22 Gen 2018

Dragon Ball FighterZ – Recensione

Al dunque siamo giunti a quel fatidico momento, al giorno in cui abbiamo potuto finalmente mettere le mani sul chiacchieratissimo Dragon Ball FighterZ, il nuovo picchiaduro sviluppato da dei veterani del genere (Arc System Works), conosciuti in particolar modo da coloro che non sono proprio di primo pelo di picchiaduro ma, anzi, piuttosto navigati. Reduci da saghe di successo come Guilty Gear e BlazBlue, questa volta hanno avuto l’arduo compito di concentrare le loro fatiche su una saga che ormai tutto il mondo conosce perfettamente: Dragon Ball. Presentato un po’ così, all’improvviso, nel corso dell’E3 2017 (come se Bandai Namco ce lo tenesse nascosto in qualche cassetto misterioso), ha lasciato delle positive sensazioni agli appassionati, anche se ancora non si conoscevano tutte le sue caratteristiche e peculiarità.

È risaputo che l’opera di Toriyama ha dalla sua un’infinità di picchiaduro alle spalle, tanti (potremo definirli così) tie-in dedicati, che nel corso degli anni si sono susseguiti su diverse piattaforme di gioco. Dragon Ball FighterZ centra un bersaglio che si era un po’ smarrito nelle ultime iterazioni: riporta in auge il classico fighting game, senza nessun tipo di caratteristica ibrida (quindi niente elementi ruolistici o creazione di un personaggio avatar), offrendo un roster di più di 20 personaggi giocabili, scenari tratti dai migliori episodi dell’anime, che abbiamo imparato a riconoscere nel corso degli anni, e ricche modalità offline e online basate esclusivamente sulle mazzate.

Come avremo modo di esaminare nel dettaglio, gli sviluppatori con questo gioco non hanno lasciato nulla al caso, e a volte non riuscirete a distinguere la differenza tra un episodio dell’anime e un scontro nel videogioco. Questa cura dei dettagli così certosina è un fattore da non sottovalutare minimamente, anzi, potrebbe risultare quel colpo perfetto per fare la differenza e consegnare nelle mani dei videogiocatori uno dei migliori titoli mai creati sulla saga.

Dragon Ball FighterZ - Recensione
Tenetevi forte, inizia la battaglia!

Cosa è successo ai guerrieri Z? Improvvisamente sono caduti addormentati in un lungo sonno e all’orizzonte sono spuntati dei silenziosi cloni, quasi paragonabili a degli zombi (ma senza fame di cervelli), di color grigiastro, che sembrano avere un unico scopo: scontrarsi con i loro alter ego. All’inizio della modalità storia di Dragon Ball FighterZ vi sveglierete nei panni del protagonista storico, Son Goku, ma anche se sarete lui non sarete “veramente” lui. Spieghiamoci meglio: muoverete un’anima che controlla letteralmente i movimenti dei vari eroi e con cui dovrete trovare un certo feeling. Senza di voi saranno completamente inermi perché questa minaccia spaventosa ha sottratto le loro energie e solo le vostre dita sul controller potranno farli tornare attivi come al solito.

Così prendono il via le vicende del gioco (ambientato durante Dragon Ball Super), ma ovviamente non vi sveliamo altro perché la storia di Dragon Ball FighterZ deve essere goduta dall’inizio alla fine. dato che gli eventi narrati (divisi in tre archi narrativi: Super Guerriero, Guerriero Nemico e Androide No.21) sono completamente inediti e vedono non solo il ritorno dell’Androide numero 16, ma anche di una nuova e spaventosa minaccia… di cui saprete di più solamente giocando. Una cosa però possiamo dirvela: per come sono state raccontate le vicende vi sembrerà di assistere ad episodi inediti dell’anime. I vari protagonisti sono stati interamente doppiati, in ogni singola scena o intermezzo, e caratterizzati inoltre da una grande espressività. Partiamo con l’analisi di questa modalità: gli eventi avanzeranno in ordine cronologico man mano che vi sposterete di casella in casella nei vari capitoli. Avrete a disposizione 20 turni per affrontare, chiamiamolo così, il boss di fine mappa. Vi sposterete di una posizione per volta, un po’ sulla falsariga del gioco dell’oca, tenendo sempre a mente la quantità di movimenti residui, e praticamente ogni tassello della mappa darà il via ad uno scontro (nella maggior parte dei casi contro cloni) che non solo fa crescere di livello il team, ma ricompensa il giocatore anche con degli oggetti equipaggiabili per godere di alcuni vantaggi. L’obiettivo primario è quello di risvegliare e portare nuovamente dalla vostra parte i compagni, così che possano unirsi alla lotta ed essere scelti nel team primario (composto da tre combattenti). Le missioni si distinguono in varie tipologie: battaglia semplice, scontro tutorial (completando alcuni requisiti si ottengono monete aggiuntive), incontro salva personaggio (ovvero il classico “libera tutti”), e la battaglia di fine area.

Dragon Ball FighterZ riporta in auge il classico fighting game

Il sistema di movimento sulla mappa mette in campo anche una certa dose di strategia, utile per eseguire quel numero di spostamenti necessario a completare tutto il percorso (ma è possibile saltare qualche combattimento prendendo diverse strade e lanciarsi direttamente verso il cattivone di turno). Con il proseguire della storia non solo avrete modo di vivere nuovissime avventure, ma potrete assistere anche a degli studiatissimi siparietti completamente contestualizzati quando nel team sono presenti personaggi con battute comuni. Esilarante un momento in particolare: Vegeta e Goku si trovano dinnanzi a Freezer e non riescono a decidere chi dei due debba affrontarlo, andando a citare anche degli aneddoti risalenti al film “La Resurrezione di F” o alla vera e propria saga animata di Super (potete immaginare la faccia del freezeriano durante questo battibecco!). Queste “chicche” rappresentano quella spinta in più che ogni buon appassionato non può far altro che apprezzare.

La narrazione è sopraffina, aiutata anche da una grafica in pieno stile cartone animato, ma preferiremmo definirlo più come un manga interattivo (una scelta grafica che non dispiace minimamente). Per completare tutti e tre gli archi narrativi occorreranno circa una ventina di ore, niente male considerando la natura stessa del titolo. Nonostante il gioco sia stato studiato così armonicamente, chi è alla ricerca di una vera sfida nella modalità storia la troverà solo dopo (circa) le prime dieci ore, poiché la prima parte fungerà principalmente come una sorta di introduzione ai comandi con avversari (quasi) praticamente immobili.

Dragon Ball FighterZ - Recensione
La furia di Black non conosce confini!

Dragon Ball FighterZ è studiato perfettamente in ogni sua forma, adatto praticamente a tutti grazie alla sua natura semplice e alla possibilità di realizzare combo in modo semplificato. Questo aspetto è molto importante, perché non si è realizzato qualcosa solo per gli esperti di Fighting Game ma anche per coloro che vogliono godersi tutte le modalità senza per forza di cose farsi spuntare “i calletti da picchiaduro”. Ma il vostro intento è quello diventare dei veri pro? Allora oltre all’addestramento ai comandi base vi viene in aiuto anche il Tutorial Avanzato, ovvero quello delle combo specifiche di ogni personaggio. Vi assicuriamo che in questo modo potrete mettere a segno delle tecniche davvero niente male, ma non dimenticate che solo tanto esercizio permetterà di utilizzare i vostri beniamini in modo perfetto.

Fondamentalmente parliamo di un picchiaduro 3 vs 3, un po’ sulla falsa riga della saga di Marvel vs. Capcom, molto ben calibrato, in cui i vari combattenti sono stati adeguatamente bilanciati, mostrando punti di forza e di debolezza. Una caratteristica fondamentale perché permette di creare il proprio Dream Team in base alle proprie predisposizioni combattive. Scegliere con attenzione la propria squadra è importante, ma saperla gestire nel modo giusto lo è ancora di più. Ad esempio, utilizzare il capitano Ginew e affidarsi alla tecnica “Change” è una strategia niente male, in quanto vi permette di scombussolare le tattiche dell’avversario scambiando il vostro personaggio con il suo, il quale però, dovesse rivelarsi agli antipodi del vostro stile di gioco, non farà altro che complicarvi le cose. Insomma, ogni singolo fattore è stato ben studiato per affrontare i vari incontri nel modo e nella strategia che si ritiene più soddisfacente: un lavoro accurato da parte di Arc System Works che abbiamo davvero apprezzato.

Dragon Ball FighterZ è pura essenza combattiva, profondo ed estremamente emozionante com’è

Oltre alle combo si possono utilizzare anche degli attacchi speciali (che possono essere combinati con i partner nel team) e le super di livello 3. Per scagliare onde o attacchi super potenti sarà cruciale accumulare il Ki, altrimenti potreste non essere così devastanti. Portare l’aura al 7° livello consente anche, una volta raccolte tutte le Sfere del Drago accumulabili grazie alla realizzazione di varie combinazioni di tecniche, di evocare il Drago Shenron che esaudirà uno dei desideri a disposizione (riportare in vita il partner, rendere invulnerabili, ricaricare la propria energia, ottenere uno sparking). E se tutto questo non dovesse bastare, si può far ricorso anche allo Sparking (o “Vampata”, come viene chiamata in-game) che permette di ricaricare la propria energia per un arco di tempo ben delineato e fare molto più danno all’avversario.

Dragon Ball FighterZ è pura essenza combattiva, profondo ed estremamente emozionante com’è, capace di conquistare tutti gli appassionati che da anni non aspettavano altro che un picchiaduro classico in stile 2,5D. Quel pizzico in più di genialità è dettata dalle Dramatic Scene (che vanno esattamente a ricalcare sequenze cardine originali del manga), da tecniche combinate (spassosa la scena del Renzoku Super Donuts con Piccolo che fa l’alzata per la schiacciata di Gotenks), e da scambi di battute combinate sia in fase di presentazione che durante il match.

Il roster è costituito da 21 personaggi, che ad una prima occhiata potrebbero sembrare un po’ pochini, ma che sono perfetti per questo tipo di produzione (anche perché non sarà impresa facile riuscire ad adoperarli tutti nel migliore dei modi). 13 sono le arene a disposizione per ogni modalità, tratte principalmente dalla saga di Dragon Ball Z, facilmente riconoscibili anche perché presenti in altre produzione videoludiche dedicate alla saga. Altri tre personaggi (tra cui Goku Blue e Vegeta Blue) possono essere sbloccati soddisfacendo determinati requisiti.

Bu! Bu! Volleyball Ultraviolento!

Si può accedere alle diverse modalità che il gioco mette a disposizione attraverso una lobby, un mondo alternativo in stile super-deformed che richiama tutti i luoghi più iconici della serie animata. Potrete decidere il vostro avatar preferito, sbloccabile casualmente acquistando delle capsule al negozio al modico prezzo di 1000 Zeni, e spostarvi con assoluta libertà. Inoltre questo acquisto permette di collezionare anche delle emoticon da usare nella lobby e messaggi per il proprio profilo online. Lato tecnico/artistico, c’è davvero poco di cui lamentarsi: abbiamo definito Dragon Ball FighterZ come un manga interattivo, dotato com’è di una personalità tutta sua, merito anche di un accompagnamento musicale che spazia dal metal a melodie che richiamano l’originalità della serie. L’adattamento in italiano, a parte qualche solita imprecisione che si trascina dai vecchi filoni videogiochi e la mancanza di una qualsiasi forma reverenziale, è molto buono. Ancora più importante è la stabilità del framerate: non abbiamo riscontrato nessun calo o rallentamento, nemmeno nei match più caotici.

Non dimentichiamoci che parliamo sempre di un fighting game estremamente competitivo, nonostante offra una mole di contenuti non indifferente in modalità single player, che potrebbe tranquillamente essere accolto come uno degli eSport più attesi di questo 2018. Per le varie modalità online, che sono state implementate a partire dal D1 grazie ad una patch da scaricare, abbiamo redatto un articolo dedicato che potete leggere qui.

Arc System Works ha realizzato un picchiaduro da fan per i fan

Dragon Ball FighterZ ci ha fatto un’ottima impressione, non per niente è stato l’oggetto del desiderio di tanti appassionati e uno dei titoli di cui si è chiacchierato di più sulle varie community. Non solo è un eccellente picchiaduro, che consente di affrontare l’incontro con approcci sempre nuovi, rendendo di fatto ogni match diverso dall’altro, ma anche un gioco realizzato da fan per i fan. Gli sviluppatori sono stati attentissimi nella cura dei dettagli, facendo una vera e propria trasposizione della serie nel videogioco, andando a volte ad aggiungere qualcosa di inedito alle vicende originali. Quindi non solo abbiamo assistito ad una sceneggiatura ben realizzata e in pieno stile Toyotarō e Toriyama, ma a qualcosa che sancisce il coronamento di un sogno e una sorta di oggetto del desiderio dai tempi dei primi picchiaduro 2D, i Super Butōden, degli anni ’90. Nei mesi a seguire, grazie ad un pass stagionale, verranno integrate anche le colonne sonore originali dell’Anime e 8 nuovi personaggi (ancora da scoprire). L’intenzione di Arc System Works e di Bandai Namco Entertainment è quella di continuare a supportare il titolo nel tempo e farlo conoscere a quanti più appassionati possibili.

Se proprio volessimo trovare un difetto (relativo) allora questo potrebbe trovare riscontro in una frenesia senza pari in grado di confondere, o scoraggiare, una fetta dell’utenza. In Dragon Ball FighterZ, oltre all’abilità del giocatore stesso, occorre anche un pizzico di intuito per poter condurre e ribaltare il match in proprio favore. Questa caratteristica potrebbe suscitare, per coloro che cercano qualcosa di semplice e immediato, una certo senso di frustrazione, dovuto al fatto di non riuscire ad immergersi completamente nei vari pugni, calci e colpi d’aura che il match è in grado di offrire. E anche la scala dei personaggi non ci ha convinto pienamente, ma è un difetto di natura “filologica”, più che ludica: ad esempio, Freezer risulta essere alto come l’Androide numero 18, cosa ben diversa da ciò che abbiamo visto nella serie animata, ma è una scelta dettata certamente dal bilanciamento del roster, così da evitare che alcuni colpi non andassero a segno su personaggi un po’ troppo bassi.

Conclusioni

Dragon Ball FighterZ è capace di effettuare combo davvero niente male, una serie di hit virtuali in grado di mettere (metaforicamente) al tappeto i fan che lo attendevano sin dal suo annuncio. Un picchiaduro così ben realizzato che cattura sia lo spirito videoludico che quello combattivo dei giocatori, risultando oltremodo la punta di diamante degli appassionati delle avventure di Goku e dei suoi amici. Oltre ad offrire combattimenti adrenalinici, i ragazzi di Arc System Works e Bandai Namco Entertainment hanno confezionato una modalità storia, divisa in tre diversi archi narrativi, con vicende ben raccontate che potrebbero tranquillamente interporsi all’interno dell’anime originale senza stonare minimamente. Una maggior cura relativa alla difficoltà della citata modalità, nelle prime ore di gioco, non avrebbe guastato, comunque.

Un videogioco che ha tanto da raccontare dando la possibilità di confrontarsi con tutti i giocatori del mondo attraverso delle studiate modalità online. Quest’ultima l’abbiamo provata con la massima cura e ne potete leggere di più nel nostro articolo dedicato.

L’attesa, questo è certo, è stata ben ripagata: il lavoro sopraffino nella cura dei dettagli, una grafica pari a quella del cartone animato e la conferma che un picchiaduro riesce ancora ad essere vincente con la formula 2D, dà il LA alla sinfonia che porta il genere verso nuovi orizzonti. Siete alla ricerca di un buon fighting game e soprattutto ambientato nei luoghi più iconici di una delle serie più famose del mondo? Bene, allora Dragon Ball FighterZ farà sicuramente al caso vostro!