Dolmen recensione

Dolmen – Recensione

Descrivere Dolmen come un Action RPG sarebbe tanto sintetico quanto giusto. Del resto è il modo in cui lo definiscono i suoi sviluppatori, i brasiliani di Massive Work Studio. Un team esordiente proveniente dal Sud America, con grandi ambizioni e il supporto di Prime Matter, la nuova etichetta di publishing figlia della grande espansione di Koch Media. Una grande occasione, soprattutto se a supportarti è un publisher con una grande esperienza ed i giusti mezzi per far arrivare il tuo gioco ovunque.

Dolmen però non è solo un action rpg, perché le sue ambizioni sono riconoscibili ad un primo sguardo. Sviluppare un souls-like, seguire la scia dei grandi del settore. Un’ambizione nobile, in un mercato che chiede a gran voce esperienze di questo tipo ma che, per diverse ragioni, non riesce mai davvero a proporre un’alternativa convincente. Tutti vogliono essere From Software, tutti vogliono creare il prossimo Dark Souls.

Dolmen recensione

Dolmen non nasconde il suo tentativo, e anzi prova ad andare un pochino oltre. Ambientato sul pianeta di Revion Prime, impersoneremo un umano geneticamente modificato per affrontare gli orrori e i pericoli dei suoi ambienti. A livello narrativo l’incipit è molto semplice, pescando a piene mani dalla fantascienza e dall’horror cosmico di Lovecraft. L’obbiettivo è recuperare i cristalli Dolmen, degli artefatti che hanno il potere di unire differenti piani di realtà. Come spesso accade nella fantascienza, capirete che quest’ultimo aspetto non ha risvolti positivi. La rovina portata su Revion Prime ha bisogno di essere fermata, in un’avventura che si sviluppa su diversi atti e può essere completata agilmente in 15/20 ore.

Nonostante qualche idea interessante e divertente, Dolmen non riesce a sbocciare

Nonostante un incipit tutto sommato interessante, Dolmen non riesce a convincere nella sua esecuzione. Inseguendo pedissequamente il sottogenere a cui guarda con ammirazione, il team sceglie di raccontare la sua storia attraverso pochi filmati e affidando tutto ai terminali e alle note sparse per le mappe. Decisamente poco convincente ed interessante da seguire, anche a causa di una mancanza di visibilità di questi, molto simili tra loro e ben poco evidenziati rispetto allo sfondo dell’ambientazione. Dolmen è un grande raccoglitore di influenze, mescolando un’estetica sci-fi molto vicina a Dead Space e apparentemente legata agli orrori cosmici di Lovecraft. Quest’ultimo è inserito nel calderone con un po’ troppa leggerezza, visto che l’elemento orrorifico e atmosferico è decisamente poco incisivo e riuscito.

Dolmen recensione

Nel suo voler inseguire i giganti, Dolmen riesce a proporre diverse idee interessanti. A livello pratico è esattamente come ve lo aspettate, sia per struttura che per gameplay. Si esplorano delle mappe di varia grandezza, facendosi strada a suon di colpi leggeri e pesanti, senza dimenticare le importantissime parate e schivate. Eliminare ogni nemico porta all’ottenimento di naniti, utili per aumentare il livello del personaggio alla navicella, un piccolo spazio sicuro. Il loop di gameplay in questo senso non è dissimile da altri esponenti del genere. Anzi, è identico, con l’evidente limite di non avere una fluidità dei movimenti adeguata a rendere l’esperienza piacevole ed appagante. Dolmen è goffo e rigido, anche quando prova a fare qualcosa di nuovo.

La possibilità di usare armi da fuoco è interessante, offrendo una variazione al classico gameplay. Alcune di queste hanno elementi e cadenza di fuoco differenti, ma si dimostrano rigide da controllare e poco incisive nell’economia degli scontri. Attaccare dalla distanza è strategicamente ottimo, ma la mancanza di una schivata e il poco danno inflitto non la rende un’opzione preferibile agli scontri ravvicinati. Un bilanciamento migliore dell’esperienza avrebbe forse reso Dolmen più interessante, in questo senso. La gestione dell’equipaggiamento (che va creato coi materiali raccolti) è l’altro aspetto che ci ha convinto, dando ad ogni pezzo di equipaggiamento una specializzazione.

Questo significa che più pezzi avremo dello stesso tipo, più la “Tecnologia” ad esso legata aumenterà di livello ed efficacia. Creare sinergie tra le armature può rivelarsi interessante e divertente, nonostante il parco equipaggiamenti sia limitato (ma non troppo). La meccanica funziona, anche in relazione all’eventuale farming per salire di livello. I progressi sono tangibili e danno soddisfazione al giocatore, vista anche la possibilità di potenziare i pezzi con i materiali raccolti dai nemici. Semplice e funzionale, ma soffocato da un’interfaccia davvero disastrosa.

Dolmen recensione

Dolmen in un primo momento è illeggibile e difficile da navigare, con dei menù scomodi e delle informazioni essenziali che non vengono spiegate in modo chiaro al giocatore. Navigare per i menù di Dolmen non è divertente, né piacevole alla vista. Nonostante l’uso dell’Unreal Engine 4, il gioco appare piuttosto generico sotto il profilo artistico. L’anima horror non trova sfogo a sufficienza, mentre quella sci-fi è priva di mordente e sembra replicare, malamente, quanto già fatto da altri. Come prima prova ci può anche stare, ed infatti nell’economia generale questo aspetto è quello che pesa di meno.

Dolmen può comunque rivelarsi un’esperienza piacevole

Dove Dolmen fallisce è nel gameplay, troppo poco reattivo per essere davvero appagante, anche quando abbiamo di fronte una delle boss fight. L’esecuzione è imprecisa anche a fronte di pattern nemici tutt’altro che complessi. Il risultato è goffo, e genera anche qualche situazione poco dinamica in termini di sfida. Chi scrive ha eliminato il secondo boss semplicemente rispedendogli indietro le sfere infuocate che lanciava. Così per un paio di minuti, portando sì a casa la vittoria, ma al prezzo di uno scontro decisamente dimenticabile. C’è anche la possibilità di affrontarle in compagnia di qualche amico, nel caso abbiate uno scoglio da superare.

Conclusioni

Massive Work Studio ha tentato di percorrere una strada impervia, che richiede i giusti mezzi ed una visione chiara del genere. Unire i diversi ingredienti che lo compongono non basta, serve sapere come mescolarli. Nonostante qualche idea interessante e divertente, Dolmen non riesce ad essere niente di più che un ingenuo tentativo di dire la propria, in un genere inflazionato ma orfano di vere alternative al dominio di From Software. Dolmen può comunque rivelarsi un’esperienza piacevole, a patto di fare i conti con un’esecuzione decisamente mediocre sotto diversi punti di vista.

Dolmen è disponibile per l’acquisto da GameStop Italia! 

Commenti

Recensioni correlate

Tutte le recensioni