Detective Gallo – Recensione

Da oramai svariati anni assistiamo ad una graduale ed inesorabile evoluzione dei prodotti videoludici, tanto in tema di ricerca di soluzioni innovative in ambito di giocabilità, quanto in quello di una unicità grafica improntata spesso e volentieri al fotorealismo o ad un design avveniristico ed accattivante che possa fare da specchietto per le allodole nei confronti dell’utenza, pur rappresentando un complemento immancabile dell’esperienza globalmente offerta da un videogioco. I ragazzi di Footprint Games, attestandosi in piena controtendenza a questi sopraccitati dettami scavano con Detective Gallo, loro opera prima, un solco nel segno della tradizione, portando sui nostri schermi una avventura punta e clicca di chiaro stampo fumettoso, come non ne vedevamo da tempo.

Fermate dunque la corsa all’ultimo poligono o la ricerca ossessiva di un sistema di gioco destinato a titillare il vostro ingegno per artefazione o novità e mettetevi comodi, come non accadeva da svariati anni, per godervi la più classica delle avventure punta e clicca, completamente made in Italy, in compagnia di un atipico pennuto e di un surreale cast di comprimari.

Ci troviamo dunque davanti all’ennesima iterazione di una mai doma “operazione nostalgia” o ad un colpo andato a segno? Scopriamolo insieme.

Gallo non è il classico pennuto fannullone, Gallo è un rinomato detective privato che vede le sue giornate scandite da ricordi di un non troppo piacevole passato e da bicchieri di bourbon che lo aiutano a non rimanere schiacciato da questi ultimi. Solo e solitario, un vero duro d’altri tempi, oltre che costantemente in bolletta per via dei suoi vizi, Gallo si trova davanti all’occasione della sua vita: la risoluzione di un caso che potrebbe restituirgli la notorietà che merita e rimpinguare, per via della danarosità del committente, le sue finanze, oramai portate al lastrico da anni di eccessi.

Ed è così che Gallo si recherà a casa di Phil Cloro, primo di tanti improbabili e grotteschi comprimari, per scoprire la causa della morte (o dell’assassinio) di tutte le sue piante di appartamento: Gallo non sarà però abbandonato a sé stesso in un mondo a lui ostile, potendo contare sull’aiuto del suo sgangherato informatore e potendo scambiare opinioni, rigorosamente a voce alta, con il suo cactus nano da compagnia.

Un misto tra Dick Tracy e Tex Murphy

Ed è appunto da queste premesse che prende il via, in una ambientazione strampalata liberamente (ma nemmeno tanto velatamente) ispirata alla Paperopoli di Disneyana memoria, l’avventura del Detective Gallo, un misto tra Dick Tracy e Tex Murphy, un duro senza paura (ma dalla dubbia morale) che ci accompagnerà nella scoperta di una trama ben più intricata di quella intravista nella pur simil-ioneschiana premessa.

Appunto ai due personaggi sopraccitati si ispira tutto il canovaccio di Detective Gallo, una classica avventura grafica punta e clicca, dalla netta ambientazione noire direttamente ispirata alle atmosfere hard boiled de “Il Falcone Maltese”, sapientemente mixata con un fine umorismo demenziale che va a stemperare i toni fin qui enunciati. Così facendo, Detective Gallo fa palesemente il verso alle primissime produzioni LucasArts (non che sia un male, anzi…) e creando un prodotto gradevolissimo tanto dal punto di vista grafico quanto narrativo.

I tributi alle principali opere LucasArts non finiscono di certo qui: lo stesso sistema di giocabilità, direttamente mutuato (ma sapientemente modificato) dai classici dell’era SCUMM, ci metterà nel bel mezzo, come già detto, di una avventura punta e clicca nella quale dovremo esaminare ogni singolo pixel dello schermo alla ricerca di oggetti, o porzioni di pixel, con cui interagire per cercare di trarre informazioni o acquisire oggetti che potrebbero tornarci utili in uno o più momenti della nostra avventura.

In piena tradizione LucasArts dovremo dunque dialogare con i comprimari a nostra disposizione e soddisfare, talvolta anche combinando diversi oggetti del nostro inventario in modi il più delle volte a dir poco bizzarri, le loro strambe richieste al fine di farci strada nell’intricata trama predisposta da noi dai ragazzi di Footprint Games.

Detective Gallo fa palesemente il verso alle primissime produzioni LucasArts (non che sia un male, anzi…)

Il livello di difficoltà, né troppo punitivo, né troppo schematico, contribuisce a rendere fruibile, lineare ma mai banale l’avventura del nostro amico pennuto, donandoci un prodotto apprezzabile dagli appassionati delle avventure old-school e, in qualche misura, anche da neofiti curiosi e non bisognosi di azione a tutti i costi. Per facilitare, comunque, la fruizione di Detective Gallo anche agli utenti console, storicamente non avvezzi a queste dinamiche di gameplay, mediante la pressione del tasto laterale sinistro, vedremo evidenziati a schermo tutti gli oggetti o i personaggi con i quali interagire, andando dunque a diminuire sensibilmente il tempo di ricerca degli spot attivi, hobby preferito degli “avventurieri” di un tempo: mi preme sottolineare che questa feature è assolutamente accessoria e che l’intero playthrough può essere completato, in piena guisa old-school, senza far ricorso a questo aiuto posticcio, messo li per permettere una debita diffusione di un prodotto altrimenti di nicchia (che, sia chiaro, continuerà ad essere tale nonostante questo accorgimento).

Il comparto grafico di Detective Gallo rappresenta il vero fiore all’occhiello della produzione Footprints Games: l’intero mondo di gioco trae debita e diretta ispirazione dalla disneyana saga dei paperi, reinterpretandola con personalità e carattere, donando così un colpo d’occhio, sia quanto a resa grafica che quanto ad animazioni del mondo e dei personaggi, di primissimo livello.

Unico, gigantesco, problema, è la scarsa varietà di ambientazioni inserite nel prodotto finale: in modo direttamente proporzionale, infatti, ad una longevità che non supererà le cinque-sei ore, il mondo di gioco sarà racchiuso in pochissime schermate e ci troveremo dunque a godere di un prodotto sì ben realizzato ma inspiegabilmente compresso in una manciata di location, tutto ciò a discapito della varietà creando, infine, un inspiegabile senso di stagnazione.

Il comparto grafico di Detective Gallo rappresenta il vero fiore all’occhiello della produzione Footprint Games

Un vero peccato, questo, considerando la elevatissima qualità tanto della grafica quanto delle animazioni di un prodotto che si sarebbe altrimenti confrontato, ad armi pari, con esponenti del genere molto più blasonati del primo nato in casa Footprint Games.

Il comparto audio accompagna, invece, senza sbavatura alcuna la nostra (pur breve) peregrinazione nel mondo del Detective Gallo, donandoci piccole chicche che ben si adattano alla surreale atmosfera noire del titolo. Nota di demerito al doppiaggio italiano, a volte fin troppo stereotipato e caricato, perfino per un prodotto di questo tipo.

Conclusioni

Detective Gallo, opera prima degli italianissimi Footprint Games, ci porta a contatto con una avventura grafica punta e clicca dannatamente old-school, che fa dei suoi continui e ripetuti riferimenti stilistici/di giocabilità ai prodotti dell’età aurea del gaming il suo maggiore punto di forza, riuscendo perfettamente a catturare lo spirito di quelli che furono gli antesignani di un genere oggi relegato in una nicchia, nemmeno molto affollata.

Ambientazione e personaggi sembrano uscire direttamente da un fumetto Disney: sovrabbondanti le assonanze di design con la saga dei paperi: qualità globale della realizzazione grafica e delle animazioni fanno gridare infatti al miracolo realizzativo, svilito, purtroppo, solo da una bassa varietà di ambienti di gioco che andrà a limitare, inoltre, una longevità già di suo non elevatissima.

Detective Gallo rappresenta, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, un degno contributo al genere delle avventure grafiche punta e clicca, con un fascino retrò, avallato da una giocabilità mutuata quasi completamente dai classici dell’era SCUMM, che non basta però, a causa anche di alcuni limiti strutturali del prodotto, a farlo uscire dalla sopraccitata nicchia: Detective Gallo piacerà, come da programma, agli utenti old-school, ai nostalgici ma difficilmente riuscirà a far breccia nel cuore degli utenti più giovani, abituati a giochi ben più “interattivi” e dinamici.

Rimane, comunque, un acquisto consigliato per passare qualche ora in compagnia di Gallo e della sua squinternata congrega di comprimari, oltre che un ottimo punto di partenza per i ragazzi di Footprint Games.

 

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