Correva l’anno 1984 quando il geniale maestro Akira Toriyama dava il via, con le sue chine, a quel fenomeno mediatico così ben strutturato capace di contagiare e crescere moltissime generazioni come neanche lui si sarebbe aspettato. Diciamoci la verità, Dragon Ball non è un semplice manga/anime, è qualcosa di più che insieme a Kenshiro e i mitici robottoni ha conquistato ben tre decadi di successi e soddisfazioni. Il forte merchandising legato al brand si è diffuso a macchia d’olio “invadendo” le case degli appassionati di ogni svariato oggetto che avesse impresso il famoso marchio… E il mondo videoludico di certo non è stato a guardare: negli anni è stato artefice di un susseguirsi di titoli incentrati sulle vicende di Goku e compagni, che per la prima volta in Europa uniranno le loro forze su Nintendo 3DS. Vediamo come se la sono cavata.
L’universo dei picchiaduro a due dimensioni ha segnato in modo indelebile la generazione anni ’90 del contesto videoludico, quando i cabinati e le console a 8 e 16 bit mostravano con le unghie e con i denti quanto fossero innovative e potenti le produzioni di quell’epoca. Dragon Ball Z Extreme Butoden è un gioco che trae la sua forza proprio da quel periodo riproponendo, in un qualche modo, lo stupendo lavoro che venne realizzato nella serie per Super Nintendo intitolata Dragon Ball Z: Super Butoden. Il mondo è di nuovo in pericolo: passato e presente si sono mescolati creando un paradosso temporale in cui tutti i nemici delle varie ere sono tornati mettendo di nuovo in serio pericolo la Terra. La responsabilità degli eventi ricadrà su Super Ishinlon, drago malvagio e villain principale conosciuto nella saga di Dragon Ball GT, intento una volta per tutte ad annientare Goku e tutti coloro che si opporranno alla sua volontà. L’unico modo per ripristinare la pace è radunare le sfere del drago supreme per sigillare definitivamente il capo dei draghi.
Al primo avvio il titolo, tramite la modalità Storia Z, ci metterà nelle condizioni necessarie atte a prendere dimestichezza con i comandi basilari col capitolo “Squadra Drago”. Questa prima parte di gioco sarà, in un certo senso, molto accelerata e ci farà ripercorrere le gesta della trama principale di Dragon Ball Z in un modo un po’ approssimativo e con un adattamento dei testi in italiano non proprio di altissimo livello, anzi, tutt’altro, ma questo sembra essere un problema che affligge i titoli Bandai Namco degli ultimi tempi, cosa che non passa inosservata ai fan affezionati. Completata questa prima parte di gioco, composta da 10 missioni, si sbloccheranno automaticamente le saghe alternative di altri guerrieri che consentiranno di rivivere la storia dal punto di vista del personaggio in questione. Il giocatore da questo momento in poi sarà libero di decidere come muoversi: continuare tale modalità (che gli consentirà di sbloccare Broly) o cimentarsi in una nuova. Il fulcro del titolo è rappresentato dalla Modalità Avventura, che proietterà il giocatore in un universo parallelo di Dragon Ball in cui tutte le caratteristiche, i personaggi e gli scenari andranno a creare qualcosa di mai visto nella saga. In uno scenario stile “mondi di Super Mario”, Goku affronterà diverse missioni nelle quali si potranno sbloccare Assistenti Z che saranno disponibili in tutte le modalità.
Di per sé Dragon Ball Z Extreme Butoden non ha una difficoltà molto elevata, anche quando settata a livello difficile, e la realizzazione delle combo risulta abbastanza semplice. Ogni combinazione di tasti consentirà di effettuare una mossa unica arricchita da splendide tecniche supreme che potranno essere contrastate dall’avversario a seguito della pressione di un tasto al momento giusto, generando un contrasto di onde davvero magnifico. Quello che risulta non proprio immediato, e in un certo senso abbastanza difficilotto, è il conseguimento del grado S nelle missioni della Modalità Avventura: requisito fondamentale per sbloccare e rendere quindi effettivamente disponibili gli Assistenti Z in ogni modalità di gioco. Dalle nostre prove non siamo riusciti a capire esattamente che punteggio ottenere per raggiungere tale grado, nonostante fossimo riusciti a completare gli obiettivi richiesti in ogni singola missione, ma la valutazione finale è sicuramente influenzata dall’energia residua, il tempo e la varietà di tecniche effettuate durante lo scontro. I ragazzi di Arc System Works non sono proprio dei principianti nella realizzazione di picchiaduro: hanno alle spalle anni di successi con lavori del calibro di Guilty Gear e BlazBlue e con questa produzione sono riusciti a mettere “una ciliegina sulla torta” lavorando a un progetto così importante. Il titolo si sviluppa con caratteristiche 2D su scenari 3D, risultando non molto frenetico in incontri 1vs1 con possibilità di tag fino a 3 personaggi giocanti, o con combinazioni di personaggi e Assistenti Z, purché ce ne sia almeno uno giocante, che potranno essere intercambiati con un semplice tocco sullo schermo inferiore.
Dragon Ball Z Extreme Butoden mette in campo sin dal principio un roster di circa 20 personaggi, di cui alcuni disponibili soltanto terminando determinate modalità e con la possibilità di sbloccare oltre 100 Assistenti Z. Qualche piccola scelta è abbastanza discutibile, in quanto avremmo gradito una varietà maggiore dei personaggi giocanti senza la necessità di dover utilizzare più volte quelli già presenti: inserire “Gohan adulto Super Saiyan” avendo già “Gohan Adulto Scatenato” con una semplice variazione nel colore dei capelli non ci è sembrata una mossa propriamente azzeccata.
A piacerci sono invece i comandi di gioco, e familiarizzare con essi è abbastanza immediato anche per i meno esperti del genere: le combo si effettuano con sequenze di tasti identiche per ogni personaggio e molto semplici da eseguire.
Lato contenuti, oltre alla Modalità Storia e Avventura già citate sono presenti: la Modalità Battaglia, che offrirà semplici scontri contro la CPU impostando determinati parametri, e in cui ci è saltato all’occhio l’assenza della selezione “randomica” dei personaggi della squadra, opzione che sarebbe stata apprezzata; la Modalità Versus è prevista solo per battaglie locali ed è priva di una componentistica online, scelta che probabilmente lascerà l’amaro in bocca a molti videogiocatori poiché la longevità di un picchiaduro è alimentata dalla competizione, vero fulcro delle battaglie; l’ultima modalità è rappresentata dal “Torneo Mondiale Estremo”, unica vera sfida di questo gioco in cui in una serie di incontri a difficoltà crescente verrà messa a dura prova l’abilità di ogni giocatore. Gli enormi sacrifici, al termine del torneo, saranno ripagati con lo sblocco del Dio della Distruzione “Bills”. Una significativa assenza sta nella mancanza di una Modalità Allenamento che la casa di sviluppo, per sua ammissione, ha dimenticato di inserire e che verrà implementata a breve tramite una patch.
Arc System Works ha pensato per questo gioco a una veste grafica “vecchia scuola”, dando l’impressione di avere tra le mani un titolo delle scorse generazioni videoludiche a cui le peculiari funzionalità del Nintendo 3DS riescono a dare una discreta “profondità” agli scenari durante le battaglie.
Dalle accurate prove da noi effettuate non abbiamo riscontrato vistosi cali di frame rate, probabilmente perché gli sviluppatori hanno volutamente eliminato delle animazioni sui singoli personaggi rendendo il tutto molto più fluido in termini di giocabilità. Qualche rallentamento si può notare durante le fasi più frenetiche e con l’effetto 3D attivo, ma nulla che possa rovinare l’esperienza di gioco. Probabilmente se il titolo fosse uscito su piattaforme con requisiti hardware superiori, si sarebbe potuto mettere mano a una realizzazione più elaborata e arricchita da un vastissimo comparto online.
Dal punto di vista del sonoro le voci giapponesi dei protagonisti risultano essere un po’ “ovattate”, dando al giocatore l’impressione di trovarsi al cospetto di un titolo del Super Nintendo, il tutto accompagnato da una colonna sonora accattivante che da anni fa da contorno a questo tipo di produzioni. Il gioco è quasi totalmente privo di dialoghi parlati, fatta eccezione per le presentazioni e le tecniche di ogni singolo guerriero Z, e quelli scritti nella versione italiana andrebbero rivisitati, risultando spesso inesatti e fuori da ogni logica.
Riguardo invece funzionalità extra, come la maggior parte dei prodotti Nintendo anche Dragon Ball Z Extreme Butoden sfrutterà lo StreetPass permettendo di scambiare “Le Carte della Gilda”: schede personalizzabili in cui oltre ad essere riportate le statistiche di gioco, si potrà registrare la propria squadra preferita e impostare un motto a scelta tratto da uno dei personaggi dell’universo “toriyamesco”.
In conclusione…
L’abilità dimostrata dai ragazzi di Arc System Works nel realizzare un’esperienza picchiaduro basata su un vecchio format videoludico è davvero notevole: a partire dalle animazioni, alla realizzazione di moltissime modalità e a una longevità che non ha nulla da invidiare a produzioni maggiori. Una traduzione migliore nella nostra lingua sarebbe stata gradita e l’implementazione di una modalità online avrebbe reso questo Dragon Ball Z Extreme Butoden un videogioco di altissimo livello.
Nonostante il Nintendo 3DS non sia una console perfettamente adatta ad accogliere questo genere, il titolo si lascia giocare con molta tranquillità risultando semplice ed immediato. Un gioco che non deluderà le aspettative degli appassionati (anche se l’aggiunta di qualche personaggio in più non sarebbe stata del tutto sbagliata) e che potrebbe far avvicinare a questo genere anche coloro che non lo amano in particolar modo. Dategli una possibilità, non ve ne pentirete!
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