La PS Vita la fa da padrone in questa nuova puntata di Digital Soul, tenendo in considerazione che tutti i titoli trattati in questo post sono disponibili per la bistrattata handheld di Sony, o ne sono persino un’esclusiva. Certo, non ai livelli qualitativi di un Gravity Rush, per citare una di quelle che più di tutte ci ha colpito sinora, ma in alcuni casi piacevoli (quantomeno per il target pensato dagli sviluppatori).
I Muppet: Avventure al cinema
- Sviluppatore: Virtual Toys
- Publisher: Sony
- Piattaforma: PS Vita (Versione Testata)
- Lingua: Completamente in italiano
Le storiche marionette si danno al platform “cinematografico” con questo “Avventure al cinema”: ogni livello avrà infatti un suo concept, dal piratesco al medievale, ognuno con uno specifico protagonista, un incipit narrativo ben curato e delle scenografie/meccaniche coerenti. Peccato che il contorno filmico si riveli sin da subito un mero escamotage ininfluente ai fini ludici, limitato ai soli collezionabili (come bobine o biglietti d’oro) e cornice ad un platform classicissimo privo di sussulti, affossato da una certa macchinosità fastidiosa per un adulto, figuriamoci per un bambino.
Il titolo prevede di raccogliere tutte le stelle presenti nel quadro, per un massimo di 50, ma non in un solo colpo: per allungare il brodo, i più coraggiosi e temerari potranno fiondarsi nuovamente in una seconda run, arricchita da una qualche speciale abilità che permetterà di raggiungere collezionabili più complessi da acciuffare (ad esempio, il doppio salto). “Temerari” perché tra nemici resi pericolosi unicamente dai controlli lenti ed imprecisi, salti da eseguire con precisione millimetrica, pena il restart da un checkpoint non sempre nei paraggi, delle macchinosità inspiegabili (come il dover premere un tasto e attendere l’animazione per passare da un sentiero all’altro) e un backtracking forzato, piatto e noioso, bisognerà davvero ingoiare più di un Kermit per poter solo pensare di ripetere il livello.
Ci si mettono poi dei boss riproposti fino allo sfinimento, enigmi e sequenze da superare tramite touchscreen ed accelerometro ma anch’esse sempre uguali tra loro e sezioni insensatamente frustranti a far venir voglia di strappare il biglietto dello spettacolo, un biglietto parzialmente giustificato dal buon doppiaggio in italiano, dalle musiche e dalla grafica, tutto sommato curati.
Consigliato unicamente ai superfan pronti a chiudere più di un occhio.
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