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30 Set 2016

Destiny: I Signori del Ferro – Recensione

Quando si parla di Destiny è difficile mettere tutti d’accordo sull’impatto che il titolo ha avuto sui giocatori. È comunque sicuro che Il Re dei Corrotti ha riportato quella giusta e necessaria ventata di aria fresca in un progetto che rischiava di stagnarsi troppo, specialmente per la foga esplorativa dei giocatori. Sembra impossibile, eppure il lancio de Il Re dei Corrotti è stato più di un anno fa e I Signori del Ferro è l’unico DLC a pagamento uscito da quel momento. La strada di Bungie è infatti variata per dare a chi gioca dei contenuti temporanei come eventi speciali, Stendardo di Ferro e Prove di Osiride, piuttosto che aggiornamenti a pagamento come successo con l’Oscurità dal Profondo ed Il Casato dei Lupi.

Il Re dei Corrotti, ad un anno di distanza dal lancio, ha regalato nuovi modi di giocare, un’enorme area da esplorare ed una linea narrativa decisamente interessante. Tutti questi aspetti hanno fatto in modo che i fan non dovessero sentire il bisogno di una nuova espansione per almeno un altro anno. Il DLC I Signori del Ferro ha dunque questo fardello da portare, considerando che Destiny 2 dovrebbe arrivare alla fine del 2017. Sarà però in grado di tenere testa ai giocatori più famelici del momento e classificarsi alla pari de Il Re dei Corrotti? Per adesso, purtroppo, pare di no.

L’attesa di questa espansione è stata lunga e colma di anticipazioni, sia per l’ambientazione suggestiva, sia per la voglia di vedere cosa fosse in grado di fare Bungie dopo la buona prestazione de Il Re dei Corrotti. Le promesse riguardavano infatti una nuova linea narrativa con Lord Saladin al centro, uno spazio sociale inedito, qualche modalità di gioco e, soprattutto, l’Incursione che mancava a Il Casato dei Lupi.

Tecnicamente, tutte queste richieste sono state esaudite da Bungie, che ha introdotto nell’ultimo DLC di Destiny ogni cosa chiesta dalla community, ovviamente condendo il tutto con nuove armature, armi ed elementi estetici. Anche il ritorno del Gjallarhorn è stato molto gradito dai giocatori, amanti di quest’arma e desiderosi di ricominciare a falciare boss con essa: nonostante fosse il bonus pre-order, ogni giocatore può ottenere il lanciarazzi base completando una quest.

destiny rise of iron

Tuttavia, ciò che interessa ai giocatori di Destiny, vedendo di cosa fosse capace Il Re dei Corrotti, è la storia collegata al gioco. Nella precedente espansione, Oryx era un personaggio solido, dotato di voce e con un’organizzazione sottostante visibile nelle varie cutscene. Il suo obiettivo era chiaro e risoluto, essendo noi gli assassini di suo figlio: per questo tutto filava e la quest principale, per quanto non lunghissima, restituiva qualcosa di entusiasmante a chi giocava, buttandolo subito dopo nelle varie Imprese secondarie.

Sarebbe bello dire lo stesso anche de I Signori del Ferro, eppure non è esattamente così. Obiettivamente, la location innevata, Lord Saladin e questa macchina misteriosa che infetta il Cosmodromo sono ingredienti più che gustosi per una trama coi fiocchi. Del resto, I Signori del Ferro parte proprio alla grande, mostrando le gesta eroiche dei Paladini nel tentativo di domare la SIVA ed il loro inevitabile fallimento contro i Tecnosimbionti. Tramite una serie di cutscene dal tono decisamente epico, la situazione viene spiegata al giocatore, che entra in contatto con Lord Saladin e capisce quale sia la minaccia che incombe sulla Terra. Sembra tutto emozionante e ricco di retroscena, eppure la questione si chiude dopo sole 5 missioni con una semplice pacca sulla spalla e ben pochi chiarimenti su cosa sia effettivamente accaduto nelle Terre Infette.

I passi in avanti compiuti con Il Re dei Corrotti vengono dunque persi in parte

È un vero peccato, perché il background del Ferro era, ed è ancora, molto accattivante, ma a quanto pare vivibile solo sul sito ufficiale di Bungie attraverso le carte Grimorio che ne raccontano la storia. I passi in avanti compiuti con Il Re dei Corrotti vengono dunque persi in parte, in favore di un gameplay più immediato e di una immersione repentina nello scontro. Probabilmente, il team ha voluto concentrarsi più sul secondo capitolo di Destiny, sacrificando I Signori del Ferro e dando un semplicissimo contentino ai fan, ansiosi di vedere cosa Bungie potrà fare in futuro.

I nemici Caduti, ora potenziati dalla SIVA, molto hanno in comune con quelli classici, a parte la natura delle armi (ora Solari) e qualche abilità in grado di mettere i bastoni tra le ruote a chiunque. Il loro luogo sono le Terre Infette, che si estendono dal Cosmodromo fino ad un’area totalmente nuova, dove combattere ancora una volta l’Oscurità.

Destiny: The Collection

Non si può nemmeno dire che ci sia una fitta rete di Imprese secondarie dopo la fine della trama principale: le quest del DLC precedente sfruttavano al massimo l’estensione dell’Astrocorazzata, esplorandone a fondo i cunicoli e presentando diverse sfide ai Guardiani. C’erano nemici speciali, ceste da aprire e missioni sbloccabili solo dopo aver passato parecchio tempo alla ricerca degli strumenti necessari. Ne I Signori del Ferro possiamo invece trovare quattro quest esotiche, in grado di fornirci nuove armi o versioni aggiornate: spiccano Gjallarhorn e Aculeo, graditi ritorni, ma ci sono anche il semi-nuovo Khvostov, che potete ottenere grazie alla nostra guida, e Pandemia Primordiale, esclusivo del nuovo DLC.

Oltre a questo, però, non c’è tutta quella rete di Imprese in grado di tenere attaccato il giocatore per molto tempo: Shiro ogni settimana ci propone di completare un certo numero di pattuglie, grazie alle quali potremo comprare un Artefatto del Ferro, fortunatamente condivisibile tra le 3 classi dei personaggi. Un’altra piccola quest vi permetterà invece di sbloccare due Assalti del DLC di Destiny, quello totalmente nuovo L’Occhio Nefasto e quello rimasterizzato di Sepiks Perfezionato: nulla invece apre le porte de Il Rapimento dell’Abominio, riedizione de Le Fosse di Evocazione trovabile comunque nella playlist degli Assalti Eroici.

ci sono anche altri aspetti del DLC molto interessanti, come appunto gli Assalti, le novità nel gameplay e l’Incursione Furia Meccanica

Per fortuna si conclude qui la lista dei punti non convincenti de I Signori del Ferro, poiché, ovviamente, ci sono anche altri aspetti del DLC molto interessanti, come appunto gli Assalti, le novità nel gameplay e l’Incursione Furia Meccanica, senza contare l’ambientazione molto suggestiva del nuovo spazio sociale e i vari seti di equipaggiamenti.

Come detto poco sopra, gli Assalti che fanno parte del DLC sono essenzialmente 3. L’Occhio Nefasto è l’unico ad essere completamente nuovo, a tema Tecnosimbionti: la figura della SIVA viene sfruttata a dovere per rendere l’attività decisamente lunga ed intricata, grazie a numerosi obiettivi da colpire prima di arrivare al boss finale, o meglio, ai due boss. Si tratta infatti di una lotta in arena contro un Arconte potenziato dalla SIVA, mentre si tenta di scappare dall’Orco invincibile che zampetta allegro verso di noi. Durante la prima settimana dopo il lancio, questo è stato l’Assalto designato per il Cala la Notte, insieme al modificatore Braci dell’Arco: la combinazione, unita alla presenza di Stiletti durante il duello finale, ha reso la lotta molto più difficile del previsto e condita di fallimenti continui.

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Gli altri due Assalti, invece, sono quelli di Sepiks Primo e Phogoth, entrambi dell’Anno Uno di Destiny e rimodernati per essere a loro volta infetti dalla SIVA. In entrambi i casi variano alcuni aspetti delle meccaniche, specialmente per quanto riguarda il secondo Assalto, dove occorre anche un minimo di platforming. In generale, Bungie ha sempre utilizzato il riciclo delle proprie creazioni in modo intuitivo, tanto da far sembrare “fresche” certe attività. Per quanto possa sembrare pigro agli occhi di molta gente, è comunque un ottimo modo per inventarsi azioni nuove senza dover per forza sviluppare altre mappe.

Come se non bastasse inoltre la ricompensa alla fine degli Assalti, ora appare anche una cassa, chiusa dalla Chiave Universale: grazie ad essa, trovabile proprio uccidendo i boss degli Assalti Eroici, è garantito il drop di un’arma o armatura leggendaria esclusiva dell’Assalto in questione. È così molto facile poter collezionare quei pezzi di armamento altrimenti introvabili e con un drop rate decisamente basso ed imprevedibile.

Bungie ha sempre utilizzato il riciclo delle proprie creazioni in modo intuitivo

C’è inoltre una nuova modalità, che dovrebbe ricalcare le orme della Corte di Oryx: si tratta della Forgia dell’Arconte, un’arena trovabile in modalità Pattuglia che può essere attivata grazie alle Offerte di SIVA. Purtroppo, per ora, ogni giocatore può tenere nell’inventario solo un elemento utile per l’attivazione dell’evento, ma si spera che in futuro essi si possano accumulare a piacere come per le Rune di Oryx. La Forgia dell’Arconte è una sfida a tempo in cui orde di nemici infetti dalla SIVA tenteranno di cancellare la nostra squadra: casualmente, il gioco decide quale classe dei Caduti far apparire in battaglia e, se dimostreremo di avere abbastanza valore, allora saremo ricompensati con qualche Ascia del Ferro. Le ricompense sono relativamente buone, quindi è un ottimo modo per livellare ed arrivare preparati al clou di ogni espansione, l’Incursione.

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Furia Meccanica è di sicuro il contenuto più interessante del DLC, poiché l’Incursione è da sempre il sigillo di qualità per un’espansione di Destiny. Giocare in un gruppo di 6 persone e coordinare i propri movimenti rappresenta la parte finale dell’esperienza, raggiungibile ovviamente dopo aver passato ore a portare il proprio equipaggiamento al livello necessario.

Grazie al metodo dell’Infusione, rimasto inalterato e dunque ben funzionante, non è comunque immediato arrivare a Luce 370, livello consigliato per cominciare l’Incursione. Del resto, Furia Meccanica mette subito il giocatore contro un Ultra piuttosto impegnativo, in una lotta formata da due duelli. Non manca anche il platforming, unito poi alla ricerca di materiali utili per riparare un’enorme macchina d’assedio. Insomma, Furia Meccanica è un’Incursione decisamente lunga e laboriosa, con sezioni ben diverse tra loro e parecchie casse da cui estrarre il prezioso loot.

Furia Meccanica è un’Incursione decisamente lunga e laboriosa

La coordinazione nelle Incursioni di Destiny è ovviamente essenziale, forse oggi più di prima: portare i componenti della macchina d’assedio, colpire i generatori con le bombe SIVA e spazzare via le difese finali dei Tecnosimbionti richiede un buon tempismo, pena il wipe assicurato. È la dimensione dell’Incursione a renderla forse migliore anche della Volta di Vetro, comunque entusiasmante, ma senza quella sensazione di apertura data dall’ambientazione della Furia Meccanica.

Anche il Crogiolo porta una piccola novità, con l’arrivo della modalità Supremazia: qui i Guardiani non devono solo uccidere i propri avversari, ma anche collezionare la loro Gloria e fare in modo che non accada il contrario. Il funzionamento della playlist è molto simile a quello di Kill Confirmed in Call of Duty, ma Supremazia può essere giocata anche in FFA per avere il massimo della difficoltà: la Gloria dei Guardiani è infatti segnata sull’HUD, quindi, non appena viene lasciata cadere da qualcuno, comincia la corsa ad accaparrarsela. Inutile dire che il tutto finisca in una festa di proiettili da fare invidia al Far West.

Conclusioni

Dopo il successo de Il Re dei Corrotti, era lecito aspettarsi da Bungie un’altra prova di attaccamento verso il proprio titolo e, soprattutto, verso i giocatori. Non si può dire che I Signori del Ferro abbia regalato tutto ciò che ci si aspettava, poiché la storia, di fatto, è troppo corta e superficiale. Un vero peccato non poter approfondire la storia di SIVA, il motivo per cui si trovi effettivamente sulla Terra, quale sia la leggenda dei vari Signori del Ferro.

Vista anche la mancanza di attività potenzialmente longeve, riesce difficile pensare che questo DLC tenga attaccati allo schermo i giocatori per un interno anno, come fatto da Il Re dei Corrotti. A giocare a suo favore c’è un incremento della Luce massima decisamente alto: raggiungerlo richiede infatti parecchio tempo ed una voglia infinita di farming, poiché il processo è molto lento. Gli Assalti e l’Incursione sanno tuttavia tenere in piedi l’espansione e a regalare divertimento unito a difficoltà, grazie al livello Luce alto ed alle ricompense spesso appetitose.

Comunque, per rendere longevo questo DLC, Bungie potrebbe pensare di reintrodurre la Sparrow Racing League e fare in modo che sia più frequente. Lo Stendardo di Ferro e le Prove di Osiride ne sono un esempio. Riesce difficile altrimenti pensare che non uscirà nemmeno un DLC da qui al lancio di Destiny 2. Resta il fatto che, ancora oggi, i giocatori di Destiny amano il titolo e non si fanno fermare da questi discorsi: per questo, Bungie ha già vinto in partenza.