Death Stranding 2 analisi trailer speciale
Speciale 15 Dic 2022

Death Stranding 2, analizziamo l’ambiguo trailer di debutto

**Questo articolo contiene spoiler sul finale di Death Stranding**

L’annuncio di Death Stranding 2 ai The Game Awards è arrivato come una sorpresa parziale. Hideo Kojima e i suoi collaboratori hanno disseminato indizi circa il suo sviluppo da diverso tempo, in un lungo processo che è culminato con l’inizio vero e proprio della fase di teasing del nuovo progetto. Diversi cartelloni pubblicitari firmati Kojima Production hanno iniziato ad apparire nelle fiere di settore più importanti, con domande criptiche e silhouette che mostravano diverse attrici, protagoniste di una nuova storia firmata da Kojima.

Elle Fanning e Shioli Kutsuna, ma anche la mai scontata Lea Seydoux, conferma finale del prossimo progetto del maestro giapponese: DS2. Un’abbreviazione che in questo caso non è frutto del linguaggio gergale degli appassionati, ma di una scelta specifica dell’autore. Death Stranding 2, di fatto, non ha ancora un nome ufficiale. È un working title, un titolo provvisorio che potrebbe suggerirci la volontà di Hideo Kojima di giocare con le parole, con i significati attribuiti finora agli elementi cardine della narrazione di Death Stranding.

Di fatto, di Death Stranding non si può più parlare, perché dopo gli eventi finali del titolo omonimo, questo peculiare evento apocalittico è stato annullato. Un ritorno allo stato del mondo precedente, grazie alla rinuncia da parte di Amelie del suo ruolo di entità estintiva, con annessa rottura del collegamento con la sua spiaggia. Una delle prime scene che vediamo in questo trailer, mostra un idolo che sembra rappresentare la figura di Amelie.

Death Stranding 2 analisi
Pellegrinaggio o sepoltura?

Un simbolo religioso, a tratti, visto che viene utilizzato come guida di una lunga carovana di individui mascherati, intenti ad attraversare un deserto mentre trasportano una bara. Una scena che ha una solennità e un’atmosfera tipica di una processione funebre, verso il luogo indirizzato per la sepoltura o la messa del morto. Allo stesso tempo, potrebbe avere una valenza differente, quasi a rappresentare un pellegrinaggio religioso. Difficile dire chi sia contenuto in quella tomba, se il corpo (ha) dell’ex presidentessa degli USA, Bridget Strand, o la sua anima (ka, nella cultura egizia) che conosciamo con il nome di Amelie.

In ogni caso, vista l’associazione con Amelie, potrebbero essere un’evoluzione degli Homo Demens, in qualche modo legati al ruolo dell’entità estintiva e ad una potenziale ideologia scaturita dalla sua natura. L’uso del colore rosso potrebbe suggerire, in questo senso, un collegamento con Amelie e il suo aspetto nel ruolo di entità estintiva. Appariva infatti sempre con un elegante vestito rosso, e un aspetto sempre giovane dovuto al suo esistere nella spiaggia.

Interessante anche il dettaglio del totem, che se capovolto è associabile ad un Sole con degli “strand” che tendono verso il basso. Queste corde rappresentano il ponte di collegamento tra il mondo reale e quello dei morti, un tipo di iconografia piuttosto indicata nella rappresentazione di Amelie, e che potrebbe avere un significato nascosto sulle ambizioni di questo culto.

Death Stranding 2 analisi
Una Fragile stranamente ringiovanita

Al di là delle suggestioni legate ad Amelie ed Higgs, è interessante notare come il focus di Kojima si sia spostato da Sam Porter a Fragile, sia nel trailer che nelle immagini promozionali. La natura di Fragile, il suo ringiovanimento e l’essere una riemersa, sono tutti elementi piuttosto insondabili. Eppure questo cambio di prospettiva non può che rievocare quanto accaduto all’epoca con Metal Gear Solid 2.

Sia Fragile che Sam, mostrato con un colore di capelli inusuale, potrebbero essere i protagonisti di questa storia. Ma, come fu per Raiden con Snake, la loro apparizione potrebbe anche rivelarsi una falsa pista piazzata dalla scaltra mente di Hideo Kojima. Il loro ruolo potrebbe in realtà essere marginale, nonostante Fragile sembri suggerire a Sam che dovrà affrontare un nuovo viaggio.

Le possibilità sono sicuramente molteplici, tutte plausibili ma allo stesso tempo frutto di un vano esercizio di immaginazione

A prendere il testimone potrebbe essere il personaggio di Elle Fanning, la prima ad essere mostrata durante la campagna promozionale. Le sue foto e movenze sul set sembrano facilmente collegabili a quelle di Louise, la Bridge Baby sopravvissuta alla fine di Death Stranding. Una bambina decisamente cresciuta, che prenderebbe il testimone del suo padre adottivo in un mondo cambiato o sconvolto da un evento. Proprio come avvenne in Metal Gear Solid 2 con il suo prologo sulla petroliera, seguito poi dagli eventi postumi nella base Big Shell, con Raiden e i Sons of Liberty.

Le possibilità sono sicuramente molteplici, tutte plausibili ma allo stesso tempo frutto di un vano esercizio di immaginazione. La mente di Hideo Kojima è sempre un passo avanti, e il fatto che lui stesso monti i propri trailer è un ulteriore punto a suo favore. Tornando coi piedi per terra, voglio focalizzarmi in quest’ultimo passaggio su una dichiarazione d’intenti velata, ma neanche tanto.

Kojima Productions Death Stranding 2
Il nuovo logo a sinistra potrebbe essere associato alla figura di Higgs e dei suoi robot, sarà la fazione nemica?

Durante l’immaginifico trailer, viene mostrato una gigantesca piattaforma robotica emergere da un mare di catrame. Sulla sua scocca metallica si legge “Drawbridge”, seguito dalla descrizione “Sia bastone che corda, per proteggere e connettere. Insieme, per il domani.”

Kojima definì Death Stranding un gioco fatto di corde, citando l’autore giapponese Kobo Abe, con un design basato sulla collaborazione e l’avvicinamento tra giocatori. Il suo social strand game era decisamente diverso dagli altri videogiochi, basati sempre sulla comunicazione attraverso i bastoni. Che sia in single player o in multiplayer, l’obbiettivo è di allontanare l’altro, attraverso la violenza. In questo Death Stranding 2 le due espressioni potrebbero coesistere: un bastone per allontanare nuove minacce, una corda per avvicinare i giocatori e trovare aiuto.

Il salto logico sarebbe verso un gameplay rinnovato, che non commetta gli stessi errori del precedente. Un gunplay più strutturato, con degli scontri meno goffi e più action. Ma potrebbe anche collegarsi all’ultimo, grande quesito di Hideo Kojima: “Avremmo dovuto connetterci?”

Higgs o un’altra persona?

La risposta potrebbe non essere positiva, e portare il suo social strand game in nuovi territori. Non solo connessioni spontanee con altri giocatori, ma anche momenti di riflessione sulla natura di queste connessioni. Sono state tutte positive? Hanno tutte lo stesso apporto nel mio viaggio? In un’epoca fatta di sovrabbondanza di informazioni, e di connessioni forzate a cui siamo costantemente sottoposti, l’idea di poter esplorare il rovescio della medaglia attraverso il game design, nelle meccaniche create da Kojima, è dannatamente interessante.

Se questo monologo non vi è bastato, diteci cosa ne pensate di questo articolo e di Death Stranding 2, nel nostro gruppo Facebook. Nel caso ve li siate persi, ecco tutti gli annunci fatti durante i The Game Awards.

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