I draghi non hanno anima
Un indizio che passa inosservato è, come da titolo, il fatto che nessun drago “al naturale” abbia un’anima, se si esclude Sinh. Kalameet, il Drago Famelico e il Drago Nibbio Infernale non lasciano alla loro morte un’anima speciale. Seath e Priscilla vanno esclusi, il primo perché ha un frammento dell’anima di Gwyn e il secondo perché è un ibrido drago e potrebbe aver acquisito l’anima dalla sua metà non draconica. L’incognita resta per il Drago di Pietra nel Lago di Cenere che è immortale ma per cui ci sono buone ragioni di credere che non abbia un’anima. Cosa può voler dire?
L’ipotesi più probabile è che la natura dell’anima sia direttamente collegata all’esistenza della fiamma. I draghi sono creature che hanno vissuto prima dell’età del fuoco e ciò porterebbe a escludere che i giganti abbiano convissuto con loro nell’era primordiale (e che quindi non sarebbe gli archtrees citati nel prologo). Il Drago Guardiano e il Drago Antico sono d’altronde creazioni che Aldia ha realizzato usando altre anime e pertanto privi di una propria. C’è in verità il dubbio che lo staff di Dark Souls II abbia semplicemente commesso un errore nell’attribuire al Drago Guardiano, al drago nel ricordo e a Sinh un’anima omonima, spezzandosi dalla coerenza del suo predecessore e creando una discrepanza di trama; ciò rafforzerebbe la teoria che Anime, fiamma e oscurità siano tutte strettamente collegate tra loro e renderebbe i giganti, di fatto, personaggi del tutto simili agli umani nella loro relazione con la maledizione e la fiamma.
L’Araldo dello Smeraldo
My name is Shanalotte. The dragon gave me this name, for I was born with none. I was born of dragons, contrived by men.
By ones who would cozen fate herself… They are the ones who created me. But they failed. I did not come out as intended.
Fate would not be bested, and men were cursed once again. If you proceed, Nashandra will come after you.
Knowing that you will take the throne, and link the fire. She covets the First Flame, and the Great Soul.
Put Nashandra to rest
Dulcis in fundo, l’altro grande enigma del gioco. Shanalotte, nota come l’Araldo dello Smeraldo, il personaggio che ha attirato il protagonista verso Drangleic e che gli indica il cammino da seguire per ascendere al trono. La sua origine è legata ad Aldia e ai draghi da lui creati sebbene lei non possieda alcuna anima particolare. Qualcosa però non è andata come doveva nella sua creazione poiché sarebbe dovuta essere lo strumento per spezzare le catene del fato.
I want you to kill the girl in Majula known as the Muse. They say that she is the last Fire Keeper. But they say a lot of things…
That she’s a gentle shepherd, lighting the way for you cursed fools. Nonsense”
Shanalotte viene descritta da Navlan come l’ultima custode del fuoco, una musa, ovvero l’ispiratrice di qualcosa. Quattro di queste custodi vengono presentate all’inizio del gioco, ormai vecchie, avizzite e private dei loro poteri. Ma di quale fiamma l’araldo dovrebbe essere custode? Aldia potrebbe aver carpito che l’essenza della maledizione è proprio nelle custodi, dotate di quel potere che brucia e consuma infinite umanità. Cosa ha cercato di creare con la sua guardiana artificiale? Forse neanche Aldia stesso era sicuro di cosa cercare, ed è per questo che Shanalotte non è riuscita ad assolvere il suo compito.
You, who link the fire, you, who bear the curse… Once the fire is linked, souls will flourish anew, and all of this will play out again.
It is your choice… To embrace, or renounce this… Great Sovereign, take your throne.
What lies ahead, only you can see
Shanalotte spiega che ravvivare la fiamma farà ripetere irremidiabilmente il ciclo, ma lei apre anche alla possibilità di scegliere un alternativa.
The child of the dragon, sequestered away from the world, imagined a world of boundless possibilities from the mere sight of a feather
La Piuma Antica, l’unico oggetto che Shanalotte porta con sé, descrive come lei abbia immaginato un mondo di sconfinate possibilità alla vista di una piuma. Cosa può voler dire? Potrebbe essere un altro indizio su ciò che Aldia ha cercato di creare: piuttosto che un’altro Fuoco Primordiale, una nuova custode di esso, che però non porti a ripetere il ciclo delle ere ma possa ad aprire a più possibilità. Precisamente, le possibilità scelte dall’erede legittimo del Trono del Desiderio, la persona che lei ha visto nel protagonista, l’unico in grado di riunire le quattro corone e dimostrare così di essere il più grande monarca della storia di Drangleic.
Non potrei però chiudere questa interpretazione senza tirare nel mezzo l’altro ibrido-drago umano nella storia di Dark Souls: Priscilla. Una creatura temuta dalle divinità di Lordran al punto da essere esiliata in un altro mondo dava l’impressione che minacciasse l’era del fuoco, ma se invece avesse potuto cambiare l’ordine stesso delle ere? Di Priscilla si sa con certezza che ha una parte di sé legata ai draghi, esattamente come Shanalotte. Il loro ruolo potrebbe essere diverso, ma il loro potere molto simile.
La mia Drangleic
Capisco di aver buttato troppe idee, troppe interpretazioni e troppi suggerimenti per Dark Souls II, trascinato da molte incognite e poche certezze. Voglio però raccogliere le idee più convincenti e presentarle insieme cercando di dare una struttura coerente alla trama di Drangleic. Presento quindi qui la mia interpretazione dei fatti:
Re Vendrick sconfigge quattro grandi esseri pur non essendo guidato dal destino di un’anima speciale. Questo evento da parte di un uomo comune provoca la creazione di una sala nota come Trono del Desiderio. La sua è funzione simile a quella della Fornace della Prima Fiamma ma con un potere più vasto e non limitato a resuscitare la Fiamma Primordiale.
Attratta da questo evento una parte di Manus chiamata Nashandra si presenta a Vendrick con l’intenzione di accedere al Trono dei Desideri e portare l’era dell’oscurità. Dopo averlo sedotto e sposato, lo convince ad attraversare il mare per prendere dalla razza dei giganti un oggetto a lei caro. Al loro ritorno lo convince a ergere il castello di Drangleic sopra il Trono del Desiderio, a sua insaputa. L’oggetto preso dai giganti è qualcosa di molto simile a un Ricettacolo dei Lord o a una Fiamma Primordiale, qualcosa collegato al fuoco che Nashandra vuole controllare. Aldia, fratello di Vendrick, inizia i suoi studi a riguardo cercando una cura alla maledizione. I suoi esperimenti sui giganti e su questo prototipo di Fiamma Primordiale sono diretti a capire la natura della maledizione del non morto. Creando draghi dalle anime dei giganti, riproduce grazie al loro potere Shanalotte, colei che dovrà fare da custode del Falò di un nuovo inizio dove non sia obbligatorio il continuo ripetersi delle ere ma si basi sulle decisioni di un monarca. La necessità della Fratellanza dei Giganti trova le sue origini nel fatto che questa sala tragga il suo potere da un fuoco appartenuto a questa razza. Aldia, convinto di poter usare le sue creazioni per eleggersi re, tenta di accedere al trono e usarlo per spezzare la maledizione. Ne resta però vittima e si trasforma perché Shanolotte è imperfetta (la sua natura non deriva dai draghi originali) e non può garantire da sola il nuovo destino del mondo. Ciò che può fare è tuttavia richiamare in Drangleic una persona idonea a prendere il Trono del Desiderio.
Nel frattempo Vendrick, che per lungo tempo era rimasto all’oscuro dell’esistenza del Trono del Desiderio, aveva scoraggiato qualsiasi tentativo di creare una nuova Fiamma Primordiale come la punizione della Peccatrice Perduta dimostra. Rifiuta anche l’era dell’oscurità e difatti quando intuisce la vera natura della sua consorte decide di nascondersi con l’Anello del Re, chiave indiretta per accedere al Trono dei Desideri. Si rifugia quindi nella Cripta del Non Morto pur di tener lontana Nashandra. Incapace di trovare una cura alla maledizione del non morto, si trasforma qui in Hollow insieme alla sua fedele guardia reale.
Il guerriero richiamato a Drangleic ripercorre gli stessi passi del sovrano sconfiggendo i quattro grandi esseri della sua epoca, rappresentanti dell’apoteosi dell’era del fuoco esattamente come il prescelto del primo capitolo fece. L’eccezione è che lui non possiede alcuna anima particolare ma si fa artefice del proprio destino guidato solo dall’Araldo dello Smeraldo.
Dimostra il suo valore riunendo le corone degli altri quattro re di Drangleic, anche loro sovrani che hanno probabilmente fatto un percorso simile al prescelto pur non avendo un’anima speciale. Il protagonista da così prova di poter effettivamente essere sovrano di tutti i popoli, come si conviene a un vero re, e sconfiggendo i quattro frammenti di Manus (simbolo dell’oscurità) distrugge ciò che potrebbe portarlo nell’era voluta da Nashandra. L’ultima prova è quella di Aldian, che ha atteso deformato l’arrivo dell’uomo che avrebbe potuto accedere al vero trono e riconosce in lui ciò che nessuno prima era potuto diventare.
L’unico che potrà decidere cosa sarà del futuro, slegato dal fato, sarà il nuovo monarca di Drangleic o colui che cercherà come Vendrick un’altra risposta, diversa da quelle proposte finora.
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