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Se nella prima parte della demo abbiamo avuto modo di conoscere le strutture dialogiche di questo Deus Ex: Mankind Divided, nella seconda parte la colloquialità e la diplomazia lasciano il posto alle dinamiche di infiltrazione, marchio epistemiologico della serie. Come da tradizione sarà possibile adottare una differente serie di approcci per farsi largo nelle sezioni di infiltrazione: potremo scegliere l’approccio stealth, ignorando qualsiasi nemico e ponendo l’attenzione nell’eludere qualsivoglia sorveglianza o, alternativamente, potremmo prediligere l’ingresso ad armi spianate in modo da far tanto rumore quante vittime, avvalendoci delle armi a disposizione di Adam Jensen e, ovviamente dei potenziamenti cibernetici disponibili.
Scegliere di percorrere la strada della violenza ci porterà ad allertare la sorveglianza e ci costringerà a ricorrere all’immensa serie di gadget ipertecnologici a nostra disposizione: prima novità rispetto all’attack system di Human Revolution è di poter disporre simultaneamente di svariati tipi di proiettili caricati nell’arma, ognuno con una sua peculiarità, al fine di riuscire nel compito di infliggere il maggior numero di danni possibili al nemico di turno, un proiettile esplosivo o un proiettile ad induzione elettrica per disattivare telecamere e torrette di sorveglianza.
Anche il comparto degli strumenti di dissuasione (proiettili non letali- immobilizzatore) ha subito una revisione che permette ora al targeting system di agganciare più di un obiettivo, come già possibile nel passato episodio per le armi standard. Rinnovate anche le features di esame ambientale che ora permettono di ricercare debolezze strutturali in modo da trovare vie di fuga alternative ed ampliare ulteriormente il novero di approcci possibile ai nemici. Ritornano inoltre le tattiche di camuffamento avanzate mediante le quali potremmo renderci invisibili per qualche secondo eludendo l’attacco o realizzando assalti stealth per concludere i combattimenti: lo stesso è stato ampliato al fine di effettuare camuffamenti camaleontici e sfuggire alla vista dei nemici confondendosi con le superfici adiacenti. Torna, seppure immutato, il sistema di hacking che ci permetterà di aggirare le difese informatiche e volgere a nostro favore l’operato di torrette di guardia e di sistemi informatici di difesa proattiva.
Nel complesso il combat system beneficia di una maggiore dinamicità se comparato con quello di Human Revolution, sia per il ritmo dell’azione (maggiore rispetto al predecessore), che per svariate feature di crafting che ci permetteranno di modificare dinamicamente i proiettili, che per la maggiore presenza di nemici a schermo.Torna inoltre l’approccio dialogico alle boss fight: se dotati di abbastanza carisma, scegliendo le giuste parole potremo evitare quasi del tutto il combattimento.
Deus Ex: Mankind Divided si presenta in ottima forma all’appuntamento dell’E3 dandoci un piccolo assaggio di quello che vedremo di qui al 2016, mostrando però sin da ora i muscoli sia in ambito grafico che in quanto a giocabilità: da profonde radici non può che nascere un solido albero che, vi assicuriamo, non mancheremo di seguire in ogni fase della sua lenta ma inesorabile crescita.
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