DRAGON BALL: Sparking! ZERO è incontenibile – Anteprima

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Avvolti da un'aura potentissima

Partiamo con una premessa d’obbligo, rivolta a tutti i fan di Dragon Ball che si trovano a leggere queste righe, incuriositi da pareri in merito a Dragon Ball: Sparking! ZERO (già prenotabile da GameStop, a questo link): anche se ho qualche annetto in più sulle spalle, sono comunque uno di voi, cresciuto a pane e Dragon Ball fin da ragazzo, preservando questa passione fino a un’età in cui forse si potrebbe anche andare oltre.

Da piccolo l’anime in TV, sulle tv private, poi crescendo la prima edizione del manga, l’anime Mediaset, le VHS in edicola ma anche quelle dei film (registrate direttamente in giapponese non si sa bene dove), Ultimate Battle 22 che diventava 27, Final Bout e la sua opening fighissima, gli AMV con i Linkin Park e Gohan… che ricordi.

Quanto a passione, ci capiamo quindi. E in nome di questa passione trovo davvero curioso mettere insieme le idee a seguito della prova in anteprima con il gioco, vissuta a distanza davvero ravvicinata dalla release. Perché? Perché prima ancora di mettere le mani sul gioco completo e definitivo, prima ancora di poter spendere ore e ore da soli o con gli amici a scatenare la propria (potentissima) aura, verrebbe già da dire che Dragon Ball: Sparking! ZERO è il gioco perfetto per tutti gli orfani della serie Budokai Tenkaichi e che non si sbaglierebbe a piazzare già ora i propri preordini.

Esagerato forse? Non credo. Storicamente la serie “Budokai Tenkaichi”, da non confondere con “Budokai”, incentrata sui combattimenti 1vs1 a visuale laterale, ha rappresentato il massimo delle trasposizioni videoludiche per i fan di Dragon Ball, in particolare per via dello sconfinato roster a disposizione (perfetto per le battaglie con gli amici) e della creatività mostrata nella messinscena degli eventi canonici, nonché dei sempre interessanti “what if”.

La serie “Budokai Tenkaichi”ha rappresentato il massimo delle trasposizioni videoludiche per i fan di Dragon Ball

L’obiettivo a questo giro per Bandai Namco e Spike Chunsoft è, nella migliore delle ipotesi, quello di ricreare il fenomeno dell’era PS2/Wii che riuscì a colpire al punto da non venire mai sostituito nell’immaginario globale, diventando un tarlo costante nella testa di ogni dipendente del colosso giapponese.

E gioco alla mano, le impressioni sono oltremodo positive, a cominciare dall’estrema attenzione dedicata a quelli che possono essere considerati semplici “dettagli” come il menù iniziale. Tutte le varie opzioni sono divise per categorie e ognuna viene introdotta da una scenetta che vede Goku recarsi “sul posto”: dalla casa di Bulma alla Kame House, dalla sede del torneo Tenkaichi al trono di Zeno, ogni volta viene eseguita un’animazione diversa, che coinvolge anche altri personaggi per renderla più colorita.

Dettagli, dicevamo. Eppure sono cose che contano nel trasmettere un primo, forte, impatto con il pubblico. Io personalmente mi sono goduto ogni scena e ogni cambio di inquadratura con i suoi cammei o curiosità che si svelavano alla camera. Il tempo stringeva, però, e ci si è dovuti tuffare sulle varie modalità.

Prima, però, un po’ di allenamento: per quanto la serie Budokai Tenkaichi fosse universalmente riconosciuta come accessibile, sono comunque passati oltre 15 anni dall’ultimo episodio (la memoria è quella che è) e serve risvegliare la manualità. Anche e soprattutto perché ho sempre preferito la serie Budokai normaleehi, ci siete ancora?

Il numero di meccaniche presenti è davvero corposo

Trovarsi a far pratica è un po’ tedioso, perché la dinamica delle prove è tutto fuorché fluida e leggibile, sebbene più che sufficiente a capire cosa ci attende: DRAGON BALL: Sparking! ZERO non è un titolo che introduce una grossa complessità di combo come può trovarsi in un picchiaduro tradizionale o anche solo su Dragon Ball Fighterz, ma il numero di meccaniche presenti è davvero corposo, al punto di intimorire.

In particolare è curioso come tanti comandi singoli e/o combinazioni di tasti cambino funzione in modo contestuale a seconda della distanza e di quali azioni vengano compiute prima. Launcher, sfondamenti, inseguimenti, teleport e via dicendo si incastrano a dovere con ii sistema di movimento tridimensionale e offrono una tela su cui creare una “simulazione di Dragon Ball” estremamente fedele.

Una “simulazione di Dragon Ball” estremamente fedele

A livello puramente personale ho trovato parecchio esaltanti i sistemi legati alle parate, nello specifico la parata perfetta con R1 e l’intuito perfetto con O: nel primo caso il nostro personaggio, da vero chad ferma il colpo rivale con una mano e passa al contrattacco, mentre nel secondo fa un po’ il bullo schivando sequenze intere di colpi ravvicinati per poi respingere con forza il nemico e spronarlo a fare di meglio. 

Per via della poca esperienza e del poco tempo a disposizione per padroneggiare il tutto, non sempre gli attacchi andava a segno come desiderato e, anzi, spesso finivo vittima di lunghissime combo nemiche (interrompibili con specifiche mosse, ovviamente, quando disponibili) senza capirci molto.

Chi non vorrà allenarsi o, semplicemente vorrà giocare “alla leggera”, potrà approfittare delle impostazioni semiautomatiche che aiutano il giocatore in ogni comando, rendendo tutto molto spettacolare.

Ma è arrivato il momento di picchiare sul serio, questa volta approfittando delle Episode Battle dedicate ai personaggi più rilevanti della serie (per un totale di 8), in cui è possibile rivivere le appassionati sfide tra il bene e il male a colpi di onde energetiche e trasformazioni. Nello specifico abbiamo avuto l’occasione di testare Goku, Freezer e Goku Black.

Seguendo la storia del nostro eroe, si persegue il filo narrativo classico, partendo come di consueto dall’arrivo di Raditz. Nel ripercorrere la trama, DRAGON BALL: Sparking! ZERO prova un po’ a rimescolare le carte proponendo alcune possibilità di scelta, come la possibilità di rifiutare l’aiuto di Piccolo e invece portare con sé Crilin e Muten nella missione per salvare Gohan.

Le possibilità offerte da questi what if sono strepitose!

In questo specifico caso, l’idea è simpatica, ma non cambia nulla a livello di trama, portando comunque all’intervento di Piccolo e del suo Makankosappo. Resta quindi da capire se siano divergenze estemporanee, da affrontare con lo spirito del completista, o se nascondano qualche bivio a lungo termine. Aspettiamo di avere il gioco completo tra le mani per scoprirlo, perché dai trailer le possibilità offerte da questi what if sono strepitose!

Al netto di questo, il gioco è come sempre divertentissimo: fin dagli scontri più semplici si ha la possibilità di scatenare grandi colpi devastanti e assistere a dinamiche cutscene messe insieme con un montaggio decisamente graffiante.

Miglior resa grafica di sempre in un gioco di Dragon Ball? Molto probabilmente sì

Dopo aver visto i salti mortali compiuti da Arc System Works per riprodurre in 3D lo stile di Toriyama, non mi sarei mai aspettato di trovare una così alta qualità nella resa dei personaggi in qualsivoglia inquadratura. Miglior resa grafica di sempre in un gioco di Dragon Ball? Molto probabilmente sì, anche se Fighterz rimane forse più fedele nel dettaglio.

Oltre al consueto “giro con Goku”, è stato particolarmente soddisfacente affrontare l’arco di Goku Black e scatenare tutte le abilità di Zamasu nel corpo di Goku: la mossa finale con tanto di falce non smette mai di essere esaltante!

Unico appunto, dopo queste prove: non saprei dire se per l’esaltazione del momento o altro, ma alcuni scontri si affrontano senza avere ben chiare alcune condizioni di vittoria e può capitare di non capire perché non si riesca a fare nulla contro la CPU solo per rendersi conto che bisognava aspettare il termine di un dialogo. Maggiore chiarezza sarebbe gradita.

Passiamo ora invece a quella che è la novità assoluta di questa nuova incarnazione della serie Budokai Tenkaichi, ovvero le Custom Battle: in questa modalità “regista” si potrà letteralmente dare vita alle nostre mini-storie personalizzate prendendo i personaggi che vogliamo e mettendoli l’uno contro l’altro, con tanto di dialoghi ad accompagnare.

Si tratta di una modalità di creazione che ha il potenziale di rendere letteralmente infinito questo gioco, permettendo di condividere online le proprie creazioni. Le opzioni a disposizione sono più ampio di quanto si potesse aspettare e si basano principalmente su “eventi trigger” che possano portare a trasformazioni, cura, cambi di personaggio e via dicendo.

Per mostrare le potenzialità di questo editor, Bandai Namco ha preparato per i giocatori una buona dose di battaglie già pronte da giocare, che vanno a ricreare alcuni momenti non presenti nelle Episode Battle o provano a immaginare eventi mai visti prima, magari avvenuti dietro le quinte o in linee temporali differenti.

Una modalità di creazione che ha il potenziale di rendere letteralmente infinito questo gioco

Alcune di queste risultano piuttosto complesse non solo per la difficoltà dell’avversario, ma anche per le condizioni extra che è necessario rispettare per ottenere la vittoria. Paura di trovare online missioni impossibili? Non preoccupatevi: come spesso accade, per mettere online una sfida è necessario completarla in prima persona, quindi quantomeno saprete che tutto è fattibile.

Superate le prove “d’obbligo” di questa anteprima, si è passato a tirare schiaffoni un po’ contro la CPU e un po’ contro altri ospiti dell’evento. Inutile dire che i momenti più esaltanti e apprezzati sono stati quelli legati alle trasformazioni (o fusioni) e all’esecuzione delle mosse più devastanti, davvero ben realizzate.

A livello di meccaniche tutto sembra funzionare bene, anche se le basi molto semplici non devono ingannare: memorizzare e padroneggiare tutto non è semplice e a tratti verrebbe da dire che non è intuitivo. In aiuto comunque arriva un sistema di controllo opzionale che riprende quello dei giochi PS2, a cui può anche essere affiancato (come detto in precedenza) qualche automatismo.

Sarà importante invece capire bene quali siano le regole alla base degli scontri tra onde di energia, che a volte portano a devastanti clash interattivi e altre invece vedono soccombere uno dei due senza un motivo chiaro, senza generare animazioni. Anche il tempismo richiesto e la finestra di frame in cui rispondere agli attacchi saranno da valutare a tempo debito.

Alla fine, che altro dire? DRAGON BALL: Sparking! ZERO sembra già adesso una bomba per tutti i fan, incarnando a dovere l’immagine di gioco “definitivo” dedicato all’opera di Toriyama. Tutti gli appassionati convinti dell’acquisto difficilmente cambieranno idea, mentre i dubbiosi (chi sarebbero, poi?) rischiano seriamente di cedere di fronte agli ultimi annunci di personaggi, che si prospettano decisamente sorprendenti!

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