Destiny 2: Ombre dal Profondo
09 Ott 2019

Destiny 2: Ombre dal Profondo – Recensione

Prima dell’arrivo di Destiny 2: Ombre dal Profondo erano settimane che non toccavo il titolo di Bungie. Forte però di un’espansione davvero interessante e di un vento di cambiamento totale dopo la scissione da Activision, non vedevo l’ora che arrivasse il giorno del lancio.

A poco più di una settimana dall’arrivo di questa espansione posso ritenermi quasi soddisfatto dal tutto. Manca del resto ancora l’Incursione, che nei DLC arrivati in Destiny 2 ha rappresentato quasi quel tentativo di recuperare il terreno perso con storie poco ispirate e cambiamenti blandi di gameplay. Qui in Ombre dal Profondo, invece, l’Incursione è “solo” una ciliegina posta su una torta già di suo appetitosa.

Il mio primo pensiero non appena entrato in Destiny 2 è stato tutto dedicato alla Luna. È una bella sensazione ritrovare la prima destinazione extraterrestre di Destiny anche nel secondo capitolo. L’area di gioco è la stessa, modificata dal tempo ed espansa con nuove aree esplorabili, colme di missioni da completare e soprattutto segreti da scoprire.

Destiny 2: Ombre dal Profondo

È infatti questo il motivo per cui ho ripreso in mano Destiny in quanto franchise. Da tempo provavo quella sensazione di sapere tutto del gioco che avevo in mano. Tornando dopo settimane di pausa e soprattutto con un’espansione così interessante (unita a un update importante), lo scenario è completamente diverso. Sono sicuro di non aver visto ancora tutto di questa espansione, poiché non c’è una vera traccia da seguire per certe avventure. Ciò mi piace, e parecchio.

Si potrebbe ribattere giocando la carta del riciclo di contenuti. Nulla da obiettare, purtroppo è vero se lo si guarda dall’alto. Le missioni della storia prendono luogo in posti ovviamente nuovi, ma con nemici che arrivano dal passato. Eris Morn, personaggio sempre più centrale per la storia, è infatti preoccupata per una piramide misteriosa nelle profondità della Luna, che pare aver disseminato di Incubi il satellite.

Parte di questi Incubi sono la sua vecchia squadra, che ora la tormenta per qualche motivo. Il compito del giocatore è sia indagare su questa piramide, sia alleviare Eris dai suoi ricordi passati. Nel frattempo, questi Incubi prendono le sembianze anche di nemici del passato: qui si nota un po’ di riciclo di materiali, tra vecchi boss degli Assalti e addirittura delle Incursioni.

Nonostante questo, tornare sulla Luna è davvero piacevole. L’arco narrativo è infatti di buona lunghezza (7/8 ore godendosi anche attività parallele) e con Imprese fatte sia per progredire sia per fornire buone armi e armature. Fuori dalla storia c’è però molto di più, a partire dalla presenza dei Vex sulla Luna.

Destiny 2: Ombre dal Profondo

I Vex sono di gran lunga i miei nemici preferiti, fin dal loro ruolo protagonista nella Volta di Vetro. Macchine con un filo di anima organica che collaborano tra di loro con una mente sola, alla continua conquista dell’universo e con una tecnologia mai compresa al 100%.

La Volta di Vetro rimane la mia Incursione preferita. Il Nexus rimane il mio Assalto preferito. Forse sono un po’ di parte, ma per parecchio tempo i Vex saranno sulla Luna per tentare di colonizzarla.

Loro sono infatti coinvolti nella prima parte del Pass Stagionale di Destiny 2: Ombre dal Profondo. La crescita dei tre personaggi per ogni utente è infatti legata all’accumulo di esperienza durante ogni stagione, poiché il Potere massimo aumenta anche grazie all’esperienza, conferendo punti bonus che si resettano al termine.

Nonostante il bonus addizionato al Potere non venga conteggiato nel momento in cui si ottengono ricompense, è comunque un metodo validissimo per accedere a modalità finora troppo difficili. Questo è solo uno dei punti positivi portati dal nuovo metodo di Infusione e dal soft level cap a 900. Ci sono infatti molte attività (Sfide) in grado di regalare armamenti potenti per salire di Potere, tante abbastanza per richiedere tutta la settimana per portarle a termine.

A meno che non siate attaccati allo schermo per 8 ore al giorno, il che non è indubbiamente un problema di Bungie.

Destiny 2: Ombre dal Profondo

I Vex dunque sono sulla Luna e portano due nuove attività. Una è casuale, molto simile agli eventi pubblici: i Guardiaporta vengono infatti portati sulla Luna tramite un’enorme spaccatura saettante nel cielo, con orde di Vex non esattamente deboli da fronteggiare. Questo evento porta buone ricompense ed è dannatamente divertente poiché l’orda continua a spawnare sempre più nemici.

L’altra attività è accessibile solo dopo aver completato una serie di missioni e si chiama Offensiva Vex. Con grande sorpresa, ho scoperto subito che bisogna essere in 6 per intraprendere questa avventura, per fortuna fornita di matchmaking. Si tratta di un ibrido tra orda e Assalto, con meccaniche visibili anche nei Cala la Notte più difficili: ci sono infatti nemici Barriera e Sovraccaricati, in grado di bloccare ogni colpo, rigenerarsi oppure trasformarvi in poltiglia.

La pecca di questa modalità, anch’essa estremamente divertente e frenetica per via della quantità di Vex coinvolti, è che alla lunga risulta ripetitiva. Lo scenario è infatti uno solo e dopo averlo completato più volte sale un po’ di assuefazione, quindi questo concept va assolutamente elaborato ed espanso da parte di Bungie. Trattandosi però, a quanto pare, di attività stagionale, ciò fa pensare bene per i prossimi eventi tematici.

I materiali raccolti sono infatti in totale stile Vex. Le nuove modifiche per armi e armature fanno il resto, consentendo al giocatore di alzare il potenziale di ogni strumento per applicare speciali features. È come costruirsi un amuleto personale personalizzandolo a proprio piacimento, ovviamente a patto che questa modifica venga prima trovata.

Destiny 2: Ombre dal Profondo

Il grinding, del resto, è una parola d’ordine per Destiny 2, ma non l’ho ancora trovato frustrante. È possibile salire semplicemente giocando fino a livello 900. Le attività normali forniscono equipaggiamento fino a questo livello, poi è necessario completare Sfide per proseguire oltre. L’infusione torna inoltre ad essere intuitiva come una volta. Nonostante serva ogni volta un Modulo di potenziamento, questo strumento può essere guadagnato completando taglie o salendo di livello nel Pass Stagionale.

Destiny 2: Ombre dal Profondo introduce inoltre uno speciale manufatto proprio per progredire oltre il livello di Potere attuale e sbloccare nuove modifiche a piacimento. Il modo più semplice per farlo è accumulare esperienza a nastro, quindi giocare, giocare e ancora giocare. Semplice, no?

Questo DLC è proprio quello che cercavo

Come ultima cosa c’è il Cala la Notte: Calvario, che permette finalmente ai lupi solitari di godere di alcune ricompense potenti senza dover cercare altre persone con cui giocare. Strutturato su 4 livelli di Potere diversi (i primi due aperti al matchmaking, gli altri invece solo su invito), ripropone un singolo scenario di Assalto con modificatori più ardui in base al livello selezionato.

Come al solito spezzo però una lancia in favore di Bungie: per le attività più difficili e articolate, la comunicazione è fondamentale. Per questo occorre conoscere le persone con cui si gioca e non ci si può basare su una semplice ricerca casuale online di giocatori.

Conclusioni

Non ho ancora potuto addentrarmi nell’Incursione per via di un Potere troppo basso, ma sento di poter dire che questo DLC è proprio quello che cercavo. Da tempo infatti non avvertivo la voglia di continuare a passare di attività in attività per salire di livello e progredire fino al tetto massimo. Sento infatti di poter scoprire ancora tante cose tra quelle inserite da Bungie in questa espansione.

Destiny 2: Ombre dal Profondo ci è riuscito forse grazie anche alla separazione da Activision. Le migliorie sono subito visibili: meno frustrazione nel grinding, tante attività da intraprendere e soprattutto il cross-save.

Sarò pigro io, ma grazie a New Light (Destiny 2 è ormai gratuito nella sua versione base) ho potuto giocare in questa settimana sia su PS4 Pro, console dove possiedo il DLC, sia su PC e Xbox One utilizzando lo stesso personaggio, in base a dove mi trovavo in casa. Una gioia, soprattutto visto che il Pass Stagionale è condiviso tra tutti gli account collegati. (Attenzione, l’acquisto di Ombre dal Profondo include il Pass Stagionale, ma non viceversa!)

Ho apprezzato inoltre il concetto degli Incubi, che ovviamente finisce per avere uno sbocco molto più largo e potenzialmente significante per la narrazione. Dire altro sarebbe tecnicamente spoiler, quindi non vado oltre. Per adesso, con Ombre dal Profondo, è davvero un bel sì.

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