News 07 Apr 2016

Dark Souls: Fame di Lore – Parte I – Lordran

Dark Souls: Fame di Lore

La trama di Dark Souls

Una delle accuse più comuni rivolte al gioco Dark Souls è quella che, aldilà delle sue bellezze tattiche ed estetiche, è che in fondo non abbia una trama o che perlomeno sia molto confusa ed evanescente. In realtà ci sono delle tematiche ricorrenti ed essenziali che si trasmettono tra un capitolo e l’altro e vanno tutte a spiegare un tassello alla volta il mondo di Dark Souls e dei suoi personaggi. È indubbio però che la ricostruzione degli eventi spesso richieda attenzione, specie nella descrizione degli oggetti reperibili, le cui citazioni riporteremo in lingua originale per evitare fraintendimenti dovuti a errori di traduzione.

In questo e nei seguenti sei articoli (li trovate tutti nel menù qui in basso ndr.)cercherò di spiegare, speculare e segnalare quali possibili strade l’autore del gioco stia cercando di percorrere per dare una struttura coerente alla Lore del gioco. Eventi e quest secondarie che non danno contributi significativi alla trama sono stati esclusi.

Senza la pretesa di avere la verità in tasca, vi presentiamo la trama di Dark Souls.

Lordran

Spazio Temporale

Innanzitutto, è bene fare una riflessione sullo scorrere del tempo. Riportiamo qui una citazione di Solaire di Astora, personaggio quasi emblematico del primo capitolo:

We are amidst strange beings, in a strange land.

The flow of time itself is convoluted, with heroes centuries old phasing in and out.

The very fabric wavers, and relations shift and obscure.

There’s no telling how much longer your world and mine will remain in contact

 Dark Souls: Fame di Lore

Una traduzione riassuntiva ci informa che il flusso del tempo si avviluppa su sé stesso, con eroi del passato che appaiono e scompaiono. Questa frase, che nel gioco serve a giustificare la presenza del Multiplayer, ci rivela in realtà che il presente in cui vi trovate non ha una posizione specifica (o fissa) nella storia. Il significato di ciò diventerà ancor più evidente nei capitoli successivi, dove alcuni luoghi saranno richiami abbastanza espliciti a posti e personaggi che non dovrebbero più esistere o che esistono in un universo parallelo. In verità l’ordine dei vari capitoli sembrerebbe avere uno sviluppo cronologico in linea retta per delle ragioni che spiegheremo più avanti, con qualche interferenza dal passato (o futuro?).

Detto questo, ogni Dark Souls sembra avere una specie di tabula rasa per quanto riguarda gli eventi, i quali tendono a ripetersi da capo con personaggi diversi compreso il protagonista, in ruoli però molto simili. Il mondo in un certo senso si ricrea in un ciclo continuo che lascia in sé tracce del passato. I cambiamenti tra un’era e l’altra richiedono comunque un arco temporale che si aggira intorno ad alcune migliaia di anni, come si intuisce da una frase di Quelana:

A thousand years of atonement must surely be enough

Non è quindi possibile tracciare una linea temporale precisa e coerente, ma è almeno esplicitato quali eventi appartengono al passato e siano tutt’altro che recenti.

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Il comune denominatore

In the Age of Ancients the world was unformed, shrouded by fog. A land of grey crags, arch-trees and everlasting dragons. Then there was Fire, and with Fire came Disparity. Heat and cold, life and death, and of course… Light and Dark

La storia di Dark Souls trova il suo universo dormiente all’inizio della cronologia, dominato da rocce, alberi giganti e draghi. Il Big Bang, l’incipit che mette in moto il cambiamento secondo un’interpretazione degna di Eraclito, è l’apparire della Fiamma Primordiale, un’energia creatrice da cui sorgono delle anime speciali in grado di donare poteri particolari a chi ne entra in possesso. Questo evento da inizio all’Età del fuoco, un’epoca dominata da potenti signori simili a divinità che portano i draghi all’estinzione per regnare al loro posto.

Dark Souls: Fame di Lore

Questo stato di cose non è però destinato a durare: una maledizione, quella del non morto, sta piagando il mondo trasformando i suoi abitanti in esseri perennemente sospesi in un limbo tra vita e morte ma costretti a una lenta deturpazione e progressivo decadimento della loro sanità mentale. Questa trasformazione viene sancita dalla loro perdita di intelletto fino a diventare Hollow, vuoti, e non più in grado di essere resuscitati dalla forza vitale dei falò. L’unica cosa che può rallentare il corso di questa maledizione sono le anime, oltre a una misteriosa sostanza chiamata Umanità.

Il protagonista, un prescelto affetto lui stesso dalla piaga che sta cambiando il mondo, è destinato a spezzare tale maledizione e per farlo dovrà sconfiggere le autorità decadute che l’hanno preceduto, esattamente come loro fecero all’inizio dell’età del fuoco. Cosa accadrà però dopo? Quale era attenderà il mondo?

Solo il prescelto potrà stabilirlo…

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Il concetto di bene e male

Ogni giocatore vorrebbe appartenere a un orientamento ben definito per il proprio personaggio, qualcosa di molto simile al sistema karmico dei vecchi Fallout. Azioni caritatevoli, l’annientamento di cattivi e scelte generose dovrebbero portare a sentirci eroici paladini mentre furti, massacri di innocenti e egoismo imperante a ricoprire il ruolo del malvagio. In Dark Souls però l’oscurità e la luce non sono necessariamente simboli dei canonici concetti di bene o male, ma semplicemente entità a sé stanti che compiono atti indipendenti dalla morale comune. Non esiste quindi un’interpretazione universale di quali scelte siano “giuste” o “sbagliate”, e nessuna di queste porta a conseguenze definitive a livello di trama.

Trovo sia importante fare questa precisazione. All’interno del gioco esistono d’altronde numerosi gruppi che consentono di effettuare patti e poter interagire in maniera diversa con determinati personaggi e giocatori. Nessun patto vi renderà buono o cattivo semplicemente perché nessuno è buono o cattivo. Il paragone più semplice che mi viene in mente è la mitologia greca, dove varie divinità tengono fede alla propria indole, favorendo o punendo i mortali a seconda degli umori e del loro credo.

Per comprendere gli eventi bisogna dunque tenere a mente che ogni personaggio agisce sostanzialmente solo per ciò che ritiene giusto e che non esiste una definizione oggettiva di giustizia, quanto più una costante e soggettiva interpretazione.


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