DiRT Rally 2.0

DiRT Rally 2.0 – Recensione

Mi prendo un po’ di tempo per raccontarvi di DiRT Rally 2.0, prima di tornare volentieri a sfrecciare tra le sue splendide strade sterrate. Come al solito, Codemasters sa come far felice un amante del motorsport, tanto quello assuefatto dal circo della F1, quando quello che non riesce a fare a meno di fango e derapate impossibili.

È un’altra esperienza da vivere assolutamente con un volante tra le mani, come il Thrustmaster T300 RS che utilizzo ormai da tempo per i giochi di guida. DiRT Rally 2.0 si fonde infatti alla perfezione e porta subito nel pieno della sua esperienza virtuale, senza dare tante spiegazioni.

Contrariamente a quanto vogliono proporre i suoi competitor, DiRT Rally 2.0 non sceglie una narrazione per la sua carriera. Il gioco gira infatti attorno alla modalità Eventi, dove è possibile cimentarsi nelle due discipline disponibili (Rally e Rallycross) e nelle prove quotidiane e settimanali (sia contro avversari umani, sia controllati dalla CPU).

DiRT Rally 2.0

Sembra poco, soprattutto vista la perdita della hillclimb, ma non lo è. Si parte infatti con una sola auto per vivere l’intero campionato nella sua classe “minore”, caratterizzata da vetture classiche, velocità minime e difficoltà non proprio al top.

Per guadagnare crediti occorre vincere tappe, completare gli eventi quotidiani e cercare di non danneggiare troppo l’auto, visto che le riparazioni sono gratuite fino a un certo punto.

I crediti accumulati dopo le corse sono essenziali: è infatti importante essere lungimiranti ed eventualmente acquistare più auto della stessa classe, in modo da essere coperti in ogni disciplina. Il campionato è lungo fin dall’inizio, con le 6 location (Polonia, Spagna, Argentina, Australia, New England e Nuova Zelanda) che si dividono in 4 tappe ciascuna.

L’ho capito molto bene dopo il primo campionato di rally, terminato 2° in classifica per colpa di qualche stupido errore tra le rocce dell’Argentina. Ho iniziato infatti con una Lancia Fulvia, una lumaca rispetto all’auto che mi sarei regalato successivamente. Avere una sola vettura è limitante se si vuole partecipare a eventi quotidiani e settimanali, ma basta qualche tappa per avere soldi a sufficienza da permettersi un’altra “piccola” auto da rally.

DiRT Rally 2.0

Il “problema” è che DiRT Rally 2.0 è dannatamente furbo. Come per il primo capitolo, la sua difficoltà si adatta all’abilità del giocatore per regalare sfide sempre al cardiopalma e livellare l’esperienza. Passare da una Lancia Fulvia a una Audi quattro S1 E2 è stata dunque la scelta peggiore che potessi fare: le basse velocità hanno lasciato il posto non solo a quelle folli della trazione integrale, ma anche alla cresciuta abilità degli avversari, che hanno reso la sfida parecchio più difficile del previsto.

Se pensate dunque che basti solo un po’ di talento per governare un’auto da rally, andando avanti servirà anche un buon paio di testicoli di adamantio.

Per amare DiRT Rally 2.0 serve dunque tanta passione, pazienza e voglia di migliorare. È un gioco brutale, capace di terminare le speranze di vittoria con un solo errore. Si può solo ricominciare la tappa per un massimo di 5 volte, senza alcun ausilio del famigerato rewind. Insomma, DiRT Rally 2.0 non è quel tipico gioco impossibile in grado di terrorizzare per sempre una persona. È molto di più.

È stimolante e soddisfacente come poco altro. È un professore che ti tempra a suon di 4 in pagella per farti capire che la vita a volte è ingiusta e crudele. Ma è anche quello che ti elogia se mantieni la lucidità e porti quell’ammasso di lamiere oltre il traguardo. È il bastone e la carota. Più bastonate prendi, più saprai apprezzare la carota.

DiRT Rally 2.0

Per scendere più nel dettaglio, DiRT Rally 2.0 è capace di dare una netta forma alla sua fisica di gioco. La ricostruzione certosina delle tappe è accompagnata anche dal degrado degli pneumatici, che si possono scegliere a piacimento prima della corsa.

Ci sono superfici più tranquille e altre in grado di mangiare letteralmente la gomma, quindi occorre fare una scelta oculata in base sia al terreno sia allo stile di guida.

Inutile dire che le condizioni atmosferiche pesano parecchio sull’ambiente di gioco. La differente aderenza tra fondi asciutti e bagnati è riconoscibile anche durante la primissima run e costringe a sapere bene con quale velocità affrontare ogni curva.

DiRT Rally 2.0 è stimolante e soddisfacente come poco altro

Occorre completare ciclicamente la carriera Rally di DiRT Rally 2.0 fino allo sfinimento, così da avere in mente non tanto i riferimenti in frenata quanto le differenze tra i vari tracciati e tra le auto che si possono scegliere.

I 6 luoghi scelti sono inoltre reali e non generati proceduralmente come per DiRT 4. Ognuno ha le sue peculiarità e può rifarsi maggiormente allo stile di guida di ogni persona. Ho apprezzato ad esempio Spagna e New England: il primo per le strade asfaltate molto divertenti da attraversare, il secondo per l’ambientazione autunnale tipicamente americana unita all’adrenalina dell’offroad.

DiRT Rally 2.0

Non capisco invece quale mente diabolica possa aver concepito il rally in Argentina, caratterizzato da strade tortuose, strettissime e circondate da grossi massi appuntiti. È come cercare di far passare un Boeing 747 tra le strade di un qualche borgo umbro.

Nonostante questo, tutto è molto bello da vedere, anche se mi sarei aspettato qualcosa in più su PS4 Pro. La migliore esperienza è stata durante le tappe nel tardo pomeriggio o di prima mattina, con la luce del Sole che filtrava tra le foglie creando stupendi fasci luminosi e rifrangendosi nelle pozzanghere.

Non si può parlare di fotorealismo, ma mi sono distratto più volte nel contemplare la bellezza grafica in certi momenti.

Purtroppo non è un idillio permanente, perché ho sempre la sensazione che l’immagine non sia veramente a fuoco al 100%, soprattutto all’inizio della tappa e all’interno dei box. Non so bene se si tratti di un maldestro tentativo di emulare la profondità di campo, ma sono abbastanza sicuro che mi dia fastidio in certe occasioni. Per fortuna, tutto questo non trova riscontro quando si è lanciati a 150 km/h tra le strade di campagna.

Nota bene: questa recensione è stata scritta prima dell’arrivo di una già programmata patch Day One, che tra le migliorie apportate avrà proprio alcuni accorgimenti al comparto grafico.

Detto ciò, vi starete chiedendo dove sia il Rallycross in tutto questo. Qui, in un articolo dedicato alle modalità di gioco, perché DiRT Rally 2.0 è anche il gioco ufficiale del campionato FIA Rallycross, disciplina che dunque non rappresenta l’opzione principale per il nuovo titolo di Codemasters. Vi basti sapere che è ancora superlativo.

Conclusioni

DiRT Rally 2.0 è un altro centro per Codemasters. Come avevo già detto nell’anteprima, all’annuncio non sentivo la necessità di vedere un capitolo successivo all’originale, ma ora sono più che convinto che ne sia valsa la pena.

Difficile e punitivo, è il paradiso di chi ama il rally e vuole misurarsi nella simulazione più estrema trovabile attualmente sul mercato. È una continua lotta con e contro la fisica, con e contro se stessi per cercare il miglior tempo possibile senza spargere carrozzeria nella natura.

È anche per chi vuole un gioco arcade? Forse, se si attivano gli aiuti alla guida, ma in quel caso DiRT 4 è ancora il capitolo più indicato. DiRT Rally 2.0 del resto è pensato per chi vuole controllare l’incontrollabile, quindi non ha senso giocarlo con un singolo assist attivato.

Se siete dunque amanti del motorsport nella sua espressione più grezza, sporca e temeraria, sapete già cosa fare.

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