Sin dall’annuncio di PlayStation 5, Sony ha posto molta enfasi sul suo nuovo controller. Abbandonato lo storico nome, Dualshock, ha dato una svecchiata alla configurazione della periferica. É così nato il Dualsense, un nuovo controller che già dal nome pone l’attenzione sul concetto di sensazione. Sony ne ha parlato spesso negli ultimi mesi, paventandola come una vera e propria novità che cambierà il modo in cui giocheremo su PlayStation 5. Ora, è chiaro che queste sono cose che vanno toccate con mano, ed è difficile comprendere appieno queste dichiarazioni.
La confusione nei social e sul web è tanta, e spesso si chiama in causa anche il nuovo pad di Xbox Series X. Sarà che entrambe le compagnie hanno provato a dare dei nomi accattivanti alle loro nuove tecnologie, ma è bene chiarirne le differenze. In questo articolo, insomma, voglio provare a spiegarvi esattamente cosa distingue i controller di Microsoft e Sony, e perché l’azienda giapponese sembra tenere così tanto alle novità del Dualsense.
Per farlo, è bene chiarire come funzionano gli Impulse Triggers di Xbox. Bel nome: ma esattamente come funzionano? Diciamo che i nuovi controller di Xbox Series X e S non sono poi molto diversi da quelli che già conosciamo e utilizziamo su Xbox One. All’interno del trigger destro e sinistro è infatti presente un motore ERM (Eccentric Rotating Mass), una versione più piccola di quelli contenuti nell’impugnatura del controller. Proprio come questi ultimi, i motori generano un vibrazione. Questa vibrazione però può essere attivata in specifici punti e a differenti intensità.
Come vi dicevo prima, è una tecnologia di vibrazione che conosciamo già da qualche anno. Un’oscillazione meccanica, che ruota attorno ad un punto di equilibrio. Più motori si inseriscono, maggiore sarà il feedback e la precisione dello stesso. Una soluzione economica, semplice, in grado di fornire feedback abbastanza soddisfacenti, tanto che parliamo di una tecnologia impiegata da decenni nei videogiochi.
Cosa ci sia esattamente sotto i trigger del Dualsense non è dato ancora saperlo, e non vediamo l’ora che qualcuno smonti per benino la console Sony per svelarne tutti i segreti. Nell’attesa tuttavia, cerchiamo di capire sulla carta come funzionano. In teoria, i trigger hanno delle giunture meccaniche per regolarne la tensione. Ciò significa che gli sviluppatori possono sfruttare tali meccanismi per regolare e determinare il grado e il limite di pressione del giocatore sugli stessi trigger, oltre che per creare più punti di resistenza.
Insomma, una tecnologia nuova che promette di rivoluzionare il modo in cui giochiamo, o meglio “sentiamo”, i videgiochi. Astro’s Playroom sarà contenuto gratuitamente in ogni PS5 proprio per mostrare le potenzialità di questa nuova tecnologia, che va ben oltre l’ormai consolidata vibrazione.
C’è poi un’altra questione, un termine che suona tanto bene quando pronunciato nel nostro bell’italiano: feedback aptico. Sony ha iniziato già da un po’ ad utilizzarlo anche nella sua campagna marketing di PS5 e del Dualsense, ma sicuramente è una nomenclatura sconosciuta ai più. Per feedback aptico si intende semplicemente una vibrazione che coinvolge la percezione del tatto. Tecnicamente tutti i controller hanno dei feedback aptici, anche quello di Xbox. A differenza di questi ultimi però, Dualsense non utilizza dei motori ERM per gestire le vibrazioni.
A gestirla è una tecnologia più recente chiamata LRA (Linear Resonant Actuator), utilizzata anche dai Joy-con di Nintendo Switch. Il cosiddetto Rumble HD di Nintendo ci permette di capire già ora cosa sentiremo con il Dualsense di PS5. I motori LRA sono più complessi da spiegare, ma vi basta sapere che sfruttano i campi elettromagnetici per muovere la massa.
In questo modo la molla genera un movimento, che a sua volta genera una forza che si traduce in uno spostamento, dando il via ad una vibrazione. Il risultato è quindi sempre una vibrazione, ma a generarle non è un’oscillazione meccanica, ma delle onde sonore. Questo permette di generare vibrazioni più complesse e con diversi gradi di intensità rispetto ai motori ERM.
La tecnologia LRA è più costosa, ma occupa meno spazio. Senza movimenti meccanici, non si producono rumori durante la vibrazione. La loro precisione è superiore, permettendo di gestire il feedback aptico a velocità maggiori e di interromperlo con più precisione.
Insomma, il senso di questo articolo era di provare a fare luce e chiarezza sulle diverse tecnologie aptiche messe in campo da Sony e Microsoft per i loro controller di nuova generazione. PlayStation 5 sembra spingere di più su una tecnologia nuova e con degli effetti tangibili nell’esperienza di gioco, mentre Series X e S hanno optato per una tecnologia già rodata e affidabile, permettendo di contenere anche il costo dei suoi controller.
Ora che avete le idee più chiare, siete curiosi di toccare con mano le novità del Dualsense di PS5? Parliamone!
Ricordiamo che PlayStation 5 e Xbox Series X/S sono disponibili per la prenotazione online e in negozio da GameStopZing, scorte permettendo.
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