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Disintegration – Anteprima

Ci sono alcuni nomi che sanno far drizzare le orecchie agli specialisti del settore. Marcus Lehto è sicuramente uno di questi: affermatosi come Creative Art Director presso Bungie Studios dalla fine degli anni ’90, il buon Letho è considerato a tutti gli effetti uno dei papà di Halo e di conseguenza della più moderna branca degli sparatutto. Non stupisce quindi la curiosità legata al suo nuovo progetto e della sua neonata V1 Interactive, lo shooter Disintegration.

Ambientato in un non precisato futuro, Disintegration ci mette al comando di una sorta di hover-bike chiamata Gravcycle e ci dà il controllo di una truppa da guidare in battaglia. Sostanzialmente Disintegration è un FPS a squadre con un’iniezione di elementi strategici che punta a ravvivare il genere. Operazione riuscita? Per ora, non proprio.

Quanto mostrato nella beta è ancora acerbo e rappresenta solo in parte quello che Disintegration sarà nella sua versione finale, quindi è ancora presto per giudicare. Gli elementi interessanti ci sono, così come sono presenti però diverse ombre che danno adito a parecchi dubbi. Ma andiamo con ordine.

Disintegration

La beta ci ha dato accesso a due modalità in multiplayer online: Zone Control e Retrieval, due tipi di esperienza che gli amanti degli FPS conoscono bene. C’è da dire che sarebbe dovuta essere presente anche una terza modalità, denominata Collector, che si basa sul classico deathmatch a squadre con qualche piccola ma macabra differenza (bisogna infatti recuperare un box con il cervello del nemico abbattuto), ma sarà disponibile solo al lancio. Nella versione finale di Disintegration sarà presente anche una campagna per giocatore singolo, anche se al momento si sa poco o nulla di questa feature del gioco.

Gli elementi interessanti ci sono, così come sono presenti diverse ombre che danno adito a parecchi dubbi

Quando si comincia una partita (dopo aver affrontato il tutorial esplicativo) avremo la possibilità di prendere una delle sette squadre disponibili: si va dal gruppo cyberpunk ai samurai futuristici, passando per i caotici punk alla Mad Max. Insomma, un gruppo variegato e assortito per venire incontro a tutte le esigenze. Inoltre nella versione finale ci saranno altri due equipaggi in più, il che dà più scelta ai giocatori dato che il sistema di gioco non permette che più di due giocatori abbiano lo stesso team.

Passiamo ora al gioco vero e proprio.

La prima modalità, Zone Control, è una delle più classiche che possiate immaginare: sulla mappa di gioco appariranno tre punti strategici (A, B e C) che vanno raggiunti e mantenuti il più a lungo possibile. Più tempo questi punti saranno sotto il nostro controllo, più punti faremo per la nostra squadra. Ovviamente la condizione di vittoria è legata alla cattura dei tre punti o al punteggio alla fine del tempo prestabilito (di solito dieci minuti).

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La seconda modalità provata è Retrieval, che inizia con la diffusione di alcuni punti di interesse chiamati “nuclei di energia” in due diverse zone della mappa. La nostra squadra dovrà raccoglierli attraverso le unità mob, per portarle nella zona sicura denominata “load zone” e segnare così un punto. Non è così facile però, dato che mentre portiamo il nucleo siamo comunque vulnerabili agli attacchi e lo stesso nucleo può cadere, esplodere e via dicendo. In questo caso il tutto si resetta e il nucleo si rigenera da capo nel suo punto di spawn. La partita è divisa in 3 round da cinque minuti l’uno, e finisce se la squadra attaccante riesce a segnare. Ovviamente nei match il ruolo di difensore/attaccante verrà invertito.

Il gioco, sulla carta, sembra divertente: volare su una gravcycle mentre diamo ordini alla nostra banda sparando agli avversari pare bello, ma in realtà è molto meno appagante di quanto si pensi. Disintegration al momento soffre di due grossi problemi: le mappe, che sono troppo piccole, troppo articolate e spoglie di dettagli (ma si spera sia solo un problema della beta), e il bilanciamento delle armi. Per il primo difetto, c’è poco da fare: vi troverete a non potervi alzare troppo in volo (nel tutorial questi limiti non ci sono, ed è un peccato che nel gioco invece ci si senta ancorati a terra) e a fare un triste slalom fra tubi e palazzi per portare a termine anche il più semplice dei movimenti. Il secondo problema riguarda il bilanciamento: ogni equipaggio ha armi proprie e un setup specifico, e alcune armi sono completamente sbilanciate rispetto a quelle di altri team (una gravcycle, sulla carta molto veloce ma dotata di scarsa energia, si è rivelata quella con l’arma più veloce e letale di tutti, con un rateo di fuoco semplicemente irraggiungibile per gli altri).

Anche la componente strategica finisce facilmente in secondo piano quando l’azione si fa più concitata, ed è un peccato perché il poter comandare le proprie truppe rappresenta proprio l’elemento di originalità di cui Disintegration ha fatto il suo punto di forza, ma nel caos della battaglia è difficile capirci qualcosa, specie se qualcuno ha la nostra stessa squadra.

Insomma, di lavoro da fare ce n’è parecchio per rendere Disintegration un gioco in grado di competere con gli altri big del settore. Ma gli elementi interessanti ci sono, e se V1 Interactive giocherà bene le sue carte, fra qualche mese potremmo trovarci di fronte a una piccola gemma. Coraggio Marcus, non arrenderti.