25 Apr 2017

Dragon Quest Heroes II – Recensione

Potremmo parlarvi per ore dello straordinario successo che ha riscosso la saga di Dragon Quest, una delle più longeve di sempre, la quale può vantare tre artisti di tutto rispetto tra le sue fila: Yuji Horii (ideatore), il maestro Akira Toriyama (concept artist), e Koichi Sugiyama (compositore).

Questo brand così importante è stato fonte di ispirazione per tantissime altre produzioni, basti pensare alla gestione dei personaggi con i relativi upgrade, l’esplorazione e gli impegnativi dungeon che nel tempo hanno segnato in modo indelebile la scena videoludica di tutto il mondo. Nel 2016 Dragon Quest ha festeggiato ufficialmente le sue 30 candeline e proprio in occasione di questa ricorrenza ha stuzzicato i palati più esigenti con l’annuncio (e l’arrivo) di Dragon Quest XI (previsto a luglio in terra nipponica).
Ma il 30° anniversario è stato anche forte di un particolarissimo Dragon Quest Builders e del debutto giapponese del secondo capitolo della serie HEROES, hack-and-slash che trae ispirazione dalla saga mischiando l’amato genere RPG a quello del classico picchiaduro a scorrimento.

Dragon Quest Heroes II arriva ufficialmente anche dalle nostre parti, partendo dal successo del precedente episodio, proiettandovi in una nuova ed incredibile avventura, che pur mantenendo inalterata la sua formula, introduce tantissime caratteristiche (e nuovi personaggi) che non potrete fare a meno di gradire. Un nuovo mondo, una nuova storia e la possibilità di collaborare fino a quattro giocatori in modalità co-op online sono solo alcune delle peculiarità che potrete trovare in questo capitolo. A questo punto che stiamo aspettando? Buttiamoci sul campo di battaglia a far man bassa di “colorati” e “bizzarri” avversari.

Un gruppo di determinati eroi per riportare la pace nell’impero!

In una terra di pace costituita da sette regni portanti, prenderanno luogo le vicende narrate: come raccontato in un’antica profezia, ogni impero scenderà in guerra a seguito di una grande minaccia. Per ristabilire la pace, un gruppo di eroi, tratto da ogni universo di Dragon Quest, unirà le forze per respingere questa calamità. È proprio da qui che parte la vostra missione, nei panni di uno dei due cugini Lasaar e Theresa (entrambi provetti studenti dell’accademia militare). Per compiere questa grande impresa sarete accompagnati da Koro, lo slimaiutante guaritore che vi sosterrà “ricaricando” l’energia nei momenti di difficoltà, e da numerosi altri guerrieri che si uniranno man mano l’evolversi delle vicende.

Detta così sembra una missione davvero ostica, ma non preoccupatevi, voi sarete dei guerrieri davvero eccezionali e lo dimostrerete senza problemi nel corso dell’avventura. Partiamo per gradi e cerchiamo di analizzare nel dettaglio l’esperienza che vi troverete di fronte. Come abbiamo detto, Dragon Quest Heroes II è un titolo hack-and-slash o per essere meno occidentali e più orientali definibile come musou. Lo scopo del gioco è quello di abbattere un numero consistente di nemici al fine di liberare la strada dalla minaccia che in quel momento incombe. Il titolo è sì sostanzialmente un Tower Defense in cui si devono difendere PG, conquistare avamposti e stendere al tappeto ogni mostro che si presenta lungo il cammino, ma in un certo senso anche un “vero e proprio RPG che si rispetti”.

Facciamo un po’ di chiarezza: negli ultimi anni l’industria videoludica si è letteralmente “evoluta” mixando diversi generi in una sola vera e propria produzione. Dragon Quest Heroes II riesce ad unire in modo egregio tutte quelle caratteristiche del GDR, a quelle del picchiaduro a scorrimento moderno, generando qualcosa di sostanzialmente complesso ma diversificato e affascinante, così da poter appianare quei dovuti “problemi” di ripetitività che i musou si portano dietro da diversi anni.

Dragon Quest Heroes II è un ottimo mix tra il genere musou e quello RPG

Riportare la pace è un compito assai duro e non basta solo qualche colpo di spada o gettarsi nella mischia senza una dovuta preparazione tecnica. Dimenticate “i vecchi metodi” in cui era possibile stendere ogni brutto ceffo ed essere un invincibile Terminator: se vi addentrate nelle battaglie alla garibaldina il game over sarà facile facile. Per evitare questo, preparate innanzitutto una squadra come si deve, ben bilanciata, che può tenere testa ad ogni ondata di avversari: per fare questo è innanzitutto indispensabile inquadrare il vostro stile di gioco e l’approccio che volete avere. Fatto ciò potete decidere quale personaggio includere nel vostro team da 4 (ed ecco che rientrano in campo le caratteristiche GDR): ogni membro salirà di livello dopo ogni battaglia e accumulerà punti esperienza per migliorare le sue uniche caratteristiche (acquisizione di nuove abilità, aumento dei punti vita e magia, resistenza e altre abilità peculiari che lo faranno resistere a mostri sempre più forti e determinati).

La natura GDR di cui gode il titolo si può constatare in ogni momento: oltre a potenziare le abilità, è vostra cura occuparvi anche dell’acquisto di nuove armi, sempre più devastanti, e ad equipaggiare ogni personaggio con globi e accessori (per vantaggi significativi durante gli scontri). Tutti i mostri di Dragon Quest Heroes II, nonostante la tenerezza del loro aspetto, non perderanno occasione per avvelenarvi e alterare il vostro stato rallentandovi e rendendovi meno incisivi. Per questo motivo vengono in aiuto i globi e gli accessori, che rafforzano notevolmente i membri del team impedendo ai mostri di avere la meglio. Gli accessori, inoltre, possono essere potenziati dall’apposita “alchimista” grazie agli ingredienti che si trovano sparsi in tutto il mondo di gioco: non è mai un male avere più energia o maggiore resistenza. Se avrete cura di questo aspetto di gioco, vi assicuriamo che nessun villain potrà tenervi testa.

Ma per diventare dei provetti paladini della giustizia è molto importante compiere le missioni secondarie: incarichi speciali che non solo fanno “ingrassare” il vostro portafogli ma anche ottenere armi, globi e oggetti. È vera anche una cosa, gli incarichi possono anche essere saltati senza nessun problema, ma farlo non sarebbe una grande mossa: non solo vi perdete una bella fetta dell’avventura ma non potete godere appieno di tutto quello che Dragon Quest Heroes II ha da offrirvi.

Curare gli alleati risulta essere una mossa strategica da non sottovalutare

Parlando del mondo di gioco possiamo affermare che questo, rispetto al precedente, è davvero molto vasto. Questa volta la squadra “capitanata” da uno dei due eroi può scorrazzare liberamente nelle macro-aree rivelandone la mappa, così da poter individuare nuovi elementi dello scenario ricchi di oggetti utili o semplicemente raggiungere la “zona di guerra” successiva. All’interno delle zone di guerra si può ritrovare il classico musou con determinati obiettivi da tower defense che, nonostante all’apparenza possano risultare ridondanti, sono davvero ben gestiti e accompagnati perfettamente da un’ottima narrazione. Come abbiamo detto, le macro-aree sono la prima grande novità introdotta in Dragon Quest Heroes II: lungo il tragitto in modalità “free roaming” non mancheranno mostri di ogni genere che potrete attaccare, anche solo per puro divertimento (che vi assicuriamo essere molto soddisfacente), oppure potrete salvare persone in pericolo che vi ricompenseranno con un numero sostanzioso di punti esperienza (scusate se è poco!). Questa caratteristica rappresenta un punto a favore della produzione, che non limita l’esperienza di gioco semplicemente al completamento di alcuni livelli specifici (o alla loro riproposizione in modalità libera) ma fungono “da ponte” mantenendo una certa continuità alle vicende. Ma se non avete voglia di girare in lungo e in largo per raggiungere un punto su mappa potete tranquillamente utilizzare le “Pietre del Viaggio” che vi faranno raggiungere in un battibaleno le location: ma non dimenticate di attivarle al vostro primo passaggio altrimenti potete scordarvi i viaggi rapidi.

Riesce a non rendere noioso un genere che aveva bisogno della giusta svecchiata

Dunque, la squadra l’avete creata, il mondo di gioco lo avete esplorato, cosa altro manca? Giusto, il gameplay. Beh, arrivati a questo punto sarete senza ombra di dubbio curiosi di scoprire quali novità in termini di sistema di combattimento sono state introdotte in questa produzione. In sostanza parliamo sempre di un musou con tutti i pregi (e i difetti) che questo genere si porta dietro da svariati anni. Ma Dragon Quest Heroes II ha un merito, un merito che gli va riconosciuto: riesce a non rendere noioso un brand che aveva bisogno della giusta “svecchiata”. Le battaglie partono non appena sfoderate l’arma contro gli avversari: più combo riuscite a realizzare, maggiore è il danno che arrecate ad ogni bizzarro mostro. Come abbiamo detto, la squadra è composta da 4 personaggi da “switchare” a vostro piacimento. Ma intercambiare non è solo limitato a questo, se la vostra intenzione è quella di sferrare ingenti danni, la migliore soluzione è quella di effettuare un “pluriattacco”, tecnica che concatena una combo tra i vari combattenti a discapito di qualche punto magia. Ma per stendere colossi sempre più massicci non si possono solo utilizzare spade, scure o dir si voglia: è indispensabile tener conto dei punti magia che vi permettono sia di offendere con abilità uniche che di difendervi con tecniche preventive. Per concludere in bellezza ogni paladino può riempire una barra tensione che può essere attivata rendendolo invincibile per un lasso di tempo con la possibilità di scatenare infine una Super di tutto rispetto.

Gli incontri che si disputano nelle macro-aree o in ogni singola Zona di Guerra a volte potrebbero risultare abbastanza ostici. Ed ecco che entra in scena l’utilizzo dei mostri che abbiamo duramente conquistato e “collezionato” nel medagliere: dopo aver steso una specifica creatura, essa potrebbe rilasciare la propria medaglia facendola diventare un potente alleato. Le monete sono di tre tipi: attivista (il mostro effettua un potente attacco scomparendo appena eseguito), sentinella (il mostro resta a dare supporto finché non ha esaurito i PV) e sostituto (per trasformarsi momentaneamente in potenti belve magiche). Le prime due sono una vecchia conoscenza di Dragon Quest Heroes I, mentre quella sostituto introduce qualcosa di inedito che coinvolge in prima persona il giocatore. Tocca dire che il loro utilizzo, anche se non è determinante all’esito della battaglia, può essere un buon diversivo per riprendere fiato e pensare alla prossima strategia. Un’altra importante iterazione introdotta è data dal cambio della classe del protagonista, inizialmente di tipo guerriero, che può essere cambiata in qualsiasi momento semplicemente recandovi da un sacerdote (questo però comporta la perdita dell’esperienza e di tutti i bonus accumulati fino a quel momento). Questa feature fissa un punto importante: nello scorso episodio non era possibile cambiare la classe del protagonista e si era costretti a mantenere sempre la stessa. Dragon Quest Heroes II rivoluziona questo aspetto, dedicando anche delle missioni secondarie specifiche proprio al cambio della suddetta.

Se nonostante tutto alcune sessioni di gioco continuano a darvi troppi grattacapi, potrete trovare nuovi alleati nella modalità multigiocatore. Ebbene sì, le missioni possono anche essere affrontate in modalità co-op fino a quattro giocatori online con gli amici o semplicemente con qualche forestiero che non può rifiutarsi di aiutarvi ad abbattere il più mostruoso dei Golem. Una simpatica signorina, molto gentile tra le altre cose, vi aiuterà a cercare tutti i membri del party di cui avrete bisogno o se al contrario vi sentiste dei veri e propri prodi guerrieri potrete offrire il vostro aiuto a qualche “anima innocente” in difficoltà in quel preciso momento, al fine di completare missioni storia o dungeon cooperativi.

Desdemona può fare danni devastanti quando ha tra le mani la sua scure

Durante la nostra prova abbiamo superato abbondantemente le 30 ore di gioco, ma siamo sicuri che i più dediti potranno totalizzarne molte di più, segno di come questo titolo sia davvero molto longevo regalando più di qualche emozione. In termini di sfida ci siamo: scontri con una difficoltà crescente vi faranno ben presto capire che livellare il personaggio ed utilizzare tutte le peculiari caratteristiche di un GDR nella progressione saranno fondamentali per completare tutti gli obiettivi.

La cura che Omega Force e Koei Tecmo hanno riservato a questo gioco è davvero apprezzabile: la fluidità nel sistema di combattimento non è cosa facile da realizzare, e il loro merito è rappresentato dai quei 60fps quasi sempre granitici che tendono a scendere di poco solo in situazioni particolarmente “affollate” sullo schermo. Questa implementazione si avverte ad occhio nudo, e chi è più navigato di action musou lo noterà sin dalle prime battute di gioco. Molti suoni e alcune colonne sonore sono state “estratte” dal titolo del 2015, accompagnando in modo esemplare le vicende.

Il titolo può essere fruito con il doppiaggio sia in lingua inglese che giapponese (noi siamo più nipponici in tal senso) con i sottotitoli in italiano. Per quanto l’adattamento sia davvero buono non abbiamo trovato perfettamente corretto (così come accade anche in altri titoli fantasy GDR) l’uso della seconda persona singolare quando ci si rivolge a una figura regale: i giapponesi ci tengono particolarmente al rispetto degli adulti e delle figure con una certa autorità quindi ci è sembrato abbastanza inappropriato. Ma a parte questo, la storia che viene narrata è davvero di alto livello ramificandosi su questioni che abbracciano fortemente il genere ruolistico.

Appagante ed estremamente divertente

Gli eventi della trama sono narrati, come dicevamo, davvero bene ma non possiamo dire lo stesso per quel che concerne le missioni secondarie che ci sono sembrate abbastanza ripetitive (recuperare oggetti, eliminare un tot di nemici, affrontare mini-boss battle) nonostante siano davvero importanti al fine della progressione dei personaggi. Una maggiore incisività di tali incarichi, magari legandoli in qualche modo alla trama principale, avrebbero reso il titolo Square Enix quasi perfetto.

A conti fatti Dragon Quest Heroes II è un grande sequel indipendente, che per i fan rappresenta un grande passo in avanti e che potrebbe avvicinare anche i meno avvezzi al genere musou grazie all’implementazione coinvolgente delle caratteristiche ruolistiche.

Conclusioni

Dragon Quest Heroes II è un titolo di tutto rispetto che va goduto dall’inizio alla fine: un’avventura mozzafiato che non riesce a deludere le aspettative. L’unione di due generi diversi tra loro, ma in un certo senso collegati, ha confezionato un prodotto che dimostra come l’industria videoludica abbia fatto un salto di qualità. Tante le novità introdotte nel franchise, come il cambio di classe, l’uso dei mostri giocabili per supportare nei momenti di difficoltà, dialoghi fanciulleschi e spensierati, e una modalità multigiocatore che arricchisce una così già abbondante tavolata.

Ancora non ci siamo perfettamente per quel che concerne le missioni secondarie, che ci sono sembrate un po’ sottotono. Gli amanti del genere musou e ruolistico troveranno in Dragon Quest Heroes II qualcosa di appagante ed estremamente divertente, per tutti gli altri potrebbe essere una buona occasione per avvicinarsi a questo genere, a volte un po’ snobbato e considerato piuttosto ripetitivo. E poi signori, dove lo trovate un titolo così ricco di personaggi ispirati al fantastico mondo di Dragon Quest? Dategli una possibilità, non ve ne pentirete!