Dragon Ball Z: Kakarot
01 Nov 2019

Dragon Ball Z: Kakarot – Anteprima Lucca C&G 2019

Nascosto sulle mura medievali della pittoresca città di Lucca, Bandai Namco ha allestito un piccolo paradiso per i fan dei videogiochi a tema anime. La casermetta San Paolino è un po’ angusta, non ha certo molto spazio, ma nelle sue tre salette il publisher ha trovato modo di infilare diverse postazioni dei titoli più attesi in uscita nei prossimi mesi (e anche un piccolo store ufficiale).

È qua che abbiamo avuto l’occasione di mettere le mani su Dragon Ball Z: Kakarot, l’action rpg di CyberConnect2 che ripercorre le avventure che tutti noi abbiamo già vissuto al fianco di Goku nella serie Z, aggiungendo però alcune storie originali, un semi open world da esplorare e dove svolgere numerose attività.

I giocatori potranno così non solo rivivere le grandi imprese dei loro beniamini, ma anche immergersi nella loro “vita di tutti i giorni”. Pescare, cacciare, abbuffarsi di carne di dinosauro, andare a trovare gli amici e aiutarli con i loro problemi quotidiani.

Purtroppo non ci sono state grandi occasioni di fare questo, ma nel compenso abbiamo potuto riempire di mazzate Radish e Cell… e loro noi.

La prima demo si apre in questo fantomatico open world, con Goku che sulla sua nuvola speedy si dirige verso il luogo in cui è atterrato Radish. Il mondo è coloratissimo e davvero ricco di elementi: ci sono pterodattili che volano nel cielo, personaggi sparsi ovunque e sulla mappa abbiamo scorto il simbolo di due diverse side-quest.

Peccato che il mondo aveva bisogno di essere salvato, perciò abbiamo ascoltato la petulante voce di Bulma che ci urlava dal controller, abbiamo cercato di domare al meglio la nuvola speedy (abbastanza incontrollabile nonostante la scarsa velocità) raccogliendo qualche sfera del drago per la strada, e abbiamo tirato dritto verso la minaccia impellente.

Il temibile saiyan Radish è atterrato e con l’aiuto di Piccolo (che agisce come semplice supporto quando chiamato) dobbiamo affrontarlo per salvare l’umanità. Siamo agli inizi, il nemico è solo al livello 6 e perciò lo scontro non è dei più difficili, ma dà già una buona idea di come i boss siano strutturati. Tanto per cominciare è necessario sconfiggerlo due volte, e ogni volta possiede delle super-mosse diverse con pattern particolari. Alcune sono evitabili, mentre altre ci siamo trovati a subirle parandoci come delle ragazzine.

Si capisce subito che livellare e arrivare agli scontri preparati è di vitale importanza in questo gioco. Non si tratta di un semplice picchiaduro, ma di un Action-RPG in cui il livello, le abilità impostate e gli oggetti contano.

La differenza si vede bene nella seconda demo, in cui abbiamo controllato Gohan nella battaglia contro Cell (livello 50+). Questo si moltiplica subito, costringendoci ad affrontare 5 nemici contemporaneamente. L’abilità è sicuramente importante, ma a meno di riflessi sovraumani e telecamere multiple è impossibile evitare tutti i colpi. Perciò saranno richieste statistiche elevate e un numero adeguato di oggetti per la cura.

Il combattimento in sé non dimostra grandi innovazioni, i giocatori che hanno provato Xenoverse o altri giochi di Dragon Ball come Budokai Tenkaichi non ci metteranno molto a prenderci la mano. Ci sono le classiche combo melee, con possibilità di scaraventare il nemico contro montagne e poi seguirlo istantaneamente per continuare la combo, e ci sono le mosse speciali specifiche di ogni personaggio che richiedono aura per essere utilizzate. Ci sono poi i supporti che svolgono una particolare azione quando chiamati in causa.

Un’ottima sorpresa sono state le cutscene, fedelissime all’anime e realizzate in modo eccellente. Certo in queste demo Bandai ha anche puntato sul lato emotivo dei fan: il Cannone Speciale di Piccolo contro Radish e la Kamehameha padre e figlio sono scene stampate nella mente di ogni bambino degli anni ’90. D’altra parte se anche le storie originali mantengono la stessa qualità delle animazioni potremmo trovarci davanti ad un prodotto molto interessante.

Dragon Ball Z: Kakarot ci ha dato una buona prima impressione, nonostante l’esperienza limitata. L’open world sembra effettivamente ricco di cose da fare, i boss sono impegnativi e la componente RPG sembra avere un buon peso.

Niente di innovativo dal lato del combattimento in senso stretto, ma non si tratta necessariamente di un lato negativo. I fan della serie potranno lanciarsi subito all’attacco con un brevissimo tutorial, senza dover imparare tutto da capo. Senza contare che il sistema ha sempre funzionato alla grande, e ancora lo fa.

Purtroppo Bandai non ha voluto rischiare mostrando una parte di storia originale. Scopriremo solo col tempo quindi se queste aggiunte si riveleranno all’altezza della classica narrazione dello Z.


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