i propri simili, in grande numero, attaccando in branco con letale rapidità dando qualche problema ai giocatori più avventati e impazienti. Questa è solo una delle tante aggiunte al bestiario di Dark Souls III, che arricchisce l’esperienza e la sfida anche al netto della presenza di soli due nuovi boss (di cui uno “opzionale”). Questo perché, per quanto il contenuto singleplayer di Ashes of Ariandel sia essenziale per qualsiasi appassionato, la sua durata è piuttosto effimera, e spazia dalle 4 alle 5 ore a seconda del livello del vostro personaggio e, soprattutto, dalle vostre skill di giocatore.

un’intensa e memorabile esperienza

Questo non va a minare però la qualità e l’intensità dell’esperienza, che ha uno dei boss più intensi e potenti di tutta la serie. Non siamo qui per spoilerare, tranquilli, ma vi assicuriamo che percorrere le colline innevate da cartolina di Ariandel vi riserverà più di qualche sorpresa. Questo è soprattutto vero se si pensa al fantastico level design che From Software ha costruito sul Mondo dipinto: segreti ben nascosti e quel pericolosissimo level design che era proprio di alcune aree dell’originale indimenticabile capitolo, sempre sull’orlo del precipizio e della morte, dove bastava una rotolata mal calcolata per gettare al vento migliaia di anime.

Ashes of Ariandel è tutto questo e molto altro, con l’interessante aggiunta di una vera e propria Arena PVP dove sfidarsi con altri giocatori: un’aggiunta estremamente gradita e intelligente, che va in parte a bilanciare la pochezza dell’avventura per il Mondo dipinto di Ariandel, permettendo agli appassionati di sfide all’arma bianca e di galateo di potersi confrontare in tutta “sicurezza”. Una volta sbloccata l’arena infatti, potremo organizzare vere e proprie sfide stabilendone le regole e l’ambientazione, e selezionando il tipo di scontro che si vuole affrontare: abbiamo il classico 1 contro 1, arrivando infine alla mischia tutti contro tutti, passando per la nuovissima sfida 3 contro 3, anche con amici.

Conclusioni

Ashes of Ariandel è Dark Souls III al suo meglio: una nuova intricatissima area da esplorare che porta con sé nuovi oggetti ed equipaggiamento e l’incerta ma spaventosa certezza che la neve sotto i nostri piedi può cedere da un momento all’altro o, piuttosto, nascondere terribili mostruosità pronte a farci perdere le nostre sudate anime.

Il gentile inverno del Mondo dipinto di Ariandel porta con sé un’intensa e memorabile esperienza, coronata da una delle boss fight più belle che ci sia mai capitato di vedere (e uccidere) nella serie, rivaleggiando e confrontandosi con quanto Miyazaki ha proposto con Bloodborne. Con una cura maniacale e nuovi elementi da inserire nella lore, nonché con l’interessante aggiunta dell’Arena, Ashes of Ariandel è un acquisto imprescindibile per ogni appassionato della serie: sarebbe stato bello, però, averne di più.

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