Dragon Ball: The Breakers – Recensione

Nel corso degli ultimi 30 anni, Dragon Ball ne ha avute di “incarnazioni videoludiche”: picchiaduro, GdR, Card Gaming e persino un’esperienza per Kinect su Xbox 360 (abbastanza dimenticabile a dirla tutta). E quando fu presentato il progetto Dragon Ball: The Breakers, ci siamo particolarmente incuriositi sulla natura survival che Dimps e Bandai Namco potevano consegnare nelle mani dei giocatori.

Sì, perché è curioso vedere i più grandi cattivoni di Dragon Ball Z (Freezer, Cell e Majin Bu) dare la caccia a 7 terrestri intrappolati in una frattura temporale. E pensateci: cosa fareste se un pericoloso villain vi stesse con il fiato sul collo? Ovviamente scappereste a gambe levate. Dopotutto, non abbiamo la forza (e il coraggio) di Goku e Vegeta.

Dragon Ball: The Breakers è un’esperienza completamente multiplayer, quindi con partite della durata di circa 10 minuti senza nessuna componente per singolo giocatore. Una formula tutto sommato interessante e inedita per il franchise, con tanti elementi in comune con Dead by Daylight da cui sembra trarre la sua ispirazione.

Nonostante le premesse, il titolo non ha messo a tacere i dubbi nati nella nostra precedente prova con un comparto tecnico un po’ datato e una stabilità di rete con qualche incertezza (quest’ultima sicuramente migliorabile). Per non parlare del sistema di microtransazioni non proprio perfetto per un videogioco che non nasce come free to play.

“Se mi trova sono spacciato”

Ambientato nello stesso universo di Dragon Ball: Xenoverse 2, sette comuni cittadini si ritroveranno risucchiati da una frattura temporale. L’unico modo per uscirne è quella di fuggire dalla faglia grazie a una super macchina del tempo con l’aiuto dei propri inaspettati alleati.

Tuttavia questa missione non sarà così semplice poiché ce la dovremo vedere anche con un cattivone, un forte avversario proveniente da una linea temporale diversa e con un potere inimmaginabile. Per fortuna, ogni sopravvissuto potrà utilizzare una serie di strategie per poter contrastare l’avversario e darsela a gambe una volta e per sempre.

Dopo un breve tutorial con Trunks, figura emergente tra i Pattugliatori Temporali, saremo pronti per lanciarci nella nostra prima partita in Dragon Ball: The Breakers. Ogni match si suddivide in tre fasi: Ricerca (trovare le chiavi per attivare la macchina del tempo), Difesa (proteggere il sistema di avvio con ogni mezzo) e Fuga (nel caso in cui il razziatore distrugga la super macchina temporale).

Seppur derivativo, il gameplay ha degli spunti interessanti

Facciamo un po’ di ordine e capiamo come funziona ogni match: ogni mappa è costituita da 5 zone identificabili in ordine alfabetico e in ognuna di esse va trovata una chiave (all’interno di appositi cofanetti) e attivato un portale. Una volta riusciti ad attivarli tutti, potremo attivare la macchina e fuggire “tranquillamente”.

Peccato che il razziatore farà di tutto per impedircelo e al contempo potrà letteralmente assorbirci per potenziarsi e distruggere un’area appena effettuerà un level-up. I sopravvissuti saranno ancora più in difficoltà e per uscirne indenni, dovranno essere ancor di più uniti.

Ma come si può contrastare un villain tanto spietato? A questo scopo potremo trovare e assimilare dei portentosi cubi di “Potenza Cambio” per poter utilizzare la forza dei formidabili guerrieri Z fino a 3 livelli. Ognuno ci permetterà di scambiarci con un personaggio che avremo precedentemente impostato e scatenarci per un breve periodo.

In questo caso la fuga non è disonorevole

I metodi per uscirne vincitori sono molteplici: scappare con la Super Macchina del Tempo, sconfiggere il cattivone oppure svignarsela con la macchina di emergenza inviata da Trunks, da soli o con qualche alleato. Stendere Cell o Freezer all’ultimo stadio della trasformazione potrebbe essere quasi impossibile, anche perché in quel caso avrà assorbito la maggior parte dei superstiti. Impresa fattibile solo qualora il razziatore non sia particolarmente abile.

Mentre raggiungeremo il nostro obiettivo dovremo considerare anche altre importanti attività collaterali: salvare la vita ai civili braccati dal razziatore, trovare oggetti come armi o power-up e ricercare le Sfere del Drago. E trovare le famose Dragon Ball non sarà impresa da poco, ma se ci riusciremo potremo evocare Shenron e chiedere di diventare potenti come un razziatore.

Durante le nostre esplorazioni potremo imbatterci anche nei radar modificati da Bulma, che ci guideranno alle chiavi, ai civili e alle Sfere del Drago. Utilizzarli risulta fondamentale al fine del compimento della titanica impresa. Tuttavia dobbiamo sempre considerare che il razziatore potrebbe trovarci da un momento all’altro e mandare in frantumi tutta la strategia.

Per questo è fondamentale impostare diverse abilità al sopravvisuto, in modo di avere degli spiragli di sopravvivenza. Potremo ad esempio servirci del rampino per spostarci velocemente o utilizzare il Taiyoken (colpo del sole) di Tenshinhan per accecare provvisoriamente il predatore alle nostre calcagna. Ogni abilità potrà essere acquistata al negozio e potenziata tramite il menù allenamento. Dopo circa una decina di partite riusciremo a capire quali abilità sono più adatte al nostro stile di gioco.

Dragon Ball: The Breakers risulta tecnicamente datato e a tratti sbilanciato

Passiamo al razziatore, probabilmente uno dei ruoli più amati, poiché ci farà interpretare il ruolo dei più forti cattivoni di Dragon Ball Z. Gli obiettivi sono semplici: sconfiggere i superstiti e riempiere l’indicatore evoluzione. Ogni cattivo ha un suo metodo per farlo: Cell ad esempio assorbirà tramite la sua coda i vari civili mentre Freezer sterminando i superstiti.

Potrebbe sembrare facile interpretare questo ruolo, ma non lo è affatto. Dare la caccia è molto strategico e capire i movimenti dei giocatori più esperti potrebbe risultare complesso: distruggere le aree ed evolversi sono le mosse più sagge, ma ovviamente ognuno ha il suo personale piano d’azione. Inoltre non potremo interpretare spesso il ruolo del Razziatore e dovremo attendere il nostro turno nelle fasi di matchmaking. Quindi dovremmo aspettare diverse partite per poter giocarci di nuovo. Una scelta tutto sommato giusta, ma che non ci permette di specializzarci poiché non possiamo usarlo sempre.

È pur vero che in Dragon Ball: The Breakers esiste una modalità allenamento, peccato però che non si possa fare pratica con l’intelligenza artificiale. In realtà si potrebbe fare qualora avessimo altri giocatori nella nostra lobby, ma in quel caso non converrebbe giocare direttamente un match? La mancata implementazione dei bot non è stata una mossa propriamente azzeccata e allenarsi con il razziatore senza le prede non crediamo abbia molto senso. Almeno avremo la possibilità di familiarizzare con la mappa e provare le abilità sbloccate.

Ogni partita ci farà guadagnare dei punti esperienza, spiriti dei super guerrieri e Zeni. Questi ultimi potranno essere spesi in negozio per acquistare capi di abbigliamento o abilità, anche se per quelli più appetibili occorrerà possedere gettoni PT. La quantità dei gettoni PT guadagnati non è molta e per accaparrarsi gli oggetti più in voga bisogna possederne un bel po’. E qui entra in campo la dolente questione delle microtransazioni, presenti in modo eccessivo considerando che Dragon Ball: The Breakers non nasce come free to play.

Il titolo di Dimps è suddiviso in stagioni e ci premierà con diversi contenuti completando alcune sfide, tra cui 3 giornaliere e diverse settimanali. Sbloccheremo dei punti DP che ci faranno aumentare di rango (fino a un massimo di 50). Detta così i giocatori più volenterosi potrebbero raggiungere l’obiettivo con il giusto impegno, se non fosse il limite fissato di 10 DP al giorno.

Questo ostacolo si può eludere acquistando i ranghi con i sopracitati punti PT separatamente sui vari store di console e PC. Un aspetto che non ci ha entusiasmato considerato che i giocatori devono anche acquistare il titolo separatamente. Riteniamo altresì che Dragon Ball: The Breakers doveva nascere come un progetto free to play, dato che le caratteristiche in game sono perfettamente in linea con questa formula.

Nonostante tutto le varie sessioni risultano divertenti, anche se riteniamo fondamentale rinfrescare la formula e magari inserire nuove modalità e personaggi per mantenere viva l’attenzione. Per fortuna nella stagione 2 arriverà un nuovo razziatore, Vegeta Oozaru, ma ci auguriamo di vedere molto altro.

Dragon Ball: The Breakers non brilla sul fronte del comparto tecnico, con telecamere imprecise e controlli a tratti approssimativi. Sembra di avere tra le mani un gioco datato caratterizzato da movimenti innaturali e poco precisi in alcune fasi, soprattutto in quelle dello scontro faccia a faccia tra razziatore e sopravvissuto.

Conclusioni

Dragon Ball: The Breakers trae ispirazione da un genere molto apprezzato e in continua espansione soprattutto per gli streamer di Twitch e YouTube che giocano con la propria community. Seppur derivativo, il gameplay ha degli spunti interessanti e scappare con i propri compagni regala una bella soddisfazione.

Per quanto ci siano delle buone premesse e un’idea alla base dai tratti geniali, Dragon Ball: The Breakers risulta tecnicamente datato e a tratti sbilanciato a favore del razziatore. Non aiuta poi l’amara questione delle tante microtransazioni in un gioco venduto separatamente seppur budget.

Anche se poco si può fare dal punto di vista tecnico, il titolo potrebbe essere rinfrescato e reso più appetibile con un continuo supporto e inserimento di nuovi personaggi e modalità. Inoltre, pensiamo che a questo punto il crossplay tra le varie piattaforme di gioco dovrebbe essere una costante per produzioni di questo tipo.

Siamo sicuri che gli sviluppatori potranno migliorare tanti aspetti, tra cui il matchmaking che non abbiamo trovato sempre immediato su console PlayStation (versione da noi testata).

Dragon Ball: The Breakers è disponibile da GameStop

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