Onestamente, l’annuncio di DiRT 5 non mi aveva subito entusiasmato. Forse per il lancio fissato prima delle nuove console, o forse per paura che potesse finire come altri suoi competitor. Mi sbagliavo di parecchio, dato che invece rappresenta al momento la soluzione perfetta sia per gli amanti delle quattro ruote, sia per coloro che ne capiscono poco. Un po’ il discorso che si fa per Forza Horizon 4, ma qui c’è molta più “ignoranza”.
Codemasters ha una certa abilità nel capire come entusiasmare i suoi giocatori. DiRT 5 mostra subito i suoi lati migliori: è vivo, colorato, ti urla nelle orecchie la voglia di fare festa e amalgama il tutto con una colonna sonora perfetta come al solito. Giocato su PS4 Pro in entrambe le modalità disponibili (riassunte in 30 e 60 fps) è godibilissimo e sfoggia alla grande i colori, le luci e gli effetti grafici su un monitor 4K con HDR.
La differenza tra 30 e 60 fps ovviamente si sente e parecchio in quanto a fluidità, mentre è più difficile intravedere quali siano i compromessi grafici in termini di risoluzione e quantità di dettagli. Per questo penso sia meglio scegliere comunque la modalità con un refresh più alto.
Comunque sia, dopo una nemmeno cortissima introduzione, ho capito subito perché era destino che amassi questo gioco. Codemasters ha messo da parte le discipline realistiche e la difficoltà dei DiRT Rally, sostituendo il tutto con ciò che ha reso memorabile DiRT 2: gare al cardiopalma senza tanti pensieri verso le leggi della fisica e del buonsenso, personaggi dalla parlantina incredibile, spettatori coloratissimi e la sempre presente sensazione di essere al centro di un enorme festival spensierato all’insegna del motorsport.
Impossibile non partire dunque dalla Carriera, che permette di esplorare in lungo e in largo tutte le varie tipologie di gare e le classi di veicoli disponibili. Ogni auto può essere personalizzata con livree da creare interamente, oppure con altre da sbloccare tramite i progressi nel gioco. Comprare nuove auto è relativamente facile visto il ritmo con cui si fanno soldi gara dopo gara, anche grazie alla presenza di sponsor con bonus e requisiti diversi. Progredire con uno di loro in particolare porta a migliori ricompense, ma si può sempre decidere di non essere “loyal” e cambiare a piacimento ogni tanto.
Codemasters ha messo da parte le discipline realistiche e la difficoltà dei DiRT Rally, sostituendo il tutto con ciò che ha reso memorabile DiRT 2
All’inizio è facile lasciarsi ingannare dalle poche gare a disposizione. La verità è molto diversa: già nella terza sezione c’è una ramificazione importante tra i vari eventi, tale da rendere molto più longeva l’esperienza. Oltre al semplice fatto di vincere le gare bisogna infatti completare 3 obiettivi diversi per ognuna, a volte semplici e a volte passibili di imprecazione. Dai miei calcoli penso ci siano 125 gare da completare per raggiungere il 100% dei progressi.
La guida, del resto, è parecchio diversa dai canoni “difficili” a cui siamo stati abituati con gli ultimi capitoli. DiRT 5 riprende infatti lo stesso stile del secondo capitolo, preferendo l’arcade alla simulazione soprattutto se si usa un pad. È facile prenderci la mano e riuscire a sgusciare nelle larghe vie sterrate o sul ghiaccio, ma è più difficile farlo cercando la performance.
Proprio questo è il motivo per cui DiRT 5 può divertire più fasce di giocatori allo stesso tempo, dal veterano che cerca una certa precisione nel giro cronometrato al neofita che invece vuole solo derapare e vincere sportellando contro gli avversari.
La differenza tra pad e volante, giocando con gli stessi assist attivi, si sente nella presenza di una sorta di controllo della stabilità solo per chi usa l’analogico. Dalla visuale interna è infatti chiaro che il gioco controsterza automaticamente per sopperire alla mancanza di force feedback. Utilizzando il volante diventa invece tutto manuale e anche guidare auto a trazione posteriore può diventare un problema se non si riesce a fare buon uso dell’effetto pendolo.
Il ritorno di forza del volante, per adesso, non è violentissimo. Codemasters deve ancora rifinire gli aspetti legati alla compatibilità coi vari setup, tra cui probabilmente il mio Thrustmaster T300 RS. È comprensibile, soprattutto visto l’imminente arrivo delle prossime console, e maggiori informazioni verranno rilasciate nel corso di questo mese.
In generale mi è sembrato di potermi sedere in sala giochi negli anni 2000 e monopolizzare la postazione con quell’onesto quintale di gettoni a disposizione. È difficile fermarmi a una partita, trascinato dalla voglia di vincere quella seguente e da una selezione di tracce musicali in grado di dare energia immensa.
Mi piace pensare che Codemasters possa aver guardato anche a un gioco italiano per riportare la formula vincente di DiRT 2 anche in questo nuovo capitolo. I ragazzi di Milestone avevano infatti rilasciato Gravel nel 2018, regalando un’esperienza per certi tratti simile a quella di DiRT 2, ma non esattamente completa.
DiRT 5 sopperisce alla grande con un parco auto non grandissimo, ma fatto di auto iconiche per gli ultimi decenni, una selezione di location reali con tracciati ovviamente fittizi e una narrazione che funziona bene pure in italiano grazie alla buona qualità del doppiaggio. Ovviamente, per godere al 100% dell’idea originale di Codemasters, bisognerebbe giocarlo in inglese così da sentire direttamente le voci di Troy Baker e Nolan North.
Oltre alla Carriera di DiRT 5 c’è però di più. Codemasters ha pensato nuovamente alle famiglie e ai gruppi di giocatori in locale, permettendo di giocare in modalità split-screen fino a ben 4 persone. A quel punto bastano una grande TV e 4 controller per includere gli amici o i parenti nell’azione del gioco, sia per le partite veloci, sia in Carriera.
Degna di nota è inoltre la sezione dedicata ai Playgrounds: personalmente sono davvero scarso nell’utilizzo dei builder per creare livelli personalizzati, ma per fortuna c’è un’intera community in grado di risolvere il problema.
Se per mesi e mesi tornavo quasi ogni giorno in Trials Evolution per scaricare nuovi tracciati, probabilmente farò lo stesso anche in DiRT 5. Non si tratta di circuiti realistici, bensì di vere e proprie sfide d’abilità in curve estremamente anguste e livelli intricati quanto una sezione di Cat Mario. La fantasia di certi creator non ha limiti e ciò permette al gioco di avere virtualmente una quantità infinita di nuovi tracciati su cui correre.
La fantasia di certi creator non ha limiti e ciò permette al gioco di avere virtualmente una quantità infinita di nuovi tracciati su cui correre
Mi resta un unico dubbio legato alla modalità di sblocco degli Eventi Speciali durante la Carriera, poiché non viene mai chiarito quale sia il requisito necessario per accedere. C’è poi la modalità multiplayer, ancora deserta per via delle poche persone in grado di giocare: sono particolarmente curioso per la playlist party, che proverò direttamente in live se possibile.
Arrivato a cavallo tra due generazioni di console, DiRT 5 è perfetto per chiudere il ciclo di quelle attuali e – chissà – aprire quello delle nuove. Un racing game che riesce a parlare a tutti i giocatori, a prescindere dalla preparazione tecnica. La Carriera estremamente longeva e narrata da una coppia di personaggi dal carisma esplosivo viene resa ancora più grande dalla modalità Playgrounds, che permette di creare altri tracciati con un alto livello di follia. Su PS4 Pro regge bene il confronto coi tempi, anche se penso sempre che la modalità con framerate più alto sia quella da scegliere preventivamente. In generale, se DiRT 2 vi è rimasto impresso per il suo stile, potete andare a cuor leggero anche sul quinto capitolo. Alternativamente è un ottimo modo per capire la qualità di questa serie. |