News 22 Lug 2014

Destiny – Impressioni dalla Beta

Non è un segreto che Destiny sia uno dei titoli più ambiziosi dell’attuale generazione videoludica: un progetto nato cross-platform e destinato a diventare portabandiera del ciclo di console corrente, con una lifetime dichiarata di 10 anni e con un team come Bungie alle redini del comando, difficilmente non produce un eco mediatico di proporzioni planetarie. Dopo averlo intravisto negli ultimi mesi e averlo assaporato fugacemente in occasione dello scorso E3, dallo scorso 17 Luglio abbiamo potuto finalmente provare con mano un assaggio dell’universo futuristico di casa Activision grazie alla tanto attesa Beta. E al di là di un primo giorno tumultuoso per il PSN, come del resto era lecito aspettarsi, questi tredici sudati giga ci fanno davvero ben sperare per il prossimo 9 Settembre.

Definire in modo univoco Destiny non è affatto semplice: l’eredità di Halo è evidente (Bungie non tradisce le proprie origini, ed è tutto tranne che un male) in special modo nel design delle location e nelle fasi più combat del titolo, che tuttavia offre una progressione a canoni rolistici analoga in molti tratti a quella del primo Mass Effect. L’atmosfera fantascientifica di costante oppressione nemica, quella sorta di rassegnata consapevolezza della presenza di un nemico quasi imbattibile che incombe sopra le nostre teste, rappresenta un leit motiv comune nelle produzioni appena citate, che torna rielaborato anche in Destiny. L’evoluzione di quest’ultimo, tuttavia, coincide con una natura multiplayer estremamente dinamica, capace di trasformare quella che inizialmente è una sessione single player o coop a due giocatori, in un’esperienza corale ulteriormente amplificata, dove è possibile ritrovarsi con altri player provenienti da tutto il mondo per completare la missione corrente.

Destiny è dunque un FPS MMO con elementi rolistici e, più di ogni altra cosa, con una linea di separazione tra single e multiplayer al limite dell’invisibile. Basta essere connessi per ritrovarsi di colpo in compagnia di un altro giocatore, libero di decidere se accompagnarci nel nostro incedere o dimenticarsi rapidamente di noi. Non ci sono vincoli o limiti in questa struttura, che al contrario offre un netcode così ottimizzato e reattivo da rendere quasi obsoleto il nostro concetto di “partita online”: nessun lag, nessun sistema di matchmaking o di attesa (ad ovvia esclusione delle sezioni multi competitive, di cui parleremo a breve). C’è la Terra, teatro delle sei missioni offerte da questa Beta, e un esercito di Guardiani che saltano da uno scenario all’altro, nel tentativo di far trionfare la Luce sull’Oscurità.

L’avamposto social di Destiny è la Torre, immancabile hub strategico al cui interno gli sviluppatori hanno astutamente piazzato una serie di figure utili all’evoluzione delle skill del nostro alter ego, che potrà dunque investire i crediti raccolti nell’acquisto di armi e pezzi di armatura (ognuno, come da tradizione RPG, caratterizzato da una serie di parametri specifici) o far decifrare gli Engrammi raccolti, trasformandoli in questo modo in nuovo equipaggiamento. Ovviamente, la Torre funge da collettore per le Taglie, una sorta di “achievement” che il giocatore sarà chiamato a raggiungere nel corso della partita (ad esempio, uccidere 10 generali nemici senza essere abbattuto) e per il quale verrà ripagato in punti EXP o equipaggiamento, e per le sfide competitive nel Crogiolo, che offre una serie di battaglie a squadre le cui regole ricalcano parzialmente quelle del più classico Dominio. Inutile dire che proprio in questa piazza potremo incontrare gran parte dei giocatori “in carne ed ossa” di Destiny, scambiare quattro chiacchiere con loro, esibirsi in qualche passo di danza e, a fianco dell’immancabile richiesta di amicizia, reclutare qualche leva con cui affrontare la prossima missione.

Quanto offerto da questa Beta rappresenta presumibilmente l’incipit narrativo dell’intero pacchetto, la cui sceneggiatura ruota attorno ad un misterioso globo orbitante, il Viaggiatore, la cui presenza garantisce stabilità e benessere per tutte le razze viventi della galassia – al punto che proprio la Torre, luogo in cui staziona il Viaggiatore, rappresenta l’ultimo complesso abitato e vivibile del nostro universo. Ma una forza minacciosa, l’Oscurità, si muove lenta da milioni di anni, intenzionata a distruggere una volta per tutte il Viaggiatore e gettare ogni cosa nel caos, e mai come ora essa è vicina al raggiungimento dei propri scopi. Ed ecco che entriamo in gioco noi, nei panni di un Guardiano della Luce spedito in missione dal Grimorio per eliminare ogni forma di resistenza nemica e dare nuova vita all’intero universo, sconfiggendo l’Oscurità.

Il canovaccio narrativo di Destiny è ovviamente parziale in questa fase, e si limita a dare un assaggio veloce di quello che, dal prossimo settembre, si configura come un intricato puzzle fantascientifico che accompagnerà il giocatore a caccia di alieni nel nostro sistema solare e, auspicabilmente, sino alle origini stesse del misterioso Viaggiatore. Già da ora, tuttavia, possiamo apprezzare l’elevato standard qualitativo delle cutscene, ineccepibili sotto ogni punto di vista (dalla grafica al sonoro, passando anche per la qualità del voice over) e sadicamente abili nel solleticare la curiosità dei partecipanti alla beta.

Parlando più da vicino di questa beta, tradizione MMO impone al giocatore di scegliere una classe di appartenenza del proprio personaggio (tra TitanoStregone e Cacciatore) per poi determinarne una lunga serie di attributi estetici prima di scendere in battaglia. Il Titano è chiaramente l’osso duro della squadra, il combattente per antonomasia specializzato nell’attacco armato a 360 gradi; lo Stregone è invece l’esponente di una casta che ha studiato per anni i segreti del Viaggiatore e proprio per questo può sfruttare in modo più efficace i poteri della Luce che ne derivano. Chiude il terzetto il Cacciatore, maggiormente indicato per gli amanti della ricognizione e dell’esplorazione, caratterizzato da un approccio meno frontale e orientato all’attacco da lunga distanza.

Se questa distinzione può sembrare drammatica nelle prime battute di gioco, essa è in realtà destinata a subire evoluzioni repentine man mano che il giocatore affronta i sei scenari proposti (facenti riferimento ad un cosmodromo abbandonato in quel che resta della Russia). Crediti e punti EXP raccolti garantiranno al giocatore nuove skill quali il salto planare, la capacità di scagliare granate energetiche e, cosa più importante, la possibilità di sfruttare la Luce nei propri attacchi. Il risultato è dunque a metà strada tra l’esoterico e il fantascientifico, e va a gettare le basi di quel “mythic sci-fi” dichiarato dai ragazzi di Bungie. Bungie che, inutile sottolinearlo, infonde in Destiny tutta la propria abilità nel creare un’esperienza sparatutto in prima persona solida e immersiva, impreziosendo una giocabilità già invidiabile per propria natura con l’introduzione di mezzi di trasporto veloci con cui sfrecciare tra le lande russe desolate – tranquilli, non è un déjà-vu.

La natura fortemente dinamica dell’esperienza multigiocatore di Destiny si riflette anche nel level design, di chiara matrice open world ma – almeno in questa beta – obbediente ad uno specifico pattern. Esso può essere facilmente riassunto nell’adempimento di una serie variabile di obiettivi intermedi sino alla sfida finale, che varia dall’abbattimento di uno specifico boss alla lotta di sopravvivenza contro orde di nemici crescenti. L’unico livello ad offrire una combinazione di questi pattern, disponibile ai soli possessori di un abbonamento Plus, è La Tana dei Diavoli (uno scenario di livello 6, quindi particolarmente ostico, dove è necessariamente richiesta la cooperazione tra tre giocatori), che testerà a fondo le nostre abilità di Guardiano con un’orda triplice iniziale, seguita da due boss fight tutto tranne che scontate. Se morire nel corso del livello non comporta particolari fastidi, visto il respawn pressoché immediato del nostro alter ego, le fasi conclusive di ciascun livello sono “a rientro limitato“: in caso di morte prematura saremo costretti a ripetere tutto dall’ultimo checkpoint (generalmente collocato all’inizio della suddetta zona), a meno di non avere un compagno di squadra abbastanza veloce da rianimarci. Nel livello appena citato avrete modo di apprendere rapidamente questa scelta degli sviluppatori.

Se l’infrastruttura tecnologica del comparto multigiocatore si conferma già validissima in questa prima versione giocabile, il comparto grafico non è assolutamente da meno. La versione PlayStation 4 di Destiny è un’autentica gioia per gli occhi, con una modellazione dei personaggi estremamente convincente, un rendering degli scenari accattivante e, non ultimo, un frame rate stabile anche nelle situazioni ad alto tasso di proiettili. Ancora una volta, la direzione artistica tradisce reminiscenze stilistiche di vecchia memoria (qualcuno ha già detto Halo?, ndr), ma la veduta d’insieme è estasiante, forte di scenari aperti dall’orizzonte apparentemente irraggiungibile e di settings interni claustrofobici e dettagliati a modo, resi ancora più immersivi da un sistema di illuminazione dinamico al limite della perfezione. Manca ancora la distruttibilità degli elementi di scena, ma al momento si tratta di un fattore non determinante nell’esperienza di gioco che da qui alla release del gioco può essere affinato a modo dal team di sviluppo. Menzion d’onore per le cutscene (quella iniziale relativa alla colonizzazione di Marte sembra una pellicola con attori in carne ed ossa) e per il doppiaggio in lingua italiana, con voci calde – forse pure troppo nel caso del nostro Spettro – e ben contestualizzate.

Concludendo questa lunga analisi iniziale, si ha davvero l’impressione che questa Beta rappresenti soltanto un minuscolo tassello di un mosaico che, da qui ai prossimi anni, rischia di assumere dimensioni inedite. A pochi giorni dall’apertura dei server, l’ibrido MMO, FPS e RPG di casa Bungie ha dimostrato di meritare l’esagerato hype che gli gravita attorno: quanto visto non farà certo gridare al miracolo in quanto a meccaniche di gameplay, che pur essendo fruibili e puntuali non offrono (per ora) particolari spunti innovativi, ma ha aperto una finestrella sul futuro del multiplayer, scevro da inutili tempi di setup/attesa e, incredibile ma vero, perfettamente inserito all’interno di quella che storicamente chiamiamo campagna per giocatore singolo. Non è infatti un caso se questa Beta ha dato il proprio meglio nelle partite cooperative, permettendo ai partecipanti di organizzarsi in squadre per raggiungere più agevolmente obiettivi prestabiliti (magari portando a casa qualche punto EXP in più) piuttosto che nelle sfide competitive del Crogiolo, ancora acerbe e vittime di una calibrazione in parte approssimativa.

Unite tutto questo ad una sceneggiatura che si preannuncia intensissima già da queste “prime pagine” e a delle potenzialità enormi quanto il nostro sistema solare e capirete da soli perchè Destiny rappresenti già da ora un titolo da tenere sott’occhio. Una manovra ancora più facile, visto il rilascio dell’oramai immancabile Companion App per dispositivi Android e IOS. Nell’attesa della conclusione di questa demo, fissata ad oggi per il prossimo 27 Luglio, vi rimandiamo al vero appuntamento con Destiny, il prossimo 9 Settembre. Se vale ancora la vecchia legge del “nomen omen“, ci sarà di che divertirsi.

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