Dragons: L'Alba dei Nuovi Cavalieri

Dragons: L’Alba dei Nuovi Cavalieri – Recensione

La DreamWorks Animation è una casa di produzione che negli anni ne ha sfornati di film di animazione di successo: potrei citarvi Madagascar, Kung Fu Panda e Shrek, solo per farvi capire la qualità delle sue proprietà.

Parlando di qualità mi è impossibile soprassedere dinnanzi alla bontà di Dragon Trainer, che proprio in questi giorni ha debuttato al cinema con Dragon Trainer – Il Mondo Nascosto, terzo e ultimo capitolo di questo franchise.

Per cavalcare l’onda dell’uscita nelle sale cinematografiche ecco che Climax Studios, che recentemente ha lavorato anche ad un videogioco di Adventure Time, ce ne propone uno ispirato proprio a questa trilogia: Dragons: L’Alba dei Nuovi Cavalieri.

Sarò franco nel dirvi fin da subito che questo videogioco, indirizzato a mio modo di vedere a una fascia di videogiocatori più giovani, poteva sicuramente offrire molto di più in termini di contenuti, storia e soprattutto di gameplay: probabilmente più un’operazione per spremere quanto più possibile la notorietà del brand, che altro.

Dragons: L'Alba dei Nuovi Cavalieri

Partiamo dal principio: Dragons: L’Alba dei Nuovi Cavalieri mette in scena un’inedita storia che, come detto, è basata sul celebre universo di Dragon Trainer. Muoverete i primi passi con Scribbler, un ragazzo che non riesce a ricordare il suo passato e che incrocerà il suo destino con un drago, Patch, un esempio raro di Drago Chimera.

Un’avventura basata sul viaggio, in cui i due novelli amici dovranno risolvere un mistero legato alla vita di Patch, grazie anche all’aiuto dei più noti Hiccup, Astrid, Skaracchio e molti altri (non vi svelo altro per evitare spoiler). Una trama carina come avete avuto modo di capire, imbastita per consegnare un’avventura leggera e alla portata di tutti.

Questa leggerezza non la si avverte però solo nel racconto di Dragons: L’Alba dei Nuovi Cavalieri, ma proprio nella struttura stessa della produzione, soprattutto in termini di profondità di gameplay: una sensazione che avvertirete dopo circa un’oretta di gioco.

Un titolo che poteva offrire molto di più in termini di contenuti, storia e soprattutto di gameplay

Il concept alla base è semplice: si tratta di un titolo d’azione con visuale isometrica in cui bisogna esplorare l’ambiente circostante (non molto vasto, a dir la verità), accedere a nuove zone su mappa e risolvere diversi puzzle ambientali per poter proseguire.

Non voglio soffermarmi sulla semplicità con cui i vari enigmi si risolvono, una scelta che posso anche condividere per via della fascia d’età a cui è rivolto il gioco, ma vorrei invece dire qualcosa in merito a tutti gli elementi di contorno. Le varie zone sono molto spoglie e l’esplorazione è limitata all’apertura dei vari cofanetti e alla distruzione di cespugli o blocchi di ghiaccio (utili per trovare le risorse per acquistare pozioni o potenziamenti).

I livelli principali sono limitati a tre aree, ognuna dotata di un dungeon finale, ed è possibile esplorare nuove isole per liberare dei draghi che vi daranno una mano in alcune fasi di combattimento. Proprio quest’ultimo aspetto, sulla falsa riga di The Legend of Zelda, potrebbe anche andare, ma la poca reattività dell’intelligenza artificiale rende i combattimenti molto facili da superare (soprattutto se si hanno un bel po’ di oggetti curativi).

Dragons: L'Alba dei Nuovi Cavalieri

Non fraintendetemi, con questo non voglio dire che Dragons: L’Alba dei Nuovi Cavalieri sia un vero e proprio buco nell’acqua, tutt’altro, però non posso chiudere un occhio dinnanzi una cura forse un po’ troppo approssimativa degli elementi fondamentali del gioco.

Ricordo perfettamente che quando ero più giovane giocavo a titoli impegnativi – per l’appunto – come The Legend of Zelda: A Link to the Past e impiegavo ore per riuscire a districarmi in situazioni da perdere la testa. Ritengo non sia un deterrente la fascia d’età a cui è rivolto per non offrire un gameplay molto più impegnativo e strutturato.

Dragons: L’Alba dei Nuovi Cavalieri è rivolto maggiormente ai videogiocatori più giovani

Tutto sommato Dragons: L’Alba dei Nuovi Cavalieri riesce a farsi giocare senza problemi, e a intrattenere per le sue circa 6/7 ore. Risulta inoltre molto divertente utilizzare i due eroi e intercambiarli durante le fasi di combattimento e per risolvere alcuni puzzle ambientali.

Quel poco che c’è funziona abbastanza bene e sono sicuro che piacerà ai videogiocatori più giovani appassionati della trilogia cinematografica. Il mio piccolo disappunto (se così possiamo definirlo) riguarda il non voler proporre qualcosa di più profondo, nonostante ci fossero delle solide basi per poterlo fare: peccato!

Conclusioni

Dragons: L’Alba dei Nuovi Cavalieri è un videogioco che trae spunto dalla riuscita trilogia cinematografica proponendo una storia tutta nuova. Un’avventura tutto sommato che si lascia giocare tranquillamente e che intrattiene per le sue 6/7 ore.

Peccato per la poca profondità del gameplay e delle caratteristiche relative al crafting e agli update, che non lo fanno decollare come dovrebbe. Un prodotto rivolto maggiormente ai videogiocatori più giovani, che potranno stringere un’amicizia, volare e combattere con un drago assolutamente dolce.

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