Andare all’inferno è un’espressione colloquiale che indica disprezzo o scherno, ma assume tutto un altro significato se associata a id Software e alla sua serie DOOM. Alla Milan Games Week di quest’anno ho avuto occasione di entrare nel pericolante mondo di DOOM Eternal, il nuovo sparatutto confezionato da Bethesda che vedrà la luce fra poco meno di due mesi, per calarmi nuovamente nei panni del Doom Slayer e fare a pezzi qualche brutto muso infernale. La parola più facile e immediata per identificare il cuore di questo nuovo capitolo di DOOM è una sola: tamarro.
Come definireste un gioco dove il protagonista è un uomo così grosso e possente da fare impallidire il Terminator di Schwarzenegger o il Rambo di Stallone? Un tizio così pericoloso che l’intero inferno lo teme e ha delle profezie su di lui, quasi fosse il satanasso di satanasso stesso, un tizio così macho da non dover dire nemmeno una parola, mai, nemmeno mentre prende a calci interi gironi infernali come se non ci fosse un domani e neppure quando intimidisce chiunque con la sua sola presenza.
Con DOOM Eternal, id Software ha preso quanto di bello aveva fatto nel primo capitolo e lo ha pompato all’inverosimile, aggiungendo più armi, più finisher, più capacità (al limite del sovrannaturale) e più equipaggiamento a quella che è praticamente la macchina da guerra vivente definitiva del mondo videoludico. Sì perché praticamente il DOOM Slayer è l’incarnazione dell’inevitabile, la morte che arriva, il vero ineluttabile distruttore. E a noi tocca il fantastico compito di aiutarlo in questa impresa. Fantastico, no?
A differenza del primo capitolo, DOOM Eternal vuole aggiungere ancora più potenza all’arsenale del suo DOOM Slayer, aggiungendogli un simpatico lanciafiamme dorsale, una specie di rampino che si incastra nei demoni e riavvolgendosi ci porta da loro, armi letali come la balista e la possibilità di scalare le pareti infilando letteralmente le dita dentro i muri. Oltre ad essere dannatamente esaltante, quest’ultimo punto è solo uno dei tanti fattori che vanno ad aumentare la verticalità del nuovo titolo di id Software, fra doppi salti e rampini svisceranti riesce a portare il DOOM Slayer a nuove vette di divertimento.
id Software ha preso quanto di bello aveva fatto nel primo capitolo e lo ha pompato all’inverosimile
Il modus operandi di questo nuovo capitolo di DOOM è esattamente quello che vi aspettate da lui: orde di demoni sempre più numerose e agguerrite che cercano di farvi la pelle in ogni area: fare a pezzi questi invasori infernali è l’unica soluzione possibile nonché la sola via che vi permetterà di procedere verso altre zone, e farlo nel modo più violento e cruento possibile è l’elisir che vi permetterà di allungare la vita del nostro apparentemente invincibile protagonista. Ho detto apparente apposta, perché anche se non sembra, DOOM Eternal è un gioco molto difficile che vi metterà alla prova: la velocità di movimento del DOOM Slayer può sembrare incredibile all’inizio, ma ben presto capirete che è solo strettamente necessaria per schivare le decine di centinaia di colpi che vi arriveranno addosso durante le orde sempre più numerose e pericolose.
Spesso sarete a corto di munizioni o di salute (spesso di entrambe) e avrete poche opzioni a vostra disposizione: o tagliare a metà qualche demonio con la motosega (che genererà munizioni) o ridurre in fin di vita gli esseri infernali per accopparli con una spettacolare finisher (generando così salute). Queste due azioni diventeranno il vostro pane quotidiano perché, altrimenti, siete morti. e non importa che id Software abbia introdotto un sistema di vite (1 UP, come in Super Mario) per permettervi di continuare anche dopo una morte quasi inevitabile, perché senza un pizzico di tattica e brutalità DOOM Eternal non vi farà andare avanti.
La trama, come potete immaginare, è abbastanza lineare: i demoni sono scappati da Marte e stanno invadendo la Terra. Il nostro DOOM Slayer non perde tempo e inizia la sua opera di sterminio su larga scala. Nonostante la sua difficoltà innegabile, DOOM Eternal è quasi ipnotico. Non riuscivo a smettere di massacrare demoni, nonostante le (inevitabili) morti questo gioco vi tiene incollati allo schermo, forse complice una colonna sonora da urlo o il fatto che il protagonista è così tamarro da autospararsi con un gigantesco cannone contro una base marziana per arrivare più in fretta a fare un mazzo così ai demoni.
Non ci resta che aspettare novembre per andare all’inferno allora, sperando ci siano abbastanza demoni per soddisfare la sete di sangue del nostro DOOM Slayer.
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