diablo iv
22 Mar 2023

Diablo IV – Anteprima

Diablo, e per proprietà transitiva anche Diablo IV, che vi ricordiamo potete facilmente prenotare da GameStop, è una cosa seria. Si può scherzare su tante cose, persino su saghe videoludiche altrettanto illustri e longeve, ma su Diablo si estende un tenue velo di sacralità, una sorta di artificio magico che permea certi film, certi libri, certe serie animate tanto amate durante infanzia e adolescenza.

Del resto, inutile girarci tanto intorno, la maggior parte di chi ama il brand di Blizzard ha ormai qualche anno sul groppone ed inizia ad essere maledettamente familiare con il concetto della nostalgia. Basta citare capostipite e diretto sequel per scatenare un turbinio di piacevoli ricordi, ma anche una certa preoccupazione ripensando a Diablo III, capitolo che non ha saputo raccogliere l’eredità dei predecessori, sebbene si trattasse e si tratti tutt’ora di un gioco qualitativamente ottimo e che indiscutibilmente ha saputo regalarci innumerevoli ore di divertimento.

Diablo però è una cosa seria, si diceva poco sopra. Divertire non basta. Intrattenere non basta. Essere qualitativamente ottimi non basta. Serve l’eccellenza, la perfezione, la sacralità. Quella persa, appunto, con il terzo capitolo della serie, che Diablo IV sta cercando di ricostruire prima a suon di trailer, ora con una closed beta, in attesa dell’open di questo week-end, che in effetti ci ha rassicurati su moltissime cose, a fronte di qualche inevitabile dubbio, visto il cambio di rotta sul fronte dell’approccio di gameplay scelto dagli sviluppatori.

Non c’è più l’acceso e tanto odiato cromatismo di Diablo III. Era giusto specificarlo sin da subito, così da fugare i dubbi degli scettici e dei pessimisti. Da questo punto di vista, siamo molto più nei pressi dei primi capitoli del brand, più oscuri, gotici, gore. L’art design non sarà forse iconico come quello di Diablo II, i designer hanno optato per uno stile più realistico, ma è innegabile che mentre si smembrano demoni, al lume di candela, chiusi in un edificio diroccato ed infestato da radici putrescenti che si arrampicano un po’ ovunque, il mood è esattamente lo stesso di quello amato e marchiato a fuoco dal 2000.

Del resto, parliamo di un capitolo che vuole affondare a piene mani nella lore della saga, inscenando lo scontro tra Lilith e l’arcangelo Inarius, intenti a contendersi, nuovamente, il controllo di Sanctuarium, il mondo immaginifico in cui vengono messi in scena i principali avvenimenti della serie. Sul fronte narrativo è ovviamente presto per sbilanciarsi, ma le ottime cut-scene che hanno introdotto alla beta, e che con ogni probabilità fungeranno anche da incipit nella versione finale del gioco, non solo hanno messo in mostra una regia davvero convincente, ma fornivano sufficienti dettagli per infondere spessore e carattere alla figura di Lilith, autentica protagonista, in termini di pura narrazione, di Diablo IV.

Diablo IV si rivela molto più tattico dei capitoli passati

La trama, insomma, dovrebbe rispettare totalmente i cardini narrativi imposti da Blizzard sin dalle origini dell’IP, con buona pace dei fan più intransigenti, che possono già tirare il primo sospiro di sollievo.

Anche di fronte alla schermata che ci permetteva di selezionare la classe con cui iniziare l’avventura, a dire il vero, ci siamo sentiti a casa. Sebbene Druido e Negromante saranno disponibili alla prova solo nell’open beta, abbiamo avuto modo di divertirci ai comandi del Barbaro, dell’Incantatore, del Tagliagole. Come ormai da tradizione, ognuna di esse comporta un approccio alla partita ben diverso.

Il Barbaro, per esempio, necessita uno stile di gioco diretto, sfrontato, a cortissimo raggio. Equipaggiato di diverse armi, ad ogni colpo andato a segno vedrà rimpinzarsi la barra della Furia, che può scatenare usando attacchi particolarmente potenti. L’Incantatore, dal canto suo, vedrà svuotarsi progressivamente la barra del mana ogniqualvolta si affiderà a poteri speciali, consentendo uno stile di combattimento lievemente più ragionato e calcolato.

Diablo IV

Potendo contare su un numero predefinito di pozioni di cura, essendo completamente sparite quelle per il recupero del mana, o in generale per gli attacchi speciali, il videogiocatore di lunga data potrebbe trovarsi inizialmente spiazzato.

Diablo IV, da questo punto di vista, si dimostra molto più tattico. Lascia che sia ovviamente l’azione a farla da padrone, ma al di là dell’equipaggiamento, che viene reperito sul campo con la solita frequenza di sempre, conterà moltissimo affidarsi alle skill giuste, ottenibili salendo di livello ed utilizzando l’apposito menù. Al contrario di tutti gli altri menù, altamente leggibili e facilmente interpretabili, feature tutt’altro che secondaria e che più di molte altre ha contribuito a rendere così pop la saga, inizialmente faticherete a capire cosa state per sbloccare, quali benefici otterrete e come impostare le nuove mosse per essere utilizzate attivamente dal personaggio.

Superato l’impasse, ad ogni modo, questa beta ci ha fatto scoprire un gioco dalla doppia anima. Seguendo la quest principale abbiamo faticato relativamente poco a farci strada tra le orde di demoni e malintenzionati. Il processo, a ben vedere, è lo stesso di sempre: si procede, si elimina ogni nemico, si raccoglie il loot lasciato sul posto dagli sconfitti o recuperato dallo scenario, si migliora l’equipaggiamento, si distribuiscono i punti esperienza nelle varie skill del personaggio. Il mantra è lo stesso di sempre e Diablo IV non ha cambiato più di tanto né il feeling, né il ritmo dell’azione rispetto al passato. Semmai, la componente action è stata lievemente potenziata con l’introduzione della schivata, abilità che necessita di cooldown per essere riutilizzata, ma che in alcuni casi può prevenire una morte quasi certa, soprattutto con determinati attacchi dei boss, potentissimi ma piuttosto lenti.

Il time to kill del proprio avatar si sia sensibilmente accorciato

Dallo sterminio di nemici in determinate zone, al recupero di manufatti, Diablo IV fa il Diablo anche nel proporre incarichi assolutamente classici, già visti, prevedibili persino. Un difetto? Solo se pensavate che da questo punto di vista potesse realmente esserci un’evoluzione di qualche tipo.

Se nella main quest abbiamo apprezzato l’aderenza al canone del nuovo capitolo della saga Blizzard, in tutta un’altra serie di attività abbiamo invece saggiato l’anima MMO del gioco. Prendendo parte ad eventi pubblici, o anche in determinate zone della mappa esplorabile, procedere da soli non solo è altamente sconsigliato, ma in alcuni casi è praticamente impossibile. Il limite di cure, che pur possono essere recuperate trovandole nello scenario, è una feature che di fatto limita l’azione del videogiocatore, vincolandone in qualche modo la libertà di movimento in relazione a quanti nemici può effettivamente abbattere, condizione che per l’appunto agevola statisticamente il respawn di pozioni nello scenario.

Per farla breve, in certe situazioni, solo affidandosi alla collaborazione, più o meno casuale, di altri utenti pescati della rete si può realmente avere qualche chance di salvare la pelle. Per i giocatori di lungo corso, la cosa può risultare fastidiosa. Abituati ad essere gli unici salvatori di Sanctuarium, vedersi continuamente circondati da altri eroi intenti nelle loro quest è certamente straniante. Blizzard ha assicurato che praticamente ogni attività proposta sarà completabile anche in singolo, ma in questa closed beta c’era sicuramente ancora qualche problema di bilanciamento, visto che in certi casi c’era davvero impossibile avere la meglio su alcune ondate nemiche, anche dopo un po’ di sano farming.

A questo proposito, sempre parlando di cambiamenti e novità rispetto al passato, la sensazione globale è che il time to kill del proprio avatar si sia sensibilmente accorciato. Bastano pochi colpi per finire al tappeto, anche quando il proprio livello di forza è adeguato ai nemici. Ciò ha reso sicuramente più difficile giocare nei panni del Barbaro, dove l’estrema vicinanza dagli avversari ci ha esposto particolarmente alle offensive avversarie, di quanto non lo sia stato con l’Incantatore, che invece può sfoltire le fila nemiche da distanza di sicurezza.

Raggiunto il venticinquesimo livello d’esperienza e terminato il primo atto, la beta di Diablo IV si è conclusa. Da fan di lunghissimo corso del brand, possiamo ritenerci assolutamente soddisfatti del mood, del feeling che si respira, così simile a quello dei capitoli più classici. Certo, il lavoro di bilanciamento che Blizzard ha di fronte a sé è titanico, sia perché dovrà soppesare la potenza delle singole skill di ogni personaggio, sia perché dovrà garantire un’esperienza godibile ed impegnativa al punto giusto sia in singolo, che in compagnia di altri videogiocatori.

Sono passati ventitré anni da Diablo II e per forza di cose il mondo dei videogiochi è profondamente cambiato, come è successo a noi stessi del resto. Con le dovute e necessarie differenze, Diablo IV ha tutte le carte in regola per bissare quel successo, per regalarci un altro “serissimo” e divertentissimo capitolo di una saga che finora non ha mai realmente sbagliato un colpo. Teniamo le dita incrociate, a giugno non manca poi così tanto.

Vi ricordiamo che Diablo IV è già disponibile al pre-order nello shop digitale e nei negozi GameStop!

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