Con La Regina dei Sussurri, Destiny 2 entra ufficialmente in una fase molto delicata della sua lunga vita. Non si tratta di un’espansione qualsiasi, né dal punto di vista ludico, come vedremo, né tanto meno per quanto concerne l’aspetto narrativo, dove gli sceneggiatori di Bungie hanno e stanno chiaramente premendo con più decisione sul pedale dell’acceleratore, in vista del rush finale che sfocerà nel definitivo scontro tra Luce o Oscurità, battaglia che alimenta la saga sin dal suo esordio, avvenuto ormai nel lontanissimo 2014.
Dopo Oltre la Luce, a sua volta ottimo DLC, c’erano aspettative altissime, legate soprattutto all’entrata in scena di Savathûn, la Megera Regina dell’Alveare Lucente che, con metodi inizialmente ignoti, è riuscita a creare un esercito di combattenti che, equipaggiati di Spettri, esattamente come i Guardiani, possono ingannare la morte.
La campagna, che vi terrà occupati per una decina di ore circa, e che ha il grande pregio di proporsi in due livelli di difficoltà distinti, ciascuno dei quali promette ricompense ben distinte e comparate all’aggressività degli avversari, davvero estrema in Leggendario, dopo un preambolo non particolarmente emozionante, vi trascinerà nel Tronomondo, pianeta santuario di Savathûn.
L’ambientazione vive di affascinanti contrasti. Da una parte la palude, acquitrinosa e fangosa. Dall’altra i palazzi, di uno straniante candore, e gli sfarzosi giardini. Nel mezzo, o per meglio dire sottoterra, cunicoli e grotte, che sfociano in aree gigantesche, in cui la Regina ha costruito imponenti templi che dovrete ovviamente esplorare e liberare dalla presenza nemica. Artisticamente parlando, il Tronomondo è uno scenario che comprova una volta di più l’abilità di Bungie nel dare forma e vita a panorami suggestivi, sinistramente incantevoli.
La trama, dal canto suo, pur vivendo di troppi momenti didascalici, compie perfettamente il compito prepostosi, gettando ombre inquietanti sul Viaggiatore, tratteggiando i contorni di un villain tremendamente astuto, introducendo sul finale il Testimone, araldo dell’Oscurità con cui, prima o poi, toccherà inevitabilmente fare i conti (o forse no?).
I neofiti, pur con la possibilità di recuperare parte dell’intricata lore di Destiny sia prendendo parte alle vecchie campagne, sia consultando le decine di documenti presenti nei menù di gioco, si troveranno senza alcun dubbio spiazzati di fronte ad un arco narrativo dalle dimensioni titaniche. La Regina dei Sussurri, in questo senso, non è certo l’espansione ideale per iniziarsi, ma anche grazie al sito internet ufficiale del gioco, e ai tanti contributi di content creator specializzati sull’argomento presenti su YouTube, non è troppo difficile farsi un’idea generale di cosa sia accaduto prima dell’apparizione di Savathûn, personaggio a cui la saga ha riservato accenni e rimandi già ben dodici anni fa.
All’atto pratico, la campagna vive di grandi ed emozionanti momenti. Pur non proponendo enigmi particolarmente complessi, per quanto non ne manchino, pur non avvalendosi di scenari che palesano level design particolarmente intricati, ritrovarsi ad affrontare cavalieri dell’Alveare con il potere di ritornare in vita, a meno che non abbiate l’accortezza di eliminarne lo Spettro in tempo, vi costringerà a rivedere le vostre strategie offensive.
La duttilità dei Falcioni è il loro più grande pregio
Anche a questo proposito è doveroso spendere due parole sulla Forgia e sul Falcione. La Forgia è un nuovo manufatto con cui potrete dar vita a armi che, facendole salire di livello utilizzandole, potrete ricostruire più e più volte, equipaggiandole di perk sempre più efficienti e adatti al vostro stile di combattimento. Di queste particolari bocche di fuoco dovrete prima recuperare i progetti, completando trionfi e incarichi vari, per poi prepararvi ad un po’ di immancabile farming per ottenere tutte le risorse necessarie per mettere in funzione la Forgia. Da questo punto di vista, La Regina dei Sussurri si comporta lievemente meglio rispetto alle espansioni passate, elargendo il giusto numero di componenti e materie prime con una certa frequenza, evitando così incastrare l’utente in attività ripetitive.
A questo proposito, bisogna ovviamente citare il Falcione, nuova famiglia di strumenti offensivi che possono descriversi come il perfetto punto d’incontro tra un Cannone Portatile e una Spada. Letale a corta distanza, ideale quindi per chi adotta uno stile più sfrontato, grazie alla sua discreta gittata e potenza, vi tornerà utilissima anche per headshot con cui sfoltire le orde in avvicinamento. La duttilità dei Falcioni è il loro più grande pregio, la qualità che li rende (e speriamo li renderà anche in futuro) una validissima scelta non solo per la campagna, ma anche per tutte le altre attività che compongono l’espansione.
Tra queste, non possiamo non citare il nuovo raid, La Promessa del Discepolo. Disponibile solo dopo aver raggiunto un ragguardevole livello di Luce, tira anch’esso in ballo il Testimone, introducendo un sinistro villain a lui piuttosto vicino, e anche per questo estremamente potente.
L’Incursione si divide in cinque fasi. La prima, ambientata nelle paludi del Tronomondo, vi vedrà impegnati nella difesa di un manufatto che vi permetterà di accedere alla Piramide, luogo in cui si è trincerato il temibile Rhulk. Dinamica e adrenalinica, questa fase si fa apprezzare per il ritmo con cui si alternano le ondate di nemici e per la rapidità con cui ci si muove sulla mappa.
Entrati nella fortezza, il raid conosce forse il suo momento peggiore. Prigionieri in una gigantesca arena, potrete superarla solo dopo aver risolto un enigma a base di simboli da scovare sia esplorando, che sconfiggendo le orde di ostili virtualmente infinite. Molto dipende da quanto tempo ci metterete a capire il meccanismo che vi permetterà di liberarvi da questo loop, ma va da sé che alle lunghe ci si stanca di questa estrema staticità.
Molto meglio la due fasi successive, che ristabiliscono il buon ritmo del raid, grazie ad un level design davvero intricato, con cui dovrete inevitabilmente fare i conti per sopravvivere e sfoltire le fila nemiche.
Lo scontro con Rhulk, infine, è una delle migliori boss fight che la saga abbia mai offerto al suo pubblico. Complessa, prolungata, enormemente soddisfacente. Le singole fasi in cui la battaglia si snoda propongono meccaniche ben distinte, che incentivano come non mai la cooperazione tra tutti i membri del party.
La Regina dei Sussurri è la miglior espansione di Destiny 2 pubblicata fino ad oggi. Se già Oltre La Luce si era ben distinta, grazie ad un villain di spessore, una campagna impegnativa e coinvolgente, un raid complesso al punto giusto e tutta una serie di new entry, tra cui spiccano la Forgia e il Falcione, le cose da fare sono tantissime. Inoltre, rispetto al passato, pur ripresentandosi lo spauracchio del farming più indiscriminato, la sensazione è che questa volta sia comunque più facile recuperare tutto il necessario per far progredire il proprio Guardiano e completare le tante missioni proposte nell’end-game. I neofiti potrebbero restare disorientati di fronte ad una narrazione che contempla una lore ampissima e stratificata, ma se avranno la pazienza di recuperarla per vie traverse, o sfruttando i tanti documenti presenti nel software stesso, avranno la possibilità di testare Destiny 2 nella migliore delle sue forme. I veterani, dal canto loro, hanno poche scuse. Se avete amato e giocato la produzione Bungie fino a qui, con La Regina dei Sussurri avrete l’espansione definitiva. Volete fare il pieno di Monete d’Argento? Date un’occhiata a questo link. |
Commenti