18 Ott 2016

Driveclub VR – Recensione

Tra tutti i generi che potrebbero andare a braccetto con la realtà virtuale, sicuramente la simulazione siede ai primi posti. Quanti sognavano fin da bambini di poter entrare virtualmente in un gioco, mettersi alla guida di una Ferrari e vivere, anche solo in una realtà simulata, l’esperienza di guida più vicina alle proprie possibilità? Finalmente, con i visori VR, questo sogno è diventato realtà e Driveclub VR è il primo gioco ad offrire una simile opportunità su PS4.

Sfida accettata dunque da parte degli sviluppatori del gioco, che non solo si sono trovati quasi senza studio, ma addirittura hanno dovuto lavorare su una piattaforma innovativa come PlayStation VR e far uscire Driveclub VR in concomitanza col lancio del visore. Insomma, un vero azzardo: Driveclub VR è infatti il capostipite dei simulatori in realtà virtuale su console, e resterà un “one-of-a-kind” finchè Gran Turismo Sport non deciderà di creare un po’ di competizione.

Visto dunque il fardello da portare, è riuscito Driveclub VR a diventare il vero Cicerone di PlayStation VR, in grado di mostrare a tutti la potenza della realtà virtuale? Sì e no. Perché Driveclub VR è come una cena in cui avete mangiato il miglior piatto del mondo, per poi scoprire che è finito il dessert.

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Partiamo da un presupposto fondamentale per la realtà virtuale: la sua parola chiave è “compromesso”, perché ce n’è uno in ogni aspetto di ogni gioco e basta accettarlo serenamente per godere pienamente dell’esperienza. Per questo i giocatori che guardano il pixel o l’assenza di un singolo fps non si troveranno a proprio agio con un mondo a 360 gradi attorno a loro, costretto ad una risoluzione abbassata per il bene del gameplay.

Driveclub VR è soprattutto questo, un compromesso tra il gioco originale, che ha avuto comunque i suoi problemi, ed una riedizione in realtà virtuale, anch’essa limitante in alcuni aspetti, ma assolutamente imperdibile in altri. Possiamo vedere fin da subito ad esempio una netta mancanza di contenuti rispetto al classico Driveclub, che offriva una carriera più lunga ed articolata. Su PlayStation VR, invece, siamo di fronte (letteralmente) ad una campagna decisamente corta, ma pur sempre allargata a tutti gli aspetti che la guida di un’auto può avere.

Per progredire nella modalità principale bisogna completare gare e fare attenzione ai mini obiettivi presenti in ognuna di esse, come segnare una velocità record, mantenere una certa media o effettuare derapate da sogno. Gara dopo gara, il giocatore acquista reputazione e sblocca conseguentemente un buon numero di vetture da utilizzare, fino ad arrivare alle sfide finali. La limitazione della carriera è comunque un valido incentivo per provare le altre modalità, che vanno dalla classica gara veloce allo sprint, passando anche per il time attack. Insomma, se si vuole guidare un’auto in realtà virtuale, Driveclub VR fa benissimo il suo dovere, immergendo il giocatore nel pieno dell’azione e lasciandolo padrone di ogni azione o movimento.

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Questo è infatti il punto vincente di Driveclub VR, anche se potrebbe essere quello di qualsiasi gioco simulativo in arrivo sul visore di Sony. Chi gioca può muoversi a piacimento nell’auto, esplorandone ogni angolo e guardando nel dettaglio tutti i componenti all’interno: prima di ogni gara, infatti, si può dare un’occhiata veloce alla ricostruzione delle auto. Ovviamente ciò si può fare anche durante la corsa, ma sappiamo tutti quanto sia pericoloso fissare la scintillante leva del cambio mentre si è lanciati a 250 km/h.

Sempre prima di iniziare, il gioco permette anche di regolare il proprio sedile, come nella controparte reale, e decidere quale sia la propria posizione di guida preferita. Driveclub VR, da questo punto di vista, lascia trovare benissimo al giocatore la propria comodità, vista anche l’imminente accelerazione verso l’inizio della gara. Ciò che importa è comunque l’immersione che si può vivere durante la corsa, grazie alla capacità di potersi guardare in giro, scrutare gli specchietti ed anticipare il proprio sguardo ponendolo all’interno della traiettoria in curva.

Chi gioca può muoversi a piacimento nell’auto, esplorandone ogni angolo e guardando nel dettaglio tutti i componenti all’interno

Tutti i movimenti, anche se può sembrare strano, diventano completamente automatici una volta indossato il visore, perché è proprio come avere un autentico casco e sedersi in un’auto da corsa. Le prime volte è ancora istintivo toccare ad esempio l’analogico destro o premere un tasto per guardarsi dietro, ovviamente senza successo, ma basta qualche minuto di guida per cadere completamente nell’illusione e comportarsi come se si fosse veramente alla guida di una vettura. Con un setup da guida nelle nostre mani, quindi volante e pedaliera, il livello di immersione è ancora più alto, anche perché la rotazione effettiva del volante è pari pari a quella visibile coi nostri occhi nel gioco. Nulla toglie che Driveclub VR sia godibile anche con un classico joypad.

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Non solo, una cosa assolutamente da provare è il semplice sporgersi a sinistra dal finestrino, riuscendo così a guardare il lato dell’auto come se fossimo effettivamente col corpo fuori dalla portiera. Oppure, quando si ha in mano una coupé, alzarsi leggermente dalla sedia e scrutare l’orizzonte come una calorosa pin-up girl del secolo scorso.

Peccato che, nonostante lo si potesse aspettare, di orizzonti da guardare ce ne sono ben pochi. Qui entra in gioco il compromesso in tutta la sua spregiudicata verità dei fatti: visto con un visore VR, il mondo di Driveclub perde inevitabilmente gran parte della sua bellezza grafica, che si priva anche di panorami dettagliati ed elementi estetici normalmente inclusi in un gioco. Facendo un confronto, è lecito dire che le montagne, le pianure, le costruzioni e le auto nel gioco sembrano versioni delle stesse private di gran parte delle texture e con giochi di luci pressoché assenti. I riflessi sulle vetture non sono infatti granché e portano alla mente lavori precedenti anche alla scorsa generazione di console: forse solo il cielo si salva, poiché simula l’abbagliamento che si può avere guardando in modo diretto il Sole, scurendo dunque tutto il resto.

Si possono scusare anche gli interni delle auto, ricreati appositamente per essere visti da vicino, ma non curati al 100%. Le ambientazioni che circondano i tracciati, tuttavia, sono davvero mediocri: sinceramente, essendo il tutto su un visore VR, era necessario aspettarsi un downgrade grafico del gioco, ma una tale mancanza di dettagli sembra eccessiva anche per una simile tecnologia.

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Approssimativa è oltretutto la fisica globale di Driveclub VR: viene persa parecchio la componente simulativa in favore di una totalmente arcade, che mira solamente a divertire e non a dare sensazioni di guida realistica come quella di Gran Turismo, Project CARS, Forza Motorsport o Assetto Corsa. Anche le auto avversarie sono prive di una solida fisica e gli scontri non danno una sensazione di resistenza all’urto. Nemmeno il comparto audio aiuta nel conferire quel minimo di realismo in più. Attenzione però, qui per realismo si intende l’effettiva simulazione che si può avere con un elaborato gioco di guida: non è dunque da confondere con l’immersione in Driveclub VR, capace di farvi dimenticare della vita reale non appena indossato PlayStation VR.

Come ciliegina sulla torta c’è una modalità multiplayer governata dal placido suono dei grilli: trovare un giocatore online è quasi impossibile ed il count-down delle varie lobby non aiuta di certo. L’enormità di attività disponibili pare infatti disperdere l’attenzione e non permette di incrociare altri giocatori nel tentativo di trovarne una abitata. Nella lunga ricerca di piloti con cui condividere una sessione di gioco, solo una volta si è riusciti a trovarne giusto un paio contemporaneamente: durante la gara non ci sono stati problemi di connessione o instabilità, ma il problema del multiplayer desertico rimane comunque. In futuro le lobby potrebbero riempirsi, se più utenti di PS4 sceglieranno di comprare PlayStation VR.

L’immersione in Driveclub VR è capace di farvi dimenticare della vita reale non appena indossato PlayStation VR

Essendo inoltre un gioco dove la visuale può veramente spaziare ovunque e le vetture sono lanciate a folle velocità, bisogna dare importanza anche ad un altro aspetto, quello della motion sickness. Driveclub VR aveva già provocato in alcune persone senso di nausea e mal di testa anche dopo pochi minuti di guida, arrivando addirittura a decimare la redazione di GamesRadar+. Nel caso del sottoscritto, non c’è stato il minimo malore durante le sessioni di gioco, nonostante siano state di una certa lunghezza e ben oltre le raccomandazioni di Sony. Driveclub VR unisce la libertà visiva a dislivelli nei circuiti, oltre a piani inclinati che potrebbero destare instabilità in soggetti suscettibili. Questo ribadisce ancora una volta che, purtroppo, la motion sickness è una condizione troppo soggettiva per essere espressa in un’opinione e l’unico modo per capire la propria ipersensibilità è provare il gioco non appena se ne ha la possibilità.

Conclusioni

È ora di tornare al paragone con cui questa recensione è cominciata. Driveclub è una perfetta immersione nella guida virtuale di un’auto, grazie alla capacità di far dimenticare al giocatore di essere semplicemente seduto nella propria stanza e non tra i tornanti di un monte giapponese, ma sarebbe potuto essere molto di più. È da provare, indubbiamente, e tutti coloro che già hanno un PlayStation VR possono prendere la palla al balzo con il demo disc incluso. Vi innamorerete e continuerete a fare giri su giri nei vari circuiti.

Alzato lo sguardo, però, c’è ben poco, con ambienti poco curati ed una forte tendenza alla superficialità. La carriera poco longeva può essere dimenticata con le altre modalità, ma il multiplayer quasi assente non permette di confrontarsi a dovere contro gli altri giocatori. Questo perché di persone che usano Driveclub VR contemporaneamente ce ne sono ancora poche, dato che la stessa natura della realtà virtuale non permette di stare per lunghi periodi con un visore in testa.

Visto il suo prezzo non bassissimo, ma che può essere dimezzato se si possiede già il Season Pass del gioco originale, Driveclub VR potrebbe essere scavalcato in futuro dal colosso di Gran Turismo Sport, anche se non si conoscono per ora le fattezze di questa riproposizione. Per ora, Driveclub VR è l’unico simulatore di guida presente su PlayStation VR, quindi, se proprio volete farvi un giro su una macchina virtuale, è sicuramente qualcosa da avere. Ma non alzate troppo lo sguardo dalla strada, poiché potreste davvero pentirvene.

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