News 25 Giu 2014

E3 2014 – PES 2015 – Hands On

Los AngelesQuest’anno sarà l’anno di PES. Quante volte abbiamo sentito questa affermazione nell’ultimo lustro? Quante volte i “pessari” di vecchia data hanno sperato con tutto il cuore che l’antico signore del calcio, quel Pro Evolution Soccer che tanto ha rivoluzionato la costellazione videoludico-sportiva, potesse tornare a reclamare di diritto il proprio trono caduto ormai dal lontano 2010 allo strapotere di EA Sports? Ebbene, non vogliamo rovinarvi la sorpresa con troppo anticipo, ma mai come quest’anno la battaglia per il predominio dello sport più amato del mondo è aperta. Konami fa profonda autocritica e torna sui propri passi, porgendo ascolto ad una fanbase enorme e attenta per riportare in auge una concezione di gioco del pallone che, nelle ultime incarnazioni della serie, stentava pericolosamente a trovare una propria identità. Un’identità che nel corso della nostra prova approfondita in quel di Los Angeles non sembra affatto mancare in questo PES 2015, che lancia un chiaro messaggio alla concorrenza in questa prima transizione ufficiale alla next generation: la forma è temporanea, la classe no. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

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Raggiungiamo dunque la porzione del booth Konami allestita appositamente per PES 2015. Il primo impatto è estremamente positivo, e restiamo stupiti dall’arredamento in stile “Old England Pub” con tanto di bancone dove, tra un match e l’altro, possiamo pure sorseggiare qualcosa: il clima di Los Angeles non è certo quello che gli azzurri hanno trovato a Manaus, ma ad una birra fresca nell’intervallo tra primo e secondo tempo difficilmente si dice no. Appesi alle pareti saltano subito all’occhio i gagliardetti e gli stemmi di Juventus e Bayern Monaco, le due formazioni disponibili per questa demo E3 che, vale la pena sottolineare, presenta un codice completo grossomodo al 50%. Inutile sottolineare che, se tutte le demo fossero di questa qualità, noi giocatori avremmo davvero di che essere felici.

Sì, perchè il comparto tecnologico di PES 2015 è uno dei primi aspetti a saltare all’occhio. Le critiche riservate lo scorso anno a Konami per non aver introdotto una versione next del titolo, una scelta volta ad ottimizzare l’edizione 2014 in modo da gettare le basi per la rinascita della serie, si sono rivelate quasi del tutto infondate. L’attesa è stata lunga, ma questo primo assaggio di PES su PlayStation4 è estasiante. I modelli dei giocatori sono ineccepibili, con una quantità poligonale molto oltre la sufficienza e una modellazione di movimenti e volti assolutamente di prim’ordine. Come sempre, le creazioni migliori coincidono con i giocatori dal pedigree più raffinato, ma in termini generali il risultato raggiunto dal team di sviluppo merita già da ora il nostro plauso. La cura maniacale del dettaglio investe ogni aspetto, basti pensare alla precisione con cui vengono riproposte le pieghe della divisa degli atleti, la gestione delle capigliature (non più delle parrucche informi insensibili alla gravità terrestre) o, novità della serie, l’espressività dei volti.

Sbagliate un goal fatto e vedrete l’attaccante mani in volto, con gli occhi persi nel vuoto e, se sarete davvero bravi, potrete persino leggere il suo labiale. Allo stesso modo, siglare la marcatura scatenerà la gioia generale della squadra, che arricchirà le classiche esultanze (aggiornate ovviamente con quelle più recenti per ciascun giocatore) con ampi sorrisi, abbracci e urla di gioia al cielo. Questa evoluzione emotiva (che, a quanto pare, è uno degli aspetti su cui tutti gli sviluppatori di titoli calcistici hanno spinto parecchio) ha trovato riscontro concorde anche sugli spalti, nonostante il pubblico fosse al momento una delle componenti più “arretrate” rispetto al resto. Adam Bhatti, Brand Manager Europeo di PES 2015 e nostra “guida spirituale” nel corso di quest’ora di prova, ha tuttavia sottolineato come la release definitiva del titolo vanterà una modellazione all’avanguardia per quanto riguarda il pubblico, scommettendo con noi che sarà impossibile trovare due modelli simili negli anelli più visibili.

Parlando di stadi, pur non sapendo ancora quanti e quali teatri offrirà PES 2015 – nonostante l’istrionico Bhatti abbia garantito che i problemi legati alle licenze dell’edizione 2014 siano soltanto un brutto ricordo – quanto abbiamo osservato nelle panoramiche pre e post match è senza dubbio piacevole e ben realizzato. Da qui all’uscita del gioco il margine di miglioramento è scontato, ma le premesse iniziali lasciano presagire un risultato di tutto rispetto. Il Fox Engine, insomma, c’è e si fa sentire, rendendo di fatto l’evoluzione da previous a next gen più accattivante di quanto potessimo auspicare.

Volendo proprio essere pignoli, una delle critiche “estetiche” che potremmo muovere a questa nuova iterazione della serie è una minor attenzione al campo di gioco vero e proprio, che – tanto per dirne una – non si deteriora in seguito alle giocate delle due squadre nonostante l’erba, specie nelle inquadrature ravvicinate, sia realizzata come si deve. Chiaramente si tratta di un appunto secondario, laddove problemi ben peggiori sono stati risolti in modo mirabile: in PES 2015 piove e nevica, tanto per iniziare, e l’anacronistico rallentamento che caratterizzava i replay delle azioni più belle è stato risolto con un nuovo sistema riprogettato quasi da zero, che garantisce a queste cinematiche una fluidità invidiabile e un taglio televisivo quanto mai accattivante. Il tutto, lo sapete benissimo, a 1080p e 60 frame al secondo, che scorrono costanti senza alcuna incertezza e sbavatura fino al triplice fischio dell’arbitro. Arbitro (e guardalinee) che, immancabili insulti a parte ogniqualvolta chiamino fuorigioco su una possibile azione da goal, non sfigurano affatto in questo quadretto.

Parlando più da vicino di gameplay, per quanto questa prima prova rappresenti solo un fugace assaggio di quanto disponibile a partire dal prossimo autunno è impossibile non notare una serie di miglioramenti alle meccaniche di gioco. La fisica del pallone, tanto per iniziare, è stata profondamente revisionata, ricreando di fatto un comportamento della sfera imprevedibile (specie in seguito a scontri tra giocatori) ma verosimile. La palla non è più “incollata” per magia al piede del giocatore, ma al contrario reagisce prontamente agli input ricevuti: basta uno scatto al momento sbagliato o la ricezione imperfetta di un passaggio, magari non proprio ottimale, per vederla scivolare qualche metro più avanti o direttamente in fallo laterale. Il controllo di palla presenta evidenti miglioramenti, volti chiaramente a creare una patina di realismo all’azione di gioco. Controlli sbagliati o a seguire, lisci clamorosi in ricezione quando si pensava di avere già la palla tra i piedi sono scenari normali in PES 2015 (meno frequenti per i campioni, ma tuttavia non certo assenti), che sigla un radicale passo avanti rispetto alla simulazione dell’edizione ’14.

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Anche l’inerzia dei giocatori rappresenta un fattore da tenere in seria considerazione. Difficilmente riuscirete a fermare l’incedere avversario con un difensore che gli corre incontro a perdifiato, visto che basterà una minima finta per sbilanciarlo o mandarlo a vuoto un paio di metri più in là. Una buona difesa è sinonimo di tackle, spallate e contrasti, e a tal proposito vale la pena sottolineare quanto di buono fatto dai ragazzi di PES Productions nella gestione della fisica: già da questa demo abbiamo infatti assistito a comportamenti più naturali, non solo con cadute rovinose in seguito a scontri violenti ma anche con giocatori che si ritrovano stesi sull’erba per una marcatura stretta nel corso di un tiro o che nel tentativo di effettuare un passaggio disperato allungano la falcata per poi sbilanciarsi.

Se a questo uniamo un parco animazioni vario e preciso, che non presenta più quelle fastidiose interruzioni (spesso troppo evidenti) tra il termine di un’animazione e l’avvio della seguente, è facile capire quali siano le ambizioni di questo PES 2015. A fianco delle immancabili azioni acrobatiche possiamo dunque notare ottime giocate estemporanee a mezz’aria, improvvisazioni dei giocatori dettate dalla particolare azione (un recupero di una palla vagante al volo sulla linea del fallo laterale, ad esempio) che nelle precedenti edizioni raramente venivano gestite come meritavano. Come si evolvono le giocate, così si evolve anche l’intelligenza artificiale dei compagni di squadra, che ci è sembrata molto più reattiva e capace di adattarsi alle specifiche manovre di attacco/difesa del giocatore. A titolo di esempio, chi come il sottoscritto predilige un attacco dalle fasce, per poi affondare con un cross teso all’interno dell’area o un filtrante a pallonetto difficilmente non troverà un supporto tanto fuori dall’area quanto in prossimità del portiere. Ovvio che l’abilità del nostro avversario (sia esso umano o CPU) fungerà da discriminante per l’esito dell’azione – anche perché, come ribadito dallo stesso Bhatti, le nuove routine dei difensori li hanno resi particolarmente coriacei e aggressivi.

L’evoluzione dell’AI della squadra non poteva certo non investire anche i famigerati portieri, da sempre accusati di essere un po’ troppo “farfalloni” in occasioni di cross e colpi di testa. Da quanto abbiamo osservato, i miglioramenti sono evidenti: Buffon e Neuer si sono dimostrati all’altezza della rispettiva fama, con tuffi impressionanti quando già si annusava il goal e uscite al fulmicotone sull’attaccante lasciato colpevolmente solo. In alcuni casi, va riportato, il dinamico duo ha lisciato clamorosamente un banale pallonetto o è rimasto a guardare come uno spettatore un tiro nemmeno troppo speciale, ma su una demo a metà delle effettive capacità e visti gli innegabili progressi degli ultimi 12 mesi, una sbadataggine del genere la possiamo perdonare.


Lasciandoci alle spalle il booth di Konami non possiamo che essere estremamente confidenti nei confronti di questo PES 2015. Seppur la rinascita della fenice sia stata data per certa una quantità innumerevole di volte, mai come quest’anno le premesse per un ritorno in grande stile della filosofia calcistica giapponese – evoluta non poco dai validi Studios Londinesi – sembrano esserci tutte. PES 2015 approda alla next generation con un biglietto da visita accattivante e completo, forte di un comparto tecnologico di elevatissima caratura (ereditato da un motore, il FOX Engine, sinonimo di garanzia e affidabilità) e di un rinnovato set di meccaniche di gameplay che, finalmente, avvicinano l’esperienza di gioco ad una verosimile simulazione calcistica. Da qui all’autunno c’è ancora spazio e tempo per migliorare alcuni aspetti – anche perché la concorrenza non rimarrà certo ferma ad osservare, ma se alla prima uscita ufficiale il nuovo PES irretisce e guadagna le simpatie del pubblico, quella che si prospetta è una “finale mondiale” memorabile. Palla al centro, e che vinca il migliore.


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